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Autore: ineedamikashug    11/05/2014    1 recensioni
Un'Inghilterra divisa in due.
A Nord, troviamo 'gli Altri', popolo con rigide regole e poco amichevole.
A Sud invece troviamo 'i Gatti', popolo guerriero.
Ma perchè questa distinzione?
Tutta colpa di un siero chiamato Septem che modifica il DNA aggiungendo ad una persona altre sei vite (per questo gatti, dato che hanno sette vite).
Lux cerca di portare a Sud la sua migliore amica che è riuscita a fuggire.
Ma è possibile che in un popolo con regole così rigide l'abbia lasciata vivere normalmente?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cercai di dormire il più possibile, inutilmente.
Ero agitata ma felice. Agitata per quello che mi avrei fatto, felice perchè dopo tanto l'avrei rivista.
Mi mancava come l'aria, ricordo ancora quel giorno, quando se ne andò.
-Selene, secondo te com'è il Nord?-
-Quando ci andrò ti invierò un sacco di lettere e ti descriverò ogni singolo particolare.-
-Tu non ci andri li.-
-Tu dici?.-
-Secondo me non lo faresti.-
-E' una sfida Lux?-
-No, vincerei sicuramente!-
Invece, ho solo perso. Perso la sfida e perso lei.
La invidiavo a volte, era così coraggiosa.
Diceva sempre che avrebbe combattuto in una di quelle battaglie e che avrebbe filmato tutto con una telecamera.
Gliela regalai io quella telecamera, ci teneva così tanto.
Era la più giovane dei selezionati quell'anno, 3018.
Aveva solo 15 anni.
Ricordo che nell'obiettivo della telecamera vidi anche mio fratello.
Mi sorrideva e mi salutava.
Poi un giorno, sarà stato il secondo giorno circa per arrivare a Nord, lei cadde a terra.
Probabilmente l'aveva colpita una freccia alla gamba, ricordo solo che la telecamera si spense.
Prima che si spense però, vidi mio fratello gridare.
Iniziai ad urlare e cercavo qualcuno che mi consolasse, ma non c'era nessuno.
Mio papà stava dando uno dei suoi soliti festini fastidiosi con in suoi amici.
Quei ricordi mi straziavano, provai a pensare ad altro, finchè mi addormentai.
Il giorno dopo mi svegliai in lacrime, un solito incubo, ormai non mi fanno più paura.
Era il gran giorno. Erano le otto e mezza del gran giorno e ancora Theo non era venuto a svegliarmi, non è un'efficiente sveglia.
Mi alzai dal letto e lo trovai seduto sulla poltrona, vicino alla finestra.
Andai da lui e lo svegliai.
-Theo, tutto bene?.-
Si svegliò di soprassalto -Cosa? Si? Tutto bene.-
-Che ci fai in camera mia?.-
-Devo svegliarti alle 8:30, no? Torna a dormire.-
-Sai che ore sono?.- Chiesi, sorridendo.
-Saranno le 7:30.-
-8: 02.-
-Sono in ritardo! Oddio scusa!-
In un lampo si mise la camicia e le scarpe e scese di sotto.
Era una notte fredda, io congelavo, e lui tranquillamente dormiva a petto nudo.
-Scendi!-
-Delicato come sempre!-
Scesi velocemente le scale e corsi da lui.
-Dovresti..dovresti avvisare papà della mia partenza.-
A papà non ci avevo pensato. Sarebbe stato a casa da solo per un sacco di tempo.
-Perchè non puoi farlo tu?-
Quando lo dissi, lui fissava le sue scarpe, un chiaro segno che non era al suo agio.
-Ieri..ha dato una festa.-
-Aspettami qui.-
Sapevo perchè si sentiva così, stava così ogni volta che papà dava una festicciola.
Nemmeno io volevo svegliarlo dopo una bevuta, diventava aggressivo e pericoloso.
Una volta, la prima e l'ultima, Theo andò a svegliarlo e lui tirò fuori una pistola dal comodino e gliela puntò in fronte.
Non parlò per una giornata intera.
Deglutii quella poca saliva che ancora mi rimaneva in bocca e aprii la porta delicatamente, per poi sbatterla.
Lui si alzò di scatto e sparò un colpo in aria, bucando il soffitto.
-Tra cinque minuti ti voglio di là a salutare tuo figlio che parte, nel modo più sobrio possibile.-
-E se non vengo, che mi fai?-
Mi avvicinai a lui, a quel che rimaneva di lui. Il suo alito puzzava di alcool, un odore acre, che dovevo sopportare.
-Non hai altra scelta.-
Lo strattonai e presi la sua pistola.
-Per preucazione.-
-Ridammela.-
-Pensa a vestirti bene per salutare Theo.-
Chiusi la porta, feci un respiro profondo e andai in soggiorno. Misi la pistola nella tasca dei pantaloni.
-Dio, stai bene? L'ho sentito sai? Lo sparo proveniva dalla camera di papà.-
-Tra poco è qui, si sta vestendo, tu sei pronto?-
Gli sistemai il colletto della camicia e gli diedi un bacio sulla guancia, lui sorrise.
Dopo poco arrivò mio padre e mi avvicianai a lui, in modo che Theo non potesse sentirmi.
-Due minuti di ritardo.-
-La mia pistola.-
-Cerca di sembrare sobrio ti ho detto, stai dritto con la schiena.- Poi mi rivolsi verso Theo -Ecco Theo, si stava vestendo.-
-Nessun problema, ci tenevo a salutarlo prima della partenza.-
Papà andò versò di lui e con le sue mani gli strinse le spalle. Theo sembrava terrorizzato. -Figlio mio, vinci per noi.-
-C-come sempre.-
-E' ora che tu vada Theo.- Feci un movimento con la testa per indicergli di uscire di scena.
-Puoi uscire un secondo?-
-Arrivo.- Quando uscì, mi girai verso papà -Potevi sforzarti un po' di più, ma ti avevo promesso la pistola, quindi.- Gli porsi la pistola.
-Tienila, a me non serve.- Apprezzai il suo gesto anche se, sinceramente, non gli era mai servita una pistola.
Cercai Theo fuori in giardino.
-Dimmi.-
Mi abbracciò, quasi stritolandomi. -Grazie.- Poi tornò il solito, vecchio, Theo.
-Bada tu a lui, io non posso, lo sai.-
Non risposi, non avrei badato a lui, quest'anno.
-A presto Lux.-
-A presto.-
Molto presto.
Tornai dentro casa e iniziarono i sensi di colpa.
Chi avrebbe badato a papà?
-Lucy.- Mi girai di scatto, cercando di nascondere la lacrima che era scesa. -Non sei brava a nascondere le cose.-
-Cosa intendi?-
-Quegli appunti, in camera tua.-
Gli corsi incontro, attaccandolo. -Non dovevi farlo!-
-Aspetta, calmati.-
Cercai di calmarmi, e mi allontanai un po' da lui.
-So perchè vuoi farlo. Hai tutta la mia stima e il mio appoggio. Lo so che mi odi, che magari vorresti fucilarmi con la pistola che ti ho appena dato, ma sai cosa? Io ti voglio bene. E si, sono abbastanza sobrio per dirti una cosa che non ti ho mai detto. Mi dispiace per questo.-
Lo abbracciai. Un abbraccio inaspettato, ma bello.
-Ora devo andare, abbi cura di te stesso.-
-Lo farò. A presto.-
Presi lo zaino che avevo prontamente nascosto dietro il pendolo e chiusi la porta.
Era tutto perfetto: mi ero vestita come avevo previsto, tutto secondo i piani.
Quando arrivai alle selezioni c'era un sacco di gente.
Camminai a tentoni, non sapendo dove andare.
Andai a sbattere contro una ragazza.
-Sta attenta.-
-Mi dispiace.-
La ragazza si girò: aveva gli occhi azzurri, sembravano di ghiaccio e dei capelli neri raccolti in una coda alta.
-Che fai qua?-
-Sono qui per lo stesso tuo motivo.-
-Non dirmi che sei qui per le selezioni-
-Si, perchè?-
-Andiamo passerotta, moriresti in pochi giorni.-
-Senti, voglio partecipare per un motivo ben preciso ok?-
-Anchio, e allora?-
-Tu perchè sei qui?-
-Ehi ehi ehi...non sei nè mia amica, nè mia sorella, non ti sto a dire le mie cose chiaro?-
-Guarda che hai iniziato tu.-
Mi afferrò per un braccio e mi portò in un angolino.
-Allora, carina. Lo sai chi c'è al Nord? Mio fratello, se proprio ci tieni. Sono tre anni che aspetto questo momento e non voglio perdere la possibilità anche quest'anno per colpa di una ragazzina che vuole fare l'eroina.-
-Ragazzina? Avrò la tua stessa età o qualche anno in meno.-
-Ho diciotto anni.-
-Ecco, io diciassette.-
-Ormai, stiamo facendo una conversazione da bar. Tu che fai qui?-
-La mia migliore amica è scappata a Nord due anni fa.-
-E tu vorresti andare a prenderla e riportarla a casa?-
-Si, è il mio obiettivo.-
-Come farai?-
-Nello stesso tuo modo.-
-Smettila, non siamo uguali.-
-Ti rendi conto che stai litigando con una persona di cui non conosci nemmeno il nome?-
Mi bloccò al muro, come faceva Theo quando era arrabbiato.
-Senti passerotta, se provi a dire una sola parola di quello che ti ho detto, considerati morta.-
-Non lo dirò a nessuno, promesso.-
-Bene.- Lei mollò la presa e face per andarsene.
-Lucy.-
Lei si girò di scatto -Cosa?-
-Mi chiamo Lucy, ma gli amici mi chiamano Lux.-
-Io sono Joy.-
-Joy, posso chiederti un favore?-
-Il primo e l'ultimo, dimmi.-
-Aiutami a passare le selezioni.-
-Non posso.-
-Ti prego, è importante.-
Joy si avvicinò, sospirando.
-Allora, ti chiederanno delle cose stupide, nome cognome e età, poi inizieranno quelle serie. Ti chiederanno il tuo gruppo sanguigno e..-
-Gruppo sanguigno?-
-Per le trasfusioni. Se ti vedono debole non ti faranno combattere, ma servirai solo per il tuo sangue. Poi, la domanda più difficile: ti chiederanno un valido motivo per partecipare alla battaglia, sii convincente.-
-Come fai a sapere queste cose?-
-Mi sono presentata anche l'anno scorso, ma non mi hanno accettata. Ero troppo debole per loro. Pensi di farcela?-
-Non ho altra scelta.-
  
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