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Autore: lucy_tennant    11/05/2014    1 recensioni
"-Vai stasera?- sussurrò.
Rimasi in silenzio.
-Te l'ho detto: non sono nemmeno del tutto sicura di volerlo fare....-.
Sospirò.
-Smettila di fare la stupida: questa è un'occasione che può capitare una sola volta nella vita! Devi prenderla al volo, senza neanche pensarci su due volte! Suvvia! Pensa al fatto che riuscirai a vedere tuo padre tutti i giorni, senza alcun problema; al fatto che non dovrai preoccuparti degli hollow o dei plus; al fatto che avrai tempo di ubriacarti con Kyoraku e soprattutto al fatto che potrai fare quello che vorrai perché sei il capitano della Dodicesima-.
Sorrise, nel vedere la confusione sul mio volto.
-I ragazzi della nostra brigata fanno sempre quello che gli pare, senza stare troppo nelle regole.... Tu di certo non farai l'eccezione!- ridacchiò, prima di concludere con un -Adesso vai....-."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Urahara Kisuke
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~Gods of the Death~'
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Era finalmente arrivato il 7 luglio.
Avrei festeggiato la Tanabata, passando la serata sulla Terra, insieme a Kisuke.
Già pregustavo il sapore delle mele caramellate che vendevano alle bancarelle, il divertimento dei vari giochi e quel caos tipico delle fiere estive.
Erano solo le tre e mezzo del pomeriggio ed ero ancora nella Soul Society.
Feci un bagno caldo ed entrai nel mio gigai, portato direttamente dall'Urahara Shoten e al Seiteirei per essere preparato.
Indossai uno yukata rosso a fiori.
Matsumoto si offrì per pettinarmi, facendosi aiutare da Momo e la Zanpakuto di Renji materializzata in forma umana: Zabimaru.
Li arricciarono, raccogliendoli in un ciuffo alto tenuto da piccole spille con dei diamantini sul finale.
Due piccole ciocche ricce scappavano a quell'acconciatura, delimitandomi il viso poco truccato.
Sorrisi, guardandomi allo specchio.
-Grazie ragazze....- mormorai, abbracciandole.
Si erano fatte le sette.
Accanto a noi si era aperto un portale, proveniente dalla Terra.
Da quello uscì Urahara, il quale mi sfoderò uno dei suoi soliti sorrisoni sghembi.
-Cosa ci fai tu qui?- domandai.
-Non sono più in esilio, posso fare quello che mi pare e piace- ridacchiò lui -Sei bellissima-.
Notai che le ragazze si erano volatilizzate con l'arrivo dello Shinigami e ne provai un certo piacere.
-Ti ringrazio....-.
Lo guardai meglio.
Anche lui indossava uno yukata, però dal solito colore verde bottiglia (doveva piacergli veramente tanto); aveva lasciato a casa il cappello e pettinato i capelli che, però, continuavano ad andare dove più gli pareva e piaceva.
Alla mano il bastone da passeggio contenente l'anima sigillata della sua Zanpakuto, dalla quale non si separava mai.
-Pronta?-.
-Andiamo-.
Ed attraversammo il portale, ritrovandoci ancora una volta sulla Terra, nel bel mezzo di Karakura Town, dove tutt'attorno a noi c'erano bancarelle di ogni genere.
Mi portò fino al tempio a pregare e ad esprimere il mio desiderio, che scrissi su un tanzaku ed appesi ad una canna di bambù, dove ce ne stavano già molti altri.
Urahara mi seguì a ruota, compiendo lo stesso rituale.
Successivamente mangiammo, mentre camminavamo per la fiera e ci guardavamo attorno.
Mi comprò una mela caramellata lungo la strada.
L'atmosfera era fantastica.
La via era illuminata totalmente da lanterne di carta, contenenti candele e dalle luci dei banchi.
Tutte le persone presenti indossavano gli yukata e, difficilmente, erano da sole.
La maggior parte, come noi, girava in coppia.
Amavo quella festa, sorridevo come se fossi stata una bambina che ci veniva portata per la prima volta e rimaneva meravigliata per qualsiasi cosa vedesse.
A pochi minuti dalle 23, Kisuke mi portò su una collina accanto al luogo dove si svolgeva la fiera, lontani dalle luci della città.
-Questo è il posto migliore...- mormorò, guardando il cielo e passando la mano nell'erba.
Si sdraiò a terra, con la testa sull'avambraccio ed il volto rivolto verso le stelle.
Poco dopo iniziò lo spettacolo più bello di tutto il festival: i fuochi d'artificio.
In quel momento, quando udii e vidi il primo scoppio in cielo, mi accorsi di quanto avesse avuto ragione l'ex della Dodicesima quando aveva detto che quello era il posto migliore....
-Sono bellissimi- sussurrai.
-Tu sei bellissima- rispose lo shinigami, mettendosi a sedere accanto a me e sorridendomi.
Abbassai lo sguardo, arrossendo.
I fuochi d'artificio coloravano il luogo, con le loro scie e le loro luci quasi accecanti.
-Hikaru.... Io.... Devo dirti una cosa- fece Urahara.
Gli sorrisi, annuendo e guardandolo negli occhi.
-Sono 121 anni che voglio parlartene, ma non ne ho mai trovato il coraggio.... Perché ho sempre avuto paura che tu potessi odiarmi, visto che sono stato esiliato dalla Soul Society per via dei miei esperimenti folli.... Avevo paura che tu potessi rifiutarmi e non volessi più parlarmi.... Mi sono tenuto questo segreto per 121 anni-.
Inarcai un sopracciglio.
-Ho paura di non aver capito bene.... Mi sa che sto fraintendendo ogni cosa.... Spiegati meglio per favore.... Altrimenti faccio del casino....-.
-Hikaru....-.
Mi prese il mento e lo avvicinò al suo; avevo il suo braccio sinistro avvolto attorno ai miei fianchi e la sua mano destra sulla guancia, che la carezzava.
Sentivo il suo respiro sulla mia bocca, vedevo ogni particolare della sua pelle e dei suoi occhi, parzialmente nascosti da quegli stessi capelli biondi che cambiavano colore grazie all'effetto della luce di ogni ogni fuoco d'artificio sparato in aria.
Ancora una volta sorrise.
-Sono 121 anni che aspetto di dirti che ti amo- concluse.
Si avvicinò ancora di pochi millimetri, chiudendo gli occhi ed aspettando che facessi qualcosa.
Gli soffiai sulla pelle, un attimo prima di ridurre quella distanza, che era trai nostri sorrisi, a zero.
Lui non sapeva che in realtà, quella che aveva aspettato 121 anni per quel momento, ero io....
Dischiuse le labbra e mi baciò in un modo molto meno casto, ma altrettanto dolce e meraviglioso.
Gli passai le mani trai capelli, avvicinandolo ancor di più a me.
Il tutto si concluse esattamente con l'ultimo fuoco d'artificio di quella serata.
-121 anni.... Non sono passati solo per te- sussurrai, passandogli l'indice sulle labbra.
Lui sorrise.
-Posso rimediare- si offrì.
-Non ne dubito- ridacchiai.
Mi prese in braccio e, con dei passi veloci mi portò via da occhi indiscreti, dove aprì un passaggio per la Soul Society e vi si lanciò, sempre con me fra le braccia.
Mi posò solo non appena entrammo nella mia stanza, quando mi baciò di nuovo, slacciandomi la cintura dello yukata e sciogliendomi l'acconciatura, passandomi la mano trai capelli.
Staccai le labbra dalle sue e lo guardai dritto negli occhi, sfoderando un sorrisone.
-Ti amo- mi sussurrò all'orecchio, premendomi poi le labbra contro la tempia e schioccandovi un bacio, per poi passare a baciarmi il collo e le spalle scoperte dalle sue mani, che ne frattempo mi liberavano dal kimono rosso.
Iniziai a fare lo stesso.
Ci ritrovammo nudi, in piedi, abbracciati al centro della stanza.
Mi prese nuovamente in braccio, portandomi al futon e facendomici sdraiare.
Quella notte decidemmo di dare sfogo alle nostre passioni represse, facendo prevalere quella stessa attrazione e amore che provavamo l'uno per l'altra ma che nessuno dei due era stato capace di dichiarare per paura di essere respinto, ma che, nonostante fossero passati 121 anni, non si era ancora spento e bruciava come un fuoco appena acceso.
La mattina dopo mi svegliai presto.
Aprii gli occhi e vidi accanto a me Kisuke, che ancora dormiva.
Sorrisi, stiracchiandomi ed abbracciando la schiena del ragazzo nel mio letto.
Lui si girò, avvicinandosi ancor di più a me e stringendomi fra le sue braccia.
-Diamine, quanto sei bella....- sussurrò, baciandomi la fronte e scostandomi una ciocca di capelli da davanti la faccia.
Mi accarezzava la schiena nuda, mentre passava l'altra mano su e giù sulla mia coscia.
-Mi lavo- annunciai, baciandolo ed alzandomi dal futon, comprendoni con l'haori che avevo abbandonato lì vicino il giorno prima, camminando sino al bagno.
Aprii l'acqua, lasciando che diventasse calda e che riempisse a sufficienza la vasca da bagno in legno, prima di immergermi.
Chiusi gli occhi ed iniziai a rilassarmi, con un sorriso stampato in faccia.
Pochi minuti dopo venni spostata da Kisuke, il quale entrò nella vasca e si sedette dietro di me, tenendomi fra le braccia e coccolandomi.
-Ciao- dissi, rubandogli un bacio.
-Ciao- ridacchiò.
Ci lavammo, uscendo dal bagno dopo una mezz'oretta buona.
Mi vestii e sistemai i capelli.
-Hai detto la storia di Gin?- domandò.
Non ebbi tempo di rispondergli che venimmo interrotti da una farfalla infernale, che mi portò un messaggio del Comandante Generale.

"A tutti i Capitani, riunione urgente nella caserma della Prima Brigata. Adesso"

Sospirai.
Urahara mi poggiò un dito sulle labbra.
-Shh.... Stai tranquilla.... - sussurrò, baciandomi.
Uscii dalla stanza, correndo sino al luogo dell'incontro ed arrivando pochi secondi dopo.
-Toh, chi si rivede.... La bella addormentata- intimidì Komamura, non appena mi vide.
-Buon giorno anche a lei- lo salutai acidamente.
-Ammanettatela- ordinò il Comandante Generale.
Due della Seconda Divisione mi presero alle spalle e con una mossa di Kido mi bloccarono.
-Cosa diavolo succede?!- urlai -Per l'amor di Dio!-.
-Hikaru Ukitake, sei condannata alla pena capitale per aver riportato in vita Gin Ichimaru- spiegò il Capitano della Prima Brigata.
-Come fate a saperlo?!-.
Soi Fon entrò nella stanza, tenendo in manette Ichimaru.
-Così- fece la donna, lanciando lo shinigami verso di me.
-Come- domandò Kurotsuchi, appena entrato.
Abbassai lo sguardo.
-Ti ho chiesto come hai fatto- ribadì.
Sbuffai.
-Liberatemi- risposi.
-No, dimmi come hai fatto a riportare in vita Ichimaru Gin!- continuò, avvicinandosi a me e toccandomi il volto -Oppure devo usare le maniere forti?-.
Mi graffiò la guancia sinistra con un'unghia.
Un lampo rosso accecante gli tagliò via la mano.
-Non ti rivolgere a lei in quel modo e ricordati che se ti azzardi a farle di nuovo del male, la prossima volta vedrò di mirare alla tua testa- disse una voce maschile.
Guardai l'uomo che era appena arrivato, era Kisuke, con la sua Zanpakuto alzata nella mano destra e puntata verso Mayuri.
-Urahara Kisuke- mormorò Yamamoto -Che ci fa lei qui?-.
-Oh! Signor Comandante Generale! È un onore rivederla dopo così tanto tempo!- rispose lui, rinfoderando la Soul Slayer, tornata un normalissimo bastone da passeggio.
Nel frattempo Kurotsuchi si era allontanato da me e si era fatto ricrescere la mano.
-La prego di non scherzare, qui si tratta di un caso serio-.
-Ed è per questo che sono qui, non era forse un caso serio anche quello che comprendeva me? E non avete forse dato un giudizio, a mio parere, errato anche allora?-.
-È diverso-.
-No, non lo è.... Dovreste smetterla di avere paura e cercare di aprire gli occhi: il Capitano Ukitake ha trovato un modo per riportare in vita gli Shinigami! Lo volete capire? Vi sta salvando ampiamente il culo.... Qualcuno cade in battaglia? Da adesso si salva! Se l'avesse lasciata lavorare prima, probabilmente non ci sarebbero stati tutti qui morti contro Aizen!-.
Al suono di quell'ultimo nome la stanza cadde nel più profondo dei silenzi.
-Il Capitano Ukitake ha riportato in vita Ichimaru Gin, devo forse ricordarti che Quei Morti di cui tu tanto parli, sono stati causati anche da Lui?!- ringhiò Komamura, indicando l'ex alleato di Aizen.
-E le devo forse ricordare che ha tradito il suo stesso capo, cercando di ucciderlo? Sajin, mi fareste un favore se la smettesse di darle addosso- e mi indicò -E poi.... Vorrei proprio vedere se morisse, se non le piacerebbe riuscire a tornare in vita....-.
Il capitano della Settima si zittì, tornando al suo posto.
-Urahara Kisuke.... Non dovresti difendere il Capitano Ukitake e le sue malefatte- lo riprese il Comandante Generale.
-Io la difendo perché so che ha ragione-.
Sorrisi, abbassando lo sguardo.
 -Yama Jii.... Kisuke ha ragione.... Hikaru chan ha solamente cercato di mandare avanti la ricerca sul campo scientifico, riuscendoci con risultati decisamente fantastici- si intromise Kyoraku, rivolgendosi direttamente al Capitano Comandante e sfoderando un sorriso.
-Shunsui.... Non posso lasciarla andare da qui impunita- rispose Yamamoto -Non è un buon esempio.... E lo sai.... Hai da proporre qualcos'altro? Magari una buona punizione-.
Il Capitano dell'Ottava ci pensò un po' su.
-Avrà l'obbligo di riformare la mente di Ichimaru nel prossimo mese.... Ciò significa che ogni comportamento di Gin sarà a carico suo e soprattutto metterà a disposizione del Laboratorio di Ricerca le sue scoperte, cosicché possano essere utili all'intera Soul Society- rispose.
Il Comandante Generale, fortunatamente, gli diedi ragione ed optò quella come punizione, al posto della pena capitale.
Si rivolse poi a Urahara.
-Non voglio più vederla danneggiare altri shinigami o andrà in contro a guai seri.... E comunque.... Non è finita qui....-.
Uscì dalla caserma, assieme ad altri capitani.
Rimasi ferma per qualche secondo, prima di andare ad abbracciare Shunsui e a ringraziarlo.
Passai poi a Kisuke.
-Grazie- sussurrai.
-Dovere.... Qualsiasi persona salverebbe la propria donna in pericolo- rispose, pulendomi la guancia dal mio stesso sangue con il suo pollice.
Lo abbracciai, fino a quando Gin non si avvicinò a noi e diede un colpo di tosse.
-Scusami Hikaru.... Ti ho creato solo guai....- mormorò.
-Me la sono andata a cercare- ridacchiai, dandogli una pacca sulla spalla -Nessun problema! Adesso vedi di non sembrare un pazzo omicida e tutto andrà bene-.
Lui annuì, sorridendo, poi uscì dalla stanza e si volatilizzò.
Feci qualche passo verso l'uscita, quando sentii una mano stringermi l'avambraccio e trattenermi.
-Voglio sapere come ci sei riuscita; dimmelo. È un ordine- disse l'uomo che mi aveva bloccata.
-Mayuri.... Non vorrei sentirmi costretto ad ucciderti. Lasciala- ringhiò Urahara, facendo correre la mano alla sua Zanpakuto.
-VOGLIO SAPERLO!- urlò Kurotsuchi, senza lasciarmi -Mi stai stufando-.
-Sarò più che felice di rivelarti il risultato dei miei studi in un altro momento....- mormorai, liberandomi della mano bianca che mi stringeva.
L'ex della Dodicesima mi fulminò con lo sguardo, pieno di odio e disprezzo.
-Mi stai facendo salire la voglia di ucciderti- aggiunse, poco prima di scomparire con dei passi veloci.
Kisuke fece per seguirlo, sguainando la katana, ma venne bloccato da me, che mi ci parai davanti, con le braccia aperte.
-Non ne vale la pena- dissi, abbracciandolo.
-Sarò molto più felice dopo averlo fatto a pezzi-.
-Non rischiare per uno stupido....-.
-Ti amo-.
-Anch'io-.
Mi baciò di sfuggita.
Uscimmo.
Stava piovendo a dirotto.
-Seguimi- disse, iniziando a correre via.
Obbedii, senza chiedere né perché né dove.... Ormai avevo fatto l'abitudine a questi suoi "misteri".
Non si fermò sino a quando non arrivammo di fronte alla fine di una piccola cascata, con un grosso masso accanto ad un albero di ciliegio.
Ci andammo a riparare proprio sotto quest'ultimo.
Eravamo entrambi zuppi, avendo corso per alcuni minuti sotto la pioggia fitta che stava cadendo.
-Ci venivo sempre quando ero ancora all'Accademia- spiegò, sedendosi su quella sorta di scoglio.
Mi accomodai accanto a lui, disinteressandomi del fatto che mi sarei ancor di più inzuppata.
Aveva il volto bagnato dalle gocce di pioggia e da quelle che sfuggivano alla cascata.
Gli passai l'indice sopra queste ultime, asciugandole alla bell'e meglio.
Lui ridacchiò.
-Amo questo posto.... È così calmo, isolato....- sussurrò, abbandonandosi alle mie carezze.
Poggiai la testa sul suo grembo e mi rilassai, chiudendo gli occhi, ascoltando il rumore della cascata e delle sue dita nei miei capelli.
Mi addormentai e fui portata nella mia stanza da Kisuke, infatti quando aprii gli occhi mi ritrovai in un futon, accanto a lui, assopito.
Quando dormiva aveva lo stesso sguardo innocente e dolce di un bambino.
Era notte fonda.
Il suo volto era illuminato dalla luce della luna e sembrava ancor più pallido di quando già non fosse.
La sua pelle era morbida.
Presi la sua mano e la baciai, posandola accanto alla mia testa.
Lui storse il naso, ma non si svegliò.
Sorrise.
Chissà cosa stava sognando.
Mi tolse ogni dubbio quando borbottò parole come "No Tessai" e "Niente medicine".






~Angolo Autore~
Hey!!!! È arrivato il momento di un altro angolo autore :3
Ultimamente sto scrivendo una marea, sono piena di idee e questo si nota dalla velocità con cui pubblico nuovi capitoli.... Spero che vi piacciano.... 
Parliamo di voi, qual è il vostro personaggio preferito di Bleach? Il mio è Kisuke, lo reputo semplicemente fantastico *^*
Recensite, mi raccomando :D 
Lucy
  
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