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Autore: babibabi    27/07/2008    2 recensioni
Un piccolo sfogo in una pausa dallo studio. Dovete capire che non è facile preparare un esame con una persona nella stanza accanto che tiene la televisione a tutto volume (pur non avendo problemi di udito) per tutta la giornata (e si mette a fare crisi di vittimismo se provi a chiederle di abbassare un pò il volume). Devo dire che ero leggermente irritata quando ho scritto questa cosa...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gente, la gente

La gente, la gente. Le parole non dette che fanno più male di quelle dette. La gente ipocrita e bastarda. La gente che le parole neanche sa cosa sono. La gente che la bocca la usa solo per passare il tempo. La gente che le cose le fa solo per apparire. Che vuole fare pietà, ma pietà a chi? La gente che sembra fare di tutto per complicarti le cose. Che non aspetta altro che fare il contrario di quello che chiedi. Anche se quello non è poi tanto. Solo un po’ di rispetto. Oh santo cielo, solo un po’ di rispetto. Non è poi tanto non vi sembra. Solo un po’ di rispetto e comprensione. Che tu che sei stanco e hai tanto da fare, tu che hai le tempie che pulsano e gli occhi che bruciano ma ancora tante pagine da studiare non puoi avere un pochino di silenzio. Non è poi chiedere tanto, solo un pochino di silenzio. Ah il silenzio! Che grande cosa! E invece le parole della scienze, le righe nere su foglio bianco, si perdono nel mare delle sciocche telenovele, trattate come se fossero la cosa più importante, come se da queste dipendesse la nostra vita. Che vita...Ma il silenzio? Il suono del silenzio. Quel meraviglioso nulla dove si perdono le parole. Quel nulla senza confini. Quel nulla che non impone nulla. Quel nulla che libera la mente. Quel nulla dal quale può nascere qualcosa. Qualcosa di costruttivo. Con fondamenta solide. Qualcosa che non possa sprofondare nell’abisso delle sciocchezze della televisione. Chissà se quel qualcosa esiste ancora. Ma il rispetto dov’è? Perso nel mare dell’idiozia umana. Oddio quanto odio l’ipocrisia. Quanto odio quelli che impongono le loro idee. Quelli che giocano con la vita delle persone così come se giocassero una partita di calcio. Quanto odio questa società guidata solo dagli interessi personali. Dove non c’è nulla di vero. Dove tutto è falso, falso, falso e marcio fino alle radici. Dove non si fa nulla per niente. Dove si sorride prima di pugnalare alla schiena l’amico di turno. Dove l’unico scopo è davvero quello di poter arrivare a fine giornata, a fine mese, a fine anno, all’inizio dell’anno, a fine mese, a fine giornata, a fine…Fine di cosa? Fine della vita…e poi? Poi nulla. E allora che importa del tuo silenzio, che importa della tua scienza se l’unico scopo è arrivare alla fine. Tanto meglio morire con il cervello spappolato da quegli odiosi reality televisivi, da quei manichini tutti belli e carini che fanno i vip di turno. Tanto meglio adattarsi alla cultura moderna che più che cultura è una coltura di scempiaggini. Ma no… in fondo tanto meglio tornarsene a letto. Tanto meglio fare finta di niente e voltare le spalle alla realtà. Così come hai fatto ieri, così come l’altro ieri, così come hai fatto tutta la vita. Così come continuerai a fare. Perché è l’unico modo per sopravvivere. O ti adatti e ti fai travolgere dalle onde. O chiudi gli occhi e fingi di non vedere gli iceberg sperando di riuscire a scansarti. O per lo meno spera di avere una scialuppa di salvataggio se l’inevitabile alla fine deve accadere. Se alla fine deve accadere…Per il momento io mi aggrappo a queste parole, a questo silenzio centellinato, a qualche sprazzo di poesia nascosto in un tovagliolo di cielo, in una nuvola dalle forme strane, negli occhi innocenti di un cane. Un cane che sa guardarti come se tu fossi la cosa più importante e ha gli occhi dolci e muove la coda. Ci vuole così poco in fondo a dire ti voglio bene. Basta un piccolo movimento della coda. E puoi stare certo che quello è davvero amore.

   
 
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