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Autore: nihaltali99    11/05/2014    2 recensioni
Sono passati anni ormai dalla caduta del Tiranno, ma alcune creature da lui stesso create vivono libere per il Mondo Emerso e minacciano la pace e serenità da poco raggiunte. Sarà compito di Amina, la nuova regina della Terra del Sole, dover risolvere il problema. Riuscirà a compiere la propria missione?
E se scoprisse che proprio uno dei suoi amici più fidati ne nascondesse una?
Se volete scoprirlo non vi resta che leggere la mia fanfiction! ;)
NB: fanfiction crossover Le Leggende del Mondo Emerso/Wolf blood sangue di lupo!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amina, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

(Punto di vista di Amina)

Sono seduta sul mio trono, il posto accanto a me, come sempre è vuoto. Mio fratello mi diceva sempre che quando avrei trovato l'amore avrei trovato la ragione più importante per vivere. Io non ho trovato l'amore e francamente non voglio trovarlo. Ho perso troppe persone che mi stavano a cuore, non posso perderne altre.
Fra poco dovrò tenere un discorso davanti a tutto il popolo. A dire il vero non so cosa potrei dire, o meglio non so come dirlo. Sono mesi ormai che si verificano strani omicidi e tutti portano la firma di quelle strane ed orribili creature. Io le viste, ma avrei voluto non avere questa "fortuna". Ricordo ancora, Kalth inerme tra le mie braccia, le terribili ferite che ci erano state inflitte, il corpo di mia madre dilaniato dagli artigli di quei...quei...lupi? Che cosa sono? Non ne ho idea. Qualcuno li chiama Licantropi, ma come si chiamino non mi interessa, vorrei solo che nessun altro debba passare quello che ho passato io.
Dovrei pensare al discorso, a ciò che dovrò dire tra pochi minuti, ma i ricordi sono prepotenti e mi impossessano, non bado nemmeno al trono che mi sembra sempre troppo scomodo.

- E' una fresca mattina d'estate, il sole splende sul villaggio. Mi sono appena vestita e fra poco uscirò di casa, quando all'improvviso sento la porta cigolare e aprirsi, sto per andare a richiuderla convinta che sia stato solo un colpo di vento, ma un uomo mi precede ed entra prepotente nella mia stanza.
< Chi sei!? > eslamo preoccupata e già appoggio la mano sulla cintura stringendo l'elsa del mio pugnale, l'uomo è incappucciato, ma sono convinta che stia sorridendo
< Sono un messo del re Kalth della Terra del Sole > risponde senza smettere di sorridere, io rimango sorpresa, lo squadro da capo a piedi, è vestito di nero ed ha quasi l'intero volto coperto
< Sembri un assassino della Gilda più che un messo! > gli faccio notare e lui assume un'aria divertita, sto per piantargli il mio pugnale nel petto, ma mi trattengo.
< Hai ragione! È pessimo come travestimento! Ma le mie guardie dicono che senza metterei a rischio la mia vita e altre seccature varie > fa un gesto di non curanza con la mano e ridacchia tra se e se. Ho già sentito quella voce. In ogni caso non capisco di che diavolo stia parlando.
< Non capisco di cosa stai parlando > gli dico confusa, lui ride, ride a più non posso, io non capisco cosa ci sia di così divertente.
< Amina fai sul serio! Come fai a non riconoscere il tuo fratellino!? >
Non so come ma mi ritrovo a sorridere e pazza di gioia gli tolgo quello stupido cappuccio dal volto e lo stringo a me con tutte le mie forze.
< Kalth! Non posso crederci! Sei tu! Mi sei mancato tantissimo! Perché così tanto tempo!? Sono anni che non ci vediamo! > lo vedo sorridere, e abbracciarmi nuovamente. È cresciuto molto dall'ultima volta che l'ho visto, è molto più alto ed ora non ha più nulla di infantile. Mi appoggio con la testa al suo petto, felice che lui sia qui, mi accarezza la testa dolcemente, come faceva mio padre quando ero piccola, lui me lo ricorda molto.
< Scusa! Mi dispiace tantissimo! Purtroppo sono stato molto occupato, lo so che sarei dovuto venire prima, lo so che sono passati anni, ma ho viaggiato per quasi tutti i regni. È difficile ricostruire un mondo dalle ceneri di una guerra > so che ha ragione, ma non posso evitare di essere un po' arrabbiata. La gioia che provo nel rivederlo è più forte e copre quel ridicolo sentimento.
Dice che è venuta anche mia madre, nostra madre, che ci aspetta in una carrozza poco fuori dal villaggio. Lo seguo felicissima, non vedo mia madre da molti anni e anche lei, come mio fratello, mi è mancata tantissimo. -

Cerco di svegliarmi prima che sia troppo tardi, non voglio vedere come va a finire, non voglio, non posso, non adesso! Lacrime calde mi rigano il viso < No! > penso disperata.

- Siamo in viaggio verso Makrat, la capitale. Mi rendo conto solo ora di quanto ami la mia famiglia e ciò che significa per me. Mia madre mi riempe in continuazione di complimenti, è felice come un bambino il giorno del suo compleanno < Come sei bella! Come sei cresciuta! Sei proprio una donna adesso! > dice lei, io le sorrido riconoscente, ma non posso evitare di arrossire. Kalth dice che nostra madre non si è più ripresa da quando vide morire nostro padre per di un ragazzo che fino a quel momento lui aveva considerato un amico. Dice che vaga come un fantasma per il castello in cerca di lui. Mangia poco, non parla mai e passa l'intera nottata a singhiozzare. Perciò vederla così felice ci riempie il cuore di gioia.
Sento all'improvviso strani rumori, come se qualcuno ci stesse seguendo, poi un ululato irrompe nell'aria.
< Che cos'era!? > chiede Kalth spaventato, la carrozza frena di colpo, sentiamo il nitrito dei cavalli imbizzarriti, strani versi di sofferenza, ringhi, grida, poi più nulla, tranne il tonfo provocato da corpi che cadono al suolo. I cavalli suppongo, e il cocchiere? Dov'è? Erano sue le grida?
Non faccio in tempo a rispondermi che il cadavere del cocchiere viene sbattuto contro la carrozza, il sangue mi schizza addosso dall'apertura della carrozza. Mia madre grida terrorizzata, io sfodero il pugnale, Kalth mi guarda con decisione tenendo salda la sua spada. Una mano con artigli affilati e le vene nere in rilievo afferra mia madre e la tira a forza fuori dalla vettura. Io e mio fratello scendiamo rapidamente con il cuore in gola. Uno strano essere tiene per la gola mia madre, ha gli occhi gialli, inniettati di sangue, le vene sono scurissime e in rilievo sul viso e sulle mani. Altri quattro Licantropi ci saltano addosso, una donna molto giovane, all'incirca della mia età mi attacca, non mi reputano un problema perciò tre uomini attaccano Kalth e lei mi impedisce di aiutarlo. Voglio aiutare mia madre ma non posso, la donna mi ferisce in più punti, mi graffia e io perdo sangue dappertutto < Amina! Kalth! No! > sento gridare mia madre, il cuore mi si riempie di dolore, ma non posso andare da lei. Quando poi mi accorgo che la donna davanti a me sta mutando vado fuori di testa, adesso è un lupo, un orrendo lupo grigio scuro che mi sta puntando per sbranarmi. Mi morde ad una spalla, ad una gamba, sento fitte lancinanti ovunque, la vista si sta annebbiando. No! Non posso morire così! Io devo salvarli! Non so dove trovo la forza, ma il mio pugnale si conficca nel petto della lupa e lei muore. Mi lancio verso mia madre, l'uomo la sta ancora tenendo.
< Ferma! Sta Ferma o la uccido! > ringhia lui ferocemente. Lo guardo con odio
< Perché volete ucciderci!? Cosa volete da noi!? > gli chiedo con uno sguardo altrettanto feroce.
< Voi stupidi nobili! È colpa vostra! Voi ci perseguitate! Voi ci uccidete! Non siamo liberi e non potremo mai esserlo se non uccidiamo voi! > risponde urlando, o forse sta piangendo, non lo so. Getta un ultimo sguardo alla donna che ho ucciso, sono sicura che una lacrima stia solcando quel viso. Con un grido graffia la gola e il ventre di mia madre, poi le morde il collo con i suoi denti affilati, lei si accascia a terra senza un lamento.
< No! No! Bastardo! > mi sento morire, lei era una delle poche cose che mi erano rimaste. Mi getto come una furia sull'uomo, lui è forte, ma il mio odio di più, gli taglio la gola e provo piacere nel farlo. Sento un grido e vedo due lupi dilaniare Kalth. Mi lancio contro di loro senza pensare. Mio fratello è riuscito ad ucciderne uno e a ferire gravemente gli altri due. Io lo aiuto uccidendone uno e lui miracolosamente riesce a sconfiggere l'altro. Finita lo scontro cade a terra senza forze, mi giro verso di lui urlando
< Kalth! No ti prego! Non lasciarmi anche tu! > lo stringo forte a me anche se so che è troppo tardi, i denti dei lupi lo hanno preso al collo.
< Ti voglio bene > dice un attimo prima che il suo cuore smettesse di battere. -

Trattengo un urlo a stento, le lacrime escono a fiotti, sento le forze abbandonarmi. Sento qualcuno entrare nella sala del trono, mi asciugo le lacrime e cerco di darmi un contegno. È Bran, il mio attendente, ha due anni in meno di me, eppure mi ricorda il mio gemello, gli assomiglia molto.
< È ora mia signora! > dice inchinandosi umilmente. Gli sorrido < Grazie Bran > lui risponde al sorriso e arrossisce leggermente, come gli vedo fare spesso quando gli rivolgo la parola, non ho ancora capito bene il perché.

Sono sulla terrazza del palazzo e tutto il popolo mi acclama, comincio il mio discorso < Ho intenzione di istituire una nuova legge! > decreto < Da questo momento ogni creatura che sia stata creata dal Tiranno nella guerra che tutti noi conosciamo...sarà torturata ed eliminata in modo che non nuocia al benessere della comunità! Ovviamente i Fammin sono eccezionalmente riconosciuti abitanti del Mondo Emerso e a loro non verrà quindi fatto alcun male! > guardo la folla sottostante e vedo sguardi preoccupati, ma anche sguardi di approvazione, gioiosi. < Chiunque nasconda o aiuti una di queste crature verrà torturato e giustiziato con accusa di Alto tradimento! > finito il discorso vedo alcune persone in agitazione che cercano di scappare, con un mio gesto della mano vengono prontamente arrestate e presto verranno interrogate, o... uccise.
  
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