10 ottobre 1988
8° mese
Ore 17:12
Sai, quando scrivo penso molto a te.
A te e a me, insieme. Penso a tutto ciò che abbiamo passato.
E nonostante io cerchi di ricordarmi ogni particolare, ho sempre la sensazione di dimenticare qualcosa.
La vita è come un foglio bianco.
La mia è un foglio strappato dalla solitudine.
Qualcosa di importante o no, questo non lo so, ma sento un buco dentro la memoria, qualcosa che è successo, a me, a te o a noi due insieme, ma non riesco proprio a ricordarla.
Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali.
Forse sono una persona maledetta. Ripudiata da Dio dalla nascita, priva di fede e umanità.
Forse sono nata soltanto per vivere quel momento, progettato ormai in ogni minimo dettaglio.
Il giorno della nascita e della morte si avvicina sempre più.
La mia mano si sta lentamente fermando, non riesco più a scrivere molto.
Per questo, quando lo faccio, penso a te.
Ci imponiamo di non aspettarci niente, ma nel cuore in realtà la speranza non si spegne mai.
Le mie forze mi stanno abbandonando.
Sento il mio corpo spezzarsi, piegarsi lentamente verso qualcosa di indefinito.
So che non vivrò ancora a lungo.
Ma nessuno saprà nulla. Non adesso.
Non saprà mai nessuno.