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La parrucca c'è? Ok, non si sa mai, potrebbe servire.
Chiudo la borsa blu scuro. In realtà mi sono sempre chiesta se fosse blu scuro o nera. A volte pernso seriamente di avere bisogno seriamente di un paio di occhiali. Oppure li hanno bisogno gli altri, è questione di punti di vista.
Me la metto in spalla e mi chiudo la porta di casa alle spalle. Mi incammino verso l'ospedale cittadino.
La squadra di pallavolo dove gioco ha organizzato un giorno dove, chi voleva, andava a fare compagnia ai bambini malati. Io ho accettato subito. Adoro mettere felicità alle persone, infatti sono un po' come il giullare della mia squadra.
Arrivo davanti all'ospedale e mi avvio dentro, dove trovo uno dei organizzatori dell' “evento”. Mi indirizza verso un reparto, dove trovo le mie amiche. Dopo i saluti di routine, entro in una stanza.

Seduta per terra, che gioca con le sue bambole c'è una piccola bambina. Ha i capelli castani mossi e gli occhi azzurri. Mi guarda con curiosità, così, senza ulteriori indugi, mi chino vicino a lei e le porgo la mano «Ciao, io sono Colleen.» le dico cercando di mostrarmi più amichevole possibile «Tu come ti chiami?» sorrido.
«Io sono Elizabeth, ma mi chiamano tutti Els. E non so perchè.» mi dice con voce impastata stringendomi la mano. Sembra ingenua, come è normale che sia, ma non troppo. Quasi come una bambina cresciuta in fretta.
«A cosa giochi?» le chiedo.
«Vorrei far sposare Barbie e Ken, ma non riesco ad infilare il vestito a Barbie.» mi dice mettendomi sotto gli occhi la bambola e il vestito.
«Posso provare a metterglielo?»
«Ok.» mi risponde Els.
«Chi fa il prete però?»
«Mhh, facciamolo fare a lui!» mi porge un cane peluche.
«E' perfetto!» osservo mentre finisco di infilare il vestito alla bambola.

«Vi dichiaro marito e moglie!»
«Oh, finalmente Barbie e Ken si sono sposati!» la sento ridere, e mi si solleva un peso dal cuore.
Guardo l'orologio e mi rattristo; manca solo poco più tempo prima di andare via.
«Cavolo, tra poco devo andare.» alzo lo sguardo verso la bambina.
«No!» dice allungando la “o” finale. Sorrido involontariamente.
«Ti va se parliamo un po'?» lei annuisce.
«Allora.. quanti anni hai Els?»
«Quattro. E tu?» esclama mentre mi fa segno con le dita per indicarmi gli anni.
«Io diciotto.» sorrido mentre lei spalanca la bocca.
«Wow! Sei vecchia!» scoppio a ridere e l'assecondo «Hai proprio ragione!»
«Mio fratello ne ha diciannove invece!»
«Hai un fratello?» chiedo sorpresa.
«Si!»
«Allora poi me lo devi far conoscere!»
«Se ritorni, te lo faccio conoscere.» quella frase mi addolcisce. E' indifesa e ingenua, ma anche sveglia; è tenera, ma anche pungente quando vuole. Dev'essere difficile affezionarsi ad una persona che sta con te solo per poche ore e poi non rivedrai mai più.
«Ritornerò.» sorrido, mentre penso che mi stiano venendo gli occhi lucidi. Poverina. Mi sorride anche lei.
La prendo in braccio e la appoggio sul lettino poco prima di farle il solletico. Scoppia a ridere fragorosamente, e rido anche io, grazie alla sua risata contagiosa.
Ad un certo punto sento un rumore a fianco a me e smetto di fare il solletico a Els mentre mi volto verso il rumore.
E' entrato nella stanza un ragazzo castano e riccio, gli occhi verdi smeraldo, alto e magro. I capelli leggermente verso l'alto a mo' di ciuffo e dei jeans molto stretti.
Dove li ha presi nel reparto donna? Mi viene da ridere al pensiero, mentre Els si è messa a sedere e, avvicinandosi al mio orecchio, mi sussurra: «Lui è mio fratello.»
Mi raddrizzo e gli porgo la mano mentre sto per presentarmi, ma Elizabeth mi precede: «Lei è Colleen, una mia amica!»
Lui mi sorride e si presenta: «Io sono Harry, suo fratello. Ma sicuramente te lo avrà già detto; lo dice a tutti.» sorrido.
«Hai ragione, me l'aveva detto.» mi volto per un attimo verso la bambina e vedo che ci sta guardando, le alzo il pollice mentre le faccio l'occhiolino e lei ride leggermente mentre mi imita.
«Beh, allora Els, ci vediamo domani! Ciao!» calco un po' sulla “o” finale.
Recupero la mia borsa da dove l'avevo poggiata prima e, dopo aver saluato anche Harry mi avvio verso la porta.
Chiudo la porta alle mie spalle sorridendo ancora e dirigendomi verso l'uscita.
Respiro l'aria fresca di Ottobre, mi infilo le cuffie nelle orecchie e prendo l'autobus per tornare a casa.
Penso a Elizabeth mentre la voce di Demi Lovato mi rilassa. Chissà che malattia ha. “Falling Over Me”
finisce e con lei anche il tragitto sull'autobus.

Weilà! Sono tornata con la famosa storia che stavo scrivendo. Ho preso un periodo di pausa perchè avevo un mucchio di cose da fare, non che adesso non ne abbia.
La storia è stata ispirata da una cosa che mi è successa davvero, ma tutto il resto è (naturalmente) inventato. Questo capitolo mi fa leggermente schifo, ma i prossimi sono meglio (spero).
Ce la facciamo ad arrivare ad una recensione per avere il prossimo capitolo?
Dai che questa storia me gusta alquanto.
Ah, dimenticavo, se a qualcuno interessasse (see, come no) ho aperto un profilo di Wattpad dove sto traducendo una storia su Niall.
A me è piaciuta abbastanza, anche se è un po' tanto esagerata in certi punti.
Vabbè che dire passate dal mio twitter e tumblr, ecciao 'bbelli.