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Autore: evelyn80    10/05/2014    1 recensioni
[Affari a quattro ruote]
Ispirata alla puntata n° 7 della decima stagione di Affari a quattro ruote
Mike ed Edd sono in Italia per partecipare ad un autoraduno. La prima notte che trascorrono in albergo vengono rapinati. Saranno costretti a darsi da fare per recuperare le loro cose, avvalendosi anche dell'aiuto di una strana ragazza dal passato incerto.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: Continuano le disavventure dei due inglesi... Spero che le troverete divertenti e simpatiche. Fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male che sia! :-)
DISCLAIMER: 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo'




Pessimo risveglio

 

"Edd! Edd! Svegliati, maledizione!"

Il suo nome gridato disperatamente, seguito da insistenti colpi bussati alla porta, riuscirono finalmente a svegliare il meccanico. L’uomo si strofinò gli occhi ancora cisposi per il sonno, fece schioccare le labbra e si alzò lentamente dal letto. Nel frattempo, fuori dalla porta, Mike continuava a bussare talmente forte da far vibrare pericolosamente l’uscio.

"Finalmente ti sei svegliato!" gridò il presentatore, quando Edd riuscì ad aprire la porta: "Siamo rovinati!"

Lo spilungone, che stava ancora cercando di svegliarsi passeggiando per la stanza, al sentire quelle parole lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.

"Non guardarmi con quella faccia allucinata! Non ti sei accorto proprio di niente?!"

"No… Di cosa avrei dovuto accorgermi?" rispose Edd, scompigliandosi i capelli già abbondantemente spettinati.

"Innanzi tutto: non dovresti essere in compagnia di una ragazza?"

Il meccanico si guardò intorno con aria smarrita.

"E non dovresti avere un portafogli, ed un cellulare, nelle tasche posteriori dei pantaloni?"

Edd portò entrambe le mani ai glutei, tastando le tasche dei jeans che erano indubbiamente vuote:

"Oh cazzo…" mormorò, guardando l’amico incredulo: "Mi vuoi dire che quelle due ci hanno…"

"Rapinato, sì!" concluse per lui Mike: "Ma non è tutto: non solo ci hanno portato via soldi, cellulari e carte di credito, lasciandoci senza il becco di un quattrino. Ci hanno fregato anche la Lamborghini!"

La parola "Lamborghini" sembrò far svegliare del tutto il meccanico, che corse alla finestra e si affacciò sul parcheggio: al posto della loro auto da corsa restava solo una macchia d’olio.

"Oh no… La nostra Urraco…"

"Già… ce l’hanno portata via. Siamo stati proprio due idioti!"

All’improvviso Edd sembrò ricordare che era stato Mike a voler abbordare le due ragazze:

"Aspetta un momento. Sei tu, l’idiota! Sei stato tu a mandare lo champagne a quelle due… quelle due…"

"Puttane ladre?"

"Sì, mi hai tolto le parole di bocca. Comunque sia, sei stato tu a…"

"Ma tu mi sei venuto dietro Edd" lo interruppe di nuovo l’altro: "La colpa è anche tua".

Il meccanico si lasciò cadere seduto sul letto con un sospiro disperato: ormai non potevano farci niente! Quelle due furfanti a quell’ora dovevano già essere molto lontane.

"E adesso, cosa facciamo? Chiamiamo la polizia?"

"Sei matto! Se denunciamo il furto alla polizia dovremo dire loro che siamo stati adescati da due "signorine". Se mia moglie viene a sapere una cosa del genere mi scorticherà vivo non appena gli capiterò tra le grinfie!" disse Mike, rabbrividendo al solo pensiero. Edd non poté non convenire con lui: di sicuro anche la sua non l’avrebbe presa troppo bene. Avevano le mani legate.

"E allora? Come possiamo fare?"

"Possiamo solo tornare in Inghilterra. Diremo che abbiamo venduto la Urraco qui in Italia."

Edd scosse la testa con un altro sospiro:

"E come faremo a tornare in Inghilterra? Siamo a piedi, senza soldi! Ed i nostri documenti sono nella hall di questo dannato albergo! Se non saldiamo il conto mica ce li ridanno, i passaporti! E non possiamo nemmeno andarcene senza! Che situazione di merda! E tutto per colpa tua!" si sfogò il meccanico, afferrando il guanciale dal letto e buttandolo dall’altra parte della stanza.

"È inutile piangere sul latte versato. Dobbiamo cercare di riprendere i nostri passaporti e lasciare immediatamente l’albergo. Faremo l’autostop!"

Edd si prese la testa tra le mani, ma non poté fare altro che accettare la proposta dell’amico.

Dieci minuti dopo, i due scivolarono furtivi nell’ingresso dell’hotel: il portiere era in piedi al suo posto dietro il bancone; sarebbe stato impossibile per loro prendere i documenti senza farsi notare.

"Dobbiamo fare gioco di squadra!" decretò Mike, dopo aver studiato per un attimo la situazione: "Tu lo distrai, lo fai allontanare dal bancone con una scusa qualsiasi; io prenderò i passaporti ed andrò fuori. Non appena mi vedi uscire, seguimi. Cercheremo di sparire senza dare nell’occhio."

"Così sembra a me di essere un delinquente."

"Hai ragione, ma dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco! Forza Edd, tocca a te!"

Il meccanico tirò l’ennesimo sospiro della mattinata e, fingendo indifferenza, si avvicinò al portiere:

"Buongiorno signore, posso esserle utile?"

"Ehm… Buongiorno… ehm… sì… credo… credo di aver dimenticato il mio ombrello sull’ascensore…e mi chiedevo se poteva aiutarmi a recuperarlo…"

Il portiere lo guardò stupito, ma non fece domande:

"Sì, signore, le mando subito un facchino!"

"No, no! Non voglio un facchino… Non può venire lei direttamente?" nel panico più completo, Edd si slanciò verso il responsabile della hall, facendogli anche l’occhiolino. Quello, che non disdegnava affatto gli uomini molto alti e che aveva interpretato la parola "ombrello" in modo molto equivoco, rispose con un sorriso all’invito del meccanico, lasciando la sua postazione. Mike ebbe così campo libero e poté afferrare i documenti indisturbato, lasciando poi subito l’hotel, andando ad aspettare l’amico lungo la strada.

Edd arrivò dopo dieci minuti buoni, correndo come se avesse avuto il diavolo alle calcagna, con la maglietta mezza fuori dai pantaloni. Passò accanto a Mike senza nemmeno rallentare, e quello fu costretto a mettersi a correre a sua volta per poter star dietro all’amico.

"Ma… si può sapere… perché… c’hai messo… così tanto?" gli chiese, ansimando per la corsa frenetica.

"Quell’uomo era gay… e credeva che lo fossi anch’io!" esclamò il meccanico, decidendo finalmente di fermarsi, appoggiandosi con la schiena contro un palo della luce e premendosi il petto con la mano destra, cercando di riprendere fiato. Mike si appoggiò con le mani alle ginocchia, in parte anche lui per riprendersi dopo la corsa ma anche scosso da un attacco di risa.

"Non c’è niente da ridere! Quel tipo mi ha rinchiuso nell’ascensore, si è tolto la giacca e mi è saltato letteralmente addosso, dicendo che aveva lui un ombrello da darmi! Ho dovuto tramortirlo per scappare via! Accidenti a te, Mike; e smettila di ridere!"

Il presentatore stava ancora singhiozzando per il gran ridere. Si asciugò le lacrime provocate dall’ilarità e commentò:

"Non volevi tradire tua moglie con una donna, e ti sei ritrovato a dover scappare da un uomo!"

Edd scosse ancora la testa e si lasciò scivolare a terra, mettendosi seduto sul ciglio della strada. Mike riprese la sua abituale flemma inglese e prese di nuovo le redini della situazione in mano:

"Bene, ora dobbiamo trovare qualcuno che sia disposto a darci un passaggio".

 

  
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