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Autore: Sarah_00    11/05/2014    8 recensioni
Pezzi di vetro ricoprono il pavimento, una piccola cornice giace a terra con la figura di me. Sento ancora le nostre urla nelle mie orecchie mentre la luna spunta nel cielo e gli occhi si appannano nuovamente. Lascio scivolare le lacrime sul viso, troppo stanca di trattenerle, di nascondere ancora quello che sono, di aver paura di manifestare i miei sentimenti. Tu sei ancora lì, davanti al nostro letto, con una valigia da riempire. So che stai per andare, so che sto perdendo la parte migliore di me, ma continuo a essere troppo orgogliosa per urlartelo, per dire quello che sto provando in questo momento.
(...)
Ti ho urlato contro tutto il dolore che ho provato a causa di quello che era successo e tu hai costruito un muro più forte e doppio di prima.
Penso a tutte le volte che ho trattenuto i miei sentimenti e che non ti ho detto davvero ciò che provavo, e capisco di essere stata una stupida.
Ho bisogno di te.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't let me go.



 
Pezzi di vetro ricoprono il pavimento, una piccola cornice giace a terra con la figura di me. Sento ancora le nostre urla nelle mie orecchie mentre la luna spunta nel cielo e gli occhi si appannano nuovamente. Lascio scivolare le lacrime sul viso, troppo stanca di trattenerle, di nascondere ancora quello che sono, di aver paura di manifestare i miei sentimenti. Tu sei ancora lì, davanti al nostro letto, con una valigia da riempire. So che stai per andare, so che sto perdendo la parte migliore di me, ma continuo a essere troppo orgogliosa per urlartelo, per dire quello che sto provando in questo momento.
Continuo a tenere gli occhi aperti, a guardarti, anche se vorrei tanto chiuderli e non vedere più quella sicurezza nei tuoi gesti che ti stanno portando via da me.
Sto provando così difficilmente a resistere almeno un altri dieci minuti. Il tempo che tu finisca e che prenda l’aereo.
Alla fine è successo quello che mia madre mi ha sempre detto e rinfacciato.

« È un ragazzo che bisogna tenere alla larga, Josie. Sta solo cercando un rimpiazzo momentaneo. Appena troverà il suo posto e la sua vita ti abbandonerà. Non resterà lì con te».

Mia madre me lo ripeteva ogni santa volta e io continuavo a dire che tu saresti rimasto con me e che non mi avresti lasciato per i tuoi interessi, che mi avresti amato.
Volevo colmare quel mio vuoto con la tua presenza, ma tu sei  sempre stato così particolare, così strano. Mi hai sempre tenuto sul filo del rasoio, sempre attenta a non commettere anche il più stupido degli errori. Ogni litigio era una fuga. Una scusa per scappare via dalla realtà e da me.
Voglio solo sapere se mi ami o almeno mai amata. Se quei pomeriggi passati sul divano, a sgranocchiare popcorn e a vedere film mentre ci coccolavamo erano solo delle bugie. Se tu sei davvero come dice mia madre, se a te interessava solo un rimpiazzo momentaneo o se hai pensato almeno una volta ad avermi per sempre al tuo fianco.
Ho il bisogno di stringerti tra le mia braccia e urlarti di non lasciarmi, di non abbandonarmi.
Abbiamo passato tutta la nostra storia con la paura di arrivare ad un livello estremo di legame. Siamo sempre stati distaccati, freddi e raramente affettuosi. Ma appena abbiamo fatto cadere questa nostra maschera siamo stati davvero bene insieme, come una vera coppia. Siamo andati a vivere insieme e ci siamo fidati l’uno dell’altro. Finalmente non mi sentivo più sola. Prima di quel momento sembrava che c’eri solo fisicamente, ma non emotivamente. Che in realtà continuavo a essere sola. Invece poi, ad un tratto, è migliorato tutto.
Eravamo così felici, in sintonia. Fino a qualche giorno fa, quando quel muro è riapparso tra di noi.
E quando ho trovato il coraggio di parlarti, di chiedere spiegazioni, abbiamo litigato.
Presa dalla rabbia ho buttato la cornice a terra, tu hai urlato, hai preso la valigia e hai iniziato a riempirla dicendomi che avevi deciso due giorni prima di andartene e che hai un biglietto per il Canada.
Ed ora hai finito di prendere la tua roba e mi guardi. Uno sguardo di rancore mischiato a dolore.
Continuo a piangere mentre sento il petto chiudersi in una morsa, il fiato corto, le gambe molli e gli occhi bruciare a causa di quelle luci che mi stanno accecando, non ho mai notato come fossero luminose.
Sento la tua valigia venir trascinata sempre più lontano fino ad arrivare alla porta d’ingresso.
Un sospiro e poi la porta sbatte.
Quel rumore si ripete nella mia mente almeno un miliardo di volte.
Mi accascio a terra portandomi le mani nei capelli. Le lacrime continuano a scendere sul mio viso. Nella mia testa momenti di noi appaiono dal nulla. Si ripetono in continuazione sempre più velocemente e credo di impazzire.
Il nostro primo appuntamento, i tuoi occhi verdi maliziosi e misteriosi, i tuoi ricci ribelli e le tue fossette stranamente dolci su un ragazzo così oscuro.
Poi con il tempo hai mostrato la parte migliore di te, i tuoi sorrisi più sinceri, i tuoi baci più significativi.
Il tuo incontro con mia madre poi, quello è stato tragico. E abbiamo anche litigato per questo, ma poi si era risolto tutto.
Sempre freddezza tra di noi.
Sempre quella paura di mostrarti quanto ci tenevo a te.
Mai un ti amo.
E appena te l’ho dichiarato, la settimana scorsa, il muro è risorto tra di noi.
Ti ho urlato contro tutto il dolore che ho provato a causa di quello che era successo e tu hai costruito un muro più forte e doppio di prima.
Penso a tutte le volte che ho trattenuto i miei sentimenti e che non ti ho detto davvero ciò che provavo, e capisco di essere stata una stupida.
Ho bisogno di te.
Mi alzo da terra più determinata che mai, più intimorita che mai.
Senza pensarci più di una volta, corro via. Per la strada mi faccio spazio tra la gente. La città affollata mi impedisce di andare veloce come voglio.
Mi imbuco in un taxi chiamato da un signore e sbatto la portiera ricevendo insulti dall’uomo rimasto a piedi.

«Aeroporto Heathrow, in fretta.» ordino con l’affanno.

Il traffico blocca dopo poco tutte le auto di Londra dirette all’aeroporto procurando caos generale e imprecazioni varie dai ritardatari.

«Ecco, tenga il resto, vado a piedi!» dico lanciando dei soldi al taxista.

Inizio a correre più veloce che mai spintonando e superando ogni ostacolo. Dopo dieci minuti di corsa arrivo alla mia meta, il cuore in gola, le mani sudate e il freddo che penetra nelle mie ossa.
Impreco rendendomi conto che è enorme, più di quanto ricordassi.
Corro e corro ancora da uno dei taxi spunta una chioma riccia, la tua, e sento gelarmi il sangue nelle vene.
Sei lontano e hai un passo molto più veloce del mio.
Corro più velocemente seguendoti in aeroporto, ti perdo di vista e iniziano a scendere lacrime sul mio viso. Non posso perderti. Non puoi lasciarmi.
Le mie gambe vanno ad una velocità assurda, mai fatta prima. Poi eccoti. Stai dando il tuo biglietto ad un’addetta. Improvvisamente sento un’energia percorrermi il corpo e trovo la forza per arrivare da te.
Ancora il cuore in gola, il battito alle stelle e le lacrime sul volto.

«Harry!» urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni mentre la distanza diminuisce.

«Harry!» urlo più forte. Tu ti giri sentendo la mia voce, lo sguardo confuso, gli occhi verdi lucidi. Agito le braccia per farmi notare e corro più forte.
Appena ti raggiugo mi catapulto tra le tue braccia stringendoti così forte da farti soffocare.

«Josie, che ci fai qui?» mi chiedi confuso ma allo stesso tempo vagamente felice.
Inspiro il tuo profumo e passo le mani nei tuoi ricci con cui amo giocare.

«Non ti lascerò andare.» sussurro ansimante. Passa un’istante in cui tu sei immobile. Stupefatto. Forse speravi che io arrivassi. Forse speravi che non ti avrei lasciato andare. Fai cadere la tua valigia e ricambi l’abbraccio affondando il viso nei miei capelli.
Sento il battito del tuo cuore aumentare gradualmente ed unirsi al mio. Il respiro si regolarizza e la confusione intorno a noi scompare.

«Avevo paura,» sussurri con voce tremante, «Paura di amare…paura di farti del male.» continui.
Sento il mio cuore perdere un battito e per un attimo sento le gambe tremarmi.

«La paura più grade, però, è stata quella che tu mi avresti lasciato andare.» poi mi dici facendomi accennare un sorriso.
Ti guardo e non posso fare a meno di notare le lacrime appena uscite dai tuoi occhi. Le asciugo prima che possano rigarti il viso e ti bacio come non ho mai fatto in tutta la mia vita.

«Ti amo.» enuncio passando le mani tra i tuoi capelli. Mi guardi un po’ insicuro e poi sorridi.

«Anche io.» rispondi dandomi un bacio che non posso fare a meno che ricambiare.

Adesso non ho più paura di dimostrare i miei sentimenti, non ho paura di essere troppo impulsiva e non ho paura di tentare.
Se oggi non avessi fatto la pazzia di correre da te, io non avrei mai scoperto la cosa fondamentale della vita: non avere paura di essere ciò che si è.
Continuavo a ripetermi che non volevo farti andare via e solo dopo ho saputo che tu invece continuavi a pensare ‘non lasciarmi andare’.
Grazie a te la mia vita è migliore, o meglio, la nostra vita lo è.
Tu non sei più solo; neanche io lo sono.
Tu non hai più paura; neanche io ne ho più.
Non te ne sei andato; non ti ho lasciato andare.
Mi ami e non hai paura di dirmelo; ti amo e non posso fare a meno di dirtelo.





Spazio della scrittrice xx

Salve pimpe.
Non so come mi è uscita questa cosa qui, ma ascoltavo Don't let me go di Harry Styles e mi è venuta in mente questa schifezza qui.
Lo so, fa pena. Ma volevo condividerla con qualcuno per avere giusto un parere.
Ora devo proprio andare, spero che sia almeno leggibile! 
Un bacione! <3 x

 
 
 
   
 
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