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Autore: Weasley_and_Black    11/05/2014    2 recensioni
Dal giorno in cui la trovai lì stesa a terra mi accorsi d'amarla, d'amarla davvero. Era così piccola, indifesa fragile come un fiore trascurato e io avevo il dovere di proteggerla, salvarla e dire che c'era qualcuno che l'amava veramente. E che quel qualcuno ero io.
(preso dal terzo capitolo)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lost and insecure
You found me you found me
Lying on the floor
Surround me surround me
Why’d you have to wait
Where were you where were you
Just a little late
You found me you found me

 
THE FRAY YOU FOUND ME



 
Avevo appena accompagnato le gemelle a danza e ora stavo andando un po’ in giro aspettando che finissero accanto alla loro scuola c’era un piccolo parchetto dove mi piaceva andare lo trovavo rilassante. Misi le mani dentro le tasche dei jeans e quando mia accorsi di non essere solo c’era una ragazza che camminava traballante per il parco.. non so perché ma aveva un aspetto familiare cercai d’ignorarla ma non ce la feci insomma era così strana indossava un vestito bianco e corto benché fosse inverno aveva una borsa in spalla da cui usciva quadernone rosso e una sigaretta a destra una bottiglia presumibilmente di vodka a sinistra era di sicuro ubriaca decisi di andarmene quando la ragazza inciampò reggendosi ad un lampione, cosa potevo fare? Aiutarla? Riperse l’equilibrio ma non cadde a terra perché fortunatamente la presi in tempo –Hey tutto ok?-  le scostai i capelli dalla faccia e in quel momento la riconobbi era una mia compagna di classe, Elizabeth Harries –E…  Elizabeth tutto ok??- non rispondeva puzzava di alcol e non dovetti pensare molto prima di riconoscere l’altro odore, erba, cominciai a urlare e a chiedere aiuto finché non decisi di chiamare un’ambulanza al telefono mi rispose una signora  –P.. pronto scusi – non riuscivo a fermare le lacrime –U.. una mia amica è… è svenuta e credo che sia finita in overdose. Aiuto- le dissi l’indirizzo e attaccai la posai su una panchina e le accarezzai il volto. Perché l’aveva fatto? Insomma era la cosa più stupida del mondo.. l’aveva fatto apposta? Che persona vorrebbe mettere fine alla sua vita. –È tutto ok.. è tutto dannatamente ok!-  le sussurrai all’orecchio avvicinai la mia mano al suo naso, respirava ancora, la volevo rassicurare o almeno cercavo anche se era in uno stato di trance. Quando arrivò l’ambulanza la misero su una barella, io insistetti per essere lì con lei per tenerle la mano  e sentirla vicino . Mi fecero una serie di domande confuse a cui non risposi non era per fare lo stronzo ma non sapevo nulla su di lei. O almeno sapevo le cose che dicevano su di lei e spesso i fatti reali si mischiavano ad alcuni pettegolezzi e voci di corridoio fondendosi gli uni con gli altri in storie assurde che feriscono il “protagonista” cioè colui che viene descritto e poi deriso. Sapevo che amava stare all’ultimo banco e adorava i cappelli, che non amava stare a dieta e questo era confermato dalle merendine che si mangiava a merenda e che disegnava e scriveva. Solo l’essenziale. A quanto pare suo fratello a scuola era ancora una leggenda e so anche che suo padre è morto. Si dice che picchiasse sua moglie, Effy e Tony. Ma dai suoi pianti in bagno si poteva benissimo dedurre che questa non era la verità. A scuola la chiamavano cicciona solo perché non era pelle e ossa come tutte le altre. A scuola la prendeva in giro e la tormentavano facendole scherzi idioti. Mi sentivo una merda perché anch’io facevo parte di quegl’idioti. E pensandoci a cosa erano serviti? Solo idiozie che l’avevano portata al suicidio. Le accarezzai la mano cadaverica e la guardai ancora. Quella mascherina per l’ossigeno mi faceva realizzare ancora di più cosa stava succedendo. Avevamo mai parlato? A parte nelle partite e varie cose come competizioni, no. Solo una volta mi ero “offerto” per una lezione di ginnastica di aiutare le ragazze in un esercizio. Dovevo prendere loro i fianchi e dare loro la spinta per arrivare alle parallele , quando arrivò il suo turno Stan mi guardò sghignazzante come per dire “e ora arriva la cicciona” ripensandoci era stupido perché nella mia classe c’era un’altra ragazza, Sofie, che era molto più grassa di lei e non lo uso come offesa è che lo era. Ma forse non è un fatto di essere grassa o non grassa lì era un fatto di sicurezza, che lei non aveva. Come lo sapevo? Dalla sua espressione. Appena mi vide sbiancò mentre la prof la guardava scocciata a braccia conserte dicendo “Su Harries!” sapevo che soffriva di vertigini quindi appena le afferrai i fianchi lei si girò e cominciò a sussurrare  “Scusa, scusa, scusa! Ti giuro … scusami tanto” io sorrisi e risposi di non preoccuparsi. Quando la prof ci disse di partire lei mi aiutò dandosi una spinta ma non ci arrivò  e cadde a terra e mentre la prof la rimproverava di andare a prendere una sedia e aiutarsi con quella lei si rialzò e mi guardò. Potevo vedere la delusione mista all’imbarazzo che sentiva, a testa bassa andò a prendere la sedia e ricominciò l’esercizio, in quel momento mi fece davvero pena. L’ambulanza di scatto si fermò. A quel punto un uomo sulla cinquantina aprì le porte e ci ordinò di uscire io corsi dietro alla barella per tutto il tempo finché, una volta arrivati, mi ordinarono di aspettare fuori. Solo dopo mi accorsi della borsa che le stavo tenendo, sapevo che era sbagliato ma non resistetti a guardarci dentro trovandoci un quadernino rosso, che poi scoprii essere il suo diario segreto. Nei gironi seguenti scoprii che lei mi odiava e che era molto più profonda di quello che pensavo, aveva innumerevoli complessi e solo ora avevo capito che  la facevo soffrire, sul suo diario c’era scritto “i loro commenti mi trafiggono come piccoli coltelli che bramano la mia carne, e non si fermano una volta che si conficcano nel mio corpo e mi lacerano. Vogliono togliermi un altro pezzo…. e  un altro finché non sarò scomparsa del tutto. E intanto io a terra sanguinante subisco tutte quelle torture pubbliche. Ma ormai c’ero abituata insomma quasi tutti i giorni Tomlinson e i suoi amichetti mi riservavano quelle piccole attenzioni”. Più lo leggevo più mi sentivo male. Ogni volta che entravo in classe fissavo il suo banco e speravo che lei fosse in ritardo, speravo di vederla con i capelli scompigliati lo zainetto in spalla e i vestiti stropicciati. Ma non c’era mai. –Louis connettiti per favore!- esclamò Niall dopo l’ennesima mia caduta, eravamo con lo skateboard nel solito quartiere, non era uno dei più frequentati di Doncaster anzi . Ma era anche un’ottima pista per fare skateboard –Resto a terra!- esclamai sedendomi –Hey.. ma quella non è Elizabeth?- -Chi?- -La Harries!- appena pronunciò quel mi voltai, la vidi indossava dei jeans grigi con una maglietta abbinata teneva in bocca una sigaretta e aveva i capelli legati in una cipolla alta. Appena ci vide fece una faccia scocciata poi avanzò –Ciao Elizabeth vedo che stai meglio!- la salutò Niall –Ciao.. si sto meglio grazie… e  grazie anche a te Tomlinson- gettò la sigaretta a terra e la spense con il piede. Perché mi aveva chiamato per cognome? Insomma dopo quello che avevo fatto lei mi trattava così. –Ciao Effy- appena mi sentì pronunciare quel diminutivo alzò lo sguardo e spalancò gli occhi –Ti potresti spostare… quello sarebbe il portone del mio palazzo- imbarazzato mi alzai mentre lei aprì la porta, una volta entrata frugò nella borsa si spruzzò del profumo per nascondere la puzza di fumo e si sciolse i capelli –Effy.. come ti è venuto quel soprannome?- feci spallucce e ringraziai il diario poi andai verso il suo citofono e cercai il suo cognome –Eccolo!- esclamai una volta trovato, era il numero otto corsi verso il retro del palazzo e la trovai era seduta  su una sedia e stava al computer con le cuffiette e canticchiando. –Oddio eccoti ma che.. ehi ma quella non è..- -Taci Horan.. questo è il nostro piccolo segreto!- mi faceva uno strano effetto vederla.. era un misto tra eccitazione e piacere. E se mi piacesse? E se quella mia ossessione di vederla non sia legata al fatto degli scherzi?
*°*
-Rec tu non capisci! E se quel piacere che provavo nel vederla piangere non fosse soltanto perché mi piaceva  tormentarla ma perché adoravo il fatto che quelle lacrime fossero versate solo e soltanto per me?- -Saresti un sadico del cazzo!-  esclamai ridendo mentre mi pettinavo i lunghi capelli neri, Louis come ogni santa mattina mi aveva svegliato con la sua solita chiamata alla solita ora, le sette, e in questo preciso momento io ero in bagno vestita, lavata e truccata mentre il compagno di mia madre bussava ossessivamente alla porta pregandomi di farlo entrare. Lo ammetto, mi piaceva farlo impazzire –Scusa bro devo andare!- -Ok ma vacci più piano la prossima volta!- attaccai, con cautela estrassi dalla serratura la chiave del bagno e misi il cellulare nella tasca dei jeans attillati mentre nell’altra c’erano la chiave del bagno e quella di casa. Spalancai la finestra e mi sedei sul parapetto della finestra mi aggrappai al tubo che di nelle giornate di pioggia non faceva inondare la casa e che trasportava giù in giardino l’acqua piovana. Non avevo paura dell’altezza e nemmeno della possibilità che il tubo si staccasse insomma era saldato alla parete quindi ero in tutta sicurezza. Una volta che fui completamente di fuori mi lasciai ricadere a terra, salutai la vicina ed entrai a casa gettai le chiavi sullo svuota tasche ed entrai in cucina presi al volo due fette di pane appena uscite dal tostapane e chiesi con nonchalance –Cos’ha da urlare Ian a quest’ora?- lei mi guardò sbiancando e l’andò a chiamare Ian –È impossibile lei è chiusa qui dentro!- lo sentì urlare poi aprì la porta e cadde –Sorpresa.. Idiota- sussurrai sprezzante prendendo lo zainetto salutando mia madre e avviandomi verso scuola.  Ero quasi arrivata quando sentì qualcuno urlare –Giorno zoccoletta delle mie brame!- esclamò Louis come sempre su sul dannatissimo skateboard –Cazzone delle mie brame sai come potresti rendere la mia giornata magnifica?- dissi entrando nel cortile della scuola –Come?- -Cadendo da quel coso e spaccandoti quella faccia da culo che ti ritrovi!- lui rise mentre una voce profonda alle nostre spalle esclamò -Murray come sempre la tua finezza mi sbalordisce!- era il prof Styles, il bel professore di matematica che tutte amavano e che io non sopportavo. Era un classico, diceva Liam, alunna scarsa e prof bello prima o poi ci saremmo trombati. Cosa molto improbabile perché io lo odiavo –Rettifico mettendo sotto quella testa di cazzo!- lui sorrise e spingendomi disse –Su su che siamo in ritardo e lui ce l’abbiamo in prima ora!- sbuffai –Siamo ancora in tempo per fare sega sai!- -Ti ho proprio rovinato Murray!- entrammo dalla porta di servizio –Murray Tomlinson come sempre in ritardo!- -Ciao Adele!- salutammo la bidella ed salimmo le scale. –Cazzo quello ci si mangia muovi il culo!- io con calma mi specchiai nel bagno delle ragazze mi sistemai la borsa nera, i capelli e controllai se il trucco era apposto poi uscii –Sta tranquillo quello è entrato con noi! Quanto veloce può essere!- appena aprimmo la porta venti  sguardi si voltarono verso di noi e il prof alla lavagna sorrise –Molto direi..- sussurrò Louis, chiudemmo la porta e senza salutare ci avviammo verso l’ultimo banco –Murray al primo banco!- -Prof! Ma questo è il mio banco da sei anni!- era da solo sei mesi il nostro professore di matematica, si era laureato con il prof Malik, sostituendo la nostra professoressa di matematica ed era da sei mesi che ormai la matematica era diventata la materia più apprezzata della nostra scuola –Vorresti contestare questo testa di cazzo?- -Ed ha pure un buon udito… interessante..- squadrai male Louis andai verso il primo banco mentre Niall sghignazzava –Horan falle un po’ di compagnia!- io sorrisi mentre quella secchiona della Huston si avviava verso il penultimo banco. Io accavallai le gambe, tirai fuori i miei quaderni e poggiai a Niall che nel frattempo sfoderava le sue migliori battute nei confronti di Styles. In seconda e terza ora avevamo il prof Malik d’inglese. Era di servizio da due anni (che a differenza della prof di matematica il prof d’italiano ci aveva lasciati molto presto, non ero mai stata così felice per un cancro) e da due anni la letteratura inglese , la grammatica, narrativa e la poesia erano le mie materie preferite e lui… il protagonista delle mie fantasie erotiche più profonde. Ma questi erano inutili dettagli ora ero concentrata a sentire la sua voce mi mordicchiai il labbro. Per fortuna dall’entrata del prof styles le sue ammiratrici erano diminuite ed ora eravamo in poche pochissime come la prof Edwards che durante la ricreazione ci provava spudoratamente con lui, che pena, ma il prof sembrava non filarsela più di tanto. È inutile dirvi che le gite erano gli eventi più attesi poiché sia il prof Styles e sia il prof Malik ci accompagnavano provocando un’euforia generale. Mi alzai per finire un esercizio quando bussarono alla porta –ciao Zayn senti c’è Rachel Murray?- ma era ceco? Ero praticamente davanti a lui –Si eccola!- disse il prof scansandosi –Potresti uscire un attimo?- sbuffai ridiedi il gesso al prof ed uscii –Dica?- -Senti ti ricordi che oggi inizia il corso di recupero e tu devi rimanere a scuola?- alzai gli occhi al cielo –Si prof.. me lo ricordo- -Benissimo quindi hai l’autorizzazione?- frugai nella tasca  del giacchetto –Cazzo…- sussurrai –Me la sono scordata a casa. Chiamo mia madre?- -Direi..- corsi verso la portineria e chiesi il telefono digitai più volte il numero di mia madre –Nulla?- disse lui, scossi la testa, ma cosa ci faceva con quel cellulare? Lo teneva per bellezza? –Non hai nessuno?- -Si… il compagno di mia madre- -Chiama lui- spalancai gli occhi –Cosa? No no no e no! Mi rifiuto!- il prof mi guardò male –Perché?- -No nulla.. solamente mi odia ma io odio lui quindi è tutto ok e ho parlato troppo quindi lo chiamo!-  stavo per digitare il numero quando qualcuno entrò dalla porta di servizio. Era Effy.
*°*
E mentre il prof stava spiegando l’affascinante poesia di Emily Dickinson io ero seduto all’ultimo banco  e aspettavo Rachel quando qualcuno bussò, di sicuro era lei che rientrava mi sarei dovuto preparare psicologicamente alle sue chiacchiere riguardo il professore e stavo per iniziare a farmene una ragione quando con somma sorpresa scoprimmo che era Effy. Entrò timidamente salutando il prof e mentre gli altri le fecero un applauso il professor Malik l’abbracciò –Ci sei mancata Liz!- lei sorrise e si andò a sedere come sempre all’ultimo banco accanto al mio. Mi squadrò e poi si sedette sul posto accanto al mio “Delle volte entrare in classe è dura, tutti ti guardano e ti giudicano. L’unico che non lo fa è il prof. Che ti accoglie sorridendo, forse il prof Malik e il prof Styles sono gli unici amici che ho lì dentro.. forse dire amici è tanto ma insomma sono gli unici che mi capiscono. Ogni mercoledì in terza ora vado al centro d’ascolto del prof Styles è rilassante.” Aveva ragione, era da quando l’avevo “salvata” che ci andavo e mi confidavo con lui. Aspettai che il professore si girasse per mettermi sul posto perennemente vuoto accanto al suo. –Ciao- le sussurrai sorridendo –C.. ciao- disse lei notai che aveva un nuovo quaderno su cui ci scriveva pensieri su pensieri.  La guardai di nuovo si stava portando una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio non resistetti e l’aiutai appena sentì i miei polpastrelli toccare la sua pelle sussultò mi piacque e così continuai ad osservarla sorridendo maliziosamente –Che diamine stai facendo?- -Non posso guardarti? – lei scosse la testa alzò la mano –Prof posso andare in bagno?- e senza una risposta si alzò e corse via anch’io alzai la mano e la seguii, il mio vizio di tormentarla non era ancora del tutto cessato. La vidi camminare frettolosamente, la sua gonna svolazzava da ogni parte e i suoi capelli come sempre giacevano sulle spalle si voltò per qualche secondo e si accorse della mia presenza così cominciò a camminare sempre più velocemente io la raggiunsi e mi misi a fischiettare con le mani in tasca così lei si fermò e cambiò di nuovo strada, vagammo un po’ senza meta finché lei non si fermò voltandosi –Posso andare in bagno o ho bisogno dell’accompagnamento?- io la presi sottobraccio ed esclamai –Su tesoro andiamo- lei impassibile mi guardò –Guarda che non puoi entrare!- -E chi lo dice! Sai quante volte mi ci ha portato Rec? E poi i vostri bagni sono più puliti!-  lei abbassò gli occhi e incurvò le labbra in uno splendido sorriso –E forse un sorriso quello che vedo?- le chiesi malizioso –Sogna Tomlinson-
*°*
-Mi capisci tu devi attare bottone con lei ed essere sua amica e fare tutte quelle cose che fate voi ragazze quando noi non ci siamo! La manicure. I pettegolezzi e confidarvi!- -Me che cazzo ti sei fatto!- esclamai disgustata lui si portò la sigaretta alla bocca–Insomma non fate quelle cose come i pigiama party eccetera?- -Si e magari ci vediamo le vecchie puntate dello sleepover club con i nostri pigiamini rosa e facendo regolette come “dove va una vanno tutte!!”-  lui fulminai con lo sguardo e mi chiesi in cosa consistesse il contenuto di quella sigaretta fatta a mano molto maldestramente –Parla chiaro idiota! Cosa vuoi che faccia- -Semplice che lei si confidi con te!- trillò la campanella della ricreazione e lui con fare tranquillo cominciò a camminare ignorando il fatto che stessimo parlando –Brutto stronzo dove vai!!- urlai ormai la mia femminilità era andata a farsi fottere insieme alla coerenza di Louis, alla voglia di studiare di Niall e la mascolinità di Liam –Devo fare una piccola visitina al nostro insegnante preferito- e se per qualche secondo avevo sperato che si trattasse del prof Malik mi sbagliavo –Styles.. e Zayn è il mio prof preferito lui è il tuo sogno erotico!- -Ciao ciao Lou Lou!- -Ciao ciao troiottola!- . Scese saltellando le scale antincendio e se ne andò canticchiando non so quale motivetto feci di tutto per togliermi di dosso quella puzza di fumo della sigaretta che il castano mi aveva appena fumato davanti alla fine optai di scendere le scale tossendo. Tutto quel fumo mi aveva fatto male mi accasciai per qualche secondo a terra –Tutto ok?!- esclamò una vocetta piuttosto dolce ed acuta, di sicuro era una di quelle primine rompipalle, -No non ho bisogno d’aiuto.. tanto meno del tuo!- esclamai acida lei incurante si mise in ginocchio accanto a me, era tenace la piccoletta, e mi posò una mano sulla schiena. Odiavo il contatto con le altre persone e di questo forse non ne era al corrente quindi mi parse ovvio metterla al corrente –Leva quella mano!- -Rachel se non stessi male ti avrei già lasciato qui! Ora non fare la bambina ed alzati!- come faceva a sapere il mio nome? Alzai lo sguardo e vidi Elizabeth –Prendi l’inalatore nella borsa!- le ordinai. Lei si fiondò sulla mia borsa e ci frugò dentro poi mi porse l’inalatore, tremava, -Tranquilla è un semplice attacco d’asma- sussurrai dopo aver inspirato al medicina ed essermi alzata –Ok ci vediamo-. Mi chiesi perché fosse così sbrigativa, le facevo così tanta paura? –Hey tutto ok?- -Dovrei essere io a chiedertelo!- rispose sarcastica accompagnandomi in bagno ed aiutandomi a bere un po’, con la coda dell’occhio vidi due ragazze ridere indicandoci –Scusate avete qualche problema?-  chiesi incrociando le braccia e squadrandole dalla testa ai piedi. Questo trucco funzionava sempre questo guardarle dall’alto al basso con aria di superiorità come se mi importasse veramente di quello che le due oche stessero per dire come se non avessi paura di una loro cattiva risposta come se non avessi nessuna insicurezza, questo comportamento da dura mi aiutava a nascondere il mio vero carattere, quella parte di me insicura che si chiedeva come mai io non fossi bella come le altre quell’atteggiamento e quel guardare gli altri con superiorità mi aiutava a nascondere la vera me quella che in realtà aveva paura di loro quella che li temeva che temeva i loro giudizi le loro parole che mi attraversavano e mi ferivano. –N.. noi niente..- -Sicure?- loro annuirono e se ne andarono –Si si scappate ochette- bofonchiai con il mio solito ghigno, mi voltai e la vidi. Si mordeva il labbro e mi osservava –Grazie..- -Ti pare le amiche fanno questo.- frugando nella borsa presi il mio panino con la nutella e lo spezzai dandole l’altro pezzo –Posso fare una cosa stupida?- -Certo ora siamo amiche!- -Che questo pezzo di pane e crema densa, che molto probabilmente è nutella, possa suggellare la nostra amicizia! E che possa essere un’amicizia duratura negli anni! E che d’ora in poi io possa dire Rachel Murray sei la metà del mio panino!!- io risi istericamente –Harries stai mettendo in serio pericolo la nostra amicizia!- lei mangiò il panino –Altri mille di questi panini!- -Questo è un attentato alla mia sanità mentale sappilo!-  uscimmo dal bagno sottobraccio e ci facemmo un giro per la scuola, a pensarci era la mia prima amica insomma fin dall’infanzia ero sempre stata accanto a quei tre ominidi che sfortunatamente fin dalla prima elementare sono sempre stati i più carini della classe e della scuola ed essendo la loro migliore amica nonché unica donna, oltre alle loro madri e alle loro sorelline, che osava girare loro attorno era il nemico giurato di ogni ragazza della mia scuola. E quindi sia per il mio comportamento sia per chi frequentavo ero la più odiata della scuola, ma in sintesi io mi facevo gli affari miei e scherzavo con loro non dando fastidio a nessuno. Non avevo l’obbligo di cambiare o essere cambiata. E quello di certo non era nei miei programmi. Mi eccitava un po’ conoscere qualcuno  con al vagina… perché lei ce l’aveva vero? Si.. non mi sembrava un travestito..
*°*
-Non ti odia… ama squadrare le persone e poi.. calcola che è anche venerdì e che le gira un po’ male per questo!-  mi rispose Zayn dandomi una pacca sulla spalla. Eravamo nella sala dei professori l’unico posto per noi docenti dove stare un po’ tra noi, chiacchierare, bere un caffè… e proteggerci da quelle bestie là fuori. Per gli alunni questa sala era off limits anche se qualcuno durante l’orario delle lezioni provava ancora a prendere una merendina o un qualcosa nelle nostre macchinette. –È che solo l’idea di essere lì con lei per altre due ore mi faceva accapponare la pelle- Zayn frugò nella tasca dei suoi blue-jeans ne estrasse qualche monetina con cui ci si prese un cappuccino. Lo osservai i capelli corvini erano come sempre spettinati, la barba incolta, una delle sue solite magliette proveniente dalla sua collezione di magliette con band musicali, blue-jeans strappati e dr. Martins nere come la pece. Tutto nel suo stile lo faceva sembrare più attraente che mai, impeccabile, era normale che quella ragazzina gli andasse dietro. A confronto i miei pantaloni neri attillati, i soliti stivaletti e la camicetta a quadri, non erano nulla di cosi eclatante . Eppure tutte le altre  mi andavano dietro. Se in quel momento avessi schioccato le dita almeno trenta ragazzine sarebbero spuntate urlanti. Non è che mi davano fastidio è che vederle lì tutti i giorni sbavare per me indossare magliette fin troppo provocanti e  lasciarmi bigliettini fin troppo spinti.. insomma tutte quelle attenzioni e tutti quei messaggi fin troppo espliciti mi avevano stancato. Mi diressi verso il mio armadietto quando aprii ci trovai almeno venti bigliettini e un reggiseno, Zayn fischiò. Ringraziai il cielo che in quella sala ci fossimo solo noi due. Raccolsi tutto e imprecando le buttai –Ma di cosa ti lamenti! E poi guarda- aprì anche lui il suo –Io ho le mutande.. no è un tanga.. vabbè sappiamo cosa regalare a Gemma!- -Non regalerò un push-up e un tanga a mia sorella!- esclamai prendendo anche le sue di cose e buttandole nel medesimo cestino –Ti ricordi i primi giorni volevi mandarle tutte dal preside- rise –Si perché delle brave ragazzine non fanno.. questo!- MA ti sei sentito! Le brave ragazzine! O cristo mi sembri mia nonna!-  disse Zayn lanciandomi un altro tanga blu –E questo da dove sbuca!?- -Dalla tua valigetta mister sciupafemmine duemila quattordici! – mi urlò lui frugando ancora nella mia borsa di cuoio pur sapendo quanto mi urtasse. Presi il tanga, disgustato stavo per buttarlo quando qualcuno bussò alla porta, mi voltai ed eccola lì davanti a me che mi scrutava schioccata  –Prof mia madre mi ha portato la giustificazione- disse  sventolando il foglio bianco poi i suoi occhi si posarono sul tanga e sprezzante sorrise, i suoi occhi sembravano più gialli del solito facendomi accapponare la pelle –Non ho parole..- sussurrò voltandosi e andandosene. Il moro rise mentre io con tutta la rabbia che avevo in corpo gettai il tanga nel secchio, non avevo migliorato la mia situazione già precaria con lei –Hai visto come fa!-  sembravo un’adolescente che si lamentava della sua sorellona - È quello che preferisco di lei..- sussurrò sognante –Non capisci vero?- io scossi la testa, in realtà mi ero sempre chiesto cosa ci trovasse in quella strega insomma aveva sempre la battutina pronta e qualche commento inappropriato verso i suoi compagni –Lei scruta la gente con quei due occhioni verdi è come se ti vedesse dentro cogliesse tutte le tue insicurezze e le mettesse a nudo davanti a tutti e senza che te ne sia accorto sa già quasi tutto su di te. È un’osservatrice e per dare confidenza a qualcuno le ci vuole molto tempo.- -Insomma per essere suo amico devi essere come vuole lei e se non lo sei…. Lei ti scarta come un giocattolo perché non sei abbastanza figo. Vero?- -No sbagliato. Lei fa così perché ha paura di essere delusa di nuovo. E non vuole dedicare tempo a persone che la userebbero soltanto. Questo mondo è un palcoscenico e in questa marea di maschere è difficile trovare un volto vero…- sfogliò con cura un libro e poi farfugliò –Pirandello aveva già capito tutto..- maschere? Volti? Come poteva sapere tutte queste cose di questa sua paura insomma io non ero l’unico a dire che lei era superficiale eppure.. a quanto diceva Zayn non lo era anzi. La descriveva come una persona riflessiva –E tu come lo fai a saperlo?- -Ho corretto un paio dei suoi temi.. e qualche volta le piace confidarsi con me.. Vuoi che te li passi? Li tengo tutti impilati a casa- -Ma non è illegale?- -Dettagli!!- urlò lui riponendo il suo tesoro dentro la sua borsa e andando via –E ora dove vai?- -A fumare!-. Zayn era l’unico che osasse contraddirmi con la sua filosofia e le sue frasi poetiche sapeva prendermi e disintegrare tutte le mie certezze. In momenti come questo mi faceva sentire un emerito idiota.. ma era anche in momenti come questo che l’avrei voluto strozzare con tutta la forza che avevo in corpo.
HOLA!!!!
E ri-eccoci tutti qui appassionatamente a leggere un’altra delle mie storie. Come vi sembra. Si lo so l’inizio è tragico ma (per i new-entry) lo sapete no che a me piace incasinare la vita dei miei personaggi. Quindi ad un capitolo alla fine di my favorite stalker  ho deciso, su consiglio della mia socia angelica, di pubblicare questo capitolo insomma di pubblicare la storia. Ora sarà molto più divertente di quello che credete insomma ora non è tutto sto granché ma poi eheheheheheh vedrete e no non penso di riuscire ad incasinare di più le cose qui.. che peccato (acc!!!). Ma vedrò di rimediare, si fa quel che si può.  Comunque cosa dire? Mi potete lasciare una piccolissima recensione?? *falafacciadolciosadacucciolo* e poi.. ehm.. adoro il personaggio di Effy.. fino ad ora è un po’ vago e confuso ma già dal prossimo capitolo si capirà che Effy è così per un motivo e… uffa non vi devo raccontare nulla quindi epr una volta tacerò e passerò ai ringraziamenti. Allora per la prima volta su questi schermi si ringrazierà mia madre(eeeee non ve l’aspettavate vero??) per avermi messo al mondo, angelica per… per essere angelica, Jenni perché nonostante io l’accanni sempre lei mi richiama (è per questo che io l’adoro) poi per ultima (perché i migliori si lasciano sempre alla fine) Beba!! Perché: è l’unica che abbia insistito per vedere delle foto appena sveglia, è mio marito (siamo una coppia gay e no sono una femmina e anche lei lo è.. si siamo strane problem?), per essermi sempre accanto (anche se non so il motivo) e perché si sente importante quando io la saluta ma il fatto è che lei È importante quindi io la ringrazio per essere semplicemente Beba
Alla prossima. Baci
La vostra WEASLEY
   
 
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