X – No One
I know some people search the world
To find something like what we have
I know people will try, try to divide something so real
Alicia Keys – No One
To find something like what we have
I know people will try, try to divide something so real
Alicia Keys – No One
Nuovo giorno, nuovi problemi.
La scuola era finita, quindi niente più lezioni, una giornata estiva normale, per noi, era un’intera giornata a Hyde Park a parlare, ridere e scherzare.
Portavamo le coperte, cibo a volontà e tanto, ma tanto divertimento.
E lì eravamo, al parco, a sgranocchiare patatine e a giocare a carte.
-Olly sei un imbroglione!- urlò JJ a un certo punto lanciando le carte e mandando a monte il gioco.
-‘fanculo, non sono un imbroglione, siete voi che non sapete giocare!- rispose lui posando le carte sorridendo.
-dio io non ce la faccio più… scusate ragazzi ma ho un gran mal di testa, mi vado a sdraiate un secondo.- dissi, rubai gli occhiali dalla testa di Jaymi e li indossai sotto le sue proteste, poi mi sdraiai sulla coperta vicino a quella, enorme, dove stavamo giocando a carte.
-ma non puoi!- urlò Olly. –tu mi devi difendere! Lo fai sempre!- disse ridendo, io scossi la testa e chiusi gli occhi.
Bastarono pochi secondi che mi sentii qualcuno sulla pancia, aprii gli occhi e incontrai quelli di Josh.
-andiamo, non fare l’associale!- mi disse, poi mi tolse gli occhiali, e iniziò a farmi il solletico, accecata dalla luce del sole e scossa dalle risate voltai lo sguardo, ma forse avrei preferito essere accecata.
I ragazzi si stavano godendo lo spettacolo, George compreso, però Jasy gli si era messa sopra e aveva iniziato a baciarlo, prima sul collo, lo vidi sorridere e chiusi gli occhi continuando a ridere per il solletico, tentando di non curarmi che pochi centimetri più in là, quello che consideravo il mio ragazzo, si stava “baciando” un’altra.
-ok, ok torno!- dissi, a quel punto Josh smise di farmi il solletico.
-brava.-
-rompi palle.- aggiunsi dopo, lo vidi sorridere come se fosse fiero, appena si alzò mi alzai anche io e lo raggiunsi ancora in cerchio.
-voi due smettetela di fare i piccioncini.- disse Jaymi ridendo rivolto a George e Jesy, lei sorrise.
Jaymi lo disse ridendo, ma sapevo che lo stava dicendo per me, infatti per quello gli ero grata.
-non rompere!- disse Jesy poi.
-no dai Jesy… ha ragione Jaymi, torna a sederti…- disse George sorridendogli.
Quando lei tornò al suo posto tre paia di occhi si girarono a fissarmi, per vedere come stavo, credo, io sorrisi, facendo capire che stavo bene.
-allora… torniamo a giocare?- disse Josh.
-amore giuro che se questa volta mandi a ‘fanculo tutto ancora ti taglio la gola con queste maledette carte!- disse Ella sorridendogli.
-ok…- rispose lui sinceramente preoccupato.
Ricominciammo a giocare.
-Bons… quando hai intenzione di presentarci il tuo ragazzo?- chiese nel bel mezzo della partita Caterina; George, che stava bevendo, quasi si affogò.
-ehm… quale ragazzo?- risposi disinvolta.
-dai… si vede che sei innamorata, presentacelo… non faremo battutine, promesso.-
-Cate…-
-non dire cazzate…- intervenne JJ.
-ok… in effetti mi sto frequentando con un ragazzo, ma non so ancora come andrà a finire…- risposi io, George si affogò ancora.
-George hai bisogno di una mano a bere?- chiese JJ ridendo.
-sto bene scusate… ehy, perché io non sapevo niente di questo?- mi chiese lui poi, io lo guardai, negli occhi un pizzico di ironia.
-lo conosci George… ti ricordi Edward?- chiesi, a quel nome i suoi lineamenti si fecero più duri.
-Edward?- chiese Jaymi sorpreso.
-Edward… quel figlio di papà che ti sbava dietro?- chiese George poi.
-George… Edward è simpatico…- risposi io ironica, anche se era vero che Edward era simpatico.
-ehi piano! Mi sono persa… chi è Edward? Perché noi non lo conosciamo?- chiese Ella.
-Edward è uno che lavora con me, ci prova da un po’ e ho deciso di starci… tutto qui…- sorrisi per non lasciare intravedere il mio imbarazzo.
-mmh… allora, domani usciamo e tu lo porti. Non voglio “no”…-
-ma non so neanche se ha da fare domani!- risposi agitata.
-chiamalo ora e chiediglielo.-
Mi voltai verso George per avere una conferma e, dopo un’alzata di occhi, mi annuì, vidi Jaymi sorridergli comprensivo.
-ok… un secondo.- dissi, presi il mio telefono e entri nella rubrica, quando trovai il suo numero schiacciai la cornetta per chiamare e mi portai il telefono all’orecchio.
Non seppi perché, in quel momento, sperai che non rispondesse, ma le mie preghiere furono vane perché rispose al secondo squillo.
-Bonnie!- esclamò lui.
-Edward! Ciao…- risposi io.
-ciao… dimmi…-
-ehm… volevo chiederti se domani volevi uscire con me e dei miei amici. Ovviamente se vuoi, non sei obbligato!- ci mise un po’ a rispondere.
-certo! va benissimo!-
-davvero? Ok… allora… vieni da me per le 3… va bene?-
-Perfetto! A domani allora!-
-a domani.-
Detto questo riattaccai.
Trenta secondi dopo Ella e Caterina stavano urlando dalla felicità.
Sorrisi, ma non felice, normale, non ero felice, e neanch George, anche se stava sorridendo.
La scuola era finita, quindi niente più lezioni, una giornata estiva normale, per noi, era un’intera giornata a Hyde Park a parlare, ridere e scherzare.
Portavamo le coperte, cibo a volontà e tanto, ma tanto divertimento.
E lì eravamo, al parco, a sgranocchiare patatine e a giocare a carte.
-Olly sei un imbroglione!- urlò JJ a un certo punto lanciando le carte e mandando a monte il gioco.
-‘fanculo, non sono un imbroglione, siete voi che non sapete giocare!- rispose lui posando le carte sorridendo.
-dio io non ce la faccio più… scusate ragazzi ma ho un gran mal di testa, mi vado a sdraiate un secondo.- dissi, rubai gli occhiali dalla testa di Jaymi e li indossai sotto le sue proteste, poi mi sdraiai sulla coperta vicino a quella, enorme, dove stavamo giocando a carte.
-ma non puoi!- urlò Olly. –tu mi devi difendere! Lo fai sempre!- disse ridendo, io scossi la testa e chiusi gli occhi.
Bastarono pochi secondi che mi sentii qualcuno sulla pancia, aprii gli occhi e incontrai quelli di Josh.
-andiamo, non fare l’associale!- mi disse, poi mi tolse gli occhiali, e iniziò a farmi il solletico, accecata dalla luce del sole e scossa dalle risate voltai lo sguardo, ma forse avrei preferito essere accecata.
I ragazzi si stavano godendo lo spettacolo, George compreso, però Jasy gli si era messa sopra e aveva iniziato a baciarlo, prima sul collo, lo vidi sorridere e chiusi gli occhi continuando a ridere per il solletico, tentando di non curarmi che pochi centimetri più in là, quello che consideravo il mio ragazzo, si stava “baciando” un’altra.
-ok, ok torno!- dissi, a quel punto Josh smise di farmi il solletico.
-brava.-
-rompi palle.- aggiunsi dopo, lo vidi sorridere come se fosse fiero, appena si alzò mi alzai anche io e lo raggiunsi ancora in cerchio.
-voi due smettetela di fare i piccioncini.- disse Jaymi ridendo rivolto a George e Jesy, lei sorrise.
Jaymi lo disse ridendo, ma sapevo che lo stava dicendo per me, infatti per quello gli ero grata.
-non rompere!- disse Jesy poi.
-no dai Jesy… ha ragione Jaymi, torna a sederti…- disse George sorridendogli.
Quando lei tornò al suo posto tre paia di occhi si girarono a fissarmi, per vedere come stavo, credo, io sorrisi, facendo capire che stavo bene.
-allora… torniamo a giocare?- disse Josh.
-amore giuro che se questa volta mandi a ‘fanculo tutto ancora ti taglio la gola con queste maledette carte!- disse Ella sorridendogli.
-ok…- rispose lui sinceramente preoccupato.
Ricominciammo a giocare.
-Bons… quando hai intenzione di presentarci il tuo ragazzo?- chiese nel bel mezzo della partita Caterina; George, che stava bevendo, quasi si affogò.
-ehm… quale ragazzo?- risposi disinvolta.
-dai… si vede che sei innamorata, presentacelo… non faremo battutine, promesso.-
-Cate…-
-non dire cazzate…- intervenne JJ.
-ok… in effetti mi sto frequentando con un ragazzo, ma non so ancora come andrà a finire…- risposi io, George si affogò ancora.
-George hai bisogno di una mano a bere?- chiese JJ ridendo.
-sto bene scusate… ehy, perché io non sapevo niente di questo?- mi chiese lui poi, io lo guardai, negli occhi un pizzico di ironia.
-lo conosci George… ti ricordi Edward?- chiesi, a quel nome i suoi lineamenti si fecero più duri.
-Edward?- chiese Jaymi sorpreso.
-Edward… quel figlio di papà che ti sbava dietro?- chiese George poi.
-George… Edward è simpatico…- risposi io ironica, anche se era vero che Edward era simpatico.
-ehi piano! Mi sono persa… chi è Edward? Perché noi non lo conosciamo?- chiese Ella.
-Edward è uno che lavora con me, ci prova da un po’ e ho deciso di starci… tutto qui…- sorrisi per non lasciare intravedere il mio imbarazzo.
-mmh… allora, domani usciamo e tu lo porti. Non voglio “no”…-
-ma non so neanche se ha da fare domani!- risposi agitata.
-chiamalo ora e chiediglielo.-
Mi voltai verso George per avere una conferma e, dopo un’alzata di occhi, mi annuì, vidi Jaymi sorridergli comprensivo.
-ok… un secondo.- dissi, presi il mio telefono e entri nella rubrica, quando trovai il suo numero schiacciai la cornetta per chiamare e mi portai il telefono all’orecchio.
Non seppi perché, in quel momento, sperai che non rispondesse, ma le mie preghiere furono vane perché rispose al secondo squillo.
-Bonnie!- esclamò lui.
-Edward! Ciao…- risposi io.
-ciao… dimmi…-
-ehm… volevo chiederti se domani volevi uscire con me e dei miei amici. Ovviamente se vuoi, non sei obbligato!- ci mise un po’ a rispondere.
-certo! va benissimo!-
-davvero? Ok… allora… vieni da me per le 3… va bene?-
-Perfetto! A domani allora!-
-a domani.-
Detto questo riattaccai.
Trenta secondi dopo Ella e Caterina stavano urlando dalla felicità.
Sorrisi, ma non felice, normale, non ero felice, e neanch George, anche se stava sorridendo.