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Autore: LilyButterfly    13/05/2014    1 recensioni
Hilary e Lucy vanno in vacanza sul Lago di Garda.
Hilary incontra un ragazzo che dice di essere Superman e vorrebbe essere il suo eroe.
Hilary accetterà questa proposta così romantica?
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao sono Hilary e ho 20 anni.
Sono una ragazza non molto alta, ma non mi lamento, la mia altezza mi piace, capelli lunghi castani e occhi dello stesso colore.
Sono timida di solito, ma se una persona mi fa uscire dai gangheri ci metto poco a ribaltarla, certe volte mi faccio paura da sola.
La mia migliore amica si chiama Lucy, è una persona stupenda, con lei posso parlare di tutto senza problemi, anche se certe volte di problemi me ne faccio troppi, Lucy me lo ripete anche troppo spesso ultimamente.
La considero come una sorella.
Finalmente sono iniziate le vacante estive, gli esami dell’università sono fortunatamente terminati per quest’anno.
Io e Lucy andremo in vacanza insieme, sul Lago di Garda, un posto stupendo secondo me, ci andavo sempre in vacanza con i miei genitori quando ero più piccola.
Abbiamo prenotato un albergo in riva al lago, per due settimane.
Saranno due settimane bellissime.
Chissà cosa succederà durante la vacanza?
Qualche settimana più tardi…
-Hilary sveglia!- mi scuote Lucy, che quella notte era rimasta da me a dormire: -Forza dormigliona, oggi si parte, in piedi.- continua tutta eccitata.
-Mmmh- mugugno da sotto il lenzuolo.
A quelle “parole” Lucy reagisce iniziando a saltare sul mio letto e urlando come una pazza: -In piedi, in piedi, in piedi si parte!-
- Ok ho capito, ma datti una calmata.- affermo ridendo, mentre cerco di alzarmi dal letto per andare in bagno a farmi una doccia, ma noto che Lucy non indossa il pigiama come me e allora le chiedo: -Ma sei già pronta?-
- Beh, si…- inizia: -Veramente sono pronta da più di un’ora, ero troppo agitata per la partenza, non riuscivo più a dormire, così mi sono alzata.- continua.
Prima che potessi replicare mi interrompe: -Oddio sei arrabbiata ora vero? Scusami!- mi dice visibilmente dispiaciuta.
- Ma tu sei fuori? Arrabbiata per cosa?- le chiedo: -Non sono arrabbiata, io sono troppo contagiosa, non puoi anche tu iniziare a farti le paranoie per nulla come me.- affermo, prima di scoppiare a ridere entrambe.
Finito di prepararmi scendiamo per fare colazione, dopodiché, terminiamo di sistemare le valigie e le carichiamo sulla mia macchina, siamo pronte per partire.
Salutiamo i miei genitori, che non la smettono più di raccomandarci di stare attente e di chiamare appena arrivate in albergo.
Finalmente in viaggio, non vedo l’ora di arrivare e godermi la vacanza con la mia migliore amica. Due settimane solo per noi.
Il tragitto non dura molto, infatti un’ora e mezza dopo, ci troviamo all’interno dell’albergo, precisamente alla reception ad aspettare l’omino che ci dovrebbe indicare la stanza e consegnare la chiave.
Durante l’attesa mi guardo intorno e devo dire che quest’albergo e davvero bello: molto grande, con le pareti colorate di un tenue verde smeraldo e le poltroncine e i divanetti bianchi.
È tutto molto elegante, ma è soprattutto il lampadario ad attirare la mia attenzione non è molto grande ma è circondato da gocce di cristallo trasparente che illuminate dalla lampadina diffondono una luce meravigliosa.
Quando finalmente l’omino alla reception si decide a calcolarci, gli comunichiamo della prenotazione fatta a mio nome e lui, con aria un tantino svogliata, ci consegna la nostra chiave.
Stanza numero 69, perfetto.
Ci avviamo, così, verso l’ascensore e saliamo al terzo piano dove si trova la nostra stanza, ci incamminiamo nel corridoio quando all’improvviso la valigia mi scivola di mano e si apre, spargendo i mie vestiti dappertutto; ma quanto sono fortunata caspiterina.
Lucy, purtroppo per me, non si è accorta di nulla perché è già davanti alla stanza e sta aprendo la porta.
Sto per chiamarla per farmi aiutare, quando qualcuno alle mie spalle mi chiede: -Ha bisogno di aiuto signorina?-
Mi giro e davanti a me trovo un ragazzo con i più incantevoli occhi che io abbia mai visto nella mia vita: sono di un azzurro molto intenso, grandi e stupendi.
-Oh, si g-grazie.- gli rispondo dopo un po’ in evidente imbarazzo.
-Ma figurati.- mi risponde sorridendomi; io sorrido a mia volta.
Dopo avermi aiutata ad infilare tutti i miei indumenti di nuovo nella valigia lo saluto ringraziandolo ripetutamente e scusandomi non so nemmeno io per cosa.
Sono quasi alla porta quando lui mi afferra dolcemente per un polso e mi dice: -A proposito io mi chiamo Louis Tomlinson, e tu?-
-Io sono Hilary, piacere.- gli rispondo stringendo la sua mano tesa verso di me.
-No, il piacere è tutto mio.- afferma mentre mi stringe la mano, per poi portarsela alle labbra per baciarla.
A quel lieve, ma dolcissimo contatto, avvampo imbarazzata.
-Spero di rivederti in giro.- dichiara Louis lasciandomi la mano, e salutandomi.
-Certo.- riesco a dire solamente, mentre apro la porta della mia stanza.
Per mia sfortuna, stavolta, Lucy ha assistito a tutta la scena e inizia a bombardarmi di domande. Cerco di darle delle risposte di senso compiuto, ma la mia testa è su un altro pianeta, continuo a pensare a cosa è appena successo.
Spero davvero di rivedere quel ragazzo.
Infatti, qualche sera più tardi, dopo cena, lo intravedo seduto al bar dell’albergo con un drink in mano, mentre parla con un altro ragazzo dai capelli ricci.
Io e Lucy decidiamo così di avvicinarci facendo finta di niente.
O per meglio dire, trascino la povera Lucy al bar.
-Ciao Hilary.- mi saluta Louis, ancora prima di riuscirmi a sedere sullo sgabello davanti al bancone.
-Ciao Louis…- ricambio il saluto e continuo: -Non ti avevo visto.-
Si certo, come no! Non lo avevo visto!
-Voglio presentarti il mio amico Harry, è qui in vacanza con me.- mi comunica Louis.
-E io voglio presentarti la mia amica Lucy, anche lei è qui in vacanza con me.- rispondo.
Finite le presentazioni i due ragazzi ci offrono gentilmente due drink, che accettiamo volentieri.
Mentre Lucy ed Harry fanno conoscenza, io li osservo attentamente: “che carini che sono insieme, sarebbero una bella coppia”, penso, nel frattempo Louis mi chiede se mi va di fare una passeggiata in riva al lago ed io, naturalmente, accetto entusiasta.
Il panorama a quest’ora della sera e stupendo: le luci della tramonto si riflettono sulla superficie piatta del lago, facendo assumere all’acqua diversi colori dal rosa all’azzurro.
 È tutto così romantico.
Mentre io e Louis passeggiamo parliamo del più e del meno, di cosa ci piace e cosa no, scopriamo di avere parecchio in comune.
È un ragazzo fantastico, simpatico e con una strana passione per i piccioni.
Lo conosco da pochi giorni, ma sento un legame speciale fra noi, non so come spiegarmelo.
Poco dopo ci fermiamo e immergiamo i nostri piedi in acqua; è fredda ma non troppo.
-Posso confessarti una cosa?- mi chiede Louis dopo un attimo.
-Certo, dimmi pure.- gli rispondo.
- Io sono Superman.-  sostiene convinto.
“Oddio questo è fuori di testa, ma i ragazzi strani piacciono tutti a me?”, penso confusa.
-Come scusa?- gli chiedo alla fine perplessa.
- Si, io sono SUPEERMAAAAAAN!- urla prima di scoppiare a ridere seguito a ruota da me.
- Ma tu sei pazzo.- replico, piegata in due dalle risate come lui.
- Si hai ragione sono pazzo, pazzo di te….- afferma dopo essersi ripreso.
Rimango stupefatta dalla sua risposta e nella mia pancia inizio a sentire le farfalle.
Beh, più che farfalle sembrano bisonti, ma dettagli.
-Posso essere il tuo Superman?- mi chiede vedendo la mia espressione.
-Ho sempre desiderato un eroe tutto mio.- mi decido a reagire.
Qualche istante più tardi le nostre labbra sono unite in un bacio.
Il più bel bacio che io abbia mai ricevuto: dolce e sincero, ma allo steso tempo ricco di passione.
Avevo trovato il mio eroe, il mio Superman, il ragazzo che mi avrebbe salvata e protetta per sempre.
E ora tra le sue braccia mi sentivo al sicuro e amata come mai nessuno mi aveva fatta sentire prima d’ora.
Louis Tomlinson è il mio Superman.
  
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