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Autore: _brat    10/05/2014    6 recensioni
Ho vissuto la musica dei più grandi dj, ho vissuto Tomorrowland. Ed è stata proprio questa la mia rovina.
(dal prologo)
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Prologue.
Nell’ultimo anno ho capito che le persone non rimangono per sempre al tuo fianco, nemmeno quelle alle quali hai dato tutto. E’ stato l’anno della libertà, della ribellione, della rabbia e dell’amore. L’anno dei cambiamenti. Ho scoperto cosa si prova a bere, fumare, fare sesso. Sono venuta a conoscenza di sostanze che ti fanno dimenticare i tuoi problemi fino allo svanire del loro effetto. Ho imparato che l’amore non ha razza ne sesso. Sono stata a falò, feste, flash mob, grigliate, concerti.. quali concerti? Ho vissuto la musica dei più grandi dj, ho vissuto Tomorrowland. Ed è stata proprio questa la mia rovina.

  1. Let’s go away.
Ancora non riuscivo a crederci, ma la mia carriera scolastica era finalmente giunta al termine. Ero già in classe, mentre Cotton non era ancora arrivata.. conoscendola (e io altrochè se la conoscevo), sarebbe arrivata in ritardo. E invece no, la vidi arrivare e poggiare con forza il suo zainetto sul banco accanto al mio. Eravamo sempre state due tipe dalla cattiva condotta.. con la differenza che lei lo esternava, io no. Io ero quella che si nascondeva dietro agli angoli per fumare, quella che non aveva mai il coraggio di rispondere ai suoi genitori, quella succube delle ragazze un po’ più robuste. Cotton invece fumava liberamente e se ne sbatteva del giudizio altrui, quella che i suoi genitori li guardava dall’alto verso il basso, quella che non si faceva mai mettere i piedi in testa dalle ragazze più grandi. Ammetto che in tanti casi avrei voluto avere il suo coraggio.. non ho mai conosciuto una ragazza con così tanto fegato.
-ho una bella idea per questo pomeriggio- disse battendomi il pugno.
- tipo?- risposi
- prendiamo la metro e ce ne andiamo in spiaggia- non avevo mai amato la metro, piena di persone che ti fissano, ma per Cotton l’avrei anche presa per una volta.
Annuii in segno di consenso e passai la mia ultima, noiosa giornata di scuola di tutta la mia schifo di esistenza. Mi aggrappai all’appiccicosa sbarra della metro, che ci portò in spiaggia e nemmeno il tempo di poggiare la mia roba a terra notai che Cotton era già in acqua con tutti i vestiti. Non esitai ad andare a fare il bagno, Los Angeles è sempre stata calda. Ci stendemmo sulla sabbia e Cotton si accese una sigaretta offrendone una anche a me, ma rifiutai.
-Carter non puoi continuare a vivere nascondendoti. Guardati, sei ancora fragile e dipendente dai tuoi.. ormai sei grande!- mi rimproverò. Per me quasi 19 anni non rappresentava essere grandi, ma io e siamo sempre state in disaccordo su questo.
- voglio andarmene da qui- continuò –partiamo, fuggiamo da qui.. non diciamo nulla a nessuno e non ci troveranno mai più-
- Cotty stai scherzando? Io sto benissimo qui a Los Angeles- risposi, stavo mentendo.
- stai mentendo. Tu odi questo posto, per quando possa essere bello esteticamente. Tu odi i tuoi genitori e odi i tuoi compagni di classe. Andiamo via!- faceva sembrare tutto così facile, anche quando in realtà non lo era.
- e se anche volessimo andare via.. con quali soldi andiamo? E dove?- chiesi
- tranquilla, i soldi non ci mancheranno- assicurò
- hai intenzione di passare l’estate lavorando?- a me non piaceva per niente l’idea. Scoppiò in una fragorosa risata.
- no, ho di meglio in mente.. vedrai.-  rispose sicura di se.
Passò il mese di giugno, e non parlammo più di questa idea, era solo una dei tanti castelli che Cotton costruiva in aria.. io ero sempre stata realista invece. Ero prossima a mettermi a dormire, quando mi arrivò un sms di Cotton.
 
                     01:00

Ho i soldi, vediamoci al parco, ti do
Mezz’ora per prepararti, appena sei
Pronta raggiungimi. Prepara solo uno
Zaino con la tua roba che al resto ci
Penso io.

 
Non potevo credere ai miei occhi. Cotton aveva davvero un piano per andare via.. non esitai a preparare la borsa, anche sapendo che non era una buona idea, e che magari ci saremmo cacciati nei casini. Ciò che mi convinse definitivamente fu il livido che il mio patrigno mi fece quella sera. Mi avevano sempre trattata male, era ora di mettere fine alla mia vita di merda per cominciarne una nuova, una migliore.
Presi lo zaino e mi calai dalla finestra, portai con me solo il mio skate, che mi aveva regalato mio padre quando ancora era in vita. Quello era l’unico oggetto al quale ero legata in quella maledetta casa, non avevo bisogno di nient’altro. Cotton era al parco che mi aspettava ansiosa. Non appena mi vide arrivare tirò fuori un immenso malloppo di banconote che mi sventolò allegramente in faccia.
-Dove li hai presi questi??- chiesi allibita.
-Dal conto dei miei, ho la loro password. Infondo sono talmente ricchi che non ci faranno caso se manca qualche soldino.-
Continuavo a seguirla verso non so dove mentre lei mi spiegava parte integrale del suo piano.
-Questi soldi prima o poi finiranno, servono solo per trovarci una sistemazione. Quando non ne avremo più troveremo un lavoro per mantenerci.- spiegò. Detto questo arrivammo alla stazione, il treno ci portò all’aeroporto.. e fu solo in quel momento che mi domandai quale fosse la meta.
- dove andiamo?- chiesi, pur avendo quasi paura a scoprirlo.
-per ora andremo a Madrid, ho un cugino lontano che ho già contattato. Sarà lui a ospitarci per un po’.. giusto solo finche non decidiamo cosa fare- spiegò. Detto questo tirò fuori i biglietti che a mia insaputa aveva già prenotato e andammo a fare il check-in. Non appena ci sistemammo in aereo Cotton si addormentò sulla mia spalla.. io non sarei mai riuscita a dormire, per l’enorme cazzata che stavamo facendo.
 
 
 
  
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