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Autore: Scarlet Jaeger    13/05/2014    1 recensioni
Ci fu un tempo in cui un Saint di Atena mi condannò al sonno eterno; ma non tutte le cose sono fatte per durare, e non si può sconfiggere né uccidere un Dio. Perché io sono un Dio.
Sono tornato dalla mia prigionia, ed adesso mi prenderò la mia vendetta.
Sarò di nuovo spettatore del mio siparietto, dietro le quinte di una nuova guerra. Sarò io a manovrare le mie marionette.
Preparati Saint dei Gemelli, verrò a reclamare la tua caduta, perché il mio nome è...
Yoma di Mephistopheles.
Genere: Generale, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 Heart Of Courage

Capitolo 10



Quella mattina Owl venne svegliata dai raggi del sole che, prepotenti, filtravano dalla finestra aperta della stanza da letto di Saga, dove il ragazzo era ancora in convalescenza.
Non si era ancora svegliato da quando era stato portato in infermeria, ma comunque le sue condizioni miglioravano di giorno in giorno. Le ferite si erano rimarginate e le bende non portavano più le macchie di sangue scuro che facevano sempre pensare ad un'emorragia. I lividi e segni sparsi sul corpo e sul viso erano di un colore violaceo molto chiaro rispetto ai giorni precedenti. L'unico problema era che il neo Gemini non si era ancora svegliato. Alla ragazza si stringeva il cuore nel vederlo in quelle condizioni; lo aveva sempre visto sorridente ed indaffarato nei suoi allenamenti. Gli parlava molto anche, in segno della loro amicizia, come continuava a farlo sperando di essere sentita e di vederlo rispondere finalmente aprendo i suoi bellissimi occhi verdi.

Purtroppo, ogni volta che gli rivolgeva parola, prendendo la sua calda mano fra le sue, continuava a risponderle quel silenzio in cui era caduto, facendo sì che abbassasse gli occhi mordendosi il labbro inferiore. Continuava a chiedersi quanto avrebbe dovuto aspettare prima che Saga prendesse pieno possesso della casa e potesse finalmente indossare la gloriosa Gold Cloth che lo aspettava dal giorno della sua conquista. Sapeva quanto ci teneva e quanto si era allenato per raggiungere finalmente questo giorno; ma sapeva anche quanto aveva lavorato sodo Kanon e quel pensiero le balenò in testa come un treno in corsa.

Avrebbe voluto parlarne con lui, e magari portare al gemello delle buone notizie sulle condizioni di quest'ultimo. Ma Kanon sarebbe stato in grado di parlare? Anche lui era ferito e stremato e forse, proprio nelle sue condizioni, non voleva o poteva ricevere nessuno. Chissà se le ancelle sarebbero andate a prendersi cura di lui!
Con tutti quei pensieri in testa, si alzò dalla sedia dove la sera prima si era addormentata, dormendo a stretto contatto col braccio sano di Saga, e prese ad accarezzargli il volto facendo il più piano possibile. Anche se avrebbe voluto vederlo svegliarsi, non voleva essere irruente e fargli del male sulle ferite che ancora deturpavano il suo bel viso, anche se meno gravemente di prima.
«Buongiorno Saga!» Lo salutò speranzosa, come da giorni a quella parte. 
«Sai, il Grande Sacerdote Shion mi ha dato il permesso di andare a salutare Kanon un ultima volta. Quanto vorrei che tu possa venire con me. Rivedresti il tuo gemello...ma so che non puoi farlo. Chissà se ti farebbe piacere...» Sospirò infine, riabbassando gli occhi ancora una volta.
«Bé, io vado adesso. Tornerò qua ad aggiornarti!
»
Con un'ultima fugace occhiata, Owl uscì correndo dalla terza casa, non accorgendosi di Saga che stava, lentamente e con molta fatica, riaprendo gli occhi.
«Owl?» Chiese lui leggermente interdetto, con voce flebile ed impossibilitato per il momento a fare qualsiasi movimento. Le ferite cicatrizzate tiravano la pelle da sotto le fasciature ed i lividi, anche se meno pronunciati, facevano comunque male ad ogni scossa. Comunque non azzardò nessuna mossa strana, tanto le ancelle sarebbero giunte da lui in qualsiasi momento. Ciò che lo rendeva pensieroso era il sapere che Owl fosse stata lì prima del suo risveglio. Non sapeva se fosse stato solo un sogno o meno, fatto sta che sentiva ancora il calore della sua mano a contatto con la propria.

Intanto la ragazza si era diretta nella sua stanza, nel tredicesimo Tempio, per potersi lavare e cambiare così da dirigersi finalmente da Kanon.
Era ancora prestissimo quando uscì verso la scalata delle dodici case, silenziose e vuote. Sapeva che ancora non erano tutte abitate, per cui passare all'interno di esse le faceva uno strano effetto. Per tredici anni le aveva sempre viste in quella maniera, anche se sapeva che da lì a pochi anni tutti e dodici i custodi ne avrebbero preso pieno possesso dopo aver conquistato la Cloth appartenente ai vari segni zodiacali.
Solamente la casa del Sagittario era abitata: da Aiolos, Aiolia ed il loro maestro, e quella dei Gemelli, da un Saga ancora in convalescenza.

Per il momento Owl conosceva, secondo i racconti del Grande Sacerdote, solamente il presunto aspirante Saint dell'Ariete, perché veniva istruito personalmente dal Pope. Non lo conosceva di persona, poiché Shion lo addestrava sulle montagne nello Jamir. Si spostava usando la tecnica del teletrasporto, propria ai Saint appartenenti alla prima casa, e tornava al Tempio per svolgere le sue mansioni.
"Chissà se un giorno anche io..." Tornò a pensare seriamente alla cosa dopo tanti anni. I pensieri di bambina non l'avevano più colpita, ma in quel momento, dopo ciò che era successo tra i gemelli, aveva acceso dentro di lei la voglia di imparare tecniche proibite; imparare a cavarsela da sola ad ogni evenienza. Il Pope le aveva detto che il suo destino era legato alla nascita della Dea Athena su quella terra; ma quanto doveva aspettare ancora? Erano già passati tredici anni e probabilmente, una volta cresciuta, il suo corpo non si sarebbe abituato alla lotta...però aveva anche fiducia in Shion e quindi, scacciando il pensiero dalla sua mente, arrivò di fronte all'entrata del Tempio e, ingoiando la saliva che le era rimasta incastonata in gola, col cuore che le martellava forte nel petto, prese i lembi della veste che strusciava troppo a terra e si lanciò a capofitto verso la sua meta, a metà fra il Tempio, nascosto agli occhi degli abitanti di Rodorio, e quest'ultimo paese.

La dimora di Kanon sorgeva in una distesa di erba verde ed alberi che troneggiavano al di sopra del tetto. Era piccola ma sembrava confortevole, non comunque per lei che era abituata al lusso del Tempio.
Si fermò a pochi passi di distanza dalla porta d'entrata, portandosi una mano sul cuore.
E se il ragazzo non avesse voluto vederla? Come avrebbe reagito vedendola sull'uscio?
Quei pensieri iniziarono a vorticarle fortemente in testa ed anche se cercò di scacciarli, non riusciva a quietare quel senso di inadeguatezza che sentiva verso sé stessa.
Kanon era un suo amico, lo era sempre stato, ma c'era qualcosa in lui ultimamente che le era sembrato strano. Ripensò al pre incontro, quando lo aveva visto sotto il grande albero della loro infanzia e sembrava...strano, diverso dal solito. Anche se il gemello era sempre stato caratterialmente diverso da Saga, sempre composto e sorridente, per lei era solamente un ragazzo qualunque con il suo carattere  più chiuso degli altri.
Cosa poteva mai fare o dire in quel frangente? Anzi, forse avrebbe ringraziato lei ed il Pope per averle permesso quella visita.
Allora perché dentro di lei sentiva solo inquietudine?
Si dette comunque della stupida per pensare a quelle così lì, ad un passo da lui, quando le risposte alle sue domande le aveva proprio di fronte al naso.
Così, senza ripensamenti, riprese a camminare verso la porta, dove bussò sonoramente sul legno con le nocche.
Seguitarono istanti di silenzio, che Owl impiegò a mordersi il labbro inferiore. "Non c'è? Dove può essere andato nelle sue condizioni?" si disse, ma poi ripensò a quest'ultima domanda e si dette della stupida di nuovo. Se era nelle condizioni di Saga, ovviamente non sarebbe riuscito ad andarle ad aprire la porta! In cuor suo però, sperò che almeno lui si fosse salvato dal coma. Bastava Saga in quelle orribili condizioni e non voleva preoccuparsi anche per lui, adesso che non poteva vegliare su di esso come faceva per il fratello.
Alcuni fruscii e passi flebili però la distolsero dai suoi pensieri, quando la porta si aprì e finalmente il volto di Kanon le spuntò di fronte. Sul viso di lui si aprì un'espressione meravigliata.
Era anch'esso pieno di lividi e tumefazioni del colore pesto del sangue. Chissà se si era medicato tutto da solo, oppure lo avevano fatto le ancelle al Tempio prima che se ne andasse. Comunque non trovò neanche il tempo per formulare le domande che la sua voce tagliente sovrastò tutto il resto.
«Che diavolo ci fai qua? Non dovresti venire qui, non te lo ha detto il tuo caro Sacerdote?» Iniziò lui con gli occhi verdi fissi nei suoi e la voce sprezzante di chi, se avesse potuto, avrebbe sputato letteralmente a terra per fargli capire lo schifo che gli faceva in quel momento anche solo pronunciare il nome della massima autorità del regno.
«Ma...ma cosa dici Kanon!» Gli tenne testa lei dopo un attimo di esitazione. Erano da lui frasi fredde e distaccate, lo erano sempre state per via del suo carattere, ma non c'era mai stata cattiveria in esso, tanto meno verso Shion. Cos'era cambiato? Cosa lo aveva portato ad odiare così tanto il Pope?
«La verità!» Si affrettò a rispondere lui, ancora appoggiato alla porta per l'impossibilità di reggersi ancora sulle sue gambe.
«Sei arrabbiato perché sei stato allontanato dal Tempio, ma tu lo sai che è stato costretto a farlo!» Parlò autoritaria lei, alzando leggermente la voce per imporgli di ascoltarla. Kanon dal canto suo non si mosse né cambiò espressione, come se non gli importasse nulla di quello che diceva, tanto la sua idea non sarebbe cambiata.
«Se sei venuta qua per compatirmi puoi anche tornartene a casa. Non mi serve la compassione di nessuno, né tanto meno la tua! Torna da Saga! Torna dal tuo amato Sacerdote!» Alzò leggermente la voce lui. Strano, molto strano si disse lei. Kanon non aveva mai alzato la voce, sopratutto verso di lei. La rispettava, anche se la punzecchiava ogni volta, ma sapeva che lo faceva in amicizia. In quel momento, né sul suo volto, né nella sua voce c'era nulla di amichevole!
«Non sono venuta per compatirti, ma per vedere come stavi!» Sbottò lei furiosa.
«È stata una battaglia sanguinolenta! Siete rimasti feriti entrambi e Saga non si è ancora svegliato dal coma in cui lo hai mandato! Ti ho visto accasciarti a terra e da lì non ho più avuto tue notizie. In nome della nostra amicizia, ho chiesto personalmente il permesso a Shion di poter scendere da te, anche se sai che non è permesso mi ha dato comunque il consenso!» Cercò di far scemare la rabbia che le era montata dentro ed anche Kanon sembrò rilassarsi, come se le condizioni del fratello l'avessero svuotato di tutto il rancore.
«Sono vivo, se è questo che ti interessa.» Fece spallucce lui, parlando con voce piatta. Non c'era nessun tipo di emozione nemmeno sul suo viso.
«Mi fa piacere...» Si limitò a dire lei, non riuscendo a pronunciare altro. Lui la stava confondendo e nulla di ciò che si era prefissata era riuscita a dire o fare. Ma stava bene, anche se ferito, e quello era l'importante. Però non poteva andarsene così, senza essere riuscita a digli addio come si dovrebbe.
«Lui come sta?» Le chiese dopo svariati secondi di silenzio. La rabbia fra loro era oramai un vecchio ricordo ed entrambi avevano abbassato gli occhi a terra, impossibilitati a parlare di altro.
Per Kanon la notizia di suo fratello era importante e ringraziò silenziosamente qualche Dio perché gli avesse mandato Owl a riferirglielo. Sentiva anche lui stesso che stava cambiando, ma l'amore per suo fratello era rimasto ancora? Oppure era solo una scusa perché Saga serviva a "lui"?
«Migliora di giorno in giorno, ma non si è svegliato dal coma. Sono sicura però che lo farà presto. Lui è forte!» Sorrise lei e per la prima volta da quando si trovava in quella casa, il sorriso di qualcuno gli aveva riscaldato il cuore per un misero secondo. Era tentato di sorridere anche lui, ma c'era qualcosa nel suo cuore che gli impediva di farlo e ne era consapevole. Andava comunque bene così. Si sentiva forte, anche se aveva perso la sua personale battaglia. Era solo l'inizio, non era finito nulla e da lì a poco sarebbe tornato... oh se sarebbe tornato!
«Certo...» Si limitò a dire ancora con voce piatta. «Ma sarà meglio che tu vada. Non vorrai far preoccupare il Pope!» Continuò ed Owl abbassò per un momento di nuovo lo sguardo. C'erano tante cose di cui avrebbe voluto parlare con lui e sicuramente non lo avrebbe voluto fare sull'uscio di quella misera casa. Tante domande avrebbe voluto porgli, come per esempio come viveva tutto solo lì, sperduto e lontano da tutto il resto del mondo. Se andava spesso a Rodorio e se pensava al Tempio, al suo maestro, suo fratello e...lei! Ma, nonostante la voglia di formularle, quelle domande le rimasero bloccate in gola e pesavano sul cuore come un macigno di fronte a ciò che aveva detto lui: era l'ora di tornare indietro.
Ci aveva messo un po' a trovare la casa. La via era tortuosa e sperduta quindi ci avrebbe messo del tempo anche per tornare indietro e non voleva far preoccupare il Grande Sacerdote Shion, che le aveva dato fiducia.
«Hai ragione...» Gli disse infine con un sospiro, alzando gli occhi sul volto di lui, così incredibilmente uguale a quello di Saga e, per un momento, si immaginò che fosse proprio lui a guardarla. Purtroppo, a ricordargli che quello non era il Saint dei Gemelli, era lo sguardo astioso che aveva sul volto l'ex abitante del Tempio.
Perché? Avrebbe voluto sapere. Tuttavia rimase in silenzio per l'ennesima volta, tacendo una domanda che, forse, avrebbe cambiato tutto quello.
Ma ne era veramente sicura? Davvero avrebbe potuto cambiare la storia?
No, non ne era sicura, per quello stette zitta, ingoiando di nuovo la saliva che le si era incastonata in gola.
«Mi ha fatto piacere vederti...» Azzardò con un piccolo sorriso ma, vedendo che dal volto di Kanon non traspariva nulla, abbassò prima gli occhi in segno di resa e dopo gli voltò le spalle alzando il volto verso il cielo sgombro da nuvole.
«Addio...» Fu l'ultima cosa che disse prima di iniziare a correre verso la via del ritorno, rompendo gli argini delle lacrime che le inondarono le guance contro la sua volontà.
"Le lacrime non si addicono ad un Saint di Athena"... ma lei non era un Saint, quindi, tecnicamente, poteva piangere tranquillamente senza essere vista. Nonostante voleva essere forte, tutta quella realtà l'aveva colpita come un fulmina in ciel sereno; Saga che non si svegliava, Shion che taceva sul suo destino e Kanon che era così incredibilmente diverso e più astioso del solito.
Ora aveva compreso il perché i Saint allontanati dal Tempio dovevano rimanere soli! Forse per sbollire la rabbia e quel senso di inadeguatezza che avevano verso sé stessi e gli altri? E si ritrovò a chiedersi, di nuovo, se in futuro sarebbe toccato anche a lei l'allontanarsi per sempre dalle persone più care che aveva.


Quando varcò la soglia del Tempio, circa un ora dopo, il sole stava già tramontando ed illuminava fiocamente le pietre bianche della scalata alle dodici case, così come il suo volto coperto leggermente dai capelli rossi che le ricadevano lungo i lineamenti.
La prima e la seconda casa erano vuote, quindi le passò tranquillamente a passo comunque lento, impossibilitata a correre per via dei pensieri che le vorticavano in testa.
Cosa avrebbe raccontato a Saga?
A quella domanda trovò subito risposta perché, una volta entrata nella semplice stanza da letto del custode della terza casa, il Neo Gemini era seduto sul suo letto, con le gambe coperte dalle candide lenzuola. Guardava fuori dalla finestra lo spettacolo che il tramonto mostrava, distogliendo l'attenzione dal fenomeno naturale solo dopo che la ragazza richiuse la porta alle sue spalle, meravigliata di trovarlo sveglio. Sgranò gli occhi e se li strusciò con le mani più volte credendo di stare sognando. Ma quello non era un sogno e le iridi verdi di Saga che la guardavano con un sopracciglio alzato ne erano la prova.
«Owl!» La richiamò lui, meravigliato quanto lei di trovarla nella sua stanza. «Sei tornata...» Continuò, ma non era una domanda. Lui sapeva benissimo dov'era andata, perché, seppur addormentato ed impossibilitato a svegliarsi, sentiva tutto ciò che gli succedeva accanto e quindi aveva ascoltato ogni discorso che la ragazza gli aveva fatto in quei giorni.
«Sì...» Assentì lei con una breve pausa. «Il Grande Sacerdote mi ha dato il permesso di raggiungere Kanon un ultima volta. E l'ho visto...lui è....» Avrebbe voluto riferirgli tante cose, digli che stava bene, che era cambiato, ma la sua espressione si incupì e nei suoi occhi verdi passò un'ombra che lei non riuscì a definire.
«Stai lontana da lui!» Fu tutto quello che riuscì a dire con voce roca, distogliendo lo sguardo dal volto di lei, spostandolo di nuovo fuori dalla finestra facendo frusciare dietro la schiena i suoi lunghi capelli color del grano.
Tuttavia, nonostante la penombra in cui era piombata la stanza, Owl giurò di aver visto i capelli di Saga scurirsi.
Fine capitolo 10

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Angolo autrice:
Salve a tutti! >.< Lo so, sono in ritardo cronico! :S Purtroppo ho riniziato a lavorare e quindi non ho molto tempo per scrivere :( Sto su questo capitolo da circa un mese, aggiungendo pezzo per pezzo ogni...quanti giorni? xD Comunque sono riuscita a scriverlo e spero vi sia piaciuto e che mi facciate sapere, come sempre :3

Chiedo perdono per gli eventuali errori :S purtroppo assonnata non riesco a vederli molti, sopratutto perché non mi va il correttore nel programma :S

Io ringrazio chi ancora segue la storia e recensisce!
Un bacione a tutti,
al prossimo capitolo!!

  
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