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Autore: manymany    11/05/2014    6 recensioni
Siete sole, single e disperate? Beh statemi vicine e prima o poi l'uomo giusto vi sconvolgerà la vita!. Federica, detta Rica , ha avuto dieci relazioni e tutti e dieci i ragazzi sono rimasti a far parte della sua vita, come mariti di sorelle, cugine, parenti amiche, colleghe. Rica, sempre solare e allegra, non si piange mai addosso, ma la sera dell'ennesimo matrimonio di un suo ex con una sua amica, in cui, come sempre è costretta ad infilarsi in un osceno abito da damigella, decide di chiudere con l'universo maschile e di lasciar perdere l'idea di trovarsi un compagno. Quindi la sua migliore amica, Fran , decide di assoldare il bellissimo cugino Adam per far cambiare idea a Rica. Ci riuscirà? Tra risate, sotterfugi, piani segreti, confidenze e litigate vi racconterò di Rica e del suo Fidanzato Su Misura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci qua, come sempre è passato un secolo, non so a quanti di voi interessi ancora ma comunque pian piano questa storia sta giungendo al termine. Eravamo rimasti al matrimonio della sorella di Rica in cui lei becca Adam e Fran abbracciati, i due confessano di essere cugini e di aver architettato un piano per non  farla abbattere dopo l'ennesimo fidanzamento di un suo ex  con una persona a cui lei vuol bene, sconvolta Rica scappa via, questo è quello che siccede dopo. Se vi va, fatemi sapere. Baci, Manu.




CAPITOLO 39: LIBERO

Fa male. Sento solo male. Sono scappata via ed ero troppo scioccata per capire davvero quello che è successo. Certo avevo sentito, avevo capito, ma la notizia, proprio come un veleno, non era entrata ancora in circolo. Adesso invece non sento altro che male. Male fisico. Un nodo alla gola che non mi fa respirare e non ho nessuna intenzione di alzarmi da questo letto né di smettere di piangere proprio come una stupida, quello che sono. Una stupidissima idiota. Tutto finto, tutto mai iniziato, tutto irreale. Ogni parola, ogni bacio, ogni sguardo, un’enorme bugia. Non ho mai sospettato nulla, mai. Mi sembrava incredibile che uno come lui potesse volere davvero me ma, mai, mai, mi aveva sfiorato la possibilità che stesse mentendo! Stupida, stupidissima idiota. Mi dicevo che sarei stata attenta, che non mi sarei lasciata ingannare, che avrei saputo controllarmi, frenarmi e invece è stato peggio di tutte le altre volte. Ho buttato giù tutte le mie barriere, tutte, una per una, gli ho detto di me ogni cosa e gli ho creduto, ad ogni parola, ad ogni sorriso ed era tutto un trucco, tutto falso. E la cosa che mi fa arrabbiare di più è che non riesco ad odiarlo, che vorrei tanto poter chiudere gli occhi e dimenticarmi di tutto, abbracciarlo e nascondere la faccia nel suo collo per dimenticare tutto questo male. Perché nonostante tutto io lo amo davvero e mi odio. Amo il suo odore e il suo sapore e le sua mani, ruvide e delicate al tempo stesso quando mi accarezzano il viso, e le sue braccia che sono il posto più caldo e più comodo del mondo, amo la mia testa sul suo cuore e il modo in cui mi morde il naso, sorridendo, e il suono che fa il mio nome nella sua bocca e come sospira e come ride e come piange e come batte il mio cuore quando lo vedo e come mi tremano le mani quando ci parlo e come sta zitto e come aggrotta la fronte quando non ha capito cosa ho detto o non è d’accordo e amo svegliarmi e trovarlo addormentato accanto a me, con quel broncio da bambino e i capelli spettinati, amo sentirlo cantare sotto la doccia, amo tutto e tutto era falso. Tutto. L’Adam che amo non esiste. Un fantoccio costruito su misura, dietro suggerimento di Fran.

Rica chiuse il diario e si lasciò andare contro il cuscino. Si sentiva davvero male. Come forse non era mai stata in vita sua. E la delusione di averlo perso, di aver perso la persona che credeva fosse quella giusta superava l’umiliazione dell’inganno. L’Adam che amava era morto, anzi non era mai esistito.
Fran poi era un altro problema. Come poteva perdonarla? Come poteva ricominciare a fidarsi di lei? E come poteva vivere senza?

Rica se n’era andata e Adam si era messo a sedere su una panchina. Così era successo. Ci pensava e lo temeva da tempo ma era stato ancora peggio dei suoi pensieri più neri.  
Quanto tempo era passato? Il cielo stava inziando a scurirsi. Fran era rimasta silenziosa a lungo, asciuganosi le lacrime, poi le si era avvicinata.
- Metteremo a posto tutto!- annunciò risoluta.
- Io mi sono innamorato di lei.- mormorò scrollando le spalle e evitando di guardare in faccia la cugina.
- Se ne sei sicuro allora vedrai che troveremo un modo!
- Un modo? Che modo? E se ne sono sicuro?- Adam si alzò e iniziò a passeggiare su e giù. - Io credevo di essere già stato  innamorato e so che ogni volta si tende a pensare che sia la volta giusta, che non si ha mai amato tanto, ma sento che stavolta è diverso. Le altre volte ero abbagliato da sorrisi falsi e gambe lunghe, adesso è tutta lei, è tutto, il suo corpo e la sua anima ad avermi colpito. Io la vedo e la sento. La sento più vicina di quanto nessuna sia stata mai. È come se mi leggesse dentro, come se capisse esattamente quando ho bisogno di silenzio e quando di una parola, quando ho la necessità di avere la sua mano nella mia. È come se anticipasse la mia mossa, come se mi leggesse l’anima e arrivasse a capirmi più di quanto non faccia io con me stesso. La amo davvero Fran. La amo come non avrei mai immaginato di fare e mi odio da morire pensando che l’ho ingannata, che è nato tutto nel modo più vile del mondo e sono terrorizzato al pensiero di averla persa, perché non sono pronto a perderla, non lo sarò mai.
- Cazzo non sei romantico solitamente ma quando lo sei, lo sei sul serio! Se non fossi sconvolta riderei!- boccheggiò Fran sorreggendosi la fronte con la mano.
- E tu sei sempre la solita invece!- sorrise Adam cercando di dissimulare la sofferenza e l’imbarazzo che gli aveva provocato quella dichiarazione davvero inusuale per lui. Sua cugina aveva ragione, non era da lui parlare in quel modo, essere così esplicito e diretto. Ma l’incontro con Rica lo aveva stravolto totalmente, si sentiva pronto a passare la vita con lei, il pensiero di non averla più accanto lo terrorizzava e sebbene quella consapevolezza lo terrorizzasse ancora di più, vederla andare via in quel modo gli aveva dato la certezza che non poteva più fare come se niente fosse.
Era vero, si era già detto innamorato, ma mai si era sentito così coinvolto da qualcuno a tal punto da non riuscire ad immaginarsi senza, a commuoversi per un suo sorriso o per il broncio irresistibile che aveva quando dormiva. Ogni cosa di lei lo toccava, ogni suo sorriso aveva il potere di farlo innamorare sempre di più e Rica era la persona che sorrideva di più tra tutte quelle che aveva conosciuto. Il pensiero che lei stesse male per colpa sua gli era insopportabile tanto quanto il pensiero di non poter più stare con lei.
- Hai ragione, dobbiamo trovare un modo!- si alzò e corse via.

Rica era ancora con la faccia sprofondata nel cuscino. Il campanello la fece trasalire. Si mise a sedere sul letto ma non si alzò. Era Adam? Fran? Per un attimo la possibilità che potesse essere lui le solleticò la pancia. Ma poi si riprese, ricordandosi che non voleva vederlo, mai più.
- Rica!! Sono Silvia, aprimi.
Cosa mai poteva volere sua sorella? Scese dal letto e si guardò distrattamente allo specchio, l’acconciatura sfatta e il trucco che le era colato sulle guance, se le sfregò tentando di pulirsi ma peggiorò solo la situazione.
- Allora mi apri? Guarda che non ho intenzione di andarmene, quindi apri questa porta! Adesso!
Scrollò le spalle e aprì con aria rassegnata.
Ma la prima persona che vide non fu la sorella.
Adam era lì, in piedi e con una mano bloccò la porta che lei aveva cercato di chiudere.
- Non me ne vado Ica, adesso tu mi ascolti!
Entrò lasciando tutti fuori, per un momento, rimasti soli, sembrò perdere tutta la risolutezza che aveva avuto entrando.
Rimase in silenzio per qualche minuto, passeggiando nervosamente con le mai in tasca.
- Allora?- chiese, arrabbiata e infastidita per essere stata beccata in quelle condizioni pietose.
- Allora io ti amo Ica.- disse guardandola negli occhi e vedendola trasalire.- Hai ragione, è iniziata nel modo sbagliato. È iniziato tutto nel modo peggiore del mondo ma ti amo. È stato solo l’inizio e forse nemmeno quello pienamente. Quando ti ho vistata a terra con il ginocchio stretto tra le mani e l’espressione imbronciata, credo che sia stato proprio allora a scattarmi qualcosa dentro. A spingermi a volerti conoscere, davvero.
- Lo dici perché ti faccio pena vero? Per tutte le cose pietose che ti ho raccontato della mia famiglia, dei miei amici, dei ragazzi che ho avuto.. Di tutta la mia vita di merda! È questo no? O è solo un’altra tessera del puzzle che tu e Fran stavate costruendo?- chiese lei sprezzante.
- Pena? - Adam era sbalordito. - Pena? Tu non puoi far pena Ica. Non puoi. È amore, solo quello. Solo amore, se solo permetti alla gente di avvicinarsi davvero a te, di entrare nel tuo mondo, come hai fatto con me.- le spiegò lui gentilmente.
- Oh non ricordarmelo! Non ricordarmi che ti ho permesso.. Che ti ho permesso… che stupida, stupidissima idiota sono stata? Perché doveva essere diverso? Perché tu, tu proprio tu, il ragazzo perfetto, bellissimo, intelligente e spiritoso dovevi essere vero? Dovevo capirlo dall’inizio che era un trucco!
- Smettila di chiamarmi così, non sono perfetto, né bellissimo né tantomeno intelligente, visto quello che ho combinato. Sono solo vero. È iniziato tutto per seguire quel piano, ma come ho detto prima, ogni parola, ogni bacio che ti ho dato erano veri. Veri come quelli che provo per te. Credimi Ica.- bisbigliò lui in tono implorante, afferrandola per un braccio e tenendosela vicina.
- Sei vero? Bene allora rispondi a questa mia domanda. Se Fran non ti avesse incastrato in quello stupido piano, saremmo stati qui in questo momento? Tu mi avresti mai detto che mi ami?
Lui aggrottò la fronte, cauto. Aveva capito dove lei volesse andare a parare.
- Beh, non lo so, la vita è strana, senza dubbio in qualche modo saremmo finiti per…
- Non tergiversare, non parlare del destino e di queste stronzate! Se Fran non ti avesse costretto tu mi avresti mai notata? Mi avresti mai invitata ad uscire con te? - chiese lei, determinata.
- Non ha sneso quello che dici Ica, io mi sono innamorato di te, di tutta te. Non capisco cosa c’entri questo discorso!
- C’entra eccome! Adesso arrivi qui e dici di amarmi! E il tuo amore dovrebbe bastarmi per dimenticare di essere stata presa in giro per mesi? Come faccio a sapere che non stai mentendo ancora? Il tuo amore dovrebbe sconvolgermi? È una cosa così sensazionale che uno come te si sia innamorato di una come me che dovrei accettarlo ed essere felice per la mia fortuna?
- Cosa stai dicendo Ica? Uno come me, una come te? Non ha senso quello che dici!
- Non per te! Non per te Adam. Tu non puoi capire.tu dai l’amore per scontato, ma per me non lo è. Affatto. Per me l’amore è una cosa seria, una cosa vera, pura. Non  ha niente a che vedere con i trucchi. Tu forse non lo ammetti nemmeno con te stesso ma dentro di te pensi che io dovrei sentirmi lusingata perché, tu, il bello e intelligente Adam Roy, adesso so chi sei davvero, lo scrittore di successo, conteso dalle donne di tutto il mondo, abbia scelto me, una ragazza come tante, scialba, fuori forma. Per te sono una gioco, una novità. Un divertimento. Magari non lo pensi consciamente, o almeno lo spero. Ma è così. Io lo so. Lasciami andare.
Adam mollò la presa dal suo braccio, troppo sconvolto dalle sue parole. Era vero? Lui era pronto a giurare di no. Non vedeva niente di speciale in lui mentre Ica, Ica era speciale in tutto per lui. Ma forse si stava davvero comportando male senza saperlo. Non lo sapeva. Maledizione, quella ragazza aveva il potere di fargli dubitare persino di se stesso.
- Non è così Ica!- disse con convinzione.
- Forse, ma io non sarò mai più certa del contrario, qualsiasi cosa tu dica. Vattene Adam, è finito tutto, sei libero.
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