Il re del mio
cuore.
Milano.
Sempre la
stessa, le macchine che incessanti scorrono come dei piccoli insetti, l’odore
de pane appena sfornato che m'invade le narici e i ragazzi del liceo
scientifico che sono appena usciti. Posso vedere Greta che mi saluta con la
mano. Ricambio il saluto e giro l’angolo.
Il
giubbotto grigio, scolorito, si mescola con l’atmosfera, camuffandomi con gli
altri.
Un ragazzo
mi passa accanto, la sigaretta accesa, si scansa e va per la sua strada.
Continuo a
camminare, ho uno scopo io, non
passeggio per le strade senza un valido motivo.
Devo
incontrarlo.
Di sicuro
mi starà aspettando, il viso contratto in una delle sue espressioni arrabbiate.
Odia quando
arrivo in ritardo.
Una folata
di vento mi scompiglia i capelli ramati e le labbra screpolate iniziano a
bruciare.
Fin da
quand’ero piccola non ho mai sopportato Gennaio e l’inverno. C’è sempre freddo.
Odioso freddo, quel freddo che
sembra svanire quando vedo lui.
-Ehy, stai
attenta!- una ragazza dai corti capelli rossi sbatte contro di me.
E’ lei.
Quella lei
che è sempre nei pensieri di lui.
Mi allontano
dalla ragazza e riprendo il pacco che, caduto dalle mie mani, si è infranto per
terra.
Spero che
il contenuto non si sia rotto.
-Scusami
Luisa.-
Lei mi
sorride, addolcendo lo sguardo.
-Oh, Marta
sei tu. Ciao, devo proprio scappare, ci sentiamo okay?- dice mentre si sistema
i capelli scompigliati con una mano.
Annuisco e
lei sparisce, trascinata da una folata di vento.
Luisa è
come questa famosa volata di vento. Fresca e imprevedibile.
Ma avvolte
anche gelida.
Forse sono
queste le qualità che hanno fatto innamorare lui di lei.
In fondo
sono perfetti insieme.
Sembrano una
di quelle coppie che sono nate per incontrarsi, conoscersi e amarsi.
Inizio a
scorgere i primi muretti della piazza del nostro luogo d’incontro, ho sempre
adorato questi murales.
Per un
certo senso sono delle piccole opere d’arte.
Le mie mani
coperti nei guanti, regalati da nonna Pina, iniziano a pizzicarmi, la lana mi
ha sempre dato fastidio, ma senza questi guanti non sono io. Nel polso destro,
nascosto, tengo sempre con me il braccialetto che anni fa lui mi regalò.
Un piccolo
filo dove appeso c’è un ciondolino con inciso le nostre iniziali: M&G
Il cuore
inizia a fare i suoi soliti battiti impazziti, e le farfalle fanno il loro
spettacolo.
Ormai
questo spettacolo va in scena troppe volte.
Lui è lì. Come m’immaginavo d'altronde.
Le mani
dentro le tasche dei jeans, la giacca a vento nera che io amo, i capelli biondi
che svolazzano, gli occhiali gli scivolano in continuazione e lui senza
accorgersene provoca una fitta dolorosa, e agrodolce, al mio cuore.
Mi avvicino
lentamente, quasi come se avessi paura di incrociare il suo sguardo.
La
sigaretta, noto adesso, gli pende da quelle labbra che dovrebbero essere
bandite dalla faccia della terra. Sono troppo perfette. Morbide e sottili.
Finalmente
si accorge della mia presenza.
Alza il
viso e mi guarda.
Sorride,
uno di quei sorrisi che ogni volta diventano speciali e dolci tesori per me.
Rispondo al
sorriso e mi appoggio anch'io al muretto.
Lui mi
squadra velocemente, è uno dei vizi che più odio di lui, il modo in cui riesce
a metterti in agitazione e in ansia con una sola occhiata.
Sembra che
il mondo non sia degno di lui, e forse, dico forse, questa ipotesi è anche
plausibile.
Ai mie
occhi lui sarà sempre la perfezione, anche se gli altri continuano a dirmi che
lui non è tanto speciale, e che il mare è pieno di pesci migliori di lui.
-Perché mi
hai chiesto di vederci?- domanda dopo aver schiacciato con il piede la
sigaretta ormai finita.
-Così- alzo
le spalle, non so nemmeno io perché ho tanto insistito per vederlo.
Lo volevo e
basta.
Volevo
parlare con lui come facevo una volta, raccontandogli i miei guai, sentendo la
sua risata cristallina che rimbomba ancora nella mia testa.
Ma so che
tutto è cambiato, da quando c’è lei
nella sua vita.
Adesso è lei che ride con lui, che mangia i
gelati per le vie con lui.
Adesso lei
ha occupato il mio posto.
Compagna,
amica e amante.
Io non
servo più.
L’amica
d’infanzia può anche sparire.
-E’ tutto
diverso ora?- mi domanda lui, gli occhi verdi vacui e tristi.
So che
anche lui soffre, lo so, e dare la colpa solo a lui è squallido. Ma non posso
farci niente, devo dare a qualcuno la colpa della nostra lontananza.
E in questo
momento lui e lei sono i candidati migliori.
-Penso di sì,
forse siamo cresciuti.-tento un abbozzo di sorriso.
Lui in
risposta mugugna qualcosa d’incomprensibile.
-Forse
sarebbe meglio non vederci più.- dico in fine, le parole che da giorni volevano
riaffiorare. Parole che però fanno soffrire.
Lui posa i
suoi occhi verdi sulla mia figura, scrutandomi, rialza gli occhi e inizia a
fissare la chiesa poco distante dalla piazzetta.
-Tu pensi?-
Sorrido
malinconica e annuisco.
-Forse è
arrivato il momento di dividere le nostre strade, non possiamo sempre essere
Tizio e Caio, come dice mia mamma.-
Rido, una
risata che mi sembra tanto da isterica.
-Ma siamo
sempre stati Tizio e Caio… cosa fa adesso Tizio senza Caio?-
Sorrido di
nuovo e nel frattempo la mia mano inizia a torturare i guanti.
-Tizio
potrà stare con Sempronio.- rispondo stando al gioco.
-Ma senza
Caio non è la stessa cosa.- la certezza che vedevo nei suoi occhi, inizia a
vacillare.
E io inizio
a stancarmi di giocare.
-Non voglio
essere d’intralcio fra te e Luisa.- dico spiccia, spostando il mio sguardo
sulla panchina del parco.
-Ma non lo
sei.- prova a spiegarmi lui e poi prende fiato.
-Non sei mai d’intralcio.- continua.
-Tu non
capisci non voglio essere scambiata dai vecchietti per la tua fidanzata quando
siamo al parco, non voglio più ascoltare le battute maliziose dei nostri
genitori che pensano che fra noi ci sia del tenero, non voglio più che Tiziana
al telefono mi chieda come sta il mio ragazzo.- riprendo il fiato, ho detto
tutto senza fermarmi.
-Quando
invece non ho nessun ragazzo.- continuo io – mi sono stancata di sentire Marzio
che mi chiede per quale motivo fra me e lui è finita, e ogni volta, a fine
discussione, mi urla che è successo per colpa tua.-
Sorriso,
sapendo che Marzio ha ragione.
-Mi sono
stancata di vedere quei sorrisi falsi che mi rivolge ogni volta Luisa. Alzo le
mani al cielo con fare teatrale.
-Come se
non sapessi che non mi può vedere.-
-Non è
ver..- riprova a ribattere lui.
-Giorgio a
chi vuoi darla a bere? Lei fa la gentile con me solo perché sono tua amica.-
-Mi sono stancata.
Semplice.- la mia voce scende di qualche tono e finalmente lo guardo negli
occhi.
Lui mi
fissa sconcertato, non è da me perdere la tranquillità. Almeno non con lui.
-Tu non
capisci io ho bisogno della tua amicizia.- mi risponde lui.
Io mi
stacco dal muretto e mi piazzo davanti a lui.
-Non
capisco eh? Non capisco? Dio, sei… sei odioso. Ecco.- sbraito, mentre un cane
si avvicina ad annusarmi un piede.
Ci mancava
solo il cane,
Con una
mano lo caccio via e il cane dopo un ringhio va via.
-Se io non
capisco allora tu sei cieco.- continuo a urlare, la gente si volta a guardarmi
e io arrossisco di botto.
Giorgio
sembra non fare caso alle persone che continuano a guardarci e inizia a
parlare.
-Perché
sarei cieco, spiegami?-
Io rido.
-Dio, ho
ragione…quando dico che sei stupido. Sono stufa di essere scambiata per la tua
ragazza perché ogni volta soffro. Soffro perché vorrei dire ai nostri genitori
che sì, stiamo insieme, a Marzio vorrei rispondere che ci siamo lasciati per
colpa tua. Perché è vero... io penso solo a te, vivo di te, ormai sei diventato
la mia ossessione.- Le mie gote sono rosse, non so se per il freddo o per
l’imbarazzo. Ma opto per la seconda.
Lui mi
fissa sconcertato.
-Sia
maledetto il giorno in cui all’asilo ti sei seduto vicino a me, maledetto il
momento in cui mi hai chiamato “bambinetta cretinetta” e soprattutto quel maledetto
giorno di fine luglio dove ho aperto gli occhi, e dove ho capito che tu oltre
ad essere il mio migliore amico eri anche un ragazzo. E un bellissimo ragazzo,
se permetti.-
Lui arrossisce
un po’, e inizia a fissare le sue mani.
-Non me l’avevi
detto.- dice dopo la mia sfuriata.
Riprendo
fiato, in questo momento vorrei solo ucciderlo.
-E quando
avrei dovuto dirtelo? Prima c’è stata Carlotta, poi Cristina e infine Luana.-
Sento gli
occhi pizzicarmi, e sono sicura che sia per il freddo.
Il freddo
che in questo momento alberga nel mio
cuore.
-Io non
potevo saperlo, io non lo sapevo.- risponde lui, gli occhi abbassati e i
capelli sbarazzini che gli coprono il volto.
-Lo so.-
sussurrò amareggiata, adesso vorrei tornare in dietro. Vorrei una macchina del
tempo che mi permetta di non confessare nulla.
Perché adesso
lo so, è davvero cambiato tutto.
Siamo
vicini a pochi passi, ma sembra tutto il contrario. C’è una lontananza abissale.
Lo posso
sentire.
Lo posso
percepire.
Un freddo straziante
m'invade e mi accuccio al mio giubbotto.
-Adesso lo
sai.-
Lui non
risponde.
Un vecchio
si avvicina a noi, ha la fisarmonica in una mano e un mazzo di rose nell’altra.
-Una rosa
per la sua bella ragazza?- domanda il vecchio a Giorgio, lui finalmente alza il
capo.
-Non sono
la sua ragazza.- bisbiglio arrabbiata da quell'interruzione.
Il vecchio
mi fissa, poi rivolge il suo sguardo a Giorgio e infine sorride.
-Ah, avete
litigato. Non vi preoccupate piccioncini una bella rosa sistema tutto.-
-Non sono
la sua ragazza. E non abbiamo litigato.- ribadisco.
-Me ne dia
una.- M'interrompe Giorgio, con la sua solita freddezza. Il vecchio tutto
felice passa la rosa a Giorgio che lo paga.
Il vecchio
sparisce con la sua fisarmonica fra le mani.
-Tieni è
per te.-
La rosa
rossa prova di spine passa fra le mie mani, che non hanno la forza di tenerla.
-Non la
voglio.- dico.
-Ma è per
te.-insiste lui.
Io sbuffo.
-Io amo
Luisa.-
La sua voce
non mi è mai sembrata così triste, sembra quasi pentito da quello che ha appena
detto.
La rosa
adesso non sembra poi così rossa, il colore mi appare sbiadito.
Il fiore
scivola dalle mie mani.
Infrangendosi
per terra. Forse solo io ho sentito questo rumore.
Impercettibile
solo per le mie orecchie.
-Capisco.-
-No, non
capisci. Lei è la regina del mio cuore.-
Mi guarda, con quello sguardo dolce e allo stesso tempo duro.
-Forse hai
ragione, non capisco.-
Non voglio
capire.
Si stacca
dal muretto con quella nonchalance che l’ha sempre distinto.
E’
pazzesco, molto probabilmente adesso fingerà che non sia successo nulla. Che
quello che ho appena detto sia stata solo una sua allucinazione.
-Ascoltami;
Forse fra qualche mese o anno me ne pentirò ma adesso io l’amo, e anche se
provo un sentimento che va altro l’amicizia per te sono sicuro che l’amo.
Capisci io non vivo senza lei.-
La sua voce
è come una doccia gelida.
Io annuisco
senza aver forza di fare altro, sorrido perfino, ma lui capisce che è un
sorriso finto e non ricambia.
-Ehm,
andiamo?- dice imbarazzato, senza dire altro
-Vai tu, io
torno a casa-
Lui
annuisce, mi guarda come fosse l’ultima.
-Sicura?
Vai?-
-Si, vado.-
Vado a
farmi riparare il cuore che tu hai distrutto.
-Fai come
vuoi. Ci vediamo allora?-
Annuisco.
Di nuovo.
Vedo la sua
figura diventare sempre meno nitida, finche non sparisce inghiottito dalla
folla.
Finalmente
mi rilasso e inizio a correre, calpesto la rosa, che schiacciata dalla suola
della mia scarpa si spezza in piccoli pezzi.
Scappo,
scappo da lui. Quel lui che senza saperlo è il re del mio cuore.
Il re
indiscusso.
Arrivo
velocemente a casa, e dopo aver messo la chiave nella toppa entro in fretta e
furia.
Dalla
cucina la mamma mi chiama ed io senza forza vado da lei.
Sta lavando
le verdure, il grembiule di topolino che la copre e un sorriso stampato fra le
labbra.
In questo
momento è così diversa da me.
-Amore sei
stata con Giorgio? Il tuo ragazzo?-
Io sorrido.
Magari
adesso lo capirà.
-Forse
volevi dire il mio ex.-
La mamma
perde il sorriso e mi guarda.
Sì, finalmente l’ha capito.
Attraverso
il corridoio, infischiandomene dei richiami di mia madre.
La mia
stanza non mi è mai persa più bella.
In fondo
tutti lo sanno; Il re e la regina sono destinati a vivere nel loro regno di
pace e amore.
Il re
ama l’altra non avrebbe mai sfondato.
Ecco una
piccola shot senza pretese scritta ieri notte.
L’ultima
frase è presa da New Moon, non ricordo la frase precisa com’è ma dovrebbe
essere “Giulietta ama Paride non avrebbe mai sfondato” il resto comunque è
tutto farina del mio sacco xD.
Un grazie a
chi commenterà o leggerà.
Ilenia^^