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Autore: evelyn80    13/05/2014    1 recensioni
[Affari a quattro ruote]
Ispirata alla puntata n° 7 della decima stagione di Affari a quattro ruote
Mike ed Edd sono in Italia per partecipare ad un autoraduno. La prima notte che trascorrono in albergo vengono rapinati. Saranno costretti a darsi da fare per recuperare le loro cose, avvalendosi anche dell'aiuto di una strana ragazza dal passato incerto.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: Buongiorno a tutti! Vi posto un nuovo capitolo con le disavventure italiane dei nostri due protagonisti. Mi auguro che vi facciano ridere, ed attendo ancora fiduciosa un vostro parere! Anche le critiche sono ben accette! ;-) Enjoy
DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo



Missione di recupero

 

Dopo un’ora di viaggio sobbalzante e sputacchiante, durante il quale Edd sbatté parecchie volte la testa contro il tetto dell’auto, Samantha imboccò una stretta stradina sterrata che si perdeva in mezzo a sconfinati campi di grano e granturco. Dopo poche centinaia di metri, arrivarono ad una sbarra di ferro che bloccava l’accesso al resto della pista bianca. La ragazza si fermò e spense il motore.

"La carrozzeria che cercate è in fondo a questa strada. Il fatto che la sbarra sia chiusa mi fa credere che laggiù ci sia qualcuno al lavoro. Probabilmente si staranno divertendo con il vostro gioiellino".

"E adesso, cosa facciamo?" chiese il meccanico, cercando di mettersi seduto un po’ più comodo ma riuscendo solo a rimanere con un piede incastrato sotto il sedile di Mike.

"Non lo so… È un bel problema in effetti" rispose il presentatore, voltandosi poi a guardare la ragazza.

"Non guardate me! Io non c'entro proprio niente con i vostri problemi!"

"Ma tu conosci quel tizio! Non è che potresti provare a convincerlo a renderci l’auto?" chiese Mike speranzoso. Samantha lo fulminò per un attimo con lo sguardo, poi cedette:

"Oh, e va bene! Proverò a parlare con lui! Ma non vi garantisco nulla, però! Voi restate qui!"

Si munì della sua mazza da baseball e scese, sparendo poi alla vista oltre la sbarra, nascosta dalle piante di mais.

I due non dovettero attendere a lungo: dopo neanche dieci minuti la ragazza tornò alla macchina correndo come una forsennata, con alle calcagna un dobermann ed un pastore tedesco a pelo corto. Saltò al volo sul cofano e da lì sul tetto. Mike ebbe la prontezza di spirito di aprire il tettuccio di tela dell’auto, e Sam riuscì ad infilarsi dentro l’abitacolo passando dall’alto, mentre i cani assaltavano gli sportelli abbaiando e sbavando sui finestrini.

"Credo che qualcosa sia andato storto…" commentò il presentatore, mentre Samantha cercava di riprendere fiato.

"Accidenti a voi" ansimò: "Mi avete quasi fatto sbranare! Frank non è stato molto contento della mia richiesta! Comunque posso dirvi che l’auto non è ancora stata toccata: prima ne devono finire un’altra".

"Bene! Questo ci dà modo di poter studiare un piano" commentò Mike, mettendosi subito a riflettere alacremente sul da farsi, prendendosi il mento tra le mani ed alzando lo sguardo al tetto dell’auto.

"Speriamo che il prossimo piano sia più intelligente di quello appena provato" commentò Sam, dando un’altra occhiata ai cani che ancora abbaiavano contro le portiere della 500. Edd, nonostante non provasse nessuna simpatia per quella strana Hippie, non poté che concordare con lei.

Quando i cani finalmente decisero di tornare dal loro padrone, Mike era ancora nella stessa posa, rimuginando attentamente sul da farsi. Sam si era rollata una sigaretta e stava fumando nervosamente, sbuffando piccole nuvolette di fumo grigio; mentre Edd stava ancora cercando di mettersi almeno un pochino più comodo. Ad un tratto la ragazza spezzò il silenzio:

"Non è che forse vi conviene chiamare la polizia? Sarebbe più semplice, non trovate?"

"Ma dovremmo spiegargli perché non ci siamo rivolti subito a loro" replicò Mike, finalmente cambiando posizione e tornando a fissare dritto davanti a sé.

"Io vorrei tanto poter recuperare il mio cellulare" sospirò Edd, rinunciando a tentare di girarsi su se stesso ed appoggiando la testa sul divanetto posteriore: "Avevo promesso a mia moglie che le avrei telefonato, oggi".

"Mmm… Forse si può fare" disse Samantha, picchiettandosi il mento con il dito indice: "Andiamo a trovare le nostre amiche. Tanto, per tentare di riprendere l’auto, dovete comunque aspettare che faccia buio".

La ragazza mise in moto, fece inversione a U e tornò sulla strada principale, diretta verso il covo di Cindy e Mindy.

Le due vivevano in un lussuoso attico nel centro della città.

"Però… il mestiere del ladro rende bene, eh?" commentò Mike, alzando gli occhi a fissare il palazzo.

"Già" gli fece eco Edd: "Per di più se trovano tanti polli da spennare come noi".

"Seguitemi!" li spronò la ragazza, ed entrambi la seguirono all’interno dell’abitazione.

L’ascensore era rotto, così furono costretti a farsi venti piani di scale a piedi: i due inglesi arrivarono sull’ultimo pianerottolo con la lingua che gli strusciava sulle scarpe, paonazzi in volto. Sembrava che Mike fosse sull’orlo di un infarto.

Samantha bussò alla porta dell’appartamento ma nessuno rispose:

"Sembra che nessuno sia in casa" commentò la ragazza sottovoce, guardandosi intorno furtiva e tirando fuori dalla tasca dei jeans una piccola bustina: "Voi due non avete visto niente, ok? Vediamo se mi ricordo ancora come si fa".

Estrasse due forcine dalla bustina e si mise ad armeggiare con la serratura, che dopo pochi istanti scattò. I due britannici si guardarono e si strinsero nelle spalle prima di seguirla all’interno.

La refurtiva era ancora sul tavolo: ovviamente i portafogli non contenevano più nemmeno un centesimo, e le carte di credito erano state tagliate, ma i cellulari non erano ancora stati né distrutti né venduti.

Edd si riprese il telefonino baciandolo più volte come se fosse stata una reliquia, poi lo accese e si mise a comporre un numero.

"Cosa diavolo stai facendo?" lo apostrofò Samantha.

"Sto chiamando mia moglie".

"E devi farlo proprio adesso? Quelle due potrebbero rientrare da un momento all’altro! Sbrighiamoci a lasciare questo posto: se mi beccano qui mi faranno pagare con gli interessi tutte quelle che ho combinato loro!"

La ragazza riprese di corsa le scale, con i due uomini che cercavano di tenerle dietro: Mike reggendosi i pantaloni a mo' di damina del settecento per non inciampare durante la discesa ed Edd che tentava comunque, imperterrito, di comporre il numero di telefono della consorte.

Una volta a bordo della 500 la ragazza partì di nuovo, questa volta diretta alla sua abitazione:

"Mi è venuta un’idea. In realtà me l’ha suggerita proprio quello che abbiamo appena fatto! Lo so che "a casa del ladro non si ruba" ma è l’unico modo che avete per riprendervi la macchina!"

"Dovremmo rubare la nostra Urraco?!" chiese incredulo Edd, rinunciando finalmente all’idea di telefonare alla moglie.

"È l’unica soluzione, se non volete ricorrere alle Forze dell’Ordine!"

"Oh no, no, no… Io sono un meccanico, non un ladro!"

"Samantha ha ragione, Edd, non abbiamo scelta!"

"Non mettertici anche tu! Hai già combinato abbastanza casini, Mike! Se non fosse stato per la tua maledetta voglia di scopare a quest’ora non saremmo in questa situazione!" gli gridò il meccanico in risposta, perdendo la sua proverbiale flemma tipicamente inglese.

"E se tu non mi avessi convinto a venire fin quaggiù per partecipare a quello stupido raduno ora…"cominciò a rispondere Mike, altrettanto compostamente, ma Sam li interruppe:

"Calmatevi, voi due! Siete peggio di due zitelle acide! Volete sì o no tornare a casa vostra con la vostra macchina?"

Entrambi annuirono vigorosamente.

"Ed allora faremo come dico io! Mi avete coinvolto in questa storia ed ora prendo io le redini della situazione in mano!"

I due smisero di battibeccare e rimasero in silenzio fino a quando non arrivarono all’abitazione della ragazza, una fatiscente roulotte posteggiata lungo l’argine di un fosso dalle acque stagnati.

Una volta dentro, Sam si mise subito a rovistare all’interno del piccolo armadietto, tirando fuori tre completi alla Diabolik, calzamaglia e maglietta elasticizzati, neri come l’inchiostro.

"Prima di diventare una Figlia dei Fiori ero anch’io una ladra" spiegò loro: "Quindi so come si fa! Aspetteremo che cali il buio, poi ci metteremo questi" ed indicò gli abiti neri: "ed entreremo nell’officina. Se tutto andrà bene, nel giro di dieci minuti saremo di nuovo fuori, e voi riavrete il vostro gioiellino".

"E come faremo con i cani?" chiese Edd, che era costretto a stare con le ginocchia piegate per non toccare nel basso soffitto con la testa.

"Non me ne vogliano gli animalisti... Darò loro delle polpette condite con il sonnifero: si faranno una bella dormita e domani mattina non si ricorderanno di nulla!"

I due uomini si guardarono di nuovo ed assentirono loro malgrado: era l’unica possibilità di riuscita che avevano.

Non appena calò la notte, Samantha fece indossare i completi ai due uomini:

"Ma è davvero necessaria questa mascherata?" chiese Mike, entrando con difficoltà all’interno della maglietta elasticizzata della ragazza.

"Certo, dobbiamo passare inosservati!"

"Per quanto possa servire" commentò Edd.

Samantha li fissò e non poté fare a meno di scoppiare a ridere: l’uno strizzato all’interno degli abiti, costretto a respirare a malapena per non strappare il sottile tessuto; l’altro con una dose abbondante di caviglie e braccia che gli spuntavano dai vestiti troppo corti.

"Sembrate Tiramolla e Macchia Nera!" rise Sam, additandoli con l’indice e battendosi una mano sulle ginocchia per il gran ridere. Per la prima volta i due uomini furono concordi del risponderle:

"Non c’è niente da ridere!" risposero all’unisono, incrociando entrambi le mani sul petto.

Ancora sghignazzando, Sam li precedette fuori dalla roulotte. I tre si incastrarono di nuovo nella piccola Fiat e tornarono alla carrozzeria nascosta tra i campi.

Una volta giunti alla sbarra, Samantha la aprì con le sue forcine, poi andò avanti con le polpette da dare ai cani: le due bestie se le divorarono in quattro e quattr’otto, e dopo pochi minuti dormivano beatamente. La ragazza fece cenno ai due uomini di farsi avanti, e quelli avanzarono furtivi, camminando accucciati. Per il completo di Mike quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: il tessuto aveva già resistito anche troppo a lungo alle sollecitazioni a cui era stato sottoposto, ed a quel punto si strappò nel senso della lunghezza all’altezza delle natiche, con un rumore di pernacchia sorda, rivelando i candidi slip che l’uomo indossava al di sotto.

La scena era talmente comica che Edd non riuscì a trattenere le risate: la cosa fu fatale anche al suo, di completi, che si lacerò nella schiena, lasciandolo con il dorso ricoperto dalla sola maglietta della salute.

Samantha fece loro cenno di non fare rumore, e sempre servendosi della sua attrezzatura la ragazza aprì il portone del capannone: ecco, finalmente avevano ritrovato la loro Lamborghini Urraco!

Sorse però subito un altro problema: non c’erano le chiavi! Non erano nell’abitacolo, né sparse sui banchi da lavoro.

"Frank deve essersele portate a casa. Accidenti, a questa evenienza non avevo pensato! Ed io non ho mai imparato a scassinare le serrature delle macchine!" esclamò Samantha, grattandosi la testa.

"Bè, ora non possiamo certo andare a casa sua a riprendercele!" disse Mike, che tentava ancora inutilmente di coprire lo strappo tirando la stoffa ai margini della lacerazione.

"No di certo. Dovrete pensare ad un'altra soluzione... E io, stavolta, non posso aiutarvi: non ho mai scassinato la portiera di un'auto, e potrei metterci ore prima di riuscirci. Sfortunatamente non abbiamo tutto questo tempo!"

Mentre i due parlavano, Edd se ne stava fermo fermo in un angolo: nella sua mente stava ripercorrendo, come in un film, i gesti che aveva compiuto prima di partire da casa. Vide chiaramente se stesso infilare le chiavi di riserva dell’auto nella tasca laterale del suo borsone, nel caso fossero servite.

"So io dove sono le chiavi!" gridò, emergendo dalla sua visione: "Nella tasca del mio borsone ho le chiavi di riserva!"

"Oh, benissimo Edd! E dov’è il tuo borsone?" chiese Mike.

La visione riprese nella mente del meccanico, mostrandogli il suo bagaglio all’interno della camera dell’albergo:

"Oh cazzo! Il borsone è rimasto in albergo! Quando siamo scappati ci siamo dimenticati i bagagli!"

Mike si sbatté la mano sulla faccia: ora dovevano tornare nel posto da cui erano scappati all’inizio della loro avventura.

  
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