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Autore: Blue Drake    10/05/2014    0 recensioni
• Una passeggiata sotto il cielo di Parigi, un cielo coperto di stelle, con la buona compagnia di un'amica preziosa.
Un incontro non atteso con un mondo nuovo, sconosciuto e stimolante.
Una seconda possibilità, non si concede forse a tutti? •
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Sconsiderate soluzioni a tormentosi problemi esistenziali”




Je m'appelle Pierre Gringoire, je suis le poète dont on a

représenté [...] une moralité dans la grand'salle du Palais.”




«Come fate di cognome, Pierre?», chiese d'un tratto ed inaspettatamente Yphael, dopo che ebbero trascorso lunghi ed interessanti minuti a discorrere di rime e filosofia – ed anche di alcune delle ultime disavventure occorse al giovane poeta.

«Gringoire, Messere, per servirla!», enunciò pomposamente Pierre, per poi sgonfiarsi d'un sol colpo e borbottare tristemente – più a sé stesso che ad altri, «Per quanto, immagino bene che i miei servigi siano davvero scarsamente richiesti ed ancor meno apprezzati».

Ypael si ritrovò a sghignazzare di quella bizzarra abitudine che sembrava indissolubilmente parte del giovane biondo in sua compagnia. Una volta ritrovata un minimo di compostezza, tuttavia, esclamò, inusualmente allegro per le sue abitudini, «Oh, per favore, Pierre, smettetela di cadere continuamente nel pessimismo in questo modo assurdo! Sapete», riprese con maggior pacatezza, «Le vostre parole ed i vostri discorsi mi avevano rammentato qualche cosa. Ciò nonostante, solo ora, dopo aver ascoltato il vostro nome, so il perché».

Pierre era sorpreso e lo si poteva distintamente notare dal suo linguaggio corporeo. E nel brillio interessato dei suoi occhi si sarebbe potuta forse scorgere tutta la sua curiosità. Perché Pierre era un uomo curioso, sì, e questo forse, un giorno o l'altro, avrebbe finito con l'essere la sua stessa rovina. Ciò nonostante dovette chiedere; il prurito che avvertiva, quasi fastidioso, alle proprie membra, necessitava d'essere alleviato con maggiori informazioni.

«Dite, dunque: che cosa avete rammentato durante il nostro seppur breve incontro?».

Yphael ghignò, non provando neppure a trattenersi, e lo scrutò in modo preoccupantemente calcolatore, tanto da far sudare freddo, per un interminabile momento, il nostro indomito poeta.

«Siete mai stato a teatro, Monsieur Gringoire?».

Un'altra – l'ennesima, e probabilmente non ultima – domanda. Tanto repentina, quanto inattesa.

«Io...», tentennò Pierre, «Beh, più o meno. In verità nulla di realmente serio. Ma... perché me lo chiedete?», domandò a sua volta, sempre più avido di sapere.

«Pensavo, Pierre... Forse avreste piacere di accompagnarmi. Vorrei potervi mostrare qualcosa di interessante che, credo, potrebbe davvero piacervi», buttò là Yphael in tono volutamente vago e noncurante, e si godette i numerosi cambi di espressione del suo interlocutore: perplessità, dubbio, curiosità, irritazione. Lo osservò, con interesse, incamerare aria e gonfiare le guance, poi mordicchiarsi le labbra, palesemente incerto. Decise perciò di dare un'innocente spintarella ai complicati ingranaggi nella testa di Pierre. «Qualche questione urgente o di vitale importanza vi trattiene dunque dall'accettare, Pierre?», insinuò placidamente, in attesa della resa definitiva. Si aspettava una reazione accalorata ed infarcita di proteste; quello che ottenne fu invece un subitaneo silenzio tombale e, nell'osservare con maggior attenzione l'uomo che aveva di fronte, notò, con un po' di preoccupazione, le sue guance già pallide perdere ulteriore colore con una rapidità sconcertante. «Pierre? Cosa...».

«Parigi...», soffiò appena Pierre, in un sussurro che si poteva a stento percepire, «Non ha mai davvero desiderato la mia presenza. Mai. Io...», tremò appena e si affannò cercando di riprendere fiato e ritrovare un pizzico di lucidità, «Sono un peso, qualche cosa di inutile che ci si trascina appresso senza un reale motivo, solo perché si deve, solo perché è ciò che ci si aspetta da un buon cristiano, ma...».

Le sconsolate elucubrazioni di un povero poeta affranto furono, tuttavia, prematuramente tacitate da inattesi quanto inspiegabili sviluppi. Così, in luogo di ulteriori lamentazioni, tutto ciò che rimase sulle labbra di Pierre fu l'effimera ombra di un breve istante di morbido tepore ed un lieve debito di ossigeno, mentre già la scura figura di Yphael si ritraeva lentamente, indietreggiando di pochi passi.

Le dita lunghe e sottili del giovane uomo si sollevarono, titubanti, andando a sfiorarsi la bocca socchiusa. «Ma... Voi...?», biascicò, duramente combattuto fra una forte dose di incredulità ed una densa nebbia di pura confusione.

Di nuovo, però, fu interrotto, questa volta da un sospiro di Yphael, il quale sembrava – se possibile – anche più crucciato di quanto non fosse lui.

«Oh, Pierre... Ve ne prego, se potete, perdonate la mia sconsiderata impulsività. A volte agisco senza riflettere, ma vi giuro che non intendevo in alcun modo offendervi».

«Mi avete baciato», fece sarcasticamente notare Pierre, il quale era comunque ancora troppo costernato per poter dare il meglio di sé.

«Vero», ammise Yphael - senza invero troppe remore, «Ma voi stavate avvelenando la bellezza di questa limpida notte con una sorprendente quantità di eresie!», tenne quindi a sottolineare, «E, perdonatemi, probabilmente sarebbe stato infinitamente più saggio, da parte mia, zittire il vostro sproloquio in modi certamente più ortodossi, ne convengo ed in questo sono dalla vostra parte. Pur tuttavia...», e qui in angolo della sua bocca puntò repentinamente verso l'alto, «Direi che, nella sua apparente irrazionalità, ha comunque sortito l'effetto desiderato. E... volendo puntualizzare, la vostra virtù è rimasta assolutamente integra».

Le lunghe ciglia di Yphael sfarfallarono ironicamente, mentre il proprietario delle suddette si godeva lo sguardo spiazzato e l'accecante carminio che, improvviso, aveva imporporato le gote di Pierre.




Gringoire eût voulu répondre.

La stupéfaction, la colère, l'indignation

lui ôtèrent la parole.”

   
 
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