« Au clair de la lune, mon amour Alinne, prete moi ta plume, pour t'ècrire un mot. Ma chandelle est morte, ja n' ai plus de feu. Ouvre-moi ta porte, puor l' amour de Dieu! » Le nere scarpette di vernice ticchettano ritmicamente al suolo,Tic Tac Tic Tac, a ongi minuscolo passo dell' infante batton rumorose. Ancora una volta Alice si è persa nel suo incantato Paese delle Meraviglie. Il vestito della bimba è ormai sporco di melma, indi afferra i lembi della veste, li stringe tra le ossute dita per poi sollevarli. Silente. Lo spauracchio di pezza struscia al suolo, macchiandosi, ma lei noncurante continua ad avanzare. Tanto ormai la ballerina di quel sordo carillon non c'è, se n'è andata, svanita e non tornerà mai più. La bambolina appoggia le esili spalle al muro, quello di sempre, quello che la fà sentir fredda dentro; si lascia scivolare, menefrighista di tutto il resto, tanto il mondo gira in torno a lei, non c'è motivo di preocuparsi. Indi si ranicchia nel suo piccolo spazio e abbraccia le esili gambe, si dondola lievemente, quasi a volersi addormentare, o forse a tesser la sua tela di ragno, lenzuola del letto dei sogni. Ma haimè, ormai è tutto finito, può sol starsene sul suo piedistallo luccicante a giudicar tutto e tutti, è diventata una principessina viziata, di una macabra fantasia.. * Li senti anche tu, Alinne? E' la gente che mormora, nevvero? Ma che vuole.. I sipari del grottesco teatrino sono ancora chiusi.. E allora che vuoi?.. Smettila di manovrare le tue marionette, crei e distruggi fili, con un ghino da perfetta psicopatica. *