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Autore: Akane    27/07/2008    1 recensioni
La vita la lascio fare a voi che io sto bene qui, seduto in riva al fosso ...
Genere: Romantico, Drammatico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEDUTI IN RIVA AL FOSSO
* Ragazzi, ecco la fine di questa storia. Sono contenta di averla finita. Mi piace quando finisco le mie opere perché hanno un capo ed una coda, detesto invece lasciarle incompiute… è come se mio figlio fosse mollato subito dopo averlo fatto nascere! Non si può mica! Ebbene ecco la fine di questa storia. Spero che vi sia piaciuta. Ora mi dedico alle altre che ho in corso, so che sono molte quindi cercherò di fare la brava e non iniziare centociôwuanta nuove. Ma chissà… non si sa mai cosa mi giri per la testa! Grazie mille a chi ha seguito la storia e commentato ed in particolare a: Damynex, Elena Olsen, Sanzina89 e a Parsifal. Auguro buon finale. Baci Akane*

EPILOGO:
CIELI LIMPIDI

La mattina arriva con la luce.”

- For the windows in Paradise – Sufjan Stevens -


Quella giornata era calda.
L'auto ferma nel parcheggio del centro di recupero, aveva due persone vicino; il ragazzo dal fisico atletico vestito in modo da valorizzare il suo bel corpo era appoggiato al veicolo con la portiera aperta, mentre la ragazza vestita immancabilmente di nero era davanti a lui:
- Mi aspetti qua? - Disse Miriam con una domanda retorica, Alex non rispose facendo appena un cenno, ovviamente se poteva evitava di parlare...
Quindi lei si voltò e attraversando il cortile molto lungo, si diresse verso l'edificio davanti a cui Daniele l'aspettava.
E' passato un sacco di tempo da quando si è fatto ricoverare... chissà com'è cambiato, come sta, come prenderà la notizia. Gliela devo dare, è giusto.
Non me la sono sentita di venire da sola però la notizia gliela devo dare io. Spero che non abbia ricadute ma è anche giusto che lo sappia subito, non deve sentirsi preso in giro. Un po' mi dispiace, se si era ridotto a quel modo era principalmente colpa mia, poi quel che ho fatto è stato semplicemente di metterlo in un centro di disintossicazione.
Del resto non sono una che sa sempre esattamente quel che fa, pensando di saperlo ho fatto solo un sacco di danni.
L'ho convinto a chiedere aiuto ad esperti ma non gli ho mai fatto mancare il mio sostegno e la mia presenza, l'ultima volta l'ho avvisato che quando sarei venuta a prenderlo gli avrei dato una notizia importante.
Certo, io ed Alex l'abbiamo deciso da poco ma anche se l'avessimo deciso prima non glielo avrei detto, a Daniele, prima che non fosse pronto e guarito.
Anche se dire guarito non mi sembra appropriato, del resto non so come definire il suo stato.
Aveva bisogno di aiuto ed ora che è stato aiutato e si sente pronto per uscire dalla comunità, è il momento di rimetterlo al mondo.
Spero di non essere troppo brusca ma mi conosco, so che faccio solo un sacco di cagate una dietro l'altra e non c'è niente da fare che rassegnarsi a questa cruda verità.
Il tempo è passato ma non so quanto veramente tutti noi siamo cresciuti. Confido in Daniele, non posso comunque tenergli nascosta la verità.
Ad Alex non importa, per lui posso anche non dirglielo, ma per me importa e faccio quello che voglio.
Quindi... eccolo là.
Seduto sui gradini del centro, davanti alla porta d'ingresso, sta Daniele col suo borsone accanto. Ha i capelli più lunghi, gli arrivano alle spalle ed un filo di barba sul mento che gli dona un aria un po' trascurata e cresciuta al contempo. È solo l'apparenza di trascuratezza poiché in realtà è tutt'altro.
Mi guarda avvicinarmi ed ha un espressione sinceramente contenta e sorridente. Il suo bellissimo sorriso... eccolo là, l'angelo. Mi fermo davanti a lui col fiato sospeso e l'azzurro dei suoi occhi mi da un sollievo non da poco. Sembra un cielo limpido.
- Ciao. - Ha un tono basso ma tranquillo ed un fondo di divertimento, il tono che aveva sempre, prima di tutta questa brutta storia.
E torno a respirare.
Eccolo qua il Daniele faccia d'angelo buffone e solare.
Sta bene, guardandolo negli occhi da vicino e scrutando il suo bellissimo viso delicato me ne rendo conto con una certezza assoluta disarmante.
Sta bene, sta veramente completamente bene, ha finito il suo calvario e qualunque cosa io ora gli dica, non lo turberà.
Sorrido.
Le due persone più importanti della mia vita sono qua, uno davanti a me ed uno dietro di me che mi aspetta. Ho rapporti diversi con loro, uno lo amo come mio uomo, uno come mio amico, ma sono entrambi preziosi ed essenziali.
Volenti o nolenti impareranno a camminare insieme e convivere anch'essi come amici perché non ho intenzione di mollarne uno come ho fatto prima. Non è per non sacrificarmi io ma è per non sacrificare uno di loro due.
Non ci sarà più nessun Daniele che si sentirà solo e abbandonato e che riempirà i suoi buchi nel modo sbagliato.
Nessuno.
Sono stufa di gente in depressione.
È arrivato il momento di vivere come si deve.
- Andiamo, scimmia! - Dico col mio solito tono brusco che usavo sempre con lui.
Ridacchia.
Andiamo che si ricomincia. “
Daniele rimase colpito dal sorriso con cui lo salutò, sapeva che erano rari i sorrisi di Miriam, poi semplicemente si sentì rinato nel momento stesso in cui i suoi occhi si posarono in quelli di lei, pronto e pieno di energie.
Quelle iridi dorate non preoccupate gli erano mancate.
Era il momento di rimettersi in movimento. Dopo che aveva accettato la sua vita non c'era altro da fare che rimettersi in gioco, non aveva paura, sapeva di farcela, si sentiva pronto.
Daniele si alzò tirando su il borsone.
- Hai tutto? - Chiese lei conoscendo la sua testa smemorata.
- Non è che avessi chissà quante robe... -
- Ehi, mica sei povero, scemo! -
- Con te è impossibile montarsi la testa... -
- Se te la montassi crederesti di essere qualcuno che non sei e poi davanti alla cruda realtà ti sentiresti peggio. - La risposta contorta ma effettivamente sensata di Miriam colpì il moro che, anche se lei scherzava, capì il fondo di verità nei suoi modi di fare.
E' questo che mi piace di lei. Non finge, non è capace, quando ci ha provato non ha resistito troppo e stavamo tutti troppo male per andare avanti.
Ci incamminiamo attraversando con calma il cortile, questi sono i passi che mi allontanano dal mondo sicuro in cui sono stato per questi mesi. È una specie di paradiso dove so che al suo interno tutto può andare solo bene. Al di fuori è diverso e lo sai, il fuori non è più un paradiso… si esce non quando non si è più dipendenti ma quando ci si sente pronti ed è diverso.
Ho fatto un lungo viaggio, dalla luce al buio ed ora eccomi di nuovo all’aperto. Il sole mi arriva in faccia ed io non abbsasso il viso, continuo a guardare avanti. Il mio futuro non è con Miriam ma lei non mi chiuderà più la porta in faccia, non sarò più uno strumento per stare bene. E nessuno mi riporterà in fondo.
Nessuno.
È sentirsi in perfetta armonia col mondo esterno, e mondo esterno significa tante cose… significa natura, persone, realtà…
- Allora? – Inizio io incuriosito, la guardo subito per non farmi sfuggire nemmeno un particolare. Tanto so cosa deve dirmi. – Qual è la notizia? Non puoi dirmi che devi dirmi una cosa e poi non dirmi nulla, avanti dimmi tutto! – Come al solito non mi smentisco, non posso semplicemente dire: dimmi tutto. Devo anche sparare un sacco di cazzate distensive.
Lei alza gli occhi al cielo esasperata, è tutto come ai vecchi tempi con una piccola differenza.
Io non dipendo più da lei.
Con la droga mi sono liberato anche di questo attaccamento mostruoso che avevo per lei. Ora lei è lei, io sono io, siamo due persone distinte e questo basta.
- Penso che potrei anche non dirti nulla per torturarti un po’, visto che fai già il bambino stressante! – Risponde malamente lei. Come l’adoro quando parla così, è unica!
Io ridacchio e con una luce divertita nello sguardo le do ancora corda.
- No, dai, non puoi farmi questo, perché sei così crudele? – Mi picchierei da solo per il fastidio che sono capace di infliggere agli altri.
- Non sono crudele, mi disegnano così! – Dice lei facendo il verso a Jessica Rabbit. Bè, non è che lo faccia proprio come lei, prende solo le sue parole… Jessica era un bel po’ diversa quando lo diceva.
Sorrido immaginandola… no, non sarebbe lei. Quindi mi dà uno scappellotto in testa sgridandomi:
- Pervertito! – Capisce subito che me la stavo immaginando nelle vesti della rossa provocante e sexy. Era solo per hobby, non per altro…
- Ma dai, tu provochi! –
- Macchè provoco! È il tuo cervello che è provocato… da un virus incurabile che si chiama scempiaggine! –
- Sei sempre così gentile con me… -
- Mmm! – Un grugnito chiude il nostro simpatico battibecco. Come ai vecchi tempi io allegro e lei musona. Come se non fosse mai cambiato nulla.
Sospiriamo insieme ricordandoli. Ora le cose cambieranno ma sarà sicuramente in meglio, no?
- Ascolta… - Inizia quindi quando il cancello dell’immenso giardino della comunità comincia a vedersi, e quindi si intravede Alex appoggiato alla propria macchina. È seria, finalmente me lo dirà. – Voglio dirtelo io da sola. – Guarda verso il basso. – Io sono incinta di Alex. Ci sposiamo. – Non mi fermo e nemmeno lei si ferma. Sapevo che me l’avrebbe detto in questo modo brusco e diretto, è l’unico modo con cui io l’abbia mai vista parlare. È adorabile.
Non faccio espressioni turbate, né tristi o shockate. Sapevo che doveva dirmi questo e se non si sarebbe sbrigata glielo avrei chiesto io.
A quando le nozze?’
La mia bocca si spiega in un mezzo sorriso di compiacimento e divertimento insieme…
- Sarò io il testimone, vero? – Se non lo dico così lei non me lo chiederebbe mai per paura di essere indelicata… ma lei lo è di natura, quindi non vedo proprio che problemi debba farsi.
È questo suo essere sé stessa fino a questo punto, che mi aiuta a reintegrarmi in questa società che io lo so, mi sembrerà cambiata.
Qua è lei che si ferma e mi osserva titubante e spiazzata. Vuole capire come io l’abbia presa, che modo sia questo, se deve preoccuparsi. L’impensieriva molto la mia reazione, lo so, e voglio che capisca che sono sinceramente colpito e che va bene.
Lei non è mia, è di quel ragazzo che ha sbagliato tanto ma che, a quanto vedo, ora ha saputo recuperare ogni cosa, ed è questo che conta.
Recuperare.
Se non fosse così non ci sarebbe spazio per me.
- Se vuoi a me farebbe piacere… davvero… pochi possono forgiarsi del titolo di amici miei… - Dice quindi dopo un po’ di inebetimento.
- E solo uno può forgiarsi del titolo di fidanzato! – Con ironia le cingo le spalle con un braccio, poi veloce le stampo un bacio sulla fronte. Questo è il mio premio ed il mio modo per tranquillizzarla.
Va tutto bene, lo sai, no?
Rimane a fissarmi stranita, quindi io la precedo sciogliendomi da lei, e allegramente dico:
- Andiamo che il tuo principe azzurro ci aspetta! –
La sento seguirmi quasi subito, ha una buona ripresa. Ha capito che mi va bene e che non deve impensierirsi troppo. È così o non sarei mai uscito dalla comunità.
Le cose sono cambiate e non oso immaginare come cambieranno ancora, come ci rapporteremo io e Alex, come lo faremo io e Miriam o io e tutti quelli che da mesi non vedo più. Non oso immaginare come sarà questa mia nuova vita al di fuori di queste mura sicure, ma affronterò tutto di giorno in giorno con la sicurezza che ne sarò all’altezza.
Di qualunque cosa.
Perché altrimenti non mi capiterebbe.
Non sono solo.
Quel fosso ormai è sotto i miei piedi ed il crepaccio su cui ero seduto prima di cadervi, ormai è sicuro e forte. Non cadrò più.”

L’auto si fermò nel solito parcheggio, sotto quella che ormai era casa loro e che lo sarebbe stata specialmente di lì a qualche mese. Avevano accelerato i tempi per sposarsi prima che la sua pancia si mostrasse troppo e soprattutto prima di far nascere il piccolo, ma avevano avuto comunque quell’intenzione proprio poco prima di apprendere la notizia loro stessi.
L’avevano preso come un segno.
Un ‘si’ dall’alto o da chiunque fosse il regista del loro film.
Dovevano legarsi per la vita e quello era solo un motivo in più per farlo davvero.
Scesero insieme e chiusero l’auto con il comando automatico, dopo di ché si avviarono verso il loro appartamento. Si erano presi entrambi un giorno libero per prendere Daniele dalla comunità e pranzare insieme, avevano parlato molto dei loro progetti e di Daniele stesso. Erano state delle ore divertenti, serie, distensive e intime allo stesso tempo. Erano riusciti ad essere loro stessi e stare bene.
Daniele e Alex non si erano praticamente mai parlati ma si conoscevano da sempre, quella era stata veramente la prima volta che avevano fatto conversazione e per Miriam vederli così senza gelosie o tensioni di mezzo, era stato il regalo più bello.
Erano volate via in fretta quelle ore piacevoli, poi però il moro dalla faccia d’angelo si era fatto accompagnare a casa e loro erano andati alla loro.
Una volta in casa lei si era seduta nel divano alzando i piedi gonfi, mentre lui, in piedi dietro di lei, si era messo a massaggiarle le spalle. Non c’erano ancora i primi segni della gravidanza, l’avevano scoperto da pochissimo ma l’avevano presa bene e l’impazienza di vederla effettivamente gravida con tutti i vari sintomi, era evidente. Come se ora si cullassero in un bellissimo sogno, la realtà sarebbe arrivata con le prime nausee, con le voglie strane e con gli sbalzi d’umore. E con la pancia gonfia.
- L’ha presa bene. – Disse quindi Alex iniziando lui, a sorpresa, l’argomento.
Lei appoggiò la testa su di lui, dietro di sé, e sorridendo pensierosa rispose:
- Già… da un lato ne ero sicura e dall’altra non lo pensavo proprio… -
- Come ti senti? – Chiese quindi lui alludendo al loro amico e al momento in cui glielo aveva detto.
Miriam sospirò.
- Sollevata. – E lui impercettibilmente riprese il suo, di respiro.
Avevo un certo timore, anche se non l’avrei mai ammesso, che potesse essersene pentita. Di qualunque cosa.
Miriam dal di fuori è misteriosa mentre dentro di sé avvengono chissà quali scontri psicologici con sé stessa. È una persona che non lascia mai trapelare cosa pensa o come si senta, per questo frega gli altri e non sanno mai come prenderla.
Però ora che l’ho scoperta non potrei più farne a meno.
Non è una dipendenza e nemmeno un bisogno di lei. È solo un semplice sentimento.
Io la amo e voglio stare con lei ed ora come ora lo voglio per tutta la vita.
Non so se sarà veramente per tutta la vita ma ciò che cresce in lei è la testimonianza di quanto io ora provi questo sentimento.
Ne sono veramente convinto, adesso non ho dubbi e mi sento di dire che mai ne avrò. In realtà non posso saperlo, razionalmente me ne rendo conto, ma impulsivamente lo dico e lo dirò finché vorrò.
Miriam è mia ed io la amo.
Sarà così finché vivrò io stesso.
Poi chissà… la vita assume sfumature assurde che in certi momenti non penseremmo mai.
Quando eravamo piccoli non avrei mai detto che sarei finito col sposarmi con lei, la snobbavo quasi… la vedevo timida e anonima, invece poi… invece poi altro non era che un mistero vivente. Questo mistero mi si è rivelato grazie a Daniele e non gli volterò mai le spalle, nel mio possibile.
Gli devo molto, in questo senso.
Ora lei è qua, con me, fra le mie mani, e penso che impazzirei se non potessi averla.
Come mi stava succedendo.
Ora sto bene.
Quel momento di depressione nera è lontano, ero anche convinto di non sapere amare, mi davo un sacco di scuse per non stare con lei e non avvicinarla.
Quando l’ho rifiutata ero in un momento di crisi sentimentale, non volevo più avere storie, ero stufo… però poi non sono riuscito a staccarle gli occhi di dosso fino a perdere comunque la testa per lei.
L’ho fatta soffrire ed ora questa sua felicità la sento come sento la sua pelle sotto le mie dita, mentre la massaggio.
Potrei stare così tutta la vita.
Quel fosso ormai non c’è più ed è grazie a lei.
Smetto di massaggiarla e mi abbasso circondandola da dietro, così come siamo messi. Lei si appoggia sulla mia spalla e si lascia fare mentre io cerco le sue labbra morbide girandole il volto.
Semplicemente la amo.
Non serve dire altro.
Non vedo l’ora di sposarla e farla mia davanti a Dio.
Giurando per l’eternità, testimonianza concreta e sincera di quanto io ora provi davvero questo amore che sa di infinito.
Trovo la sua bocca e posando la mia sulla sua, mormoro a fior di labbra:
- Ti amo. – Lei sorride appena, adoro quando lo fa, significa che è felice. Sorride solo in questi casi ed anche se ci stiamo baciano o facciamo l’amore lei lo fa. Se è felice sorride.
Ora sorride.
- Ti amo anche io… - Sussurra a sua volta.
E così, finalmente, le nubi si sono diradate.
Alzo gli occhi della mente e lo faccio con lei e so che da qualche parte lo sta facendo anche Daniele… ecco cosa c’è lassù, infine.
Un immensità di cieli limpidi.”

Alla fin fine ecco cosa rimane, dopo un enorme fosso, la sua riva ed il suo buio.
Se hai il coraggio di viverlo fino in fondo e chiedere aiuto, altro non c’è che un infinito prato verde, un vento fresco, il sole caldo e il cielo sgombro di nubi.
Nessun fosso nuovo, poiché dopo la notte il giorno arriva sempre.
Poiché dopo la pioggia e la tempesta arriva di sicuro solo una cosa.
Il cielo limpido.
Prima o poi arriva.
Sempre.

   
 
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