Capitolo 10
Quella
mattina Owl venne svegliata dai raggi del sole che, prepotenti,
filtravano dalla finestra aperta della stanza da letto di Saga, dove
il ragazzo era ancora in convalescenza.
Non si
era ancora svegliato da quando era stato portato in infermeria, ma
comunque le sue condizioni miglioravano di giorno in giorno. Le ferite
si erano rimarginate e le bende non portavano più le macchie
di
sangue scuro che facevano sempre pensare ad un'emorragia. I lividi e
segni sparsi sul corpo e sul viso erano di un colore violaceo molto
chiaro rispetto ai giorni precedenti. L'unico problema era che il neo
Gemini non si era ancora svegliato. Alla ragazza si stringeva il
cuore nel vederlo in quelle condizioni; lo aveva sempre visto sorridente
ed indaffarato nei suoi allenamenti. Gli parlava molto anche, in segno
della loro amicizia, come
continuava a farlo sperando di essere sentita e di vederlo rispondere
finalmente aprendo i suoi bellissimi occhi verdi.
Purtroppo, ogni volta che gli rivolgeva parola, prendendo la sua calda mano fra le sue, continuava a risponderle quel silenzio in cui era caduto, facendo sì che abbassasse gli occhi mordendosi il labbro inferiore. Continuava a chiedersi quanto avrebbe dovuto aspettare prima che Saga prendesse pieno possesso della casa e potesse finalmente indossare la gloriosa Gold Cloth che lo aspettava dal giorno della sua conquista. Sapeva quanto ci teneva e quanto si era allenato per raggiungere finalmente questo giorno; ma sapeva anche quanto aveva lavorato sodo Kanon e quel pensiero le balenò in testa come un treno in corsa.
Avrebbe
voluto parlarne con lui, e magari portare al gemello delle buone
notizie sulle condizioni di quest'ultimo. Ma Kanon sarebbe stato in
grado di parlare? Anche lui era ferito e stremato e forse, proprio
nelle sue condizioni, non voleva o poteva ricevere nessuno.
Chissà se le ancelle sarebbero andate a prendersi cura di
lui!
Con tutti quei pensieri in testa, si alzò dalla sedia dove
la
sera prima si era addormentata, dormendo a stretto contatto col braccio
sano di Saga, e prese ad accarezzargli il volto facendo il
più
piano possibile. Anche se avrebbe voluto vederlo svegliarsi, non voleva
essere irruente e fargli del male sulle ferite che ancora deturpavano
il suo bel viso, anche se meno gravemente di prima.
«Buongiorno Saga!» Lo salutò speranzosa,
come da giorni a quella parte. «Sai,
il Grande Sacerdote Shion mi ha dato il permesso di andare a salutare
Kanon un ultima volta. Quanto vorrei che tu possa venire con me.
Rivedresti il tuo gemello...ma so che non puoi farlo. Chissà
se
ti farebbe piacere...»
Sospirò infine, riabbassando gli occhi ancora una volta.
«Bé, io vado adesso. Tornerò qua ad
aggiornarti!»
Con un'ultima fugace occhiata, Owl uscì correndo dalla terza
casa, non accorgendosi di Saga che stava, lentamente e con molta
fatica, riaprendo gli occhi.
«Owl?»
Chiese lui leggermente interdetto, con voce flebile ed impossibilitato
per il momento a fare qualsiasi movimento. Le ferite cicatrizzate
tiravano la pelle da sotto le fasciature ed i lividi, anche se meno
pronunciati, facevano comunque male ad ogni scossa. Comunque non
azzardò nessuna mossa strana, tanto le ancelle sarebbero
giunte
da lui in qualsiasi momento. Ciò che lo rendeva pensieroso
era
il sapere che Owl fosse stata lì prima del suo risveglio.
Non
sapeva se fosse stato solo un sogno o meno, fatto sta che sentiva
ancora il calore della sua mano a contatto con la propria.
Intanto
la ragazza si era diretta nella sua stanza, nel tredicesimo Tempio, per
potersi lavare e cambiare così da dirigersi finalmente da
Kanon.
Era ancora prestissimo quando uscì verso la scalata delle
dodici
case, silenziose e vuote. Sapeva che ancora non erano tutte abitate,
per cui passare all'interno di esse le faceva uno strano effetto. Per
tredici anni le aveva sempre viste in quella maniera, anche se sapeva
che da lì a pochi anni tutti e dodici i custodi ne avrebbero
preso pieno possesso dopo aver conquistato la Cloth appartenente ai
vari segni zodiacali.
Solamente la casa del Sagittario era abitata: da Aiolos, Aiolia ed il
loro maestro, e quella dei Gemelli, da un Saga ancora in convalescenza.
Per il
momento Owl conosceva, secondo i racconti del Grande Sacerdote,
solamente il presunto aspirante Saint dell'Ariete, perché
veniva
istruito personalmente dal Pope. Non lo conosceva di persona,
poiché Shion lo addestrava sulle montagne nello Jamir. Si
spostava usando la tecnica del teletrasporto, propria ai Saint
appartenenti alla prima casa, e tornava al Tempio per svolgere le sue
mansioni.
"Chissà se un giorno anche io..." Tornò a pensare
seriamente alla cosa dopo tanti anni. I pensieri di bambina non
l'avevano più colpita, ma in quel momento, dopo
ciò che
era successo tra i gemelli, aveva acceso dentro di lei la voglia di
imparare tecniche proibite; imparare a cavarsela da sola ad ogni
evenienza. Il Pope le aveva detto che il suo destino era legato alla
nascita della Dea Athena su quella terra; ma quanto doveva aspettare
ancora? Erano già passati tredici anni e probabilmente, una
volta cresciuta, il suo corpo non si sarebbe abituato alla
lotta...però aveva anche fiducia in Shion e quindi,
scacciando
il pensiero dalla sua mente, arrivò di fronte all'entrata
del
Tempio e, ingoiando la saliva che le era rimasta incastonata in gola,
col cuore che le martellava forte nel petto, prese i lembi della veste
che strusciava troppo a terra e si lanciò a capofitto verso
la
sua meta, a metà fra il Tempio, nascosto agli occhi degli
abitanti di Rodorio, e quest'ultimo paese.
La
dimora di Kanon sorgeva in una distesa di erba verde ed alberi che
troneggiavano al di sopra del tetto. Era piccola ma sembrava
confortevole, non comunque per lei che era abituata al lusso del
Tempio.
Si fermò a pochi passi di distanza dalla porta d'entrata,
portandosi una mano sul cuore.
E se il ragazzo non avesse voluto vederla? Come avrebbe reagito
vedendola sull'uscio?
Quei pensieri iniziarono a vorticarle fortemente in testa ed anche se
cercò di scacciarli, non riusciva a quietare quel senso di
inadeguatezza che sentiva verso sé stessa.
Kanon era un suo amico, lo era sempre stato, ma c'era qualcosa in lui
ultimamente che le era sembrato strano. Ripensò al pre
incontro,
quando lo aveva visto sotto il grande albero della loro infanzia e
sembrava...strano, diverso dal solito. Anche se il gemello era sempre
stato caratterialmente diverso da Saga, sempre composto e sorridente,
per lei era solamente un ragazzo qualunque con il suo
carattere
più chiuso degli altri.
Cosa poteva mai fare o dire in quel frangente? Anzi, forse avrebbe
ringraziato lei ed il Pope per averle permesso quella visita.
Allora perché dentro di lei sentiva solo inquietudine?
Si dette comunque della stupida per pensare a quelle così
lì, ad un passo da lui, quando le risposte alle sue domande
le
aveva proprio di fronte al naso.
Così, senza ripensamenti, riprese a camminare verso la
porta, dove bussò sonoramente sul legno con le nocche.
Seguitarono istanti di silenzio, che Owl impiegò a mordersi
il
labbro inferiore. "Non c'è? Dove può essere
andato nelle
sue condizioni?" si disse, ma poi ripensò a quest'ultima
domanda
e si dette della stupida di nuovo. Se era nelle condizioni di Saga,
ovviamente
non sarebbe riuscito ad andarle ad aprire la porta! In cuor suo
però, sperò che almeno lui si fosse salvato dal
coma.
Bastava Saga in quelle orribili condizioni e non voleva preoccuparsi
anche per lui, adesso che non poteva vegliare su di esso come faceva
per il fratello.
Alcuni fruscii e passi flebili però la distolsero dai suoi
pensieri, quando la porta si aprì e finalmente il volto di
Kanon
le spuntò di fronte. Sul viso di lui si aprì
un'espressione meravigliata.
Era anch'esso pieno di lividi e tumefazioni del colore pesto del
sangue. Chissà se si era medicato tutto da solo, oppure lo
avevano fatto le ancelle al Tempio prima che se ne andasse. Comunque
non trovò neanche il tempo per formulare le domande che la
sua
voce tagliente sovrastò tutto il resto.
«Che diavolo ci fai qua? Non dovresti venire qui, non te lo
ha
detto il tuo caro Sacerdote?» Iniziò lui con gli
occhi
verdi fissi nei suoi e la voce sprezzante di chi, se avesse potuto,
avrebbe sputato letteralmente a terra per fargli capire lo schifo che
gli faceva in quel momento anche solo pronunciare il nome della massima
autorità del regno.
«Ma...ma cosa dici Kanon!» Gli tenne testa lei dopo
un
attimo di esitazione. Erano da lui frasi fredde e distaccate, lo erano
sempre state per via del suo carattere, ma non c'era mai stata
cattiveria in esso, tanto meno verso Shion. Cos'era cambiato? Cosa lo
aveva portato ad odiare così tanto il Pope?
«La verità!» Si affrettò a
rispondere lui,
ancora appoggiato alla porta per l'impossibilità di reggersi
ancora sulle sue gambe.
«Sei arrabbiato perché sei stato allontanato dal
Tempio,
ma tu lo sai che è stato costretto a farlo!»
Parlò
autoritaria lei, alzando leggermente la voce per imporgli di ascoltarla.
Kanon dal canto suo non si mosse né cambiò
espressione,
come se non gli importasse nulla di quello che diceva, tanto la sua
idea non sarebbe cambiata.
«Se sei venuta qua per compatirmi puoi anche tornartene a
casa.
Non mi serve la compassione di nessuno, né tanto meno la
tua!
Torna da Saga! Torna dal tuo amato Sacerdote!»
Alzò
leggermente la voce lui. Strano, molto strano si disse lei. Kanon non
aveva mai alzato la voce, sopratutto verso di lei. La
rispettava, anche se la punzecchiava ogni volta, ma sapeva che lo
faceva in
amicizia. In quel momento, né sul suo volto, né
nella sua
voce c'era nulla di amichevole!
«Non sono venuta per compatirti, ma per vedere come
stavi!» Sbottò lei furiosa. «È
stata una battaglia sanguinolenta! Siete rimasti feriti entrambi e Saga
non si è ancora svegliato dal coma in cui lo hai mandato! Ti
ho
visto accasciarti a terra e da lì non ho più
avuto tue
notizie. In nome della nostra amicizia, ho chiesto personalmente il
permesso a Shion di poter scendere da te, anche se sai che non
è permesso mi ha dato comunque il consenso!»
Cercò di far scemare la rabbia che le era montata dentro ed anche
Kanon sembrò rilassarsi, come se le condizioni del fratello
l'avessero svuotato di tutto il rancore.
«Sono
vivo, se è questo che ti interessa.» Fece spallucce lui,
parlando con voce piatta. Non c'era nessun tipo di emozione nemmeno sul
suo viso.
«Mi fa piacere...»
Si limitò a dire lei, non riuscendo a pronunciare altro. Lui
la
stava confondendo e nulla di ciò che si era prefissata era
riuscita a dire o fare. Ma stava bene, anche se ferito, e quello era
l'importante. Però non poteva andarsene così, senza essere
riuscita a digli addio come si dovrebbe.
«Lui
come sta?»
Le chiese dopo svariati secondi di silenzio. La rabbia fra loro era
oramai un vecchio ricordo ed entrambi avevano abbassato gli occhi a
terra, impossibilitati a parlare di altro.
Per Kanon la notizia di suo fratello era importante e
ringraziò
silenziosamente qualche Dio perché gli avesse mandato Owl a
riferirglielo. Sentiva anche lui stesso che stava cambiando, ma l'amore
per suo fratello era rimasto ancora? Oppure era solo una scusa
perché Saga serviva a "lui"?
«Migliora
di giorno in
giorno, ma non si è svegliato dal coma. Sono sicura
però
che lo farà presto. Lui è forte!»
Sorrise lei e per la prima volta da quando si trovava in quella casa,
il sorriso di qualcuno gli aveva riscaldato il cuore per un misero
secondo. Era tentato di sorridere anche lui, ma c'era qualcosa nel suo
cuore che gli impediva di farlo e ne era consapevole. Andava
comunque bene così. Si sentiva forte, anche se aveva perso
la
sua personale battaglia. Era solo l'inizio, non era finito nulla e da
lì a poco sarebbe tornato... oh se sarebbe tornato!
«Certo...» Si limitò
a dire ancora con voce piatta. «Ma sarà
meglio che tu vada. Non vorrai far preoccupare il Pope!»
Continuò ed Owl abbassò per un momento di nuovo
lo
sguardo. C'erano tante cose di cui avrebbe voluto parlare con lui e
sicuramente non lo avrebbe voluto fare sull'uscio di quella misera
casa. Tante domande avrebbe voluto porgli, come per esempio come viveva
tutto solo lì, sperduto e lontano da tutto il resto del mondo. Se
andava spesso a
Rodorio e se pensava al Tempio, al suo maestro, suo fratello e...lei!
Ma, nonostante la voglia di formularle, quelle domande le rimasero
bloccate in gola e pesavano sul cuore come un macigno di fronte a
ciò che aveva detto lui: era l'ora di tornare indietro.
Ci aveva messo un po' a trovare la casa. La via era tortuosa e sperduta
quindi ci avrebbe messo del tempo anche per tornare indietro e non
voleva far preoccupare il Grande Sacerdote Shion, che le aveva dato
fiducia.
«Hai
ragione...»
Gli disse infine con un sospiro, alzando gli occhi sul volto di lui,
così incredibilmente uguale a quello di Saga e, per un
momento,
si immaginò che fosse proprio lui a guardarla. Purtroppo, a
ricordargli che quello non era il Saint dei Gemelli, era lo sguardo
astioso che aveva sul volto l'ex abitante del Tempio.
Perché? Avrebbe voluto sapere. Tuttavia rimase in silenzio per l'ennesima volta, tacendo una domanda che, forse, avrebbe cambiato
tutto quello.
Ma ne era veramente sicura? Davvero avrebbe potuto cambiare la storia?
No, non ne era sicura, per quello stette zitta, ingoiando di nuovo la
saliva che le si era incastonata in gola.
«Mi
ha fatto piacere vederti...» Azzardò
con un piccolo sorriso ma, vedendo che dal volto di Kanon non
traspariva nulla, abbassò prima gli occhi in segno di resa e
dopo gli voltò le spalle alzando il volto verso il cielo
sgombro da nuvole.
«Addio...» Fu l'ultima cosa che
disse prima di iniziare a correre verso la via del ritorno, rompendo
gli argini delle lacrime che le inondarono le guance contro la sua
volontà.
"Le lacrime non si
addicono ad un Saint di Athena"... ma lei non era un
Saint, quindi, tecnicamente, poteva piangere tranquillamente senza
essere vista. Nonostante voleva essere forte, tutta quella
realtà l'aveva colpita come un fulmina in ciel sereno; Saga
che non si svegliava, Shion che taceva sul suo destino e Kanon che era
così incredibilmente diverso e più astioso del
solito.
Ora aveva compreso il perché i Saint allontanati dal Tempio
dovevano rimanere soli! Forse per sbollire la rabbia e quel senso di
inadeguatezza che avevano verso sé stessi e gli altri? E si
ritrovò a chiedersi, di nuovo, se in futuro sarebbe toccato
anche a lei l'allontanarsi per sempre dalle persone più care
che aveva.
Quando varcò la soglia del Tempio, circa un ora dopo, il
sole stava già tramontando ed illuminava fiocamente le
pietre bianche della scalata alle dodici case, così come il
suo volto coperto leggermente dai capelli rossi che le ricadevano
lungo i lineamenti.
La prima e la seconda casa erano vuote, quindi le passò
tranquillamente a passo comunque lento, impossibilitata a correre per
via dei pensieri che le vorticavano in testa.
Cosa avrebbe raccontato a Saga?
A quella domanda trovò subito risposta perché,
una volta entrata nella semplice stanza da letto del custode della
terza casa, il Neo Gemini era seduto sul suo letto, con le gambe
coperte dalle candide lenzuola. Guardava fuori dalla finestra lo
spettacolo che il tramonto mostrava, distogliendo l'attenzione dal
fenomeno naturale solo dopo che la ragazza richiuse la porta alle sue
spalle, meravigliata di trovarlo sveglio. Sgranò gli occhi e
se li strusciò con le mani più volte credendo di
stare sognando. Ma quello non era un sogno e le iridi verdi di Saga che
la guardavano con un sopracciglio alzato ne erano la prova.
«Owl!» La
richiamò lui, meravigliato quanto lei di trovarla nella sua
stanza. «Sei
tornata...»
Continuò, ma non era una domanda. Lui sapeva benissimo
dov'era andata, perché, seppur addormentato ed
impossibilitato a svegliarsi, sentiva tutto ciò che gli
succedeva accanto e quindi aveva ascoltato ogni discorso che la ragazza
gli aveva fatto in quei giorni.
«Sì...» Assentì
lei con una breve pausa. «Il Grande Sacerdote mi
ha dato il permesso di raggiungere Kanon un ultima volta. E l'ho
visto...lui è....» Avrebbe voluto
riferirgli tante cose, digli che stava bene, che era cambiato, ma la
sua espressione si incupì e nei suoi occhi verdi
passò un'ombra che lei non riuscì a definire.
«Stai
lontana da lui!»
Fu tutto quello che riuscì a dire con voce roca,
distogliendo lo sguardo dal volto di lei, spostandolo di nuovo fuori
dalla finestra facendo frusciare dietro la schiena i suoi lunghi
capelli color del grano.
Tuttavia, nonostante la penombra in cui era piombata la stanza, Owl
giurò di aver visto i capelli di Saga scurirsi.
Fine capitolo 10
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Angolo autrice:
Salve a tutti! >.< Lo so, sono in ritardo cronico! :S
Purtroppo ho riniziato a lavorare e quindi non ho molto tempo per
scrivere :( Sto su questo capitolo da circa un mese, aggiungendo pezzo
per pezzo ogni...quanti giorni? xD Comunque sono riuscita a scriverlo e
spero vi sia piaciuto e che mi facciate sapere, come sempre :3
Chiedo perdono per gli eventuali errori :S purtroppo assonnata non riesco a vederli molti, sopratutto perché non mi va il correttore nel programma :S
Io ringrazio chi
ancora segue la storia e recensisce!
Un bacione a tutti,
al prossimo capitolo!!