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Autore: giuggi_89    12/05/2014    2 recensioni
Dal terzo capitolo: "...Con gli occhi socchiusi cercai di vedere qualcosa e lo vidi mentre si toglieva la t-shirt, era dalla mia parte del letto e mi dava le spalle, con un gesto si sfilò la maglia dall’alto e vidi le sue spalle muscolose, era tonico, la pelle sembrava liscia, ancora abbronzata; altri tatuaggi erano presenti sulla sua schiena, in basso a destra vicino ai fianchi c’era una tribale simile a quello che aveva sul braccio e che prendeva tutta la spalla sinistra, sotto il collo vi era una scritta
‘Don't find fault, find a remedy’. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua schiena, ma decise che evidentemente non era abbastanza: si sfilò i pantaloni e mi voltai ancora; non avrei potuto reggere altro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Cap. 9 Magdalene again

 

"Signorina Astor Miller ci sono dei pacchi per lei qua sotto."

Era sabato mattina e finalmente erano arrivate le mie cose da NY, il custode del dormitorio mi chiamò e scesi di corsa. Arrivai all' ingresso e non mi ricordai quanto fossero grosse, come diavolo avrei potuto portarle su? Controllai la situazione e non avevo alternativa che non trascinarmele dietro sulle scale. Il custode si offrì di aiutarmi ma lo ringrazia e rifiutai. Inizia a trascinarne una ma era pesantissima sorrisi ripensando a come dovevo essere incazzata a casa dei miei per non sentire quanto erano dannatamente pesanti. Spinsi il primo gradino e mi fermai a respirare,considerando che ne dovevo fare almeno una trentina ero a buon punto. Spinsi e mi uscii dalla bocca un ringhio. Mi osservai in giro e fortunatamente non c era nessuno. Presi il telefono e chiamai rinforzi. Hay non mi aveva chiesto niente di New York, aveva capito che non era stata una bella avventura, e le fui grata, dovevo ancora riuscire a rielaborare tutto da sola il fatto che mia madre e Sophie avessero fatto quelle cose e che mio padre sarebbe intervenuto ancora nella mia vita a fine semestre. Non dovevo permetterglielo.

 "Hay, ho un problema abbastanza enorme, dove sei? Puoi venire ad aiutarmi?”

“Sto arrivando al dormitorio, due minuti"

Riattaccai e riuscii a salire ancora qualche gradino, tirai ancora la maniglia della valigia e successe quello che non doveva succedere, quintali di vestiti, non mi ricordavo di avercene fatti stare così tanti, esplosero nelle scale. Alzai la testa al soffitto e sospirai sconfitta, la sfiga non mi abbandonerà mai.

“Cazzo”

Cercai di infilare gli abiti all’interno di quello che rimaneva della valigia provai a chiuderla saltellandoci sopra, ma niente di fatto allora mi ci sedetti sopra sconsolata.

“Sei proprio una stronza”

“Al massimo mi dicono di essere uno stronzo

Mi voltai verso l’ingresso e Noah era in piedi alla porta che mi osservava divertito.

“Da quanto sei qui?”

“Giusto il tempo di vederti saltellare, sei illegale con quei jeans Maky

Cosa stava succedendo? Mi stava sorridendo? Stava scherzando con me?

“Io…” Non riuscivo a parlare “che ci fai qui Noah?”

“Quella sfigata di Hay si è dimenticata qualcosa a casa mia, ormai eravamo qui e mi ha chiesto di venire a vedere di cosa avevi bisogno”

“L’ha fatto apposta”

“Ne sono convinto anche io”

Sorrideva, sorrideva come prima.

Maky, io devo chiederti scusa, sono stato un  po’ precipitoso, cioè io… tu... non so”

Sorrisi anche io, era il suo modo per dirmi che aveva capito , lo apprezzavo.

“Devo chiederti anche io scusa, non dovevo mentirti”

Mi alzai verso di lui, e la valigia esplose ancora, mi voltai e abbassai le spalle, ma proprio adesso cazzo! Tornai alla valigia e le tirai un calcio.

“Wow”

Lanciai un’occhiata di fuoco a Noah e iniziai  a raccogliere qualcosa, lo sentii affiancarsi e iniziò ad aiutarmi, volevo voltarmi e guardarlo, iniziai ad arrossire, il respiro mi si fece più pesante, anche dopo questo tempo lontani solo la sua presenza mi faceva vibrare, e lui, lo stronzo lo sapeva bene. Si vece sempre più vicino, sentivo il suo fiato vicino al mio viso, sentivo il suo profumo, iniziai a tremare e muovere nervosamente una gamba, volevo baciarlo, volevo che mi baciasse qui, sulle scale con in mano un mio reggiseno. Scusa? Lo osservai bene e lo vidi controllare il pezzo del mio guardaroba intimo che aveva in mano.

Noah!”

Gli strappai il pezzo dalle mani e lo misi in tasca, controllai se c’era altro ma fortunatamente era rimasto nella valigia. Penso che un colore più rosso del mio viso non esisteva ancora nella tavolozza dei colori, mi trattenei a forza per non ridere, tutto ciò era davvero assurdo, fino a due ore fa pensavo a lui e al fatto che fosse così vicino ma così distante e ora lo ritrovavo tra i miei vestiti. Ma avevo imparato: con lui era così.

“Continuo a preferire quello rosa”

Mi sussurrò abbastanza vicino per farmi davvero cedere le gambe, mi aggrappai a lui per non cadere dal gradino e fu un attimo, le mie mani sulle sue braccia, le sue sui miei fianchi, i miei occhi di nuovo nei suoi, quel blu non era più freddo era tornato quel blu che riusciva a scaldarmi.  Mi avvicinai e appoggiai la testa al suo petto, strinse la presa e quel goffo incontro divenne un abbraccio, l’abbraccio più tenero che qualcuno mi avesse mai fatto,respirai ancora il suo profumo e mi sentii a casa, lui era davvero il mio rimedio, ero tornata a New York convinta di tornare a casa, ma ormai la mia casa era a Boston, lui era la mia casa, e non potevo non ammettere più a me stessa che lo amavo, amavo il suo profumo, il suo tocco, il suo sorriso, il modo in cui mi faceva sentire viva. Una lacrima scivolò sulle mie guance e gli bagnai la felpa dell’università che indossava, se ne accorse e strinse ancora più l’abbraccio, altre lacrime e il suo abbraccio più stretto, e mi sentii in pace. Alzai il viso e incontrai ancora i suoi occhi sorridenti, portò una mano sul mio viso e mi asciugò la lacrima che solcava il mio volto.

Maky

Sorrisi anche io e portai le mani al suo collo, mi alzai in punta di piedi e strofinai la mia guancia sulla sua, il mio naso toccò il suo, il suo respiro si confuse con il mio; chiusi gli occhi e mi rilassai, la sua mano raggiunse le mie labbra e ne percorse il profilo con un dito, mi morsi il labbro che aveva appena toccato e lo sentii mugolare, dai Noah, baciami, ti prego. Mi avvicinai ancora una gamba si incastrò tra le sue, appoggiò la fronte alla mia e le sue labbra sfiorarono inesorabili le mie, tutto ciò era assurdamente, pazzescamente eccitante, non avevo mai provato nulla di genere, un trasporto così totale, un’attesa di un bacio così agognata, lo sentii indugiare ancora e per la prima volta con lui presi io l’iniziativa. Appoggiai le mie labbra alle sue, aspettai che mi ricambiasse ma lo sentii irrigidirsi, aprii gli occhi e mi staccai, era troppo presto, e io ero troppo stupida.

Noah
La nostra conversazione era ferma a ripetere i nostri nomi. Lo osservai, stringeva i pugni, era nervoso, agitato, spaventato. Cosa avevo combinato ancora?

Makayla, andiamo piano ti prego”

Annuii e ritornai ad ammucchiare i vestiti. Cosa voleva dirmi? Che voleva riprovarci con me, ma voleva che rallentassimo? Un ragazzo come lui che rinuncia ad un bacio? Non capivo.

“Rallenta”

Mi prese un polso e lo strinse, alzai il viso e lessi dubbi e ansia anche in lui.

“Ci sono parecchie cose che devo, dobbiamo sistemare, possiamo essere amici? Per me sei importante”

Amici? Due amici non soffrono come noi, due amici non si desiderano come noi. Ma cosa potevo dire? La situazione era stata difficile, e per lui non era cambiato nulla, io avevo iniziato a fare chiarezza nella mia vita, ma la sua era comunque stata danneggiata,  cosa pensavo di poter fare?

“OK”

Dovevo accettare le sue condizioni, ma a modo mio. Un lampo di pazzia attraversò la mia mente: mi voleva come amica? Che problema c’era, avrei fatto del mio peggio per essere sua amica, prima però doveva sapere del mio viaggio a NY e dovevamo riniziare insieme da amici senza più il passato pronto ad allontanarci.

“Va bene Noah” dissi con più convinzione “amico, aiutami a mettere in ordine questo casino

Sorrise e portò senza fatica le altre due valigie in stanza mentre io mi occupai di prendere tutto quello che era finito a terra, con quattro viaggi riuscimmo a portare tutto in camera.

“Ora mi spieghi dove hai intenzione di mettere tutta questa roba”

Osservammo le valigie e il piccolo armadio infondo alla stanza, lo aprii e dentro metà era già pieno. Mi portai le mani sulla testa, non avevo pensato a questo piccolo particolare.

“Se vuoi puoi scegliere cosa tenere qui e il resto lo portiamo da me, ho un armadio enorme”

“Amici” gli ripetei alzando gli occhi.

Sorrise, si avvicinò e mi diede una pacca sul sedere, scattai in avanti e mi massaggia dove mi aveva colpito.
“Sei pazzo?”

“Amici” ripetè con il mio tono di prima.

“Gli amici si schiaffeggiano il sedere?”

“Non lo so, io sono un amico un po’… unico”

Alzai gli occhi al cielo e sorrisi.

 

 

Maky ti prego basta vestiti, ma quanti cazzo ne hai”

In effetti un po’”

Noah era stato l’intero pomeriggio con me e mi aveva aiutato a decidere quali abiti tenere qui e quali portare da lui, avevo fatto anche una divisione ulteriore per lasciarne un po’ anche a Hay, che, me l’avrebbe pagata cara, ancora non si era fatta vedere.

“Dai le scarpe no, va bene tutto, ma io non posso resistere, ho detto che voglio essere tuo amico, non il tuo amico gay, ti prego, pietà”

Era coricato sul mio letto e mi implorò, sorrisi e chiusi il resto nelle valigie, ci avrei pensato dopo; avevamo parlato del più e del meno, mi aveva chiesto di algebra ma c’erano cose che dovevamo chiarire ed era arrivato il momento; mi sedetti sul letto dai suoi piedi e lui si tirò su.

Ma se, da buoni amici, parlassimo di tutto quello che ci è successo ultimamente?”

Provai a chiedergli, lo sentii muoversi e poi rilassarsi.

“Sono qui, dimmi”       

“La devo prendere larga o posso arrivare direttamente alle conclusioni?”

Mi guardò con fare interrogativo, sogghignò.

“Parti da Magdalene

Ok. Respirai e iniziai a raccontargli la mia vita a New York, gli raccontai i miei trascorsi da It-girl scalmanata, rise e si rilassò ad ascoltare la mia storia, mi accorsi che lui mi aveva raccontato molto di lui e della sua vita mentre di me davvero non sapeva nulla. Gli raccontai dei miei genitori, ma per ora evitai Sophie, gli raccontai del nonno Astor e mi commossi, si avvicinò e mi prese la mano, strinse e continuai, gli raccontai gli anni  del liceo, della mia vita da ragazzina viziata, e poi arrivai a Sophie, si irrigidì ancora mentre gli dicevo del mio rapporto con mia sorella.

“Io non sapevo niente della sua vita, la vedevo ogni tanto su appuntamento, ma il problema era che a me della sua vita non mi interessava particolarmente”

Dirlo a voce alta  era drammatico.

“E poi martedì sono tornata a New York e ho cercato di mettere la parola fine al mio passato, ma sono riuscita a combinare solo casini. Sono andata da Sophie…” respirai “Ho visto tuo padre, sono impazzita e ho urlato male parole a tutti e due e poi come al mio solito sono scappata”.

Alzai gli occhi e lo osservai, era immobile.

“Vai avanti

“Sono tornata a casa dai miei e ho discusso anche con loro, mia madre giustificava il comportamento di Sophie, anzi è stata lei a convincerla a fare quello che ha fatto, Noah mia madre..

“Dai, Maky continua dai

Cercò di sorridermi e continuai a raccontargli, ancora lacrime, ancora lacrime per loro che non ne meritano.

“Mia madre ha detto e fatto cose indicibili, mio padre poi è intervenuto ed è solo stato in grado di dirmi che sapeva benissimo che sono ad Harvard e che se non porto bei voti al primo semestre interverrà, il mio passato non vuole mollarmi ma io ho un piano. Ho praticamente svuotato camera mia, io non torno più a NY e per la media, fino ad ora posso stare tranquilla, ma se per caso mio padre si fa vivo, mi dovrò spostare ancora, non voglio il suo controllo, non voglio avere più a che fare con loro.” Piansi ancora.

“Poi prima di ripartire sono ripassata da Sophie, mi ha chiesto di te, ma non ho risposto, non le deve interessare, le ho detto che le cose si possono sempre aggiustare, era sconvolta, sapeva che tu eri ad Harvard e mi ha aiutata a venire qui, voleva che ti trovassi, voleva che sapessi, ma non riusciva a dirmelo, era un tentativo davvero mal riuscito di riavere notizie di te”

“Grazie per non avergli detto niente” mi strinse ancora la mano e incrociò le mie dita con le sue.

“Ho urlato il tuo nome davanti a tuo padre, è sbiancato

“Non mi interessa di lui”

Annuii e rimasi in silenzio, lo sentii respirare con foga.

Makyala, apprezzo quello che hai fatto”

Noah, io l’ho fatto per me, dovevo sapere e dovevo chiudere

“Stai soffrendo”

“Sono sempre la mia famiglia, ma come dicevi tu, tu hai perso di più

“Non è una gara Makyripetè quello che gli avevo detto quando era tornato in camera mia dopo l scoperta della mia identità.

Sorrisi e mi alzai, mi avvicinai allo specchio e controllai il mascara colato su tutto il mio viso, nello specchio vidi riflesso il suo viso sorridente e timoroso avvicinarsi, mi abbraccio alla spalle e appoggiò il suo viso al mio collo.

“Grazie”

Noah, io ti ho solo fatto soffrire ancora per una storia vecchia

“Non è vecchia, purtroppo” Sogghignò “Quindi hai fatto incazzare il grande Edward Clark?”
“Direi di si”

“Non è da tutti, ma tu non sei come gli altri

“L’unica nota positiva di essere nata a New York è la mia arroganza

“Beh non solo”

Mi osservò dallo specchio, i suoi occhi scivolarono su di me, c’era tutto tranne che amicizia nel suo sguardo; cercai di divincolarmi dalla sua presa ma era come avere un muro alle spalle.

Noah

Maky

Ancora solo i nomi, certo che non eravamo grandi oratori.

Avvicinò di nuovo il viso al mio e chiusi gli occhi, sentii ancora il suo respiro sul mio collo e vi appoggiò le labbra, mi baciò diversi punti del collo e un lamento uscii dalle mie labbra, che gioco stava facendo? Staccò le sue labbra e mi fece girare, mi alzò e mi sedette con una mossa sul mobiletto sotto lo specchio, il mio viso era alla sua altezza, appoggiò ancora la fronte alla mia e chiudemmo entrambi gli occhi.

Sei andata fino a New York per me Magdalene Makayla Astor Miller, sei andata per me, per noi; hai fatto qualcosa per te, ma so benissimo che sei partita per me. Ti ho visto quel giorno scappare dalla biblioteca, era gelosia, ero con un’altra, volevi un’altra possibilità con me e dovevi dimostrarmi qualcosa, ma io sapevo già che tu non eri come loro, ero solo arrabbiato e deluso, volevo aver chiuso quel capitolo, ma come dici anche tu il passato ti trova sempre.” Mi guardò negli occhi e continuò “ Non ti posso dire niente ora, sono ancora ferito, ma il fatto che sono qui, con te, che siamo qui, insieme e sto così bene per me è tanto 

Mi abbracciò ancora e lo strinsi a me, aveva ragione, potevamo farcela insieme.

 

Hay si fece viva dopo un’altra ora, aveva una voce strana al telefono come se aspettasse la mia incazzatura o altro, ma al sentirmi stranamente tranquilla la sentii respirare normalmente, le dissi che appena tornata al dormitorio avrebbe trovato delle cose per lei, e iniziò a farmi duemila domande per sapere cosa c’era, risi e Noah sentendola urlare rise con me, era ancora qui, sul mio letto, aveva detto che  se non volevamo il signor Astor tra i piedi doveva riprendere a fare il mio tutor, prima che ci pensasse qualcun altro, voleva essere mio amico no? Gli avevo raccontato dei tentativi di Matt,  e il solito comportamento da uomo alfa si era di nuovo incaricato mio tutor. Questa cosa dell’essere amici era appena iniziata ma era davvero divertente, avevo iniziato subito a metterlo in crisi su ogni argomento più spinoso, e lui aveva reagito prima con fastidio ma poi aveva capito che stavo giocando e aveva iniziato a giocare con me. Eravamo di  nuovo in sintonia, forse come non eravamo mai stati mossi da quella passione che  ancora oggi ci tiene insieme. Più di una volta lo osservai mentre mi fissava, ma spostava immediatamente lo sguardo. Era possibile che dopo un periodo di nulla due persone possano ricominciare meglio di prima? Ero incredula e felice.

“Signorina, è con me? Gli integrali non si risolvono pensando a quanto è bello il tutor

Alzai gli occhi al cielo e li riportai sul quaderno di algebra.

“Basta Noah, ti prego, pietà”

Un’ora di algebra era più che sufficiente per me, per l’intera umanità forse.

“Ti va di andare da me così metti apposto quel casino?”

Indicò la pila di abiti senza dimora che risiedevano ai piedi del mio letto

"Si ma gli altri?"

"Si ma il problema?"

Disse prendendomi in giro come ogni volta. E in effetti non seppi cosa rispondere. Alzò le spalle mimando un 'ho ragione io' , si alzò e prese una valigia vuota e la riempì con gli abiti sul letto trattandoli come stracci, Dio perdonalo perchè non sa quanto costa un Dolce&Gabbana. Dopo avermi rovinato tutti gli abiti prese la sacca e andò dalla porta, mi fece segno di seguirlo e uscimmo.

"Cazzo!"

Lasciò cadere la borsa. Ci risiamo, mi trattenni dal piangere e lo guardai farneticare da solo.

"Che c'è?"

"L auto ce l ha Hay" Uomini così ottusi.

"Camminare?" Mi guardò sorridendo.

"Dio sentire dire ad una donna di camminare é meglio di un..."

"Ciao Noah!"

E iniziai a correre, stava per dire una battuta volgarissima e va bene amici ma sono sempre una ragazza! Sentii dei passi dietro di me e ripensai a quel giorno in cui mi diede il primo bacio, rallentai e lo aspettai.

"Quindi questa cosa dello scappare ti piace proprio"

"Beh tu però mi prendi sempre"

Ops. Mi voltai a guardarlo.

"Senza doppi sensi Noah"

Scoppiammo a ridere e camminammo verso casa dei ragazzi.

Fu come se non fui mai scappata, entrai e l'accogliente casino mi strappò un sorriso, mi trattenni dall'abbracciare Noah, ero davvero felice. Adam e Caleb erano seduti sul divano e si voltarono verso di noi, Adam sgranò gli occhi e riguardò Noah, poi guardò la valigia e poi riguardò me.

"Sono solo vestiti, non stanno al dormitorio"

Cercai di spiegare la situazione prima che l'ansia si impadronisse completamente di me.

"Calma Maky, bentornata tra noi"

Caleb mi lanciò un sorriso e mi rilassai.

“Giochi con noi?"

Adam mi fece cenno di sedersi con loro e giocare al videogame ma indicai il piano di sopra, sbuffarono e ritornarono a urlare alla tv. Non avevo più visto nemmeno David da quel giorno e non avevo voglia di affrontarlo ora, mi guardai in giro in cerca di indizi sulla sua presenza e Noah si avvicinò al mio orecchio. David è fuori per qualche giorno"

"Grazie"

Sorrise e indicò il divano.

“Tesoro, non ti offendere ma io altri vestiti basta, ti porto su la valigia e poi vengo a sedermi qui."

"Sai che fatica"

"Sono già stanco"

Sorrisi ancora e gli indicai la strada per il piano superiore, riprese la sacca e salii le scale, Magdalene non farlo, i miei occhi si posarono inevitabilmente sul suo sedere, i jeans fasciavano alla perfezione i muscoli tesi, pensai che non avrei potuto diventare ancora piú rossa in visi ma mi sbagliavo, ogni volta era peggio.

"Maky stai pensando al mio lato b?”

Follia.

"Scusa?"

Chiesi calmando il rossore.

"Mi sento violato nella mia intimità...tu mi guardi come un oggetto"

Schioccai un'occhiata diffidente.

"Hai ripreso con la droga? Fatti aiutare Noah, ne puoi uscire"

"Dio, Maky... Tu...mi... A me.." respirò "mi sei mancata, cazzo"

"Questo non ti esula da fare un test anti stupefacenti"

Scrollò la testa e sorrise e aprii la porta della camera, i pensieri tornarono a quella domenica insieme, alla notte abbracciata e mi sentii di nuovo bene, eravamo amici ma almeno eravamo insieme.

"Sono felice tu sia tornata qui"

Noah interpretò giustamente i miei pensieri , anche i suoi occhi descrivevano come ci stavamo sentendo entrambi erano accesi, luminosi e io mi sentivo cosi con lui.

"Anche io Noah"

Si avvicinò all'armadio e aprii due ante infondo verso la finestra.

"Sono tutte tue"

Mi trattenni dal rispondere altro. Mi avvicinai a lui e gli lascia un bacio sulla guancia, indugiai un po' di più con le labbra e lo sentii sciogliersi e poi allontanarsi.

"Ti aspetto giù" e chiuse la porta senza guardarmi.

Inizia a liberare i miei abiti dalla costrizione della valigia e a cercare di stirarli con le mani il più possibile, avevo deciso con Noah di portare qua da lui i vestiti più leggeri e troppo formali per la vita da campus, come tutti i vestiti da sera che avevo preso, dovevo essere proprio incazzata per prendere anche questi pensai osservando due abiti: uno lungo e trasparente azzurro un Elie Saab che mi avevano regalato per i miei diciott’anni e un altro rosso, un Valentino che avevo voluto a tutti i costi e che avevo usato ad una cena di beneficienza di mio nonno. Sorrisi e li appesi alla gruccia, no, erano comunque un mio pezzo di vita e li volevo con me e poi diciamolo sono due abiti da urlo! Sistemai il primo nell'armadio e sentii come squittire alle mie spalle.

"Dimmi che non è quello che sembra"

Hay era alla porta con un'espressione strana sul volto, stava pensando che mi stavo traferendo da Noah??

"Hay, no guarda! Noah mi presta solo il suo armadio"

"Ma non mi interessa Noah, dimmi che è un Elie Saab"

Donne, siamo tutte uguali. Annuii e la vidi saltellare dalla gioia.

"Posso toccarlo?"

Scoppiai a ridere e le dissi di provarlo ma rifiutò raccontandomi una storia assurda sul fatto che meraviglie del genere non si possono condividere. Mi aiutò a sistemare il resto e per evitare malintesi le raccontai della richiesta di Noah di restare amici, fece ancora quell'espressione assurda e scettica mi disse che non sarebbe durata.

"Voi pensate di far meglio, volete evitare di soffrire ancora ma siete talmente ciechi da non capire che così è ancora peggio."

"Forse hai ragione, ma non posso pretendere di più, ho combinato un casino"

"Basta darti le colpe Maky! Tu hai omesso solo il tuo cognome, anche per colpa mia, non hai fatto niente tranne essere stata te stessa. Non sapevi nulla e non puoi pensare di avergli rovinato la vita, non trattarlo come se dovessi salvarlo, lui ha bisogno solo di essere libero dai senso di abbandono che continua a portarsi dietro ma sei tu provi pena per lui non lo aiuti" Diretta. Precisa.

"Non è pena Hay, prima quando me lo sono trovato davanti non era pena te lo assicuro"

"Lo immagino! Te l ho mandato perchè oggi era davvero figo e volevo condividere"

"Sei un'amica"

"La migliore, comunque Maky, pensaci bene, secondo me questa cosa degli amici vi scapperà di mano senza nemmeno che te ne accorga"

"Lo penso anche io, ma lui vuole cosi"

"E tu cosa vuoi?" Il domandone.

"Io...non voglio essere sua amica"

"Allora diglielo!" No.

"Hay, io prima ci ho provato! Ma lui è scappato!"

"Testa di cazzo"

Mi sedetti sul letto e Hay mi seguì.

"Hay, io mi sono innamorata come non mi è mai successo, oggi l'ho visto e mi è sembrato di non averlo mai lasciato. Non posso salvarlo ma lui ha salvato me, senza di lui non avrei mai trovato la forza di dire basta definitivo ai miei. Ma capisco che io ho aperto una ferita in lui e sta a lui decidere come comportarsi, io posso solo cercare di esserci se avrà bisogno di me"

Scosse la testa.

"Non vuole una badante, vuole te che gli rispondi, che hai sempre da dirgli, che non lo tratti come una qualunque che conosce la sua storia." Continuò ancora "se sa che te l’ho detto mi ammazza. Quando ha scoperto di te è venuto a cercarmi, mi ha chiesto perchè vi avevo avvicinati se sapevo, gli ho risposto che non mi interessava chi fossi tu ma per me era abbastanza il fatto che lui fosse felice. Se ne era andato incazzato, ovviamente, vi siete rivisti ed è andata ancora peggio, è tornato da me e mi ha chiesto cosa doveva fare gli ho ripetuto solo di essere felice e l ho mandato in confusione ancora di più. Mentre tu volavi a New York ha guidato verso casa tutta la notte. É andato da sua madre e da Nora, voleva convincersi che solo loro fossero la sua unica felicità ma sua madre deve avergli detto qualcosa ed ora eccovi qui. Lui ti ha detto cosa provava in un momento di rabbia, ti ama è chiaro, e tu ami lui: diglielo e fatela finita, oppure..." alzò gli occhi e incrociò i miei.. .La sua testa stava elaborando qualcosa.

 "Oppure?" la incalzai.

"Ti fidi di me?"

"Ho scelta?"                                                                            

"Sapevo che ci saremmo capite!"

Niente panico. No. Troppo panico. Hailey si alzò e si diresse verso la mia borsa frugò e prese il mio telefono, iniziò a schiacciare tasti.

"Che fai?" Le chiesi ma ovviamente non rispose. Mi avvicinai e le strappai il telefono dalle mani ma un sorriso vittorioso apparve sul suo viso.

"Accelero solo un po’ le cose"

La bustina dei messaggi indicava che ne era stato inviato uno, andai tra quelli inviati e lessi.

Ciao! Stasera vado alla pub McAndy, c 'è una festa, sono con alcuni amici, ci raggiungi?

Era inviato a Matt.

"Hay ma sei impazzita?"

"No conosco solo troppo bene quello sfigato di sotto. Preparati ci sarà da ridere!"

"Ma non mi va di usare Matt!"

"Non mi dire che Magdalene non ha mai fatto giochetti subdoli a Manhattan!"

"Sento puzza di Gossip Girl"

"Dovresti imparare da Blair e Serena!" Alzai gli occhi al cielo

"Dai Maky, non ci credo che tu non abbia mai tramato niente"

Ripensai alla mia vita, ero talmente vuota e viziata che avevo tutto quello che volevo senza aver bisogno nemmeno di architettare piani alla Blair Warldorf.

"Veramente no"

"Noiosa" Sorrisi.

"Comunque questo tuo piano kamikaze non mi piace, scrivo a Matt che è saltato tutto. E poi io non ci vengo alla festa!"

"Peccato, Noah ci porta Amber."

Sgranai gli occhi.

"La mora della biblioteca"

Come? Che senso aveva tutta questa storia? Siamo amici ok, ma io pensavo amici esclusivi. Ok. Forse non avevo capito niente.

"Hay lui ha detto che prova ancora qualcosa per me!"

"Tesoro, è Noah, le brutte abitudini non muoiono"

Continuavo a non capire.

"Brutte abitudini?"

"Ma sto scherzando! Sta facendo la stessa tattica tua"

"Tua se mai"

"Pignola! Comunque quando l'hai visto in biblioteca con quella tipa ha detto che ti sei ingelosita, lo fa apposta, non pensare che sia tanto intelligente perchè non lo è."

"E dovrei non usare intelligenza nemmeno io?"

Questa storia aveva davvero dell'assurdo.

"No, una donna che gioca è diverso"

"Ma nel New Yersey cosa vi insegnano?"

Rise e mi guardò.

"Maky, dai hai fatto la dura e non è servito hai iniziato a volere Noah dal primo momento che lo hai visto, è scoppiato il casino e lo vuoi più di prima, fidati di me?"

"Mi hai già detto di non avere scelta vero?"

Strizzò l'occhio e scoppiò a ridere fragorosamente.

"Siete solo due stupidi"

Annuii sconfitta.

“Hai qualche vestito per stasera tra quelli che hai portato qui?"

"Si qualcosa potrebbe esserci!"

Saltellò soddisfatta e mi abbracciò.

"Questo affetto?"

"Sei la compagna di stanza più strana e complessata che poteva capitarmi"

"Apprezzo lo slancio ma il complimento lascia un po' a desiderare"

"Se vi date anche un bacio fate felice un povero ragazzo triste"

Ci staccammo e Noah apparve sorridente, aveva davvero ragione Hay oggi era più bello che mai. Sorrisi e ripresi Hay e le scioccai un bacio a stampo sulle labbra, niente che non avessi mai fatto a NY. Hay rise e Noah sbiancò.

"Stai meglio bambino triste?"

Lo dissi con una voce che nemmeno una porno star di bassissima lega poteva fare peggio. Gli occhi di Noah si infuocarono e mi morsi il labbro inferiore, fu ancora peggio, lo sentii irrigidirsi e sospirare l'aveva voluto lui.

"Signorine volevo sapere se scendevate, si parlava di riscaldamento alcolico prima di stasera”

Hay si lasciò andare ad un urletto da alcolizzata e io sorrisi, uscimmo dalle porta e da gentiluomo Noah ci fece passare.

"Tocca a me ora!"

Mi sussurrò quando gli passai vicino, scesi le scale con le mani sul sedere, aveva ragione Hay eravamo solo due stupidi.

"Noah, stasera Maky ha invitato un amico"

Ok fare la spavalda ma cazzo Hailey!

"Ah si?"

Si voltò verso di me con una smorfia strana sul viso.

"Lo sfigato "NonsonoandatoalMit?"

Trattenni una risata.

"Si ho invitato Matt, è un problema?"

"Io vado con Amber, quale è il problema Maky. Siamo amici no?"

Stronzo.

"L'oca della biblioteca?"

Mi scappò dalle labbra, sorrise e si toccò la testa rasata.

"Beh un po' oca lo è... Però ha due..."

Mi avvicinai e gli posai un dito sulle labbra per zittirlo.

"Siamo amici, ma io sono una ragazza"

Prese la mia mano tra le sue.

"Non me ne dimentico mai"

E sorridendo si accomodò sul divano con Adam, mi voltai verso Hay che sorrideva come una pazza. Scossi la testa cerando di capire.

"Ti diverte tanto?"

"Oh si! Io ti ho avvertito, lui lo stronzo lo sa fare bene ma ha trovato pane per i suoi denti"

"Hay..."

"Te l ho già detto che siete due stupidi?"

E aveva ragione.

"Signorine aspettiamo solo voi!"

Adam ci richiamò e andammo a sederci con loro, Liv era ancora al dormitorio ci avrebbe raggiunto da li a poco. Caleb arrivò con l'equivalente alcolico per far andare in coma etilico 30 persone e lo posizionò sul tavolino della sala. Avevano intenzioni bellicose.

"Il primo tu tesoro" Noah riempii un bicchierino da shot di rum e me lo passò insieme ad un altro di succo di frutta, sogghignava, guarda qui Noah Scott. Presi i bicchierini e rovesciai il rum in bocca, scossi la testa e soffiai i fumi dell'alcool, poi presi quello del succo e lo riappoggia al tavolino.

"Io liscio tesoro!"

Caleb e Adam scoppiarono ad ululare e a ridere. Fu il turno di Hay e Cal le riempii solo il bicchierino di succo, gli bastò un'occhiataccia per farsi dare anche l'altro bicchiere, bevve entrambi e toccò a Adam, poi Caleb e infine Noah, i ragazzi come me non avevamo bevuto il succo, pensai lo avessero messo come gesto di carineria verso me e Hailey.

"Alziamo la posta?"

Chiesi guardandoli, erano il mio pubblico.

"Se ti togli la maglietta per me va bene!"

Adam parlò e Noah lo colpì su una spalla.

"Niente strip"

Presi la bottiglia di rum e versai due bicchieri e bevvi. Il liquido caldo e dolciastro mi bruciò la bocca. Un altro urlo dai ragazzi e sorrisi, riniziammo il giro e Hay riuscì alla grande a berne due anche lei.

"Principessa di Manhattan cosa hai in serbo per noi ora?"

Noah mi stava stuzzicando ma per sua fortuna avevo già pensato alla mossa successiva.

"Ora un bicchiere a testa, a turno uno dice una cosa che non ha mai fatto e se gli altri l hanno fatta devono bere" sorrisi "non ho mai, vediamo, conosciuto nessuno di nome Nora"

Hay, Caleb, Adam e Noah bevettero, fregati.

"Non si usano le bambine Maky" intervenne finendo di bere Hailey "Non ho mai vissuto a NY"

Ovviamente io e Noah bevemmo.

"Non ho mai mangiato cibo giapponese" disse Adam e tutti gli altri svuotammo il bicchierino.

"Non ho mai visto Titanic" affermò Caleb; io e Hay urlammo dopo questa assurda notizia e bevemmo, brindando a Jack Dawson.

"Non ho mai ... Avuto due nomi"

Noah. Bastardo. Ovviamente toccò bere solo a me. La situazione stava iniziando a degenerare ma dovevamo continuare.

"Bel primo giro, ora scendiamo un po' più nel torbido!"

L'avevo detto davvero? Avevo detto torbido? Ok ero decisamente ubriaca.

"Non ho mai avuto un rapporto sessuale a tre" decisamente ubriachissima. Adam e Noah alzarono il bicchiere e brindarono come prima io e Hay per Titanic, razza di schifosi!

"Non ho mai baciato una donna con la lingua" disse Hay e con vergogna bevetti insieme a tutti i ragazzi.

"Dio Makayla!"

Adam mi diede il cinque, che classe, mia madre sarebbe fiera di me.

"Non ho mai fatto sesso al primo appuntamento" inaspettato da Adam. Peccato solo che io continuavo a bere.

“Non guardatemi cosi.. É successo dai..."

"Non ho mai provato una bambola gonfiabile" Caleb.

Scoppiammo a ridere ma fortunatamente nessuno svuotò il bicchiere. Toccava a Noah.

"Non ho mai fatto un p..." Hay lo colpì alla testa.

"Sempre il solito" toccò bere solo a me e Hay. E il turno tornò a me.

"Vediamo... Non ho mai... "Dovevo colpire solo Noah "avuto 8 tatuaggi"

Sperai che Adam e Caleb ne avessero di meno perchè anche loro ne avevo intravisto qualcuno; per mia fortuna prese da bere solo Noah.

"Questa è una sfida amico!"

Adam ricambiò la pacca di prima a Noah, mi alzai trionfante ma tutto il rum bevuto fino ad ora mi riportò a sedere.

"Attenta piccola"

Sorrise ammiccante, lo ignorai e tornai a concentrarmi sul gioco, ma non parlò Hay, fu il turno di Noah.

"Non ho mai avuto più di duecento vestiti"

Maledetto, bevvi e presi di nuovo la parola.

"Non ho mai frequentato un'oca"

Noah bevve con un ghigno, gli altri ormai avevano smesso di giocare e si godevano solo il teatrino che stavamo facendo io e Noah e non avevo ancora intenzione di smettere.

"Non ho mai illuso dovevoandarealMit"

"Tecnicamente non ho fatto niente"

"Bevi" fu Hay a obbligarmi.

Risi e buttai giù. Fortunatamente i bicchieri erano diventati più vuoti, non ce l avrei fatta ancora per tanto.

"Non ho mai dormito con qualcuno senza...."

"Bugiarda" cazzo! Bevemmo insieme.

"Non ho mai avuto amiche donne"

"Bugiardo" ma lui non bevve.

"Io e Hay scusa?"

"Hay è come una sorella, tu..."

I ragazzi iniziarono a sfottere Noah che si mise a ridere ma continuò a non bere, Hay mi pizzico un braccio e mi avvicinai.

"Vi serve ancora rum per essere sinceri?"

Scossi la testa, l'alcool mi arrivò al cervello.

"Non ti mai voluto come amico"

E nemmeno Noah bevve, i miei occhi oscurati dall'alcool incrociarono i suoi: speranza era quello che provavo e leggevo nei suoi occhi.

"Non ho mai perso la testa come per te"

Si zittirono tutti. Eravamo tutti ubriachi ma stavamo dicendo la verità. Non bevvi e Noah sorrise ancora.

"Maky ultimo giro" Adam mi passò la bottiglia.

"Non ho mai conosciuto nessuno come te" Riuscii a dire.

"Specifica tesoro"

Maledetto Noah. Ci stavamo scambiando confidenze davanti a tutti con quantità di alcool nel corpo da portarci in ospedale tutti ma non avevo fatto nulla di più eccitante in vita mia.

"Stronzo"

"E poi?"

"Egocentrico"

"Si tesoro, continua che mi piace"

Disse simulando un piacere che gli stavo dando solo a parole; mi infuocai.

"Assurdo"

"Poi?"

"Dove vuoi arrivare Noah?"

"Meglio che non lo dica." avvampai ancora.

"Tocca a me poi andiamo" si portò le mani alla testa e respirò profondamente.

"Non mi sono mai innamorato, se non di te"                                                                       

E il silenzio raggiunse la stanza. Cosa dovevo fare? Per la seconda volta mi aveva dichiarato i suoi sentimenti, e io? Io stavo zitta, immobile come se un treno in corsa mi fosse passato sopra. Emozione, eccitazione, alcool un mix letale. Alzai gli occhi verso di lui e c'era di nuovo tranquillità nel suo sguardo. Presi il bicchiere e sentii la platea mugolare, ma invece che riempirlo lo poggiai girato sul tavolo. Una mano raggiunse le mie e le strinse. Noah si era allungato sul tavolino e si era avvicinato a me. Non mi importava di nulla, che ci fossero gli altri, che fossimo ubriachi, desideravo da oggi, da troppo tempo un suo bacio, Desideravo lui. Mi alzai tenendogli le mani e mi andai a sedergli in braccio, mi fece accomodare e portò una mano sul mio fianco, l'altra percorreva il mio viso. Sospirai al suo tocco, era fuoco e io ero già parecchio accesa. Mi voltai e la mia fronte raggiunse la sua, chiusi gli occhi e respirai il suo profumo, sei tu, è lui, l'unica cosa che riuscivo a pensare.

"Sei tu"

Lo dissi a voce alta.

"Solo tu"

Aggiunsi, abbassando il viso strusciando le labbra fino alle sue, le appoggia e lui non si irrigidì come al dormitorio ma aumentò la presa sui miei fianchi. E poi suonò il campanello, mi staccai e Noah mi riportò come eravamo prima del campanello. Sorrisi e sentii gli altri andare ad aprire, doveva essere Liv.

"Ciao a tutti!"

Riconobbi la voce, mi staccai da Noah e mi alzai. Che ci faceva qui? Alla porta c'erano Olivia, Matt e l'Oca. Perfetto. Mi voltai verso Noah ma evidentemente anche lui non ne sapeva niente dal suo viso teso.

"Che cazzo?"

Mi disse sussurrando all'orecchio. Scossi la testa e ci avvicinammo al gruppetto alla porta.

"Ehi Maky! Ho incontrato Matt al dormitorio, ti cercava"

Aspetta ma Hay gli aveva scritto solo della festa, nulla di più, perchè era andato al dormitorio?

"Non dovevamo vederci alla festa?" chiesi con un po' troppo fastidio.

"Beh, volevo passare a prenderti" Poverino, sorrisi.

"Grazie"

Poi Noah si avvicinò all'Oca e la baciò a stampo sulle labbra e poi si voltò verso di me. Ma tutta la scena di prima? Stava giocando con il fuoco ed eravamo abbastanza ubriachi, non mi sarei tirata indietro. Presi Matt sottobraccio e dissi di essere pronta, guardai Noah e gli feci l'occhiolino, lui mi rispose e uscimmo tutti da casa.

"Matty lascia qui la macchina andiamo con la mia" Matty? Era impazzito? Noah tirò via Matt dalla mia presa e lo accompagnò alla sua auto, prevedevo una serata molto impegnativa.

 

 

 

 

   
 
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