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Autore: pozzanghera    13/05/2014    2 recensioni
Andrea è una ragazza adolescente come tante o forse no. Tutti dicono che lei è strana, non è normale dicono e ogni volta lei sorride, come se ogni volta non si sentisse pugnalata, a volte non c'è niente che faccia più male delle parole. Una ragazza non è solo bella, simpatica, sorridente, una ragazza può sentirsi brutta, sola, indesiderata. Andrea è diversa e non vorrebbe, ma la vita non la si sceglie...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La mattina della terza prova, Andrea fu accompagnata a scuola dalla madre che insistette per farle fare un’abbondante colazione al bar. Odiava i croissant e soprattutto odiava essere trattata come una bambina che deve ancora imparare a camminare, così finirono per litigare e lei per fare tardi.
Arrivò nel cortile della scuola che erano presenti tutti: da Elena a Luciano, ovvero dalla secchiona all’ultimo della classe. La accolsero con un applauso, era la prima volta in cinque anni che arrivava in ritardo benché le porte dell’edificio fossero ancora chiuse e non fosse un vero ritardo. Sorrise e fece un leggero inchino, sarebbe stata la penultima volta che metteva piede lì dentro. Sorrise perché le aspettava un’altra vita o forse sorrise perché in certe situazioni è l’ansia a comandare.
Si avvicinò al suo gruppo, anche gli altri erano in agitazione, non facevano altro che parlare di esami e delle prove precedenti facendo aumentare l’ansia collettiva.
“Secondo me non fanno fuori nessuno”
“Boh! Dobbiamo stare attenti a inglese, secondo me mette un brano impossibile per far bella figura” rispose Elena.
Era così bella alla luce di quel sole, ma forse era quel momento a rendere tutto così diverso perché Elena era bella sempre ai suoi occhi.
“Ma voi ve lo immaginate un altro anno qua dentro?” disse Michele portandosi l’indice e il medio alla tempia fingendo di sparare con il pollice.
“E voi lo immaginate dove sarete tra un anno esatto o magari tra cinque anni? Ci mancherà tutto questo” disse Elena quasi con rammarico.
Certo, lei poteva stare tranquilla tanto aveva studiato ed era la prima della classe, non l’avrebbero mai bocciata.
Aprirono le porte ed il fiume di maturandi entrò lentamente dirigendosi verso il corridoio assegnato, Andrea si sentì soffocare e, lasciandosi trasportare dalla folla, giunse al corridoio del secondo piano proprio dove aveva trascorso quei cinque anni indimenticabili. Si mise al quarto banco sulla sinistra proprio dietro Elena come in tutte le altre prove.
Anche se non potevano comunicare la sua vicinanza la faceva sentire in un certo senso protetta. Quelle tre ore volarono. Consegnò prima di tutti, consapevole di aver fatto quasi tutto bene e si diresse verso l’uscita. Scendeva i gradini lentamente, le gambe acquistavano vigore ad ogni passo, era un momento meraviglioso, l’ansia della mattina si era sciolta pian piano e gli esami erano finalmente finiti. Certo, mancava l’orale ma aveva altri dieci giorni per pensarci. Stranamente stava bene, si sentiva libera.
Era nel cortile quando sentì bussare alle sue spalle. Si voltò e fu sopraffatta da un abbraccio. La strinse a sé e le sussurrò “mi mancherai”. Quell’abbraccio, che aveva evitato per quattro anni fu la cosa più bella dei cinque anni passati lì dentro. Sentì quel corpicino schiacciato contro il suo e quell’odore inebriare i suoi sensi. Ci avrebbe fatto l’amore lì, in quel momento in quello spazio così tanto odiato eppure così amato.
Quasi a voler rovinare quell’istante magico, Elena si staccò e le ricordò che qualche sera dopo avrebbero fatto una cena di classe, il giorno prima che cominciassero gli orali nel tentativo di accattivarsi i prof. Andrea odiava queste cose e lei lo sapeva bene, ma le promise lo stesso che ci sarebbe andata.
La mattina della domenica seguente fu svegliata da un messaggio di Elena che le ricordava nuovamente la tanto attesa cena di classe, come se fosse stato possibile dimenticarsene e le diceva che doveva esserci perché doveva darle qualcosa di importante.
Quella domenica si vestì per bene e prese l’auto dei suoi. Parcheggiò nella piazzetta poco distante dal ristorante e si avviò all’entrata. Vide tutti i suoi compagni di classe ben vestiti e ben sistemati e si sentì fuori luogo. Tornò indietro e incrociò Michele, che la seguì in auto e le chiese spiegazioni.
“Io….io non so che ci faccio qui” rispose quasi con le lacrime agli occhi.
“Andiamo, abbiamo passato cinque anni insieme a quelli, ci conosciamo tutti, non hai motivo di….”
“Per favore, và via”
Il ragazzo scese e se ne andò con gli altri, Andrea era una persona strana, nessuno la capiva, come avrebbe potuto farlo lui?
Elena la aspettò fuori finché non entrarono tutti, poi si rassegnò ed entrò anche lei. Dopo il cibo, le risate e le raccomandazioni dei prof, si mise in auto. Andò sul lungomare dove aveva passeggiato con Andrea poco più di una settimana prima e strappò la lettera che le aveva scritto lasciando che il vento ne portasse via ogni frammento.
Era stata una stupida, ad Andrea non importava di nessuno, come avrebbe potuto importarle di lei? Era solo un’egoista che fingeva di esser buona con lei.
 Avrebbe voluto piangere, ma la sua era solo una gran delusione.



N.d.A. Siamo alla conclusione della storia (delusi vero?), che vi sia piaciuta o meno finisce qui...ma la vita della protagonista continua e se ne avrete voglia, a breve pubblicherò il continuo (mi fermo qui per non dare altre anticipazioni).
Il mio ringraziamento va a te che stai leggendo, a te che sei arrivat* fin qui e a tutte quelle persone che mi hanno scritto o che hanno commentato la storia.
di cuore, GRAZIE.
R.P.

 

  
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