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Autore: Kim_Pil_Suk    13/05/2014    2 recensioni
Thalia odia gli attacchi di panico.
Si rifugia nell'alcol. Scappa da se stessa e di alimenta di fumo e feste.
Proprio la sua “passione” per l'alcol e il suo odio per i suoi attacchi le fa incontrare quel ragazzo.
Bello da morire. Fisico da dio. Affascinante, misterioso ma gentile. Intelligente e tremendamente sexy.
Dal testo:
Le appoggiò delicatamente la coperta sulle gambe e le sorrise, incoraggiante.
- Vado di là. Se ti serve qualcosa chiamami. - disse finendo di sistemarle la coperta. - Riposati. - poi prese il telecomando della tv. - Se vuoi vedere la tv qui c'è il telecomando. - lo appoggiò sul comodino accanto al letto.
Thalia non lo guardò nemmeno in faccia.
- Bene. - sussurò lui. Sembrava piuttosto deluso, da qualcosa.
Si avviò alla porta e appena sulla soglia si fermò.
- Comunque io mi chiamo Luke. Luke Castellan. - disse lui subito prima di chiudersi la porta alle spalle.
[ Thaluke ; Percabeth ]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Thalia avrebbe preferito di gran lunga il martello in testa piuttosto che l'incessante battere del suo cuore. Non aveva ancora idea del perché fosse nella casa di quello sconosciuto. E questo non la faceva sicuramente calmare. 
Si era svegliata presto quella mattina. Era rimasta sdraiata nel letto, facendo finta di dormire mentre sentiva Luke fare avanti e indietro dalla cucina. 
Entrava, spostava qualche oggetto, sistemava qualcosa, le raddrizzava le coperte, le controllava la fronte e poi se ne tornava di là. Lavava i piatti, passava l'aspirapolvere e cucinava la colazione. 
Thalia pensò che era proprio un uomo di casa. 
Poi però il rumore di Luke indaffarato, che durava da più o meno un ora, smise. Thalia sentiva sedie spostarsi, fogli sferzare l'aria e i lenti e stanchi sospiri di Luke. Quei rumori così lenti e bassi erano rilassanti. Thalia senza accorgersene si addormentò. 

Quando si svegliò di nuovo si sentiva il corpo intorpidito. Le formicolavano le dita dei piedi e si sentiva la testa piena di elio. 
Si issò a sedere appoggiando la schiena alla testiera del letto. 
Sentiva due voci sommesse poco lontane dalla porta della camera da letto. 
- Vado a vedere come sta. - disse una voce. 
Il cuore di Thalia perse un battito. Conosceva quella voce. La conosceva troppo bene. 
Mise i piedi sul lato del letto. Le facevano male le gambe e se le sentiva pulsare. Ignorò il dolore e si alzò in piedi. 
Le sue gambe non ressero più di cinque secondi. Non le diedero nemmeno il tempo di fare un passo avanti. Cadde sul letto di peso. 
Mentre guardava le unghie smaltate di nero dei suoi piedi ascoltava di nuovo le voci fuori dalla porta. 
- Fai piano. Prima stava dormendo. - era la voce di Luke. - Non svegliarla. - sembrava preoccupato ma a tradirlo c'era una nota di un emozione che non seppe interpretare. 
- Ok. - disse l'altra voce. 
La porta si aprì lentamente. Un ragazzo si infilò nella stanza. Prima Thalia notò i suoi capelli corvini da pazzo poi vide la bocca di lui allargarsi in un sorriso. 
- Thalia! - disse, forse troppo forte, il ragazzo. Si lanciò verso di lei e la guardò da capo a piedi. - Sei cresciuta un sacco negli ultimi tempi! - esclamò lui. 
Thalia rise appena e cercò di portare le gambe sul letto, con fatica. Il ragazzo distrattamente le prese le gambe e gliele portò sopra le coperte poi si sedette accanto a lei. 
Thalia era contenta che non avesse iniziato a tartassarla di domanda su come stava e che le era preso. Lui rispettava i suoi spazi e lei i suoi. Lui sapeva che lei aveva i suoi segreti. 
- Gli ultimi tempi, come dici te, sono 2 anni. - gli disse con un piccolo sorriso malinconico. 
Il ragazzo davanti a lei le sorrise. Era un sorriso radioso, il suo. 
Rimasero qualche secondo in silenzio a fissarsi. 
- Mi sei mancato. - sussurrò Thalia mentre gli prendeva la mano. Lui era l'unico uomo che poteva toccarla e lei glielo permetteva. 
- Anche te mi sei mancata, Testa di Pigna. - disse lui scherzosamente. Ma allo stesso tempo era serio. Lei gli era mancato più di altra cosa, proprio come la madre e il padre. 
Thalia rise del soprannome. 
- Testa di Pigna. - ripetè lei ridacchiando. 
- Ti ricoldi quando abbiamo costruito la casa sull'albero? - chiese il ragazzo mentre negli occhi verde mare si illuminava una scintilla. 
- Sì, Percy. E ti ricordi quella volta che mentre giocavamo ai supereroi tu stavi provando a fare Superman e sei caduto da un ramo? - disse lei ridendo al ricordo. Lui la seguì ridendo. 
- Sì. Tre punti di sutura. - disse passandosi una mano fra i capelli corvini. - Odio Superman. - borbottò lui. 
Thalia rise. 
- E quale sarebbe allora il tuo supereroe preferito? Sentiamo. - chiese lei alzando un sopracciglio. 
- Mh... - il ragazzo si mise l'indice sul mento, pensando. - Boh. Fishman? - chiese retoricamente. Thalia non riuscì a trattenere le risate. 
- Fishman? Serio? - chiese lei ridendo. - Non è un super eroe!
- Certo che sì! - ribatté lui. - È l'eroe di tutti i pesci. - disse facendo una buffa posa fiera.
Thalia rise mentre si copriva la bocca. Tossì più volte. 
- Testa di Pigna. - ripetè lui a bassa voce. - Che cosa hai fatto? - le chiese prendendole la mano fra le mani. 
Thalia abbassò lo sguardo. Non ne voleva parlare ma sapeva che doveva. Almeno con lui. 
- Niente. Solo qualche problema in più in casa, niente di che. Stai tranquillo. - disse lei guardandolo negli occhi. 
Lui sembrava chiaramente preoccupato per lei e per i problemi di cui parlava ma si limitò ad annuire e a sorriderle incoraggiante. 
- Dove sei stato in questi due anni? - gli chiese per cambiare discorso. 
- Un po' ovunque in realtà. - disse lui felice di parlare dei suoi viaggi. - Sono stato in Italia e in Grecia. In Spagna qualche settimana e anche in altri posti. La mia ultima tappa era il Giappone. 
- E le ragazze? Come erano le ragazze? - chiese lei curiosa e attenta. 
Percy rise di gusto. 
- Belle. Tutte belle da mozzate il fiato. Perfette. - disse lui. Ma c'era qualcosa che lasciava in sospeso quella frase. 
- Ma non abbastanza perfette per stare con te? - chiese lei. 
- No. Troppo perfette per stare con me. - disse lui mentre Thalia sentiva una certa nota malinconica. 
- La stai ancora cercando? - chiese lei. Percy annuì. 
Thalia sorrise. 
Rimasero qualche secondo immersi nei loro pensieri. 
- Bene. Adesso ti porto di là! - disse lui risvegliandola dai suoi pensieri. 
- No. Non voglio. - disse lei guardandosi i piedi. 
- E perché? - chiese lui scioccamente. 
- Come “e perché”, Percy! Sono in casa di uno sconosciuto. Ho dormito nel suo letto e sul suo divano. Sono sola e per giunta è un uomo. - disse lei corrugando le sopracciglia. Disse l'ultima parola a voce più bassa, come se avesse paura. Cosa che lei aveva. 
Percy fece la classica faccia da pesce lesso che comprendeva. 
- Ah. - disse semplicemente. - Thalia. - richiamò la sua attenzione. - Luke è un brav'uomo. Lo conosco da anni ormai e non ho mai dubitato di lui. Ti puoi fidare di lui. - le disse osservandola negli occhi. - E poi è un dottore. - disse come se essere dottore aiutasse. 
Thalia scosse appena la testa. 
- Ti fidi di me? - chiese il fratello, speranzoso. 
- Sì. - rispose lei. Si guardarono negli occhi per dei secondi interminabili. Poi Thalia sospirò pesantemente. - Ok. Se tu ti fidi di lui io mi fido. - rispose poi lei. 
La bocca di Percy si allargò in un sorriso. Mostrò i denti bianchi che brillavano ancora di più a contrasto con la pelle abbronzata. 
- Bene! - disse lui alzandosi in piedi. - E adesso ti porto di là. - disse sorridendo furbo. 
Thalia non ebbe nemmeno il tempo di dire “cosa” che subito si ritrovò issata sulla spalla di lui con le gambe a penzoloni.
- Mettimi giù! - disse lei ridendo. 
- Nemmeno se mi paghi! - disse lui mentre sorrideva vittorioso. 
Si diresse verso la porta e la aprì. Si indirizzò ridendo verso la cucina e il salotto mentre Thalia, penzoloni, sbatteva i pugni sulla schiena di Percy e agitava i piedi freneticamente, per quanto la poca forza che aveva glielo permettesse. Stavano ridendo entrambi mentre arrivarono nel salotto, adiacente alla cucina. 
Nonostante Thalia continuava a tirargli pugni Percy sembrava indistruttibile. Poi si ricordò quale era il suo punto debole da sempre. 
Thalia ridacchiò e premette un dito sulla schiena di Percy. Era un punto basso della schiena, lungo la spina dorsale, poco più in alto del coccige. 
Quello era il suo Tallone di Achille. 
Percy immediatamente scoppio a ridere nervoso. Sentiva un forte brivido lungo tutto il corpo. Prese Thalia e la lasciò cadere sul morbido divano con non molta grazia. 
- Ahi! - disse Thalia ad alta voce sentendo il sedere sbatterle contro lo scheletro del divano. 
Percy si limitò a ridacchiare toccandosi la schiena con fare protettivo. 
- Ben ti sta. - borbottò lui facendole la linguaccia. Lei rispose con una sonora pernacchia. 
Subito dopo Luke apparve dalla cucina. Aveva uno strofinaccio in mano, segno che stava lavando i piatti. Come sempre. 
Subito Thalia si irrigidì. 
- Luke. - disse Percy sedendosi accanto alla sorella. Le prese le gambe e se le appoggiò sulle proprie. 
Luke sorrise al ragazzo e finì di asciugarsi le mani sullo strofinaccio. 
- Percy. Finalmente. - disse lui mentre l'angolo della bocca gli si sollevava in un sorriso. 
Percy sorrise divertito. Poi scoppiò a ridere senza un motivo ben preciso. Luke lo seguì a ruota. 
Thalia li guardò stranita chiedendosi cosa diavolo avessero da ridere. Infine si limitò a scuotere la testa e a mormorare un “i maschi”. 
Percy iniziò a torturarle le gambe. Le dava i pizzicotti o le staccava le piccole pellicine di fine estate. Thalia avrebbe voluto tirargli un calcio inaspettato in faccia ma per quanto ci provasse ancora non aveva abbastanza forza nelle gambe. Si limitò a tirargli un ceffone sul braccio. Il fratello rispose con una risata. 
In questo frangente Luke se ne stava lì, immobile. Li osservava con un leggero sorriso divertito. Ma in quel sorriso c'era anche qualcosa di dolce. 
- Sei ingrassata in questi mesi. - disse Percy alla sorella. 
Thalia gli assestò un pugnò sulla spalla. Cosa che fece piagnucolare divertito Percy. 
- Non si dicono queste cose ad una ragazza. - disse lei. 
- Ah. Perché, te sei una ragazza? - chiese lui facendo il finto tonto. 
Thalia gli diede una serie di pizzicotti sul braccio. 
- Ma sta' zitto! - disse lei arrabbiata. Era divertita da quella situazione. 
Non vedeva suo fratello da 2 anni e le era mancato proprio come l'ossigeno manca agli umani sott'acqua. Era sopravvissuta alla sua vita monotona pensando che finalmente lui sarebbe tornato da lei. Anche se c'aveva messo più del previsto. 
Luke intanto li osservava, in silenzio. Non trovava il diritto di interrompere quella amorevole lite fra fratelli. 
- Sei passato a trovare mamma? - le chiese Thalia sistemandosi le gambe in una posizione comoda. 
- Non ancora. Volevo farle una sorpresa. - rispose lui sistemandosi le gambe di lei sulle proprie. 
Proprio in quel momento si sentì un telefono squillare. Il suono era attutito. Come se fosse bloccato da qualcosa. 
Percy alzò appena il corpo e tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans il cellulare di Thalia. 
- L'ho tenuto io dopo l'altra sera. Tieni. - disse lui mentre il telefono continuava a suonare insistentemente. 
Thalia lo afferrò a lesse sul display. “Mamma”. 
Premette il pulsante verde sul touch screen e se lo portò all'orecchio. 
- Pronto? - chiese mentre Percy si sistemava comodo sul divano. - Ah. Ciao mamma! - disse sorridendo divertita. 
Percy si irrigidì immediatamente. Si sporse verso di lei e agitò le mani in segno di negazione e protesta. - Io sto bene, grazie. Te e papà come state? - chiese e mentre ascoltava la risposta osservava Percy impegnato nel divertente tentativo di convincerla a stare zitta. - Percy? - chiese subito dopo una domanda della donna. Percy fece una faccia da cucciolo. - Bah. Non l'ho sentito per tutta l'estate. Secondo me se la sta spassando con una bella ragazza alle Hawaii. - disse non  curante mente Percy si rilassava di nuovo. - Mamma, lo conosci. Starà bene. - un altra pausa. - Se so qualcosa di lui ti chiamo, ok? - aspettò una risposta. - Ciao. Un bacio. - sorrise e poi riagganciò. 
Percy fece uno strano verso divertito. Thalia gli assestò una gomitata. 
- Come mai così gentile? Non mi sembrava che fossi così dolce con la mamma. - disse lui alzando un sopracciglio. 
Thalia lo fulminò con lo sguardo. 
- In due anni cambiano molte cose. Mentre te te ne stavi in un letto di albergo con una bella francesina io consolavi nostra madre, triste che te ne fossi andato. - disse Thalia con finto melodramma. 
Percy sbuffò infastidito. Poi spostò lo sguardo sull'orologio sulla parete davanti a lui. Spalancò gli occhi. 
- Oh merda! - imprecò alzandosi dal divano velocemente. Nel farlo scaraventò la gambe di Thalia giù dal divano che per poco non cadde assieme alle proprie gambe. 
- Fai piano! - disse lei cercando di tirarsi su. 
- Sì sì. Scusa. - disse lui non curante. - Sono in ritardo, merda. Guarda cosa mi fai fare, Testa di pigna. - disse lui prendendo uno zaino che prima Thalia non aveva notato. 
- Dove vai così di fretta? - chiese lei torcendo il busto per guardarlo affrettersi verso la porta. 
- Ho un incontro di lavoro fra 5 minuti. Accidenti! - disse lui mentre si sistemava la giacca di jeans sulle spalle. 
- Davvero? - chiese Thalia allegra. 
- Sì. Ma ne parliamo un altra volta. Ok? - chiese lui subito prima di baciarla piano la fronte sopra la frangetta. Thalia arrossì appena a quel tocco. Le venne da pensare ancora quanto il fratello le fosse mancato. - Ciao! - disse lui aprendo la porta di ingresso. 
- Ciao. - disse Thalia ad alta voce. Luke si limitò a fare un cenno con la testa. - Aspetta. Almeno riportami di là in camera! - gridò Thalia ma ormai Percy si era chiuso la porta alle spalle. “Bastardo!” pensò la sorella. 
Thalia si girò imbarazzata verso Luke. Lui la guardava con fare piatto, disinteressato. 
Thalia si limitava a guardarlo. Dentro di se era un miscuglio di emozioni. Imbarazzo, paura, divertimento e tristezza. Il fratello già le mancava. 
Luke si alzò da dove si era seduto e si allontanò verso la cucina. Thalia lo sentì aggeggiare con posate e piatti. 
- Hai fame? - chiese lui retoricamente. 
- Non molta. - disse lei mentre la pancia la tradiva brontolando. 
Luke sorrise dalla cucina, dove lei non poteva vederla. 
- Cosa vuoi da mangiare? - chiese poi accendendo il gas. - Ti va bene la pasta al sugo? - chiese senza spostare lo sguardo dall'acqua sul fuoco. 
A Thalia quelle sembravano tutte domande retoriche. 
- Mh-Mh! - borbottò lei abbastanza forte perché lui potesse sentirla. 
Passò i successivi 15 minuti ad ascoltare il suono dei passi di Luke sul pavimento. Lo ascoltava mentre spostava piatti, apparecchiava la tavola e faceva bollire il sugo. 
Dopo un quarto d'ora lui era sulla soglia del salotto. La guardò. 
- È pronto da mangiare. - disse appoggiandosi allo stipite della porta. 
Thalia si alzò goffamente dal divano. Fece un maldestro passo verso la cucina mentre si reggeva con tutte le sue forse in piedi aiutandosi con il bracciolo del divano. 
Luke dal canto suo la trovava adorabilmente imbranata. La osservava appoggiato allo stipite della porta a braccia incrociate. 
Thalia non alzò nemmeno una volta lo sguardo su di lui, convinta che lo avrebbe visto ghignare divertito. Continuava a guardare dove metteva i piedi. 
Subito dopo imprecò mentalmente mentre sentiva che la forza delle ginocchia la abbandonava. 
E proprio mentre aspettava di fare un tonfo sul duro pavimento si sentì avvolgere la vita da un braccio. 
Luke era lì, accanto a lei che sorrideva divertito. Thalia avrebbe voluto spingerlo via, infastidita, colpita nell'orgoglio da quel gesto di pietà. Ma la forza che aveva la stava impiegando tutta nelle braccia. 
Luke la accompagnò al tavolo. 
Thalia odiava quella situazione. 
Si sedettero e mangiarono in silenzio. Thalia ammise silenziosamente che il cibo era delizioso. 
Finito di mangiare Thalia aveva la voglia matta di chiudersi nella stanza. Ma si limitò a raggiungere il divano con l'aiuto di una sedia. 
Accese la tv e cambiò canale. Mentre faceva zapping si fermò sul canale dei cartoni. Davano Adventure Time in quel momento. E lei amava quel programma. 
Gongolò allegra a ritmo della sigla, finché dietro di se non rentì una risata trattenuta. Thalia si voltò. Luke era sulla soglia della cucina e si tratteneva dal ridere mentre Thalia lo fulminava alquanto imbarazzata. 
Luke le sorrise dolcemente, accondiscente. Sorriso che Thalia scambiò per un segno di compassione. 
Lei tornò a guardare la tv, decisa ad ignorarlo. 
Luke si diresse verso la cucina. Il campanello della porta suonò. 
Luke si diresse con una calma straziante al campanello. 
- Sì? Chi è? - chiese con quella sua voce dannatamente bassa e sexy mentre Thalia si concentrava sul cartone e non sui brividi alla schiena. - Sali. - la voce di Luke sembrava aver aggiunto una nota allegra, quasi dolce. 
Un paio di minuti dopo la porta di ingresso si aprì. 
Thalia dalla sua posizione riusciva a vedere poco e niente. 
- Luke! - gridò una voce femminile. 
Thalia si voltò, curiosa di sapere chi fosse. 
Sulla soglia si trovava una ragazza bassa e magra. Aveva dei lunghi capelli biondi legati in una coda alta. Indossava una T-shirt con sopra una scritta che Thalia non riuscì a decifrare da quella angolazione. Poi indossava dei pantaloncini di jeans e un paio di converse nere. 
- Annabeth! - disse il ragazzo. 
Thalia subito notò quella nota allegra nella sua voce. Era indubbiamente allegria quella che faceva alzare il tono della voce a lui. 
Lei gli buttò le braccia al collo e si strinse a lui. Lui la strinse al petto in un forte abbraccio. Lei era esageratemente più bassa di lui. O forse lui era troppo alto. 
Thalia si voltò verso la tv prima di vederli baciarsi o scambiarsi chissà qualce altra effusione. Fece un verso schifato e si trattenne dal vomitare. 
Osservò il cartone mentre sentiva i due dietro di lei parlare. 
- Mi sei mancato. - disse lei con una nota allegra che innervosiva Thalia. 
- Anche tu. - disse lui sorridendole. - Sei bella come sempre eh? - disse lui osservandola. 
- Ma sta' zitto. - disse lei con una pacca sulla spalla. Ma si sentiva la nota divertita e imbarazzata nella sua voce. 
Luke rise piano. 
Thalia per poco non vomitava. 
Ci fu un attimo di silenzio poi Annabeth si voltò verso Thalia. 
- Ah. Lei è la ragazza. Si è svegliata? - chiese guardandola di spalle. 
Thalia sentì un brivido sulla schiena mentre Luke rispondeva di sì. 
Thalia si immaginò mentre i due ridevano di lei, la sera prima. Ridevano mentre lei giaceva svenuta sul divano di casa di lui. 
Annabeth si avvicinò e si mise davanti a lei. Senza accorgersi di starle oscurando la visuale. 
- Ciao. Io sono Annabeth. - disse la ragazza con un sorriso radiosa. 
- Togliti. Mi oscuri la visuale col tuo fondoschiena, biondina. - ribatté acida Thalia. 
Subito il sorriso scomparve dal volto di Annabeth. Sembrava sconvolta e delusa. 
- Thalia! - disse Luke, rimproverandola. 
Thalia venne percorsa da un brivido inquietante. Fece un basso ringhio dalla gola e guardò la bionda. 
- Piacere. - borbottò infastidita. 
Annabeth si sedette poco convinta accanto a lei. 
Guardarono lo schermo della tv in silenzio. 
Luke se ne andò in cucina a fare solo lui sapeva cosa. 
- Comunque che bella coppia che siete. Da quanto state insieme? - chiese acida Thalia dopo alcuni minuti di silenzio. 
Annabeth la guardò confusa e sorpresa. 
- Come scusa? - chiese poi. 
- Non fare la finta tonta, biondina. - ribattè Thalia senza guardarla. - Tu e il biondino da quanto state insieme. Dico. 
Senza preavviso Annabeth scoppiò a ridere. 
Thalia le scoccò un occhiataccia. 
- Io e Luke... - cercò di dire Annabeth fra le risate. - fidanzati? - si mise di nuovo a ridere. 
- Cosa c'è di così divertente? - chiese Thalia alzando un sopracciglia. 
Annabeth cercò di calmarsi. Poi le sorrise. 
- Io e Luke non stiamo insieme. E mai lo staremo. - disse accomodandosi sul divano. - Luke è mio fratello maggiore. 
A quel punto fu il turno di Thalia di essere sorpresa. 

Dopo un ora a guardare i cartoni con una biondina appoggiata al bracciolo accanto al suo Thalia poteva affermare che il sonno si stava impossessando di lei. 
Annabeth era appoggiata al bracciolo e leggeva un libro di quello noiosi mentre stendeva le gambe sopra quelle di Thalia. 
Il loro rapporto non era incominciato proprio bene. Annabeth le aveva spiegato che lei e Luke erano fratellastri, proprio come Percy e Thalia. Non avevano legami di sangue. Thalia era rimasta un po' confusa, inizialmente. Aveva considerato male Annabeth. Pensava fosse petulante, la classica biondina che parla senza un motivo logico e che se apre bocca dice solo stronzate, che era un oca giuliva che avrebbe volentieri fritto nell'olio. Ma poi, subito dopo essersi chiarita, aveva capito che non era così male. 
Thalia si era presentata educatamente. Omettendo tutte le scuse per la sua scenata si erano presentate. Thalia odiava dover chiedere scusa e Annabeth non sembrò farci caso. 
Thalia aveva scoperto molto di Annabeth. Non parlava molto o troppo ma era simpatica e gentile. Le piaceva l'architettura - questo glielo aveva detto Luke con voce esasperata e una frase tipo “Ha una specie di fetish per l'architettura! Se inizia a parlarne non smette più!”; Annabeth gli aveva scoccato un occhiata di fuoco -. Andava all'Università e fra qualche settimana sarebbe tornata lì per studiare. Poi non aveva detto molte cose rilevanti e questo a Thalia andava bene. Voleva conoscerla a fondo ma non voleva farlo tutto in una volta. Una parte di lei era scettica al conoscerla. Insomma, il loro incontro era stato così movimentato. L'altra parte di lei la faceva sentire imbottita di droghe. Si sentiva leggera e Annabeth le dava un senso di calma proprio mentre il mondo le girava attorno. 
Annabeth, proprio come Luke, emanava un senso di pace e trasmettava sicurezza. 
Thalia si fidava, in un certo senso, di Luke. Non perché Percy lo faceva, ma bensì perché Luke era il tipo tranquillo e rispettoso che subito ti ispirava fiducia. L'unico problema era che Thalia non si fidasse di nessun uomo che non fosse suo fratello. 
Thalia stava facendo zapping fra i canali mentre Annabeth, tutta entusiasta, leggeva il suo noioso libro di scuola. Thalia si chiese come faceva a studiare durante le vacanze estive. Lasciò perdere. 
Si sentiva le palpebre pesanti. Aveva le gambe indolenzite perché non le muoveva. Appoggiò la testa sul bracciolo mentre distrattamente guardava un canale sul wrestling. Spostò i piedi in modo che anche Annabeth ci stesse. Nonostante non riusciva a stare in piedi più di tanto sulle gambe riusciva ancora a muoverle sufficientemente. 
Senza accorgersene chiuse le palpebre e viaggiò nel dormiveglia. 
- Luke. Si è addormentata. - Thalia sentì la voce di Annabeth. - La dovresti portare in camera a dormire. - disse poi mentre spostava piano le gambe. 
- Si spaventa se la prendo in braccio. - disse il ragazzo. La voce proveniva da dietro il divano. 
- Ma non possiamo lasciarla qua a dormire. Le verrà il torcicollo! - disse Annabeth cercando di non alzare troppo la voce. 
Thalia sentì Luke sbuffare, vagamente scocciato. 
Lei si mosse appena sul divano. 
- E io di certo non posso portarla! - concluse Annabeth. 
- Ok ok. Svegliala e chiedile se posso. - disse Luke. Poi Thalia lo sentì allontanarsi. 
Appena Luke fu in cucino Annabeth si voltò verso Thalia e la osservò per qualche secondo. 
- Alzati. Lo so che sei sveglia. - disse la bionda incrociando le gambe. 
Thalia sbuffò ancora ad occhi chiusi. Li aprì e si alzò a sedere. 
La bionda la guardava con un sopracciglio alzato. 
- Sentiamo. Perché non vorresti farti portare in braccio da mio fratello? - chiese lei mentre Thalia si stiracchiava lentamente. 
Thalia non rispose. Si limitò a guardarsi i piedi. 
- Luke è un bravo ragazzo. - a Thalia questa frase ricordava quella che le aveva detto il fratello. - Puoi fidarti. - disse la bionda con un tono di voce un po' più dolce. - E adesso, vuoi dirmi perché non vuoi che lui ti porti in braccio? - chiese lei guardandola intensamente. 
- Niente. - rispose cupa Thalia. Evitava il suo sguardo. 
Annabeth stette in silenzio poi sbuffò, stanca.
- Ok. Non serve che me lo dici. Ma di mio fratello puoi fidarti. - disse mentre Thalia soppesava su cosa dirle. 
Rimasero qualche secondo un silenzio. L'unico rumore era quello di Luke che sfogliava delle pagine. 
- Mi aiuteresti a camminare? Vorrei riuscire ad usare di nuovo le mie gambe. - chiese Thalia. 
- Ok. - rispose Annabeth alzandosi dal divano. 
Thalia si tirò su facendo leva sulle mani appoggiate ai braccioli. Non le tremavano le gambe ma sentiva i legamenti molli e deboli. 
Annabeth le mise una mano sulla vita con fare protettivo e la sorresse. 
Thalia si sentì piuttosto libera quando riuscì a fare tre metri da sola. Poi però le gambe iniziarono a farle male. Le sentì gonfiarsi e le facevano male. Come se qualcuno le mettesse degli impacchi di ghiaccio sulle ginocchia. 
- Non ce la faccio. - sussurrò mentre faceva un altro passo. Resisteva quanto poteva. - Mi fanno male le gambe. - 
Annabeth in tutta fretta prese la sedia che stava accanto al divano e la posizionò dietro la ragazza. Thalia ci si buttò sopra con un tonfo. Sospirò di allievo mentre sentiva il sangue fluire lentamente nelle gambe. 
- Vado a chiamare Luke. - disse Annabeth guardandola con le sopracciglia corrucciate. Thalia non fece in tempo a dire niente che era già scomparsa in cucina. 
Tornò dopo pochi secondi con Luke al seguito. Il ragazzo aveva un leggero cipiglio preoccupato. Ma sembrava più arrabbiato. 
Thalia pensò che ne doveva aver visto di pazienti gravemente malati nella sua vita. Lei non era niente al confronto. 
- Ti avevo detto di chiamarmi quando l'avresti convinta. - disse lui, arrabbiato. 
- Lo so. Ma lei voleva andare da sola. - disse Annabeth guardando la ragazza. 
Luke sbuffò. Si avvicinò a Thalia e le mise una mano sotto le coscie e una dietro la schiena. La issò su facilmente. 
Thalia trattene un grido che le morì in gola. Aveva i brividi di terrore in tutto il corpo e sudava freddo. 
Luke la portò in fretta in camera. La poggiò delicatamente sul letto e le disse di aspettarlo là. Come se lei potesse muoversi più di tanto. 
Annabeth si accomodò in ginocchio, sul materasso, accanto a Thalia. 
- Scusa. Dovevo chiamare Luke. - disse la bionda. Sembrava veramente dispiaciuta.
Thalia liquidò la cosa con un gesto della mano e un sorriso gentile. 
Luke tornò subito dopo con una pomata e delle bende. 
Thalia si osservò più attentamente la gamba. Aveva i ginocchi viola e gonfi. Le caviglie erano rosse e anch'esse gonfie. Il resto delle gambe sembrava che fossero state a lievitare dei giorni. 
Luke si mise la pomata sulle dita e incominciò a spalmarla sulle gambe di lei. La pomata era fredda e gelatinosa al tocco e Luke usava piccoli movimenti decisi. Era delicato ma efficace. Le passava il palmo sul polpaccio e poi lavorava con i polpastrelli sulle caviglie. Thalia non negava che le facesse male ma lui era così gentile che non riuscì ad accusarlo del dolore. 
Quando le arrivò alle ginocchia Thalia sentì un incredibile fitta di dolore. Un freddo pungente le accarezzò l'osso. Luke ci versò sopra altra pomata alleviando il dolore. Iniziò a massaggiare e Thalia venne percorsa da dei brividi di terrore quando si accorse che stava risalendo la gamba. 
Arrivato alla coscia Thalia si sentiva gli occhi lucidi. Proprio come quando hai davanti un ragno enorme e non puoi fare niente per scacciarlo perché sei immobilizzato dalla paura. Quella era la stessa cosa che provava lei. 
Lui le stava toccando la pelle delicatamente, procurando le brividi in tutto il corpo. Quasi sicuramente non sapeva che lei avrebbe voluto tanto schiaffeggiarlo e mettersi a gridare dallo spavento. 
Quando finì entrambe le gambe lei tirò un sospiro di sollievo. 
Lui prese le bende e le passò attorno alle caviglie e alle ginocchia. 
- Non le devi muovere per un bel po'. Verrò a metterti la pomata ogni giorno. - disse mostrando la pomata. - Se sentirai dolore dimmelo. - disse lui alzandosi. 
Parlava gentilmente. Quasi consapevole di averla spaventata. Poi sorrise alle ragazze e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. 
Annabeth si sdraiò sul letto. 
Thalia si sentiva umiliata. Odiava essere compatita e non essere libera. Voleva essere autonoma e non riuscire ad usare le gambe non lo era. 
- Che bravo dottore. - sussurrò Annabeth mentre chiudeva gli occhi. Non era sarcastica. Era seria. Suo fratello era proprio un bravo dottore. 
Thalia annuì appena. Poi cercò di sdraiarsi. 
Dopo un minuto a strusciare per cercare di sdraiarsi e altri due minuti persi a cercare una posizione comoda si voltò verso Annabeth. 
Si guardavano negli occhi, immerse nei loro pensieri. 
Annabeth la guardava negli occhi blu tempestosi ed era curiosa di sapere tutto della ragazza davanti a lei. 
Thalia si perdeva nei suoi occhi grigi e svegli e voleva sapere come potesse essere così bella e intelligente una ragazza. 
Annabeth le sorrise. 
- Raccontami un po' di te. - disse in un sussurro. 
- Coa vuoi che ti dica...? - le chiese piano. 
- Tutto quello che vuoi. - rispose la bionda. 
- Tutto forse no. Forse non subito. - disse la moda sorridendo appena. - Non c'è molto da dire. Mio padre era un ricco magnante delle imprese bancarie. Incontrò mia madre, una semplice barista, ad una festa di amici. Subito ci fu la scintilla e da lì nacqui io. Naturalmente mio padre non poteva tenermi. Era un uomo potente, non aveva tempo per sua figlia. - disse con una nota acida. - Mia madre cadde in depressione. 
- Hai qualche fratello? - 
- Di sangue? - la bionda annuì. - Sì. Si chiama Jason. È più piccolo di me. Ma non so dove si trovi adesso. Siamo stato divisi da piccoli. - sospirò appena. - Mia madre morì quando io avevo 12 anni. Io e mio fratello fummo affidati a due famiglie diverse. Io finii affidata al fratello di mio padre, mio zio. Assieme a lui e sua moglie stavo bene. Conobbi anche loro figlio. - fece una piccola pausa. - Era una peste. Ha la mia stessa età. È il mio fratellastro. - 
- Come si chiama? - chiese la bionda. 
- Percy. In realtà si chiama Perseus Jackson, ma tutti lo chiamano Percy. - disse lei con un sorriso. - Comunque non so dove mio fratello biologico, Jason, finì. Forse in una famiglia di Las Vegas. Probabile. - perse il sorriso. - Ho vissuto per 4 anni in casa Jackson. Poi l'anno scorso mi sono trasferita in una casa tutta mia, in fondo alla loro via. Percy due anni fa è partito per un viaggio di interessi, alla ricerca di lavoro, amore, fortuna e forse anche di sesso. - disse Thalia disinvolta. Annabeth ridacchiò. - È tornato solo questa settimana. È tornato da solo ma a me va bene. - disse lei facendo spallucce. - Ecco. Questa è la mia vita. - 
- Tutto qui? - chiese la bionda, scettica. Thalia annuì. 
Annabeth sentiva che mancava qualcosa. Qualcosa di importante. Ma non indagò oltre. 
- Ok. Domanda: studi? - chiese la bionda. 
- No. Ho smesso alla fine del liceo. -
- Cosa studiavi? -
- Giurisprudenza. - disse Thalia con un sospiro. - Strano, vero? Non diresti mai che una come me ha studiato per diventare avvocato. -
Annabeth scosse la testa. - No no. Anzi, mi sembri proprio il tipo. - le disse con un sorriso. Ma non era sarcastica. - Io sono bionda, ma non diresti che sono intelligente. -
Thalia le sorrise. Poi sbadigliarono entrambe. 
- Domani voglio sapere tutta la tua storia, eh. - disse Thalia con un altro sbadiglio. 
Annabeth annuì chiudendo gli occhi. 
- Sì. Ti racconterò tutto ciò che vuoi. Solo a te. - disse con la voce impastata dal sonno mentre le prendeva la mano. 
Thalia gliela strinse sorridendo. 
E con il lento respirare si Annabeth e le ultime sue parole che le rimbombavano nella testa, si addormentò. 



Note da manicomio:
BOOM BOOM. 
Siccome il cielo è blu non vi chiederò scusa. 
AHAHAHA. Scherzo. Vi chiedo scusa per il ritardo. Sorry. 
Ho postato il secondo capitolo. Ehhhhh~! ( è il secondo vero? ) \ ( ° u ° ) /
Il secondo capitolo è pieno di BOOM BOOM! 
No. Scherzo. È noiosissimooooo! D:
Vedrò di scriverne uno migliore la prossima volta...
Ve piasa Annabeth come sistah di Luke ( gergo molto poco femminile )?
Stavo pensando di farla diventare una teppista. Oppure di farla mora.... no. Scherzo. È perfetta così. 
Le note stanno diventando più lunghe del capitolo...
Ok. Volevo ringraziare:
OliviaCollins 
OllyFrosti
Ramosa12

Grazie per aver recensito lo scorso capitolo! I vostri giudizi sono stati importantissimi per me. 

Come ho detto a loro lo dico a chiunque legga le note ( nessuno ): sono dislessica ( mi dicono che non sembra ) ed è probabile, molto, che io abbia commesso qualche errore di battitura. Uso il correttore del cell ma non aiuta un granché. 
Se ci fossero  altri errori vi prego di farmeli notare. 

Bene. Ora vado a vedermi One Piece. C;

Alla prossima,
Kim_
  
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