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Autore: FavoladiBeda    13/05/2014    1 recensioni
Pansy Parkinson ama Draco Malfoy.
Quando lui la invita al Ballo del Ceppo per lei è la realizzazione di un sogno.
Ma siamo sicuri che tutto andrà liscio?
Pansy/Draco.
Dal testo:
"Le osservò il viso in cerca di un dettaglio che la identificasse e per poco non morì sul colpo.
Non poteva essere! Quella… era la Mezzosangue!
Un gran furia la assalì: tutti quei complimenti, tutte quelle lodi che le aveva rivolto lei stessa…
E Draco! Morgana, Draco la stava mangiando con gli occhi!".
Spero vivamente che la storia vi piaccia :)
FavoladiBeda
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Viktor Krum | Coppie: Draco/Pansy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Erano tutti riuniti presso il grande camino della Sala cercando di ripararsi dal freddo pungente che quell’inverno sembrava più incessante che mai.

Vari primini erano disposti a semicerchio nel raggio di luce che le fiamme riflettevano sul tappeto smeraldino, parlando ad alta voce e lanciandosi pergamene accartocciate che sarebbero dovute servire ad accogliere dieci centimetri di ricerca assegnati dal Professor Piton.

Attorno al tavolo di legno c’erano, invece, Blase Zabini e Adrian Pucey che discutevano su quale manufatto, prettamente illegale, importare ad Hogwarts per divertirsi un po’.

Le poltroncine verde mela erano momentaneamente vacanti perché Harper le aveva sbadatamente incantate, con l’intenzione di imparare un incantesimo in programma per la prossima lezione della Megera, ricoprendole di una bava giallastra che nessun suo compagno era disposto a rimuovere.

Il divanetto centrale era invece occupato da una tranquilla Pansy Parkinson che, dall’alto del suo mento all’insù, dominava la stanza con la sua superiorità.

Non muoveva un muscolo, intenta com’era a complimentarsi con sé stessa per la sua ultima O in Trasfigurazione. Non era un voto che le capitava spesso e poi la faccia irritata della Vecchia Megera mentre lei ritirava il compito, era stata impagabile.

Finito il suo personale elogio si guardò attorno in cerca di qualcosa da fare.

Era ancora sdraiata e non accennava a volersi spostare, così si mise in ascolto delle chiacchiere che gli undicenni di fronte a lei, si scambiavano.

“E’ stato bello” stava dicendo uno di loro sulla destra.

“Avrei voluto invitare Daphne Greengrass” mormorò sottovoce il suo vicino “ma non ne ho avuto il coraggio”.

Stavano parlando della sera prima e più precisamente del Ballo del Ceppo.

Daphne! Quel moccioso voleva invitare Daphne!

“Non avresti avuto chance” commentò una ragazzina.

“Avete visto con chi è venuta la Granger?” esclamò uno di loro, nel mezzo.

“KRUM!” urlarono tutti in coro, facendo gesti increduli.

Furia. Pansy Parkinson fu sconvolta da una furia cieca che la fece alzare di scatto e prendere per la cottola il primo bambino a portata di mano, sotto gli sguardi di tutti gli altri Serpeverde.

La rabbia furibonda la scuoteva da capo a piedi, il suo petto si alzava e si abbassava affannosamente, i suoi occhi neri erano iniettati di odio e fulminavano il povero malcapitato che aveva la testa ciondoloni, era pallido e terrorizzato.

Le mani presero a tremane, i polmoni a bruciare, le guance le scottavano.

Fuori controllo, lasciò andare la sua vittima senza distogliere, però, lo sguardò dalla sua figura terrificata.

“Non dite niente!” urlò con forza al resto della Sala, per poi salire di corsa le scale femminili e rinchiudersi nella sua stanza miracolosamente vuota.

Si buttò sul suo letto aspettando che quella collera irragionevole l’abbandonasse.

Cercò di sentirsi confusa ma non ci riuscì; tutto il suo corpo era percorso da rabbia liquida che le fluiva violenta dappertutto.

Cosa mi succede?

La sua voce poco prima era risuonata potente e aggressiva, i suoi gesti frenetici e senza alcun fondamento.

Da dove scaturisce tutto questo?

Non riusciva a pensare lucidamente, la scarica della rabbia ancora impressa addosso.

Osservò le striature che la seta verde del baldacchino mostrava sulla parte superiore, chiedendo silenziosamente loro se fosse pazza da ricoverare d’urgenza al San Mungo.

Insomma, un attimo prima era calma e appagata mentre quello dopo sembrava la peggiore delle banshee.

Pansy si passò una mano sul viso.

La furia era scomparsa e poteva dedicarsi al tormento di tutte quelle domande fastidiose che la sua parte ancora sana, le esponeva.

Si addormentò così, poco dopo, con un’espressione corrucciata e i pensieri ingarbugliati.


 
 *



Daphne, dopo una cena a base di verdure e un Succo di Zucca, stava tornando in Sala Comune.

Camminò con un leggero sorrisino per i sotteranei, facendo voltare tutti i ragazzi nel giro di parecchi metri.

Sculettando, entrò nella Sala pregustando già le occhiate adoranti della fauna maschile.

Quello che si ritrovò davanti, però, fu tutto un altro spettacolo.

Le serpi erano tutti in piedi, con le bocche spalancate e lo sguardo puntato su un undicenne dalla divisa stropicciata che stava inginocchiato davanti al camino.

La loro immobilità quasi perfetta le fece supporre che dovevano essere in quelle posizioni da parecchio tempo.

“Bhe?”.

Il suono della sua voce sembrò risvegliarli e, tutto d’un colpo, esplose un vociare compatto che colmò la stanza per intero.

Daphne captò le parole “Pansy” e “sfuriata”, così si fece largo tra i compagni e salì in dormitorio.

Aprì la porta e trovò la moretta addormentata profondamente.

Le si avvicinò e la mosse per la spalla.

“Pansy”.

Nulla.

“Pansy”. Meno di prima.

Sfoderò la bacchetta.

“Aguamenti”.

Una cascata d’acqua gelida inzuppò la Parkinson che cadde dal letto urlando.

La bionda ghignò.

Pansy fece tre giravolte per poi mettere a fuoco l’artefice del suo risveglio gelato.

“Non ti svegliavi” disse Daphne senza lasciarla parlare. “Cosa hai combinato?”.

L’altra sospirò e le raccontò l’accaduto.

“Ma è ovvio” disse la bionda una volta che Pansy ebbe finito “è stato a causa di Draco e di quello che è successo al Ballo, no?”.

“Cioè?”.

“Circe! Hai perso la memoria per caso?”.

“Ancora non capisco”.

“Uffa” si lamentò Daphne “Ieri sera! Bhe, non starò qui a sorbirmi le tue frigna. Addio”.

Mulinò i capelli e uscì dalla stanza.

La bionda non era mai stata una buona amica. In questo erano molto simili.

Pansy aggrottò la fronte.

E poi, sorprendentemente, tutto le fu chiaro.

FLASHBACK

Dopo anni di assiduo corteggiamento, finalmente, Draco Malfoy si era accorto di lei.

L’aveva invitata al Ballo del Ceppo.

Pansy si era impegnata nella ricerca del vestito perfetto e poi aveva optato per un tubino argentato che le cadeva a pennello.

Draco si era vestito con un meraviglioso smoking di ottima fattura, come un degno purosangue, e l’aveva aspettata in Sala Comune.

Lei non si era fatta attendere per molto, giusto quel tanto da lasciarle lo spazio per un’entrata trionfale.

“Stai molto bene” le aveva detto Draco, una volta che si fu attaccata al suo braccio.

Il cuore aveva perso parecchi battiti e un’emozione fortissima l’aveva travolta.

“Grazie” gli aveva detto, sentendosi in fiamme.

Arrivarono in Sala Grande a braccetto, aderendo alla mischia che aspettava l’entrata dei Campioni (ovvero gli sfidanti del Torneo Tremaghi di cui quel ballo era un piacevole contenuto).

Draco le avvolse un braccio attorno alla vita.

Pansy sentiva che poteva morire in quel momento; era tutto perfetto come lei aveva sognato. E l’aveva immaginato per tanto, tanto, tanto tempo quel particolare istante, in cui il biondo le avrebbe confessato il suo amore. Perché Pansy amava Draco, lo amava da quando avevano cinque anni.

Le porte principali si spalancarono facendo entrare le quattro celebrità di quell’anno, con il proprio accompagnatore.

Quando davanti ai due Serpeverde passò Harry Potter, Pansy finse di vomitare scatenando le risate di Draco che le strinse leggermente un fianco.

Lei si perse nella meravigliosa intesa che si era creata tra di loro.

C’era chimica, c’era quell’atmosfera elettrica che precede un momento intimo, un bacio, una magia che avrebbero sicuramente vissuto più tardi, quella stessa notte.

L’adrenalina era a mille, Pansy quasi saltava dalla gioia.

Si girò per ammirarlo e lo vide concentrato su un punto fisso al centro della pista.

Le sue guance erano rosee. La ragazza non le aveva mai viste così. Aveva le palpebre leggermente spalancate e una luce famelica negli occhi.  

I Campioni stavano ormai ballando da qualche minuto e tutt’intorno studenti e professori applaudivano fragorosamente.

Intercettò, infine, l’oggetto tanto contemplato (in maniera palesemente erotica, pensò la mora) da Draco.

Victor Krum stava danzando – per modo di dire – con una ragazza bellissima, fasciata in un vestito azzurro fatto di vari strati che volteggiavano seguendo i suoi movimenti. Non era truccata, eppure la sua pelle era perfetta, i suoi grandi occhi marroni sorridevano con lei, catturando la luce delle candele. La sua acconciatura era curata fino ai minimi dettagli: i capelli erano stati tirati su con un mollettone intarsiato e faceva ricadere i boccoli definiti sulla schiena, nel tratto lasciato scoperto dal meraviglioso vestito.

Krum le fece fare una giravolta, e le pestò anche un piede a dire il vero, ma la ragazza non diede segno di aver sentito dolore, anzi, rise apertamente.

Pansy notò che portava i tacchi, non troppo alti, abbinati all’abito.

Era un’apparizione.

Le osservò il viso in cerca di un dettaglio che la identificasse e per poco non morì sul colpo.

Non poteva essere! Quella… era la Mezzosangue!

Un gran furia la assalì: tutti quei complimenti, tutte quelle lodi che le aveva rivolto lei stessa…

E Draco! Morgana, Draco la stava mangiando con gli occhi!

Il respiro le si mozzò.

L’invidia salì veloce e si radicò sul suo cuore, come un cancro.

Prese il ragazzo e lo trascinò dietro i due ballerini.

“Non ti sembra che sia giunta l’ora di rovinare la festa alla Granger? Dai, dille qualcosa! E’ fin troppo felice!”.

Malfoy era così inebetito a guardare la Grifondoro che quasi non si era reso conto delle azioni di Pansy e sentì le sue parole lontane anni luce.

Si sentì smascherato, non avrebbe mai voluto che la Parkinson diffondesse la voce che lui si era incantato ad ammirare la Sanguesporco.

Per salvare le apparenze, quindi, agì d’istinto e si piazzò proprio in mezzo tra la Granger e Krum.

Doveva salvare la faccia e, come aveva detto la mora, rovinarle la festa.

Però, ci fu un imprevisto.

Draco non riuscì a trovare un solo insulto da proferire alla Mezzosangue.

Il bulgaro lo prese di colpo e lo lanciò letteralmente lontano da loro, con l’unico sopracciglio pericolosamente contratto e atteggiamento minaccioso.

“Non importa” sentì dire dalla Granger.

Pansy, ancora in disparte, era un fascio di nervi.

“Non le hai detto niente! Che ti prende-“. Stava dicendo, mentre gli si avvicinava.

“Risparmiami la scenata, Parkinson. Me ne vado” la seccò il Serpeverde e, con suo orrore, lo vide sparire tra la folla.

Rimase pietrificata a contrarre le labbra in una piega sinistra.

Krum e la Mezzosangue li aveva persi di vista, meglio così.

Con una fitta al cuore, iniziò a voltare la testa a destra e a sinistra per individuare un nuovo compagno per quel maledetto ballo.

FINE FLASHBACK

Pansy cadde a terra, sulle ginocchia.

Amava Draco Malfoy.

E quella secchiona si era permessa di portarglielo via.

Avrebbe architettato una vendetta così crudele da far rimpiangere a quella Mezzosangue di aver messo piede nel Mondo Magico.

“Questo non è mai stato il tuo posto” sussurrò spietata.

Si alzò e si sedette sul letto.

Una mosca entrò dalla finestra lasciata aperta e si posò sulla cassettiera.

Senza pensare un secondo di più, Pansy prese la bacchetta e lanciò sull’animale un incantesimo oscuro.

L’insetto abbrustolì immediatamente mentre un filo di fumo nero volteggiava appena sopra di lui.

“Ti distruggerò”. 



Angolo Autrice:
Precisazione: questo è un Missing Moment e perciò è collocato nella storia originale (come si è ben capito, al quarto anno).
Successivamente Pansy non ha attuato nessuna vendetta o, se lo ha fatto, non è stata riconducibile a questi eventi, perciò questa fanfiction non manca di finale, semplicemente il suo seguito è ciò che c'è nei libri della Rowling. 
Diciamo che questo episodio non ha avuto rilevanti conseguenze e quindi verrà dimenticato (magari non da Pansy o da Draco, chissà).
Cosa dire?
L'ispirazione è nata da un momento improvviso di rabbia che mi ha totalmente colto impreparata. 
Solo dopo essermi camata ho capito che tutto ciò era dovuto a fatti precedentementi accaduti.
Tranquilli, non medito vendetta contro nessuno! 
LEGGETE E RECENSITE,
un bacio.
FavoladiBeda 
  
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