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Autore: IMmatura    12/05/2014    5 recensioni
Chi non ricorda l'episodio 12 della prima serie di Hetalia. Diciamoci la verità, ce lo ricordiamo tutti solo per un motivo: la proposta matrimoniale fallita di Francia ad Inghilterra...
Ma se le cose fossero andate diversamente? Cosa sarebbe successo se Francis non si fosse rassegnato?
Racconto di un improbabile matrimonio e delle mille catastrofi necessarie ad arrivarci, tra gelosie, malintesi, Nazioni shipper di passaggio e tanto FrUK!
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

 

scenes from a (crazy) wedding - des scènes d'un (fou) mariage

 

 

"CAPITOLO 1"

ovvero UNA SERENATA NON PROPRIO TRADIZIONALE

Francis era impegnato a sorseggiare un bicchiere di vino con aria meditabonda. Doveva stupire in qualche modo il suo petit lapin per farlo cadere nelle sue braccia.

Teoricamente non avrebbe dovuto avere problemi, era la Nazione più esperta del mondo in questo campo ma...Inghilterra aveva quel carattere “particolare” che, in qualche modo, gli impediva di capire come prenderlo. Avere a che fare con lui era una terribile, affascinante sorpresa continua.

Proprio in quel mentre, due chiassosi amici fecero irruzione facendolo sobbalzare.

-Hola!- salute Antonio, ridendo.

-Guten tag, Frankreich!- rincarò, con tono fin troppo vivace, Prussia -Cos’è quella faccia depressa? Non apprezzi la mia magnifica presenza, per caso?-

Vedendo che il padrone di casa non rispondeva, si accigliò non poco.

-Ti ha mandato al diavolo, verdad?- chiese lo spagnolo, perfettamente a conoscenza delle intenzioni francesi con Arthur.

-Si e no...è un po’ complicato...-

-E quando mai con quello li...ma chi te lo fa fare, Francis?- commentò sarcastico l’albino, gettandosi scompostamente sul divano. -Sul serio, al tuo posto preferirei tirare le cuoia che accollarmi un frigido isterico come quello!-

Ignorando il modo in cui il prussiano si era accomodato senza troppi complimenti, Francis scosse leggermente il capo, invitando anche Antonio a sedersi.

-Credo che tu non abbia afferrato, amigo, il nostro Francis, qui...- rispose per lui Spagna, gesticolando vivacemente. -Per qualche ragione inspiegabile vuole Inglaterra a prescindere...-

-Ah, ma dai! Sul serio?-

Appena pronunciate quelle parole Gilbert si rese conto, dal silenzio che lo circondò, di aver fatto un’uscita non proprio magnifica. Persino Gilbird volò via dalla sua testa, per appollaiarsi sulla spalliera del divanetto e guardarlo male.

-Cosa?- chiese stizzito.

-Mon amie, potresti almeno smetterla di parlare con quel pulcino, anziché con noi...-

-Ja, ja. Allora, fammi capire...tu hai VERAMENTE intenzione di provare a sedurre Inghilterra?-

-Oui-

-Hai già qualche idea in mente?- si informò intanto lo spagnolo, senza troppo entusiasmo.

-In realtà non molte...la verità è che Arthùr è...insomma...-

-Insopportabile? Isterico?- suggeriva Prussia.

-...preferirei dire distaccato. Mi servirebbe una trovata ad effetto per far breccia nel suo cuore.-

-Io un’idea l’avrei.-

-Por favor, Gilbert, basta infierire.- lo rimbeccò Spagna.

-Dico sul serio! Una magnifica idea! Teoricamente state per sposarvi, no?-

-Mooolto teoricamente...e quindi?-

-Fagli una serenata.-

-Avevi detto che avresti smesso di scherzare.- sospirò Francis.

-Guarda che anche a me sembra una buona idea.- Si intromise allora Antonio -Insomma...è una cosa molto “tradizionale”, quindi per un noioso come Arthur dovrebbe andar bene.-

Proprio non ce la faceva a fingere ancora simpatia per l’inglese e dato che Gilbert aveva finalmente abbandonato il sarcasmo, si sentiva in diritto di iniziare a farne lui.

-Quindi, dite di provare?- chiese Francia, improvvisamente più fiducioso. La proposta tutto sommato era sensata e, doveva ammetterlo, anche piuttosto romantica.

-Certo.-

-Mi presti la chitarra?-

-Claro que si...e se hai bisogno di una mano conta su di me.-

-Addirittura?- chiese il francese, piacevolmente sorpreso. Conoscendo gli antichi dissapori tra Spagna e Inghilterra, aveva quasi temuto di venire sconsigliato. Invece lo spagnolo si stava dimostrando un vero amico, disposto ad aiutarlo. Anche Gilbert si era rivelato sorprendentemente prezioso con in suoi consigl...

-Ok, allora adesso il magnifico Me ti mostrerà alcune pose fighe da fare con la chitarra. Credimi, l’impatto dipenderà molto da questo.-

Beh, con quasi tutti i suoi consigli!

Pescata una ramazza da chissà dove, Gilbert simulò un assolo più adatto ad un concerto rock, che ad una serenata. Mentre Antonio sorrideva e annuiva.

-Sul serio credi che sia una buona idea?- sussurrò appena Francis, mentre l’ignaro prussiano sfoggiava la sua magnificenza, scuotendo la chioma albina ad un ritmo immaginario.

-No, ma fai finta di apprezzare.- rispose lo spagnolo, proseguendo nell’assecondare Gilbert.

-Fai spesso di queste cose? Ehi, aspetta...allora fingevi anche quella volta a proposito dei miei vestiti!-

-Eh...che ne dici di farlo smettere prima che ti demolisca il salotto?- cambiò discorso, approfittando di come Prussia avesse preso, nell’enfasi, a saltellare.

-Avevi detto che la mia tunica ti piaceva!-

-Andiamo, è stato secoli fa!-

-Ti pare un comportamento da amico questo?-

-Sul serio, ne discutiamo dopo. Adesso fermiamo Gilbert o finirà per rompere qualcos...-

Crash.

Alle spalle di Francis un prussiano esagitato aveva prodotto un suono preoccupante, tentando di spaccare la ramazza-chitarra contro qualcosa.

-Ti prego, dimmi che non è la vetrina con i cristalli di Boemia...- mormorò Francis, senza il coraggio di girarsi e sentendosi improvvisamente svenire.

-S-se vuoi non te lo dico...però poi non rinfacciarmelo tra 700 anni.-

 

§§§

 

Antonio si era offerto di accompagnarlo a Londra, dove avrebbe dovuto incontrarsi con un altro “esperto” nel settore. In fondo la serenata era una tradizione del tardo Medioevo e, soprattutto, rinascimentale, quindi se qualcuno poteva aiutarlo, quel qualcuno era...

-Ve, scusate il ritardo!-

-Non preoccupart...Mon Dieu!-

Di fronte a loro non solo c’era Feliciano, con la consueta espressione serena e tranquilla, ma anche parecchia altra gente. Un’intera orchestra con strumenti e spartiti al seguito.

-Che c’è?-

-Italia, capisco la buona volontà, ma forse hai un po’ esagerato...-

-Ma tu mi avevi detto che era importantissimo, così ho pensato che più eravamo a darti una mano meglio era.-

-Se gli porto tutta questa gente sotto casa Inghilterra penserà che gli voglio dichiarare guerra!- tentò di protestare.

-Non se tieni questa.- esclamò l’italiano, porgendogli una bandiera bianca appena costruita.

-Già, ottima idea, grazie...-

-Quindi il mio aiuto non serve più, suppongo...- tentò Antonio, con un sorriso insolitamente furbo, tentando di riagguantare la sua chitarra. Se si poteva evitare che la sua “piccola” suonasse per quel maldido Ingles era molto meglio.

-Non puoi abbandonarmi proprio adesso.- sibilò Francis, ghermendo ancora di più lo strumento, come una sorta di ostaggio. -Finchè non abbiamo finito questa la tengo io.-

Non cogliendo neppure per sbaglio la tensione, Italia si era allegramente avviato, seguito dai suoi musicisti.

“Questa cosa finirà male, lo sento...” si disse Francis, facendo un respiro profondo e pregando in qualche miracolo. Sfortunatamente nessun santo sembrava in vena di intervenire dall’alto dei cieli per spostare miracolosamente la casa di Arthur. In meno di un’ora (perché lo spostamento di un’orchestra non è esattamente rapido e scattante...) si ritrovarono sotto una finestra che gli era ben nota...

Inghilterra, dentro, era impegnatissimo a ricamare, cercando di dimenticare completamente l’imbarazzante episodio del giorno prima. Tra i punti però si insinuavano strani pensieri.

-Damn it!- esclamò, un po’ sorpreso, ritraendo la mano. Si era punto il dito. Tutta colpa di quello stupido francese, che lo rendeva distratto...la prossima volta che gli fosse capitato davanti...

Queste meditazioni di vendetta vennero interrotte da una potente melodia.

 

Amor ti vieta di non amar...*

 

-What the hell was that?-

Arthur si precipitò al balcone, per vedere Francis intento a cantare (o sarebbe meglio dire stonare) quella canzone, sotto lo sguardo divertito dei passanti. Si sentì morire di vergogna per lui, e soprattutto per se stesso. E Irlanda, affacciatasi in quel mentre, non era di grande aiuto.

 

La man tua lieve, che mi respinge,

cerca la stretta della mia man

La tua pupilla esprime: "t'amo"

se il labbro dice: "Non tamerò"

 

-Bravo!- applaudiva la ragazza, sporgendosi dalla finestra accanto.

-Che diavolo stai dicendo, rientra in casa!-

-Ma uffa...-

-Ora!-

-Però ammettilo che sei lusingato!-

-Che cosa? Ma se mi sta facendo fare una figura ignobile con tutto il vicinato. C’è gente rispettabile che mi conosce, qui...-

-Allora perché stai arrossendo?-

-What? Non sto...e comunque...- balbettò l’inglese, prima di ringhiare frustrato. -Francia piantala immediatamente o ti faccio arrestare per disturbo della quiete pubblica!-

-Ma, mon petit¸come può una musica così bella e romantica disturbare?-

-Ma come puoi essere così idiota, you bloody idiot!-

-Nessuno mi arresterà perché sto dimostrando il mio amour...-

-Dillo ai poliziotti dell’ultima volta.- rispose a tono il britannico.

-Non conta! Quella volta l’accusa era “atti osceni”...ingiusta tra l’altro, perché non ero completamente nudo.-

Mentre Irlanda prendeva appunti su questa singolare schermaglia (atti osceni? Francis quasi nudo? E Arthur c’era???), un po’ in disparte Italia e Spagna assistevano alla scena, cercando inutilmente di allontanare i curiosi.

-Andiamo, e digli di si!-

-Taci, tu, degenerate sister!-

Mentre anche la folla, ormai piuttosto fitta, di passanti e musicisti, si esprimeva liberamente a favore di Francis (o contro), dal piano di sopra, una voce arrivò distintamente anche alle orecchie delle Nazioni sul marciapiede.

-Cos’è questo bordello?- tuonò la voce.

-Oh, oh...- mormorò Irlanda, ritirandosi di colpo e serrando le imposte.

-ce qui se passe?-

-Io te l’avevo detto di andartene...a-adesso sono affari tuoi.- disse, preoccupato e quasi dispiaciuto Arthur, prima che dal balcone sovrastante si affacciasse Scozia, decisamente incazzato...

 

* La canzone è Amor ti vieta tratta da Fedora (Umberto Giordano)

 

 

Angolino epico MAGNIFICO

Perché Prussia che rockeggia con la ramazza powa! xD

Ma anche Irlanda è adorabile, con la sua capacità di fraintendere tutto in base all’unico (e giusto) criterio dello yaoi ;D

Ok, questa fic è la cosa più folle che la mia mente abbia mai partorito, ma giuro che mi sto divertendo da morire a scriverla...quindi spero anche voi a leggerla.

Ringrazio Lady White Witch per il supporto tecnico e musicale (le scelte delle canzoni sono tutte farina del suo sacco...), oltre che per la pazienza con cui ascolta e seleziona i miei scleri.

Ringrazio inoltre anche Alice in the box per la recensione.

Come sempre vi invito a lasciare un commento per supportare le folli imprese di Francis perché...questo matrimonio “s’ha da fare”, punto u.u

Saluti

IMmatura

  
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