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Autore: Mirella__    10/05/2014    2 recensioni
Gioia è una ragazza solare, allegra, una ventiseienne che del mondo ha visto un po' e alla quale quel po' è bastato.
Dory è una tipa, qualcuno con cui ci si diverte e Jonathan, il suo ragazzo, la adora, chissà perché poi! Non riesco a capire come possa esistere qualcuno di così folle da beccarsi mille lividi pur di stare con qualcuno. Lei dovrebbe smetterla di farlo finire in tanti guai... prima o poi.
Alice è... beh, lei è Alice, la bellissima e schifosamente ricca ragazza desiderata da tutti e che, al tempo stesso, nessuno vorrebbe. La ragazza che quando passa davanti a una coppia è capace di creare litigi grazie al suo passo sensuale e al suo profumo di rose.
“L'hai guardata! Ti ho visto!” Dice lei.
“Ma no! Certo che no!” Si difende lui.
E io? Io chi sono? Io sono solo la burattinaia che tira i fili di questa storia complicata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Quinto capitolo

Torta



Jonathan era indeciso sul da farsi.


Titubante e timoroso al tempo stesso, se ne stava sulla soglia della porta e non accennava a muoversi di lì; poco più avanti c'era il suo obiettivo. I capelli raccolti in un elegante coda di cavallo ricadevano in una nera cascata sulle spalle e ondeggiavano al tempo della corsa, il corpo non sembrava risentire dello sforzo fisico a cui era sottoposto, beh... per Jonathan era ovvio, con un corpo di quel tipo che problemi si potevano avere? E in un momento non seppe più se quello che lo teneva lì, nella distanza di sicurezza, era la paura oppure la visione di quel fondoschiena regale.

Vedi di riprenderti, tra poco potrebbe calarti la bavetta dalla bocca”. Lo rimproverò Dory, dandogli l'ennesima gomitata al costato, Jonathan trattenne un mugolio di dolore e annuì con la faccia da cucciolo bastonato. Almeno aveva preso la dose di mazzate mattutine, per le prossime due ore era al sicuro: visto l'indole violenta di Dory avevano deciso di mettere sotto un codice anche le mazzate, che l'amore per le regole della ragazza fosse benedetto, altrimenti Jonathan dubitava seriamente che sarebbe riuscito a sopravvivere al loro rapporto.

Si avvicinarono ad Alice, lei con un sorriso sulle labbra e lui con la morte nel cuore perché sapeva che di quello spettacolo avrebbe potuto guardare solo gli occhi.

Ancora in palestra? Pensavo, ad essere sincera, che non avreste superato le due settimane”.

Ma noi non possiamo mollare,” disse in modo fin troppo sbrigativo Jonathan e Dory ne approfittò per lanciargli una sberla sulla nuca, ammonendolo con lo sguardo: visto l'impegno con il quale Alice correva non li notò. Le sberle non sottostavano al codice.

Come va con la tua coinquilina?” Chiese la ragazza azionando il tapirulan accanto al suo, controllando di tanto in tanto che lo sguardo di Jonathan restasse al suo posto; sospirò quando notò che non era il posteriore di Alice che stava guardando, però non poté che trattenere un sorriso, era una soddisfazione attrarlo più di quella modella.
Alice, infatti, aveva un fisico statuario, e nonostante l'età già avanzata - ventotto anni erano già troppi per il suo lavoro - era richiesta per sfilate, merito d'altronde non solo del suo corpo, quanto del suo viso; zigomi alti, labbra piene e grandi occhi neri contornati da lunghe ciglia.

Tutto bene, dovrebbe però imparare a non provocare se non vuole essere provocata”. Borbottò Alice pensierosa.

E il lavoro?” Dory non fece altre domande, a quella frase la voce di Alice si era incrinata lievemente, chissà se avevano parlato di Alex.

Per il lavoro qualche novità c'è. Sembra che ultimamente il mio manager abbia ricevuto qualche chiamata in più nell'ultimo mese, dovrei andare a Londra entro questo fine settima....”

E Gioia come farà? Per quanto tempo vi rimarrai?” Chiese spontaneamente Dory, facendo inarcare un sopracciglio ad Alice, che si limitò a scrollare le spalle e a continuare la sua corsa. Intanto la rossa si domandava come avrebbe reagito Gioia ad una simile notizia, le restava poco meno di una settimana.

Beh mica vendo l'appartamento!” Borbottò poco convinta l'altra, guardando le sue lunghe unghie placcate di rosso. “E starò all'incirca un mese”.

Attenta, potresti inciampare”. Mugugnò Dory, cercando di trattenere l'acidità della propria voce.
Non le piaceva la cosa, Gioia non avrebbe potuto portare a termine la scommessa e non avrebbe avuto alcun debito da pagare perché non sarebbe stata colpa sua se il soggetto si fosse allontanato. Poi Dory diede un'occhiata alle sue spalle, ricordandosi improvvisamente d'avere un ragazzo, ragazzo che però era sparito.

Si guardò velocemente attorno prima d'intercettarlo.
Jonathan era intento a parlare con un uomo che sembrava poco più grande di lui. Che fosse maledetta la sua miopia! Non riusciva a vederlo bene in faccia, eppure quei tratti spigolosi le ricordavano qualcuno.

Strinse le palpebre per mettere meglio a fuoco l'immagine, cercando al contempo di rimanere in equilibrio sulla macchina e quasi non le venne un infarto.

Alice,”sussurrò preoccupata: che fosse giunta ora di metter fine al gioco? Ma era ancora così presto! Non aveva nemmeno iniziato a divertirsi! Ma di fronte all'improvvisa apparizione di Alex tutto perdeva d'importanza e Dory non voleva che giusto ora che Gioia aveva riacquistato il sorriso lo perdesse per l'arrivo della sua vecchia fiamma.

Quindi svelare o non svelare ad Alice l'amicizia che la legava a Gioia?


Jonathan fece un sorriso tirato e carico di tensione, se riusciva a intrattenere una conversazione con lui era solo per merito di una qualche grazia divina, il bisogno di spaccargli la faccia si acuiva ogni secondo che passava, ma doveva controllarsi, non era né il luogo né tanto meno il momento di riaprire vecchie dispute.

Quando Alex gli strinse la mano Jonathan si fece violenza per non rompergliela, doveva ammettere che il suo autocontrollo era parecchio notevole.

Come stai Jhonny?”

Ignorando il nomignolo che gli aveva affibbiato ormai da qualche anno, Jonathan rispose con un tono sommesso, giusto per non mettersi ad urlargli contro. “Tutto bene, e tu? Come te la passi?” Alex – per rispondere silenziosamente alla sua domanda - si carezzò lievemente il mento e si guardò attorno, come se fosse in cerca di qualcosa, soffermandosi sulla fauna femminile del luogo.

Ho capito,” continuò per lui Jonathan, scuotendo la testa, “sei sempre il solito. Mi chiedo se cambierai mai”. Era disgustato, non riusciva a credere che davvero Gioia si fosse innamorata di un essere tanto viscido.

E io mi chiedo se tu mi perdonerai mai”.

Cadde un silenzio che sembrò prolungarsi non pochi secondi, poi il castano sospirò, incrociando le braccia sul petto. “Fin quando Gioia non si riprenderà del tutto dalla vostra storia cercherò la prima fogna utile nella quale abbandonarti o affogarti, dipendentemente da cosa mia andrà quando capiterà l'occasione”.

Alex annuì tra sé e sé, “conservo ancora la sua foto sai?” Frugò per un attimo nella tasca dei pantaloni e ne estrasse una fotografia di due anni prima dove lui e Gioia sorridevano e si abbracciavano, lei aveva le braccia gettate al collo di Alex e lui guardava dritto all'obbiettivo, avvolgendo in un dolce abbraccio i fianchi di lei.

Jonathan fece una smorfia e storse il naso, “cos'è? Cerchi di farti perdonare da me?” Rise e scosse la testa, “c'è la mia Dory nelle vicinanze, se vuoi uscire di qui sulle tue gambe ti consiglio d'andare finché sei in tempo”.

L'altro si limitò a stringersi nelle spalle, mentre il suo sguardo smeraldino si posò su Alice e sulle labbra gli si disegnò un ghigno ben poco rassicurante.

Roba già occupata,” lo redarguì in fretta Jonathan.

Da?”

Gioia”.

Cosa?” Disse Alex a voce un po' troppo alta, tanto che alcuni nelle vicinanze si voltarono nella loro direzione.

Sì, sì, hai capito. E, se non da Gioia, da un ragazzo”.

L'altro inarcò un sopracciglio, ma ebbe la decenza di non obiettare; quando Alice e Dory si voltarono nella sua direzione una spiacevole sensazione gli percorse la colonna vertebrale, facendogli sentire freddo.

Ok, mi sa che dovrei tornare un altro giorno, forse...” e in men che non si dica, Alex sgusciò via, veloce a tal punto che persino Jonathan rimase sbalordito.

Dory gli si avvicinò a passo svelto, sembrava arrabbiata, molto, e lo tirò per la manica. “Che cosa ci faceva qui?”

Jonathan si parò il fianco, sapeva che non aveva poi discorso tanto con Alex e che di ciò Dory ne sarebbe rimasta insoddisfatta, “non lo so”. Scampò al colpo che la donna era già in procinto di regalargli, “te l'ho fatta stavolta!” E subito dopo si ritrovò a saltellare su un piede a causa di un imprevisto calcio alla caviglia.

Alice guardava la scena da lontano, non aveva certo intenzione di incappare nella furia della rossa, tuttavia una certa curiosità l'aveva anche lei: quando quell'uomo si era avvicinato, aveva visto Dory perdere parte del suo colorito, avrebbe voluto avere la possibilità di incontrarlo in futuro, giusto per conoscere chi era in grado di zittire la donna.

Adesso la sua amica sembrava essere presa da un'animata conversazione con Jonathan, gesticolava in modo furioso, mentre lui se ne stava sempre zitto, nel suo angolo a subire quei rimproveri.

Sospirò e spense la propria macchina, poi inviò un messaggio a Xander, il suo ragazzo. Doveva avvertirlo sulle novità riguardo il lavoro e tra un po' sarebbe dovuta andare da lui. La mano fu colta da un lieve tremore: forse avrebbe dovuto anche lasciarlo...


Per tutto il tragitto ad Alice sembrò d'essere dentro una bolla di sapone, i rumori del mondo le giungevano attutiti, era persa nelle sue elucubrazioni mentali.

Il rapporto con Xander si distingueva da quello di una comune coppia.

Lui era gay e non lo sapeva. Alice gli voleva bene, lo amava a suo modo, tuttavia era stata ben attenta a non affezionarvisi più di tanto.

La loro relazione era nata tra i banchi di scuola e si era protratta fino ai loro ventotto anni. Nessuno dei due aveva mai osato compiere un passo tanto azzardato quanto quello del matrimonio, Alice sapeva che prima o poi lui avrebbe capito, ma adesso che per lei si aprivano le porte dello spettacolo per lui ci sarebbe stata sempre di meno e di questo si preoccupava.

Voleva che capisse, voleva che accettasse se stesso, ma non sembrava riuscirci.

Ultimamente, però, da un po' di tempo a quella parte, le speranze di Alice sembravano essere state degnamente ricompensate, infatti, un ragazzino faceva visita spesso al suo Xander e Alice aveva notato quanto lo rendesse felice.

Sapeva che era un suo rivale e sapeva anche che probabilmente Xander avrebbe preferito lui a lei, se non avesse avuto le fette di prosciutto sugli occhi.

Quel ragazzo gli faceva il filo e lui non se ne accorgeva.

Sei ancora qui Tyler?” Chiese al ragazzo, posando la borsa su una delle sedie vuote nella sala d'attesa, “mi sembra d'averti visto giusto qualche giorno fa, non dirmi che ti ha costretto a tornare!”

Tyler era rimasto spiazzato vedendo arrivare Alice, tanto che quando lo aveva salutato si era ritrovato a sussultare, tenendo tra le mani un pacchetto per Xander. “Non proprio, oggi fa il compleanno, quindi....”

Alice si limitò ad annuire, le era passato di mente e in un certo senso si ritrovò a dover stringere le labbra in una rigida linea dritta per non dar a vedere il suo sgomento.

Già, cosa gli hai comprato?” Chiese curiosa, sedendosi accanto a lui.

Un orologio, mi aveva detto tempo fa che ne aveva visto uno che gli aveva fatto perdere letteralmente la testa...”

Un rolex,” annuì Alice, facendo inavvertitamente arrossire l'altro.

Beh, le mie finanze non possono permettersi tanto, spero gli piaccia lo stesso”. Si limitò a dire Tyler sbuffando tra sé e sé.

Alice ridacchiò e annuì, alzandosi. “Non dirgli nulla che sono passata dal negozio, avrei intenzione di fare una cosa”.

Se ne andò di fretta, lasciando il ragazzo lì seduto con un'espressione vagamente contrariata.

Era evidente che Tyler volesse stare da solo con Xander e visto che tutto doveva finire aveva deciso già da un po' di permettere che quello scricciolo si intromettesse piano piano e silenziosamente nella vita del suo ragazzo. Dapprima era stato un'ombra, uno dei tanti clienti, poi si era distinto dalla massa e Alice vedeva come a Xander gli si illuminassero gli occhi quando parlava di lui.

Tornò di fretta in casa, magari Gioia l'avrebbe aiutata ad organizzare una sorpresa quantomeno carina anche se improvvisata e non si stupì quando la vide armeggiare in cucina.

Ma tu lavori mai?” Le chiese trattenendo una risata, ma l'altra scrollò le spalle e le scoccò un bacio sulla guancia, azione diventata quotidiana da una settimana a quella parte.

No, non lavoro, sono in pausa!” Disse semplicemente Gioia per poi tornare ai suoi passatempi.

Alice annuì, digitò un veloce messaggio per Xander e le cinse la vita dolcemente, appoggiando la testa sulla sua spalla e osservando quanto preparava.

Stasera dovrebbe venire anche il mio fidanzato”. Disse semplicemente, era stata una breve frase, ma era bastata a far irrigidire il corpo che stringeva tra le braccia.

Ho dimenticato il suo compleanno, ti va di darmi una mano? Stai preparando anche una torta, l'idea è carina, no?”

Gioia si fece taciturna e restò tale per un paio di minuti, quando Alice sembrava star per esplodere, tanta era l'aspettativa, si voltò e le sorrise dolcemente.

Certo, possiamo farlo, non è un problema”.

La tensione tra le due era forte e si fece pesante quando il silenzio continuò durante la preparazione dei piatti. Alice mise il broncio mentre finiva di montare la panna e Gioia lo notò, ma non disse nulla e continuò il suo lavoro.

Alice ad un certo punto non ne poté più di quella situazione e ridacchiò immaginando già la scena; prese un cucchiaino di plastica, lo immerse nell'impasto e chiamò: “Gioia!”

Cosa vuo...” Gioia non aveva nemmeno visto cosa l'avesse colpita, ma di fatto si ritrovò con il collo sporco di panna, assieme a qualche ciuffo di capelli. “Questa me la paghi!” Disse irata, ma Alice fu più rapida e prese la ciotola contente le munizioni.

E sentiamo, come hai intenzione di farmela pagare?” Chiese ridendo e girando attorno al tavolo, facendo fare lo stesso alla più piccola nel tentativo di non farsi raggiungere.

Darei del lavoro da fare al tuo parrucchiere”. Rispose minacciosa l'altra per poi sparire sotto il tavolo, facendo indietreggiare Alice che si ritrovò a fuggire in un'altra stanza con la sua ciotola ancora saldamente ancorata al petto.

Venne seguita in fretta però, e si sentì spingere da dietro, cadendo sul suo morbido e costosissimo divano e sentendo sulla schiena un qualcosa di umidiccio e.... Dio, cosa aveva osato fare?
Gioia rideva a sua volta seduta a cavalcioni sulla schiena di lei e la osservava con la sfumatura di un sorriso vittorioso sulle labbra, mentre continuava a spalmare quel che rimaneva della panna sulla sua povera schiena.

Questa me la paghi!” Urlò Alice, ridendo ancora più forte e cercando di voltarsi verso di lei, impresa che le costò molta fatica, perché l'altra cercava d'impedirle i movimenti bloccandola col proprio corpo.

Chiedi perdono!” Rise l'altra, tenendo stretti i polsi di Alice sulla testa.

Quest'ultima la osservò per un po', aveva smesso di ridere e la osservava con tanto interesse. Si sporse verso di lei e le rubò un bacio, così, senza pensarci, le labbra di Gioia per un momento erano diventate fin troppo irresistibili.

Dovette ringraziare solo il campanello che suonò rumorosamente, salvandola dal dover dare spiegazione alcuna di quel gesto.

Gioia si ritirò nelle proprie camere, Alice avrebbe dovuto parlare con il suo ragazzo o, perlomeno, spiegargli il perché mancassero le ultime decorazioni sulla sua torta.
Sospirò, era arrivata la resa dei conti...
  
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