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Autore: peterpan neverfails    11/05/2014    2 recensioni
''Hai mai provato vero amore, Pan?''
''No'', dissi. ''L'amore è soltanto una debolezza.''
''Se tu l'avessi provato non saresti..'', mi lanciò un'occhiata, ''..così.''
''Può darsi.'' ridacchiai.
In realtà avevo appena mentito.
Una volta avevo provato davvero quel sentimento che in molti chiamano ''amore''.
E proprio l'amore mi aveva ridotto ''così''. Un giorno è arrivato inaspettatamente, e un'altro giorno è andato via all'improvviso.
''Tornerò presto'' mi disse. E alla fine, dopo averlo aspettato, non era più tornato.
Fino a poco tempo fa.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Pan
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Killian Jones/ Capitan Uncino Pov.



Aprii gli occhi. Era mattina, e i raggi del sole splendevano così tanto che quasi mi accecavano.
Mi coprii la vista con una mano, e potei scorgere una figura accanto a me.
Era un bimbo sperduto, seduto su un tronco d'albero, che mi osservava.
''Pan mi ha ordinato di controllarti.'', disse.
Pan.
Per un attimo mi ero dimenticato di ciò che era accaduto la sera precedente.
Per un momento mi ero illuso fosse stato soltanto un sogno. E invece era la realtà.
Ero intrappolato su un'isola per sempre, insieme a uno psicopatico che odiavo, che mi odiava e che...
I miei pensieri si interruppero. Davvero volevo ricordare cosa aveva osato fare?
Il solo pensiero mi fece venire il voltastomaco. 
Mi sentivo in imbarazzo, o meglio, schifato di aver baciato una simile persona.
E inolte c'era da dire che non avevo mai baciato un uomo prima di allora.
Ma in fin dei conti quello non poteva essere definito un vero bacio, e Peter Pan non poteva essere considerato un essere umano.
Più che uomo era un mostro.
Dopo essermi perso in tali pensieri realizzai che il ragazzo era ancora davanti a me, intento a osservarmi.
''Hai mai provato a scappare?'' chiesi.
L'espressione del ragazzo si fece accigliata a pensierosa. ''Mai'', disse.
''E' perché sai già che lui decide chi può andar via?''
''No.'' rispose, secco.
Rimasi stupito da tale risposta. ''Perché?'' chiesi ancora.
''Io non voglio andarmene da qui.'' iniziò. ''Questa è la mia vera casa, qui c'è la mia famiglia.''
Lo guardai allibito. 
''So che Peter Pan a volte può risultare, mh, malvagio, ma non mi ha mai fatto niente di male. Si prende cura di noi. Mi ha dato un qualcosa che prima non avevo, un luogo in cui stare e a cui mi sento di appartenere.''
Non dissi una sola parola. 
Era incredibilmente strano che qualcuno potesse spendere qualche parola buona per Peter Pan. Oppure era incredibile che qualcuno avesse bisogno di lui per star meglio. 
Forse per certi versi è cambiato, pensai.
Puntai lo sguardo verso terra, pensieroso, e nel momento in cui sollevai il capo per porgere un'altra domanda al bimbo sperduto, Peter Pan improvvisamente si materializzò davanti a me.
''Buongiorno Killian.'' 
E all'improvviso ricordai tutto l'odio provato a causa della serata precedente.
Non risposi, anzi, lo ignorai voltando lo sguardo da un'altra parte.
''Liberatelo.'' ordinò ai bimbi sperduti.
Essi accorsero velocemente verso la mia gabbia, e mi liberarono.
''Perché l'hai fatto?'' chiesi, curioso.
''Non ha senso che tu stia in gabbia. Non cambia niente, non puoi sfuggire in ogni caso.'' disse, con un sorriso accennato.
L'odio in me nei suoi confronti accresceva sempre di più.
Come avevo potuto pensare che fosse cambiato? Era lo stesso Peter Pan, egoista e perfido, di sempre.
''Sai'', appoggiò una mano sulla mia spalla, ''mi dispiace che non avrai più l'occasione di rivedere la tua amata.''
Mi liberai dalla sua mano e un senso di rabbia mi pervase.
All'improvviso mi avvicinai a lui e lo afferrai per il collo, alzandolo verso di me. ''Te la farò pagare per questo.'' dissi, con tono aspro.
Lo fissai dritto negli occhi, in modo che comprendesse la rabbia che provavo.
Ma invece si limitò a sorridermi. 
Con uno schiocco di dita si ritrovò a terra e ''Non illuderti troppo, Killian. Sai già che a questo gioco vincerò io.''
Rimase immobile a fissarmi per qualche secondo e si allontanò, lasciandomi solo.
Aveva ragione, se non avessi fatto qualcosa avrebbe avuto la meglio.
Per questo occorreva trovare immediatamente una soluzione che mi permettesse di andar via.
Ma cosa?

                                                                                     *    

                                                               
Ormai era calata la notte, e mi trovavo seduto su un tronco a osservare pensieroso il falò.
A un certo punto arrivarono i bimbi sperduti accompagnati da Peter Pan, e quest'ultimo venne verso la mia direzione.
''Ti farò vedere una cosa Killian'' disse. 
Da una tasca estrasse un flauto, e iniziò a suonarlo.
In realtà io non potevo sentir nulla, per questo lo guardai confuso.
Intorno al falò i bimbi sperduti iniziarono a ballare, come il primo giorno quando mi ritrovai rinchiuso nella gabbia.
Peter Pan si fece spazio tra i bimbi, ed essi lo seguirono e sembravano sentire davvero quel suono a me sconosciuto.
Peter si avvicinò di nuovo a me e ''Non senti niente?''
''No.'', dissi.
''Vorresti?'' mi chiese.
Da un lato ero curioso di udire quella melodia, perciò ''Si.''
Si inginocchiò davanti a me e appoggiò una mano sul mio petto, mentre con l'altra continuò a suonare.
Fissò intensamente i miei occhi e in quell'istante potevo sentire il battito del mio cuore accellerare.
D'un tratto sentii la melodia. 
Dopo Peter distolse lo sguardo e levò la mano dal mio petto.
Si alzò in piedi e ''Ti è piaciuta?'' chiese, col suo solito sorriso.
In realtà non sapevo cosa dire, e non sapevo se sentirmi onorato di averla potuta udire nonostante non fossi un bimbo sperduto.
Peter attendeva una risposta, quando all'interno della foresta, in lontananza, sentii uno strano rumore.
Osservai attentamente oltre Peter e vidi qualcuno, che tendeva un'arco con una freccia.
Esattamente in direzione di Peter.
Un attimo e sentii il rumore dello schiocco della freccia, guardai Peter dinnanzi a me, mi alzai e mi gettai addosso a lui, finendo entrambi a terra.
La freccia si conficcò nell'albero dietro di noi. 
Avevo involontariamente salvato Peter.
Subito mi pervase un senso di confusione per quanto avevo appena fatto.
Perché l'ho salvato?, mi domandai.
Poteva essere il momento migliore per liberarmi da lui, e invece a causa del mio istinto l'avevo salvato.
Ma non riuscivo a comprenderne il motivo. 
Avevo desirato così tanto la sua morte ma non avevo colto l'occasione. O forse non la volevo cogliere affatto?
D'un tratto i miei pensieri furono interrotti poiché realizzai di trovarmi sopra Peter.
Provai subito un certo imbarazzo, ma mi soffermai ad osservare la sue labbra, non molto distanti dal mio viso.
E in quel preciso istante, capii cosa avrei dovuto fare.
Staccai lo sguardo dalle sue labbra e osservai il suo volto.
I suoi occhi erano eccitati ma confusi, la sua espressione era stupefatta.
Come me, sicuramente si stava chiedendo il motivo per cui l'avessi salvato.
Solo in seguito notai la confusione intorno a noi. 
Alcuni bimbi urlarono, qualcuno si avventurò nella foresta, e altri ci osservavano attoniti.
Osservai di nuovo in basso, verso Peter, che ora mi sorrideva.
''Mi hai salvato Killian.'' disse.
''Non ti ci abituare.'' risposi freddamente.
Eppure, mi accorsi che i suoi occhi erano come una calamita per me.
Erano così verdi, così intensi, e per nessun motivo al mondo avrei voluto staccare lo sguardo da essi, ma dovetti.
Mi rialzai e lo stesso fece Peter, ma mi sentivo così confuso e provai una tale vergogna che decisi di allontanarmi, all'interno della foresta.
Mi voltai una sola volta mentre camminavo, e Peter era sempre lì, immobile a osservarmi mentre andavo via.
Mi sedetti a terra, appoggiandomi a un albero e subito mille domande mi tempestarono la mente.
Ripensai ancora all'immagine della freccia, delle sue labbra e dei suoi occhi, alla melodia di poco tempo fa e alle sensazioni che avevo provato.
Cercai di frenare tutti questi pensieri, ma mi era impossibile. 
Sono un'idiota, pensai.
Tuttavia ricordai di aver finalmente trovato una soluzione e con quello, forse, avrei potuto risolvere i miei problemi.
E allora mi rilassai un attimo, chiusi gli occhi e ascoltai il rumore del vento che soffiava sugli alberi.
Calma.
Silenzio.
Pace.
E sprofondai nel sonno.



 
Salve a tutti! Come al solito, chiedo scusa in anticipo nel caso ci fossero errori.
Veniamo al dunque: Hook oramai è in una fase di confusione totale eheh ma come mai? e soprattutto, perché ha salvato Peter se in realtà non vede l'ora di ucciderlo?
Sarà stato in parte influenzato dal bimbo sperduto all'inizo? O magari c'è dell'altro?
In ogni caso Hook che salva Peter è asfahjak (chiarissimo, vero?!)  e nel prossimo capitolo scoprirete cosa sta tramando per poter fuggire!
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto! :) xoxo 
  
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