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Autore: Orivaine    11/05/2014    0 recensioni
Quando la tua vita non va come l'avevi immaginata e nessuno sembra accorgersi di te e capire cosa stai passando, credi che ci sia un'unica possibilità di uscita, un'unica via per poter essere finalmente libera dal tuo dolore. Ma non sempre quella via si rivela essere giusta e mentre stai correndo verso il tuo tragico destino, arriva qualcuno a salvarti e farti capire il grande sbaglio che stai facendo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Dall'alto della rupe vedevo il mare che lentamente cominciava ad agitarsi, mentre nuvoloni neri minaccianti tempesta si avvicinavano inesorabili. La leggera brezza che mi avvolgeva si trasformò in vento, facendo svolazzare i miei lunghi capelli e tentando invano di costringermi ad andarmene. Ma io non avevo nessuna intenzione di spostarmi di un millimetro, ormai avevo deciso, anche se ancora qualche incertezza mi attraversava la mente. Nel momento in cui avevo visto la tempesta avanzare ero uscita di casa ed ero salita fino alla rupe, dove mi ero fermata a contemplare il mare e il mio tragico destino. Nessuno aveva tentato di fermarmi o aveva voluto sapere dove avevo intenzione di andare o cosa avevo intenzione di fare. A nessuno importava di me, ormai lo avevo capito e accettato e il senso di abbandono che avevo provato all'inizio, si era pian piano trasformato in rassegnazione. Ora però la rassegnazione era diventata dolore, un dolore tremendo da sopportare. Ovunque andassi vedevo gruppi di persone che chiacchieravano, ridevano e scherzavano in compagnia, oppure innamorati che si scambiavano baci e dolci carezze. O anche semplici amici che condividevano le loro preoccupazioni, i loro pensieri e le loro sofferenze. A me questo non è mai capitato. Non avevo mai avuto molti amici, nessuno voleva stare con me solo per il piacere di stare in mia compagnia. Di solito mi cercavano solo per chiedermi un favore, farmi fare cose che loro non volevano fare, il che mi rendeva più una specie di serva che un'amica. E poi sparivano per ripresentarsi quando avevano qualcosa da farmi fare. Se mi trovavano bene, altrimenti cercavano qualcun altro, senza chiedere dove fossi o cosa mi fosse successo. Per loro non ero nessuno, così come per tutto il resto del mondo. Nessuno aveva cercato di sapere qualcosa su di me, i miei interessi, le mie sensazioni. Nessuno. E io cercavo in tutti i modi di essere gentile e socievole perché speravo che sarebbero diventate miei amici, ma era solo un'illusione. Mi ero illusa che potessi farmi degli amici invece di stare per sempre sola. Ma evidentemente era quello il mio destino. Per questo motivo avevo deciso di salire sulla rupe, se a nessuno importava di me, che ci fossi o meno non faceva alcuna differenza.
Nel frattempo il vento era diventato più forte, i nuvoloni si erano addensati e la pioggia aveva cominciato a cadere. Il mare era molto agitato e sbatteva sulla roccia con tanta rabbia, come se volesse farla cadere, forse per farmi capire che lui era lì sotto ad aspettarmi. Lo guardai e la paura per il gesto che stavo per compiere, che avevo provato fino a qualche attimo prima, scomparve improvvisamente. Capii che non potevo più tornare indietro, che potevo solo avanzare e nel mio caso significava che avevo solo una possibilità: saltare. Il vento mi turbinava intorno e di tanto in tanto mi dava delle spinte sulla schiena per incitarmi. il mio corpo era attraversato da brividi di freddo, ma non li sentii. Ormai non sentivo più niente, ero completamente vuota. Avanzai di un passo verso la fine della rupe pronta a saltare, quando una voce mi costrinse a bloccarmi.
- Ti prego non farlo -
La voce mi giunse flebile per colpa del vento, ma percepii distintamente la tristezza con cui era stata pronunciata.
Mi voltai lentamente e lo vidi. L'ultimo ragazzo che mi sarei mai aspettata di vedere, l'unico su cui avrei scommesso non sarebbe mai venuto, ma l'unico che forse avrei voluto vedere, prima della fine.
- Cosa ci fai qui? - chiesi con voce strozzata. Vederlo mi stava facendo mettere in dubbio tutte le mie certezze e soprattutto il gesto che avevo deciso di compiere.
- Sono venuto per te - rispose dolcemente e il mio cuore si riempì di mille emozioni.
Il vento, nel frattempo, forse per darci un po' di privacy si era lentamente calmato, ma la pioggia continuava a scendere. Eravamo entrambi zuppi, ma a nessuno sembrava importare, come se fosse una cosa superflua. Ci osservavamo immobili a contemplare cosa avesse intenzione di fare l'altro. Io ero certa che lui se ne sarebbe andato, come facevano tutti da sempre, ma lui sembrava non volersi muovere e questo mi disorientava. Era come se volesse stare lì, che se ne sarebbe andato solo se io fossi andato con lui.
- Non dire stupidaggini, a nessuno importa di me - ribattei.
- Non è vero, c'è qualcuno a cui importa di te - disse piano.
- E chi sarebbe? - chiesi dura e un po' scettica.
- Io - rispose semplicemente.
A quella risposta una strana sensazione si impadronì di me. Era un misto di incredulità, felicità e gratitudine, ma la cacciai subito perché non volevo sperare in qualcosa che forse non sarebbe mai accaduto.
Scossi la testa. - No, non è vero -
Sorrise dolcemente. - Non te ne sei mai accorta, ma io ero sempre vicino a te. Ero sempre lì... per te, anche se tu non lo sapevi. Ma è stata anche colpa mia, vedevo cosa stavi passando, vedevo che nessuno voleva stare con te e non ho fatto niente per cambiare le cose, anche se avrei voluto farlo. Ed è appunto per questo che sono qui, per impedirti di fare il gesto più stupido di tutta la tua vita -
- Tu non sai cosa voglio fare -
Tentavo con tutte le mie forze di reprimere le emozioni che lentamente stavano cercando di farmi desistere dal compiere quel gesto orribile, ma mi era difficile, soprattutto perché parte della mia volontà voleva fidarsi di lui.
- Sì invece - disse tristemente. - Vuoi distruggere la tua vita, credi che andandotene, nessuno sentirà la tua mancanza, ma non è così. Non lasciare che il dolore ti pervada, ci sono così tante persone al mondo che sarebbero felici di poterti conoscere e amare. E io sono tra queste. Non permetterò che tu te ne vada, non riuscirei a sopportare il dolore di perderti e ti amo troppo per lasciarti andare -
Una lacrima sfuggì al mio controllo e scese lentamente lungo la mia guancia. Lui tese una mano verso di me, sorridendo.
- Vieni con me, ti prego. Ti prometto che insieme riusciremo a superare questo momento terribile -
Esitai. Il mio cuore voleva fidarsi di lui e seguirlo, mentre la mia mente non sapeva cosa decidere.
- Fidati di me -
Decisi di seguire il mio cuore e gli presi la mano. Subito lui mi avvicinò a sé, stringendomi in un abbraccio carico d'amore e d'affetto, che ricambiai senza esitazioni. Finalmente dopo tanto tempo mi sentivo amata e protetta.
La pioggia lentamente cessò e le nuvole sopra di noi cominciarono a diradarsi, scoprendo un cielo azzurro e calmo e facendo apparire un timido arcobaleno. La sua vista mi diede di nuovo la speranza e la serenità che fino a quel momento mi avevano abbandonato e facendomi capire che anche nei momenti brutti e tristi non bisogna mai abbattersi, perché dopo la tempesta arriva sempre l'arcobaleno. 
  
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