Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Sognatrice_2000    10/05/2014    3 recensioni
Strani casi di omicidio si verificano nella città di Tokyo,destando lo spirito indagatore del giovane detective Shinichi Kudo,sotto le sembianze di Conan Edogawa. Le vittime,esclusivamente di sesso femminile, sembrano essere accomunate dall'età,intorno ai vent'anni,e dalla professione,nel campo della medicina o della scienza; inoltre,strani indizi compaiono ogni volta sulla scena del crimine,apparentemente privi di significato.
Nel corso delle indagini,Conan scoprirà che il caso è collegato all'Organizzazione nera,ma per motivi totalmente diversi rispetto a quelli pensati da lui. Una persona che gli è molto vicina è coinvolta senza che lui lo sappia in questa terribile vicenda,e alla festa di compleanno di Sonoko,il giovane Shinichi Kudo affronterà una lotta piena di colpi di scena,che lo porteranno a scoprire un' inquietante verità.
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                              2° capitolo :
                                                                  Indizi fondamentali
 

 
Conan strizzò le palpebre,lasciandosi andare ad un sonoro sbadiglio e scombinando le ciocche di capelli mori che gli solleticavano la fronte. Portò le braccia dietro la nuca,guardandosi intorno con fare annoiato. Quella mattina era venuto a scuola molto presto,perché durante quasi tutta la notte aveva pensato e ripensato a quello strano delitto e a quegli indizi apparentemente privi di significato,e adesso era davvero assonnato. Seduto nel suo piccolo banco,osservava distrattamente vari gruppi di bambini che chiacchieravano tra di loro,ridendo spensierati,in attesa che arrivasse la maestra.
“Hai passato la notte a leggere qualche giallo?” domandò ironica la bambina ramata che sedeva al suo fianco,lanciandogli un’occhiata divertita.
Conan assottigliò gli occhi,facendo una smorfia.
“ Stavo indagando su un nuovo caso.”disse vago. Non poteva permettersi di coinvolgerla,se c’era di mezzo l’Organizzazione. “ E tu? Che cosa stai leggendo?”domandò, indicando il libro che Haibara teneva in mano.
“Oh,questo?”Ai alzò le spalle “ è un libro del dottor Agasa. Mi ha consigliato di leggerlo perché è molto appassionante,ma sinceramente a me non piace troppo. Si intitola “Rosso sangue”,e parla di alcuni omicidi seriali. Le vittime sono tutte donne della stessa età,e accanto ad ognuna c’è sempre un braccialetto. Alla fine si scopre che l’assassino era un uomo,impazzito dopo che la fidanzata l’aveva lasciato,e quindi è stato portato ad aggredire tutte le donne che gliela ricordavano a causa del risentimento e dell’odio che gli annebbiava la mente. Il braccialetto era il primo regalo che lui aveva fatto alla sua donna,per questo ogni volta lo lasciava accanto ai corpi senza vita.”
“E perché non ti piace? A me sembra una buona trama …”
“E’una storia senza senso”Ai fece un sorriso amaro,fissandolo con i suoi grandi occhi azzurri “ secondo te ha una logica uccidere solo per sfogare la propria rabbia,in seguito ad una delusione personale? Quelle donne non avevano fatto niente di male”replicò, calma.
“In effetti hai ragione … “riflettè Conan. La osservò qualche istante,mentre girava tranquillamente pagina,e la sua mente ricollegò in modo istintivo il volto di Megumi Ito,la giovane ragazza assassinata,a quello di Ai. La somiglianza era incredibile. Ma cosa andava a pensare,era solo una coincidenza.
“E adesso cos’hai da guardare?”Ai lo fissò torva,seccata da quello sguardo insistente.
“Oh,niente,niente”si affrettò a rispondere il bambino moro,liquidando la cosa con un gesto della mano. Per fortuna arrivò la maestra Kobayashi,che disse ai bambini di sedersi subito,aprendo il registro per fare l’appello.
Il resto della mattinata passò abbastanza in fretta,Conan riuscì a non pensare più ai suoi casi,ma nonostante questo seguì distrattamente le lezioni. D’altronde,tutte le cose che insegnavano lì dentro le sapeva già.
All’uscita,non si fermò nemmeno a salutare Ayumi,Genta e Mitsuhiko,ma si diresse immediatamente a casa.
Mentre percorreva il breve tratto di strada che lo separava dall’agenzia Mouri,portò le mani dietro la nuca e sospirò un po’ frustrato. Non c’erano ancora chiari segnali che l’Organizzazione effettivamente fosse coinvolta in quel caso,ma la cosa lo angosciava più del dovuto. Aveva un brutto presentimento,senza un motivo preciso.
Salì le scale dell’agenzia in fretta,aprendo la porta. Quando entrò non vide nessuno, e si guardò attorno preoccupato. Non vi era traccia né di Goro,né di Ran. Iniziò a sudare freddo,mentre il cuore gli martellava nel petto. Cercò comunque di mantenere la calma,iniziando a girare per le varie stanze.
Tirò un sospiro di sollievo quando vide una ragazza dai lunghi capelli corvini uscire dalla cucina,dandosi mentalmente dello sciocco.
“Conan! Sei già tornato?”Ran gli rivolse un luminoso sorriso,cosa che lo rassicurò del tutto.
“Dov’è Goro?”chiese lui,guardandosi intorno.
Vide la ragazza arricciare le labbra infastidita : “E’ andato alle corse dei cavalli con un suo amico.”
“Non cambierà mai”pensò Conan,ridendo tra se e se.
“Ti ho lasciato il pranzo sul tavolo,adesso devo uscire anch’io,ho gli allenamenti di karate.”Infatti,adesso che la guardava meglio,aveva già indosso la tuta e il suo borsone blu a tracolla. “ Mi raccomando,fai il bravo”Ran gli scompigliò i capelli con fare materno,che Conan detestava particolarmente,perché gli sembrava di essere trattato proprio come un bambino piccolo.
“Certo,grazie Ran. A dopo”Anche lui sorrise,posando lo zaino in un angolo e avviandosi verso la cucina,dopo che la ragazza fu uscita.
Si sedette al tavolo,iniziando a mangiare il suo piatto di riso. Sbirciando l’orologio a parete,si rese conto che a quell’ora c’era il notiziario del pomeriggio,quindi afferrò il telecomando e accese la televisione. Chissà,magari avrebbero potuto comunicare qualche novità sull’omicidio del giorno prima.
Lo schermo si illuminò,facendo apparire l’immagine di una giornalista e sullo sfondo la struttura dell’hotel Beika San Plaza.
“Questa mattina,in una delle camere al decimo piano dell’albergo”stava dicendo la donna con il microfono “è stato ritrovato il corpo di una giovane donna. La sua identità corrisponde a quella di Kimie Yamamoto,studentessa diciottenne di medicina.”Sullo schermo comparve la foto di una ragazza dai capelli tagliati a caschetto,rossi e ondulati,e gli occhi verdi malinconici. I tratti erano occidentali,come quelli dell’altra vittima,ma le somiglianze finivano qui. Improvvisamente interessato,Conan alzò il volume. “ L’allarme è stato lanciato da una cameriera entrata nella stanza,che ha trovato il corpo privo di vita disteso sul letto. In base all’autopsia,la causa del decesso sono diversi colpi di arma da fuoco. La polizia metropolitana di Beika ha aperto le indagini su questo delitto.” Quel caso era identico all’omicidio di Megumi Ito … qual’ era il legame?
Pensieroso,spense il televisore,lasciando il suo piatto di riso in un angolo. La decisione fu presa in fretta  : era meglio andare subito a controllare sul luogo del delitto,poteva trovare indizi utili per identificare l’assassino. Era sicuro che fosse lo stesso,ed inoltre doveva assolutamente scoprire se fosse coinvolta l’Organizzazione.
Scese dalla sedia e uscì immediatamente,afferrando alcuni oggetti che potevano essergli utili.
 
**
 
 
Le porte dell’ascensore si aprirono automaticamente,e da esse vi uscì un bambino di circa sette anni,dagli occhi azzurri vispi ed intelligenti. Indossava una giacchetta di colore blu con un papillon rosso e delle scarpe da ginnastica bianche ; camminava disinvolto,senza vergognarsi di essere in quel luogo così inusuale per un bambino.
Si trovava al piano n 10 dell’hotel dove era stato commesso il secondo omicidio. Lungo il corridoio scorse alcuni poliziotti,tra cui l’ispettore Megure.
“Buonasera,ispettore!”lo chiamò con il tono di voce da bambino innocente.
“Conan!”esclamò questi stupito “ che cosa ci fai qui?”
“Mi ha mandato Kogoro,per dare un’occhiata in giro “rise in modo infantile “era molto occupato,ma ci tiene a raccogliere indizi sull’ultimo omicidio” spiegò,in modo da non destare sospetti. In realtà,nessuno sapeva di quella sua piccola “fuga”,e doveva rincasare prima che se ne accorgessero.
“Ma tu sei solo un bambino,questo è un lavoro della polizia … “ tentò di ribattere Megure,ma Conan fu più veloce.
“Il detective Kogoro mi ha spiegato tutto. Guardi,ho portato anche i guanti”Alzò le mani,mostrandole ricoperte dai piccoli guanti bianchi di lattice “ e ovviamente non toccherò nulla senza il vostro permesso,ispettore.”
Megure si arrese : “ E va bene,ma ricordati di lasciare tutto così com’è? Chiaro?”
“Chiarissimo”Conan annuì,entusiasta,seguendo l’ispettore nella camera dell’omicidio.
Dopo poco si fermarono davanti ad una porta. Stanza 402. Non appena si ritrovò dentro quella stanza,vide le varie prove catalogate a terra e contrassegnate da un numero,mentre sul letto era disegnata la posizione in cui è stato ritrovato il corpo.
Era piccola,ma confortevole. Al centro vi era un grande letto matrimoniale,due graziosi comodini bianchi con abat - jour ai lati e un armadio in legno. Sulla destra vi era una piccola rientranza, probabilmente il bagno. Un fitto brusio era diffuso tra quelle pareti,accompagnato dai movimenti frenetici degli agenti.
“Takagi!”Megure chiamò un giovanotto dai capelli mori e la giacca grigia,il quale si avvicinò impacciato.
“Conan! Sei proprio tu? Ma che cosa ci fai qui?”domandò anche lui,stupito.
“Mi ha mandato il detective Kogoro per esaminare tutti i particolari del caso”rispose il piccolo per la seconda volta,sforzandosi di recitare la sua parte da bambino.
“Tieni d’occhio Conan e controlla che non tocchi niente”Megure tossicchiò, allontanandosi a parlare con un poliziotto.
“Agli ordini,ispettore”rispose compito il giovane ufficiale,lanciando delle occhiate meravigliate in direzione del bambino che aveva di fronte a sé. 
“Partiamo dalle cose essenziali”Conan prese il suo taccuino,stringendo la penna estratta dalla tasca dei pantaloni tra le dita,come un vero professionista “ potrei sapere il nome,l’età e la professione della vittima?”
Takagi la guardò attonito,poi si riprese e consultò alcuni fogli.
“La vittima si chiamava Kimie Yamamoto,18 anni. Studiava medicina all’università di Harvard, in America,ma ogni tanto tornava qui in Giappone perché il suo fidanzato è di Tokyo.”
Conan appuntò tutto velocemente,riflettendo : l’unica cosa che entrambe avevano in comune era la pettinatura e i tratti tipici degli occidentali. Le loro età erano leggermente diverse,ma più o meno intorno ai vent’anni. Ma anche le loro professioni erano simili : la prima un’infermiera,la seconda una studentessa di medicina.
Ed entrambe avevano in comune qualcosa di più. Non sapeva dire cosa precisamente,ma gli ricordavano tanto qualcuno …
“Conan,ci sei?”
Nel sentirsi chiamare,il piccolo sussultò,voltandosi verso l’agente Takagi.
“Certo,mi scusi. Vorrei sapere perché la signorina ha chiesto una camera matrimoniale e non una singola. Era qui da sola,no?”
“Hai ragione,ma quando abbiamo chiesto alla reception,ci hanno detto che era venuta sola,senza nessun altro. Perciò è probabile che …”
 “ … che l’assassino si sia introdotto successivamente nella camera. Anche se questo non spiega il motivo per cui la signorina Yamamoto abbia chiesto una camera matrimoniale”finì la frase Conan “Mi dica,in che punti sono stati inferte le ferite?”
“Ai fianchi,sul seno,sulle labbra e alla testa”rispose lui,sempre consultando un foglio.
“Come pensavo”Sul volto di Conan comparve un sorrisetto soddisfatto “ L’assassino è lo stesso. La logica di far soffrire la vittima colpendola in punti non vitali è identica”disse,più a se stesso che a Takagi.
L’agente lo guardò stupito,ma lui non gli diede tempo di ribattere.
“Grazie,agente. Do un’occhiata in giro”Sgattaiolò rapidamente,esaminando la posizione del corpo. Qualcosa sul pavimento attirò la sua attenzione e si chinò per poter osservare meglio. Ma quello … era sangue. Ciò significava che la vittima era stata trasportata di proposito sul letto. Ma perché? Perché perdere tempo per fare una sciocchezza simile,invece di fuggire?
“E questa cos’è?”Un agente guardò con meraviglia un piccolo oggetto,riscuotendo bruscamente Conan dai suoi ragionamenti. Il piccolo alzò lo sguardo,trovandosi a fissare una boccetta di profumo.
Immediatamente compì un salto per afferrarla,togliendola dalle mani dell’agente.
“Ma cosa fai …?”Conan fu più rapido,aprì velocemente il tappo e annusò il liquido all’interno. Era profumo di rose,come l’altra volta. I suoi occhi guizzarono sull’ideogramma della lettera E,scritto sul retro. Non c’erano dubbi : l’assassino era lo stesso. Ma qual’ era il suo scopo? Perché stava facendo tutto questo?
“Dammi qua,non è roba per un moccioso.”L’agente glielo tolse di mano,e Conan, avendo già finito di esaminarlo,non oppose resistenza. Si allontanò camminando con le mani nelle tasche,e intanto continuava a riflettere. Non riusciva proprio ad individuare il movente,per quanto si sforzasse. E poi c’era quella scritta. Sentiva di essere così vicino alla soluzione,ma ogni volta non riusciva ad afferrarla.
D’un tratto,le sequenze del suo dialogo con Ai quella mattina a scuola invasero la sua mente,come la pellicola di vecchio film che veniva riavvolta. Fu proprio quella conversazione che gli permise di mettere ogni tassello del puzzle al posto giusto.
 
 
“ Le vittime sono tutte donne della stessa età,e accanto ad ognuna c’è sempre un braccialetto. Alla fine si scopre che l’assassino era un uomo,impazzito dopo che la fidanzata l’aveva lasciato,e quindi è stato portato ad aggredire tutte le donne che gliela ricordavano a causa del risentimento e dell’odio che gli annebbiava la mente. Il braccialetto era il primo regalo che lui aveva fatto alla sua donna,per questo ogni volta lo lasciava accanto ai corpi senza vita.”
 
 
 
Un’intuizione,alla velocità della luce,gli attraversò il cervello. Le parole con cui Ai aveva raccontato la trama del libro potevano benissimo riferirsi a quel caso.
“Ho capito”esultò mentalmente “il killer aggredisce donne solo con determinate caratteristiche perché prova risentimento per una in particolare,e quindi ogni volta che ne vede una simile il suo odio si risveglia.”
Sospirò,un po’ seccato a dire il vero. Se il movente era quello,l’Organizzazione non c’entrava nulla. Allora,l’uomo con l’impermeabile nero che aveva visto la madre della prima vittima non era quello che pensava lui. Ma aveva ugualmente intenzione di trovare il colpevole e di indagare a fondo su quel caso. Ancora molti elementi erano ancora da chiarire : doveva scoprire il significato del profumo,il motivo per cui l’assassino perdeva tempo a colpirle in organi non vitali,invece di portare subito a termine il lavoro,e soprattutto chi fosse la donna che il killer voleva realmente eliminare. Non ne comprendeva il motivo,ma ogni volta che vedeva i volti delle vittime,gli ricordavano sempre qualcuno,qualcuno che lui conosceva bene.
Per il momento,però,aveva più importanza cercare di impedire che venissero commessi altri omicidi,ma lui non poteva certo sapere quale sarebbe stato il suo prossimo bersaglio. C’erano molte donne che potevano avere queste caratteristiche.
I suoi occhi azzurri vagarono oltre il vetro della finestra,accorgendosi che fuori era quasi buio. Scostò la manica della giacca per controllare l’orologio : erano le sette,si era fatto tardi. Era meglio tornare subito a casa,prima che Ran o Goro si accorgessero della sua assenza.
 
 
**
 
 
“Cosa? Un vacanza sull’Isola della Sirena?”Conan guardò la giovane che gli sedeva davanti stupito,mentre la ragazza annuì. Erano tutti riuniti intorno al tavolo della cucina per cenare,seduti su grandi cuscini poggiati per terra. Il bambino moro e la karateka chiacchieravano tranquillamente,mentre Goro guardava estasiato il programma canoro della sua cantante preferita,Yoko Okino,con gli occhi incollati allo schermo e lanciando schiamazzi d’approvazione di tanto in tanto.
“Sì,il dottor Agasa ha detto che i bambini hanno insistito tanto per poterla visitare, perciò si è offerto di accompagnarli per un campeggio questo fine settimana”Ran prese un altro po’ di riso,mettendolo nel suo piatto “ha telefonato poco fa per chiedere se ci saresti stato anche tu. Ti ricordi quando siamo andati lì insieme a papà?”
Conan fece un lieve cenno con il capo senza entusiasmo,mangiando distrattamente i suoi onigiri. Non sopportava quelle gite con il professore e quei bambini spesso infantili,ma non poteva dire di no. Di sicuro i suoi amici ci sarebbero rimasti male,e avrebbero insistito tantissimo per convincerlo, e non poteva correre il rischio di insospettire la sua amica d’infanzia : Ran sapeva bene che lui,anche da piccolo,non aveva mai sopportato queste iniziative così infantili,piuttosto preferiva leggere l’ultimo giallo scritto dal padre.
“Allora,ci verrai?”La voce squillante di Ran lo riportò alla realtà. Gli sorrise con dolcezza,fissandolo in attesa di una risposta.
“Certo”annuì Conan,fingendo di essere contento. In fin dei conti poteva essere piacevole svagarsi un po’,sperava solo che il viaggio non si trasformasse in una serie di delitti come quelli dell’ultima volta.
Già,come poteva partire con quel pericolo? L’assassino poteva tornare a farsi vivo da un momento all’altro,e lui sarebbe stato lontano ; ma in fondo si trattava solo di un weekend,quindi poteva anche partire tranquillo.
Il resto del pasto venne consumato velocemente, e alla sera,quando Conan andò a dormire,si infilò sotto le coperte senza pensare a nulla,cercano di scacciare ogni pensiero negativo. Le stelle brillavano nella fetta scura di cielo che si poteva osservare dai vetri della finestra,e la luna pallida rischiarava l’atmosfera. Questo paesaggio trasmise al piccolo detective un senso di tranquillità e di benessere, facendolo scivolare serenamente nel sonno.
Non poteva sapere che in realtà quel viaggio sarebbe stato il vero inizio di tutto,che sarebbe stato proprio quello a dargli la chiave giusta per risolvere quel difficile mistero.
  
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