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Autore: startariot    13/05/2014    2 recensioni
«Come in tutte le cose, c’era un eccezione. Un’unica e sola eccezione.
E questa aveva i capelli ricci, gli occhi verdi e due splendide fossette sulle guance. Era la sua eccezione personale. Harry.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. Ebbene si, ho il coraggio di postare a quest'ora. Il problema è che se non posto adesso, che ho 'trovato il coraggio' non posto più. Per cui ecco qui questa piccola OS che il mio cervello ha partorito un'ora fa. A dire la verità ci lavoro da oggi pomeriggio. E' nato tutto mentre ascoltavo varie canzoni, tutte romantiche, diciamo così. Poi ho letto dei tweet su Louis e la mia mente ha iniziato a viaggiare da sola e questo è il risultato. Non avevo voglia di scrivere angst perciò questa sarà solo una cosa dolce e introspettiva e soprattutto corta. Forse troppo, per i miei standard. (A me non piace leggere storie corte, per cui odio anche scriverle. Ma questa farà eccezione)
Spero possa piacervi, e come sempre: le recensioni sono più che gradite :)
Alla prossima x

C. 



“I could've chose anybody but I chose you

Help me get better, you pull me right out of the blue”

 

 

 

 

Louis era sempre stato un tipo introverso. 

Quel tipo di ragazzo che, nonostante fosse nella band più famosa al mondo, voleva mantenere uno stile di vita normale. Voleva mantenere la sua vita, quella vera, per sè. Voleva poter stare da solo con la sua famiglia, giocare con le sue sorelline, andare al cinema con gli amici, giocare alla playstation a casa sua. Poteva sembrare sgarbato, maleducato ma era il suo carattere introverso a renderlo scontroso, a volte. 

Molti dicevano ‘è cambiato, la popolarità lo ha cambiato’, ma erano ben lontani dalla verità. Perché Louis non era cambiato affatto. Era sempre ragazzino dagli occhi furbi e il sorriso dolce delle audizioni di XFactor. Il diciottenne amante del calcio, dei videogiochi e dei fumetti. Il ragazzino che beveva tea ad ogni ora del giorno e della notte, che si divertiva a fare scherzi e far ridere tutti.

Ma il mondo non lo vedeva così. Per gli altri era quello asociale, maleducato, scontroso, quello a cui non importava del suo lavoro e dei fan. Vedevano la facciata di Louis. L’immagine che la stampa aveva dipinto di lui. Louis amava la musica, amava il suo lavoro e soprattutto, amava i suoi fans. Sapeva che era solo merito loro se occupava il posto in cui si trovava ed era consapevole di dover esser loro grato, sempre. Per questo, quando poteva, non perdeva occasione per ringraziare tutte le persone che li avevano sempre sostenuti, durante un concerto, durante un’intervista, sul set di un video. 

 

Aveva un difetto, lo riconosceva. Era irascibile. 

E questo si collegava al suo secondo difetto: era permaloso. Si offendeva spesso- Louis- anche per le cose più banali. Molte volte se la prendeva con i ragazzi, e questo portava il suo essere irascibile verso il resto del mondo. Perché Louis amava fare scherzi, ma a volte, specialmente quando non era dell’umore giusto, non gli piaceva riceverne. Ma come in tutte le cose, c’era un eccezione. Un’unica e sola eccezione. 

 

E questa aveva i capelli ricci, gli occhi verdi e due splendide fossette sulle guance. Era la sua eccezione personale. Harry

 

Accanto ad Harry, era come se tutti i suoi difetti, o le sue paure svanissero. Quando era agitato o nervoso, gli bastava incontrare i suoi occhi, o il suo sorriso per non pensare più a nulla. Quando lui era nei paraggi, non riusciva a non essere sereno, o a non dipendere dal sorriso di Harry. Con lui, non si arrabbiava mai, anzi spesso faceva finta di offendersi per ricevere qualche attenzione in più dal riccio, il quale faceva finta di credergli e poi lo coccolava per ‘farsi perdonare’. A volte, se si arrabbiava con gli altri, bastava che Harry si avvicinasse a lui e gli prendesse la mano, che Louis non riusciva a pensare a nient’altro se non alle dita di Harry intrecciate alla sua. 

 

 

 

 

 

“Smells like roses to me

Two young lovers at sea

Tastes so bitter, so sweet”

 

 

 

 

Harry era l’unica persona con la quale Louis riusciva ad essere lo spensierato ragazzino di Doncaster, un ragazzo scherzoso e pieno di vita, in grado di travolgere tutti con i suoi scherzi e la sua energia. Il ragazzino che tutto il mondo aveva conosciuto ai tempi di XFactor. Il ragazzino di cui Harry si era innamorato.

E di cui continuava ad innamorarsi giorno per giorno. Sorriso dopo sorriso, sguardo dopo sguardo. 

 

Era questa la cosa bella di Harry e Louis: nonostante fossero passati quattro anni, ormai, si guardavano ancora come se fosse il primo giorno, come se non esistesse nessun’altro, quando i loro occhi si incrociavano. Si ascoltavano l’un l’altro, prestando attenzione ad ogni parola che l’altro pronunciava. Si prendevano cura l’uno dell’altro, con pazienza, con dedizione, con amore. Era bello vedere come l’uno conosceva ogni particolare dell’altro: era bello vedere come Louis si assicurasse che Harry non si facesse male alla schiena quando giocavano, tra le mura di casa loro, o sul palco, durante un concerto. Era bello vedere come Harry preparasse tutte le mattine la colazione a Louis, quando erano a Londra perché sapeva che non ne sarebbe stato capace, o forse non voleva farlo perché che fosse proprio Harry a preparargliela. Era sempre stato così il loro rapporto: speciale lo avrebbero definito gli altri. Anzi, nessuno aveva mai trovato una definizione per descriverli; erano sempre stati solo Harry e Louis. Semplicemente. E ad entrambi stava bene così. 

 

Harry è sempre stato un ragazzo sensibile. Soprattutto all’opinione che gli altri avevano di lui. Lo aveva sempre considerato un suo difetto, quello di curarsi troppo di quello che gli altri pensavano di lui, e probabilmente avrebbe continuato a farlo. Era fatto così. 

Fin dagli inizi, dopo ogni esibizione, intervista o concerto curiosava su internet per leggere i commenti sulle loro, e soprattutto sulle sue performance. E come un normale ragazzino della sua età, si soffermava a leggere i commenti negativi, nonostante fossero molti meno rispetto ai commenti positivi. Perché Harry era fatto così. Harry era educato, gentile, umile, sorridente e voleva piacere a tutti. A lui non dispiaceva rendere pubblica una parte della sua vita. Era sempre stato un ragazzo espansivo, allegro e coinvolgente. Sapeva che mettere in mostra una parte della sua vita, faceva parte del suo lavoro. E a lui stava bene così, in parte. Era contento di concedersi alle sue fans, di regalare loro un abbraccio, una foto o un sorriso. Dispensatore di sorrisi, era questo uno dei modi migliori per descrivere Harry. Dispensava sorrisi, perché lui era fatto così. Preferiva sorridere ed essere gentile con chiunque, piuttosto che discutere con qualcuno che lo aveva trattato male. Harry era una di quelle persone che con la sua allegria, portava il sorriso nella vita degli altri. Louis lo sapeva bene. Perché portava il sorriso sul suo, di viso. Era bello vedere il riccio girare per la cucina a piedi nudi la mattina con la voce ancora impastata dal sonno mentre cerca di preparare la colazione, era bello vederlo seduto sul divano con una chitarra in mano a cercare gli accordi giusti per una nuova canzone, era bello vederlo seduto sul divano accanto a Louis durante una partita di calcio mentre fingeva di capirci qualcosa solo per vedere il più grande sorridere, era bello vedere Harry svegliarsi tutte le mattine accanto a lui. Era bello avere Harry nella propria vita. 

 

Harry è quel tipo di ragazzo che si ferma in mezzo alla strada per aiutare una fan in difficoltà, è quel tipo di ragazzo che distribuisce pizza ai senza tetto, è quel tipo di persona che fa beneficenza, visita ospedali e persone malate, ma non lo fa sapere a nessuno, perché non lo fa per vedere un articolo di giornale su di lui, lo fa con il cuore, perché vuole aiutare chi ne ha bisogno. Proprio come Louis. 

 

Come tutte le coppie normali, litigavano a volte ma non riuscivano mai ad essere arrabbiati l’altro a lungo. Louis non riusciva ad essere arrabbiato con Harry: perfino quando discutevano, l’unica cosa che voleva fare era abbracciarlo fino a perdere il fiato e non lasciarlo andare mai. Harry, invece, non riusciva ad arrabbiarsi, specialmente con Louis. Ma loro di ordinario avevano ben poco; erano due ragazzi speciali, fatti per stare insieme. Erano fatti per condividere ogni attimo della loro vita l’uno con l’altro. Anche se non erano insieme, finivano per parlare ore e ore a telefono per raccontarsi l’un l’altro tutto quello che era successo durante la giornata. Ed era bello vedere come entrambi ricordassero tutti i dettagli dei momenti condivisi insieme. Harry ricordava ogni attimo del loro primo incontro, della loro prima chiacchierata nel buio della loro camera del loft di XFactor, il loro primo bacio, la prima volta che Louis aveva provato a cucinare. Louis ricordava il loro primo bacio, la loro prima volta, i pomeriggi trascorsi con Harry ad insegnargli a giocare a calcio nel giardino di casa loro, le serate trascorse a letto con una tazza di tea tra le mani, tutti i risvegli al suono della voce bassa di Harry, proveniente dalla cucina, che canticchiava mentre preparava la colazione. 

 

Continuava a meravigliarsi e rimanerci male- Louis- quando leggeva commenti su di lui, quando vedeva come la gente non capisse che lui non era cambiato affatto, ma poi pensava ad Harry, e finché avrebbe avuto lui al suo fianco, il resto non gli sarebbe importato. E per il riccio era lo stesso. 

 

Era il mondo intorno a loro ad essere cambiato, e loro obbligati ad adattarsi. Erano i ragazzini che erano stati costretti a crescere in fretta.

 


“You could've chose anybody but you chose me

Hiding in bedsits cause no one around us agrees”

   
 
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