Mattino, ti svegli, intontito. Guardi l'ora, le sei e trenta. Il sole è sorto, gli uccellini cantano. La bottiglia di malibù che ti sei scolato da solo è lì, che ti guarda. I tuoi amici dormono beati, inconsapevoli di ciò che sta per accadere. Russano, si dimenano nei propri sogni, o incubi, si arrotolano dentro le coperte. Non realizzi nemmeno cosa accade. Ti alzi, sistematicamente, e vai in bagno, per lavarti la faccia. Il sapone brucia, brucia tantissimo, ma sai che devi farlo, non hai una bella cera, che cazzo. Poi alzi lo sguardo per asciugarti e rimani pietrificato da ciò che vedi. Una purulenta composizione di carne macilenta, pustole, mosche e qualsiasi altro insetto fastidioso che si aggira attorno alla decomposizione galoppante. Vermi che sbucano da ogni dove, carni dilaniate e marciume come se piovesse. Ti getti nuovamente nel lavandino, impaurito, lavandoti nuovamente. E' quando riemergi che, con un sorriso, noti che è tutto normale. Torni in camera, dai tuoi amici, e scopri l'orrore. Sono tutti e tre in piedi, attorno a quello che pare proprio essere il tuo cadavere. L'espressione che hai sul volto è beata, felice. Loro si voltano, e senti che ti scrutano, malamente. Si avvicinano, ti prendono di peso, e non capisci nulla. Tutto si fà confuso, violento, ti ricacciano a forza nel corpo morto a suon di violenza, finchè con uno strattone non ti sveglia di soprassalto. La prima cosa che fai è guardarti allo specchio, per notare che tutto è ok. Corri poi alla finestra, nella penombra vedi poco e c'è una terribile puzza. Quando la spalanchi, la luce ti mostra qualcosa di orribile. I tuoi amici sono orrendamente mutilati sul tuo letto. Urli, di terrore, ma non senti alcun rumore provenire da te, solo qualcosa che ti spinge a guardare cosa hai in mano. ed è nella tua mano sinistra la mannaia che li ha fatti a pezzi, che ti guarda e sorride

"Ancora, amico, ne voglio ancora"