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Autore: miss dark    28/07/2008    4 recensioni
Vita. Bugiarda Vita, camuffata da amica.
Sai che non sei poi così diversa dalla Morte?
Lo penso, lo dico e lo scrivo io.
Ogni religione predica l’allontanamento dalla Morte, ma tu non sei migliore di lei.
Doppiogiochista dilettante ed imbranata, ti ho scoperta.
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bugiarda Vita
Non ho mai pensato che la Vita mi avrebbe offerto qualcosa. Se nutri un profondo desiderio, per vederlo realizzato, devi corrergli appresso, come un bambino con un aquilone. Devi essere più lesto, più furbo e acchiappare il tuo sogno, prima che esso svanisca [o che ti venga sottratto].
Devi faticare e sudare. Sudare e non perdere mai la speranza. E, forse, potrai godere di una giornata di felicità.
 
Entro nel bagno senza bussare. Ormai non ci sei più. Non ti starai facendo la barba, dopo un’ennesima nottata al mio fianco.
Il vento gonfia le tende della piccola finestra e soffia nella stanza, portando odore d’incenso.
Chiudo gli occhi e mi godo questo breve istante di ricordi.
Mi avvicino allo specchio e osservo la mia immagine riflessa.
Ho gli occhi gonfi. Come potrebbero non esserlo?
Poso la borsa nera che avevo in mano e prendo il fondotinta dall’armadietto dei trucchi. Cerco di coprire le occhiaie.
Mi passo l’ombretto sugli occhi. Azzurro, il tuo colore preferito.
Allungo le ciglia con il rimmel e sbatto un po’ le palpebre.
Passo il rossetto rosa sulle labbra e mi osservo di nuovo.
Come sono falsa. Lo sono sempre stata, ma tu credevi in me e non mi hai mai accusato di esserlo.
Socchiudo gli occhi e piango.
Il trucco cola sulla mia pelle, si mescolano i colori a creare un arcobaleno grigio.
 
Ho sempre saputo che la Vita, dopo che ti ha concesso qualcosa non è soddisfatta. Presto o tardi la rivuole indietro. E se la ambisce davvero se la riprende.
Si sottrae al corpo delle persone e degli esseri, prima ancora che loro ne siano a conoscenza.
Non pensa alle persone che ne soffriranno. No, la Vita è egocentrica, ma, d’altronde, chi è che non le da modo di esserlo?
 
Ho deciso. Non mi truccherò, oggi.
D’altronde, tu mi preferivi naturale.
Dicevi che il mio viso era perfetto e che nulla lo avrebbe arricchito più dei miei occhi.
Riafferro la borsetta e percorro il corridoio fino alla porta d’ingresso.
Sul tavolo, in cucina, gli avanzi del nostro ultimo pasto insieme. Io non ho più mangiato.
Apro la porta d’ingresso e osservo le persone che mi attendono in strada.
I soliti vicini impiccioni che con curiosità malcelata disgustano l’umanità.
Non mi hanno mai porto le loro condoglianze. Le avrei ripudiate e gliele avrei sputate in faccia.
Scendo veloce i gradini e cammino svelta sul marciapiede grigio.
I capelli si scompigliano disordinati sul mio viso, sotto il volere di un vento capriccioso e insensibile.
 
Lui amava la Vita. Affermava che solo lei ci aveva dato la possibilità di incontrarci.
Dovevamo esserle grati, secondo lui. Ma io non l’ho mai ringraziata.
Sapevo che, quell'incubo a colori, sarebbe stato spezzato.
Non la ringraziavo allora, e non ho intenzione di farlo ora.
Tutti le conferiscono un’importanza inadeguata. Nessuno riflette, mai, sul fatto che è solo a causa sua che tutti soffriamo.
Io ci penso ogni giorno. E più ci penso, più marcisco dentro.
 
Il suono dei tacchi riecheggia nella chiesa, rimbalzando sulle pareti della navata principale.
Sono la prima ad entrare.
Mi siedo nell’angolo più lontano dall’altare, nell’ultima fila.
Non voglio sentire le idiozie che la gente pensava di lui.
Erano tutti falsi. Tutti speranzosi che ce l’avrebbe fatta. Ma io sapevo. Ero sicura che la Vita me lo avrebbe sottratto.
 
Non ho più niente su cui ragionare. Troppi pensieri si affollano nella mia testa, frastornata dal lutto.
Opto per il silenzio.
Voglio silenzio. Lo voglio subito e dovunque.
Perché lui ora tace. E io voglio solo ascoltare le sue parole.
 
Tutti hanno parlato.
Ogni singola persona presente nella chiesa, ha illuminato una candela affianco alla sua bara e ha letto il proprio discorso.
Io improvviserò.
Io non accenderò candele.
Lui diceva che ero diversa. Che dovevo essere fiera della mia diversità.
Mi alzo in piedi e cammino con lentezza esasperante, per la gente che mi circonda.
Amici, diceva lui.
Odiosi parassiti che farcivano le loro parole con glassa amara e le servivano come complimenti.
 
Vita. Cara, Vita che ognuno ambisce di preservare. Ora sei più soddisfatta, vero?
Lo so, so perfettamente quanto ti senti realizzata nel vedermi soffrire.
Loro non stanno soffrendo. Li vedi?
Vedi la chiesa gremita di gente?
Si, anche io la vedo.
Conosco le loro facce, ma non capisco le loro emozioni.
Neanche tu, vero?
Forse soffrono. Dici?
Secondo me non hanno pianto.
Lo faranno? Credo di no.
E dimmi, dolce Vita, perché mi fai star male?
Non ti sento. Non sento la tua presenza. Mi hai abbandonata?
Si, so che lo hai fatto, perché io soffro e tu odi chi soffre.
Ma i loro volti sono ancora rosei. I loro occhi continuano a scintillare.
Loro non hanno provato il mio dolore, vero?
Non risponderai, Vita, non lo hai mai fatto. E io mi sono sempre rifugiata in questo mio privilegio.
 
- Lui non era come tutti voi. Sì, osservatevi allibiti. Volgete i vostri sguardi indispettiti verso direzioni imprecisate. So che lo vorreste fare. Quindi, fatelo!
Lui chiedeva la vostra amicizia, illustri presenti.
Io vi perdono da parte sua.
Consideratevi alleviati dal peccato di non aver mai pregato per lui. Del fatto di non essere riusciti a piangere della sua scomparsa.
Scomparsa...che denominazione del tutto fuori luogo ed idiota.
Sappiamo tutti dov’è finito.
Ma non voglio annoiare le vostre menti ottuse con futili argomentazioni come queste.
Voglio parlarvi di lui.
Che strano, eh? Per la prima volta scoprirete qualche dettaglio sulla sua esistenza. Potrete spettegolarne in giro...cioè, so che lo farete, ve ne rendo atto e affermo la nausea che provo al pensiero di osservare le vostre coscienze.
Lui era un mio amico. Il migliore che potessi trovare. Che mi potesse trovare.
O forse il peggiore. Perché nessuno, mai, mi aveva fatto soffrire come lui in questo momento.
Però mi piace ricordarlo come una persona unica, che a voi dispiaccia o meno.
Io ho pianto tanto nella mia vita, e nessuno mi ha mai visto farlo. Nessuno, tranne lui.
E lui mi ha consolata. Lo ha fatto per tanto tempo. Forse troppo, perché poi la Vita se n’è stancata e lo ha rivoluto con sé.
Era in parte come me e in parte come solo lui poteva essere.
Lui amava molte cose, ma non ne odiava nessuna.
Non considerava nessun essere come lui, inferiore o superiore.
Aveva qualcosa che solo lui poteva avere. E quel qualcosa lo rendeva la persona speciale che è stata.-
Mi avvicino alle candele accese e con un soffio le spengo tutte quante.
Non ascolto quello che segue al mio gesto, per molti insensato.
Mi avvio verso il portone della chiesa, poi mi volto verso la bara e urlo.
- Buon viaggio, Gio. Stammi bene.
 
Vita. Bugiarda Vita, camuffata da amica.
Sai che non sei poi così diversa dalla Morte?
Lo penso, lo dico e lo scrivo io.
Ogni religione predica l’allontanamento dalla Morte, ma tu non sei migliore di lei.
Doppiogiochista dilettante ed imbranata, ti ho scoperta.
Per questo lo hai ucciso.
Perché io devo pagare codesto affronto.
Lo so.
So cosa la tua mente perversa ha macchinato negli anni di solitudine.
Ma non ti chiederò scusa.
Non implorerò il tuo benevolo perdono, anzi, vomiterò al tuo cospetto.
Però ti stringerò la mano, quando mi trascinerai al tuo fianco.
Perché?
Perché tra me e te non c’è molta differenza. Siamo e saremo sempre legate.
Io sarò pazza. E tu, Vita, sarai la causa della mia follia.
Io implorerò cure, e la Morte sarà la mia medicina.

 

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Avete apprezzato?
Non lo so. Credo di no.
Ma in ogni caso, non mi importa molto, perchè questo è quello che penso è ognuno di voi è libero di contraddirmi.
Voglio dedicare questa storia ad una persona che stimo molto.
Ad un mio amico. Un amico speciale che mi conosce meglio di molti altri, pur non avendomi mai vista.
Gli  dedico questa storia perchè per me lui rappresenta un punto di riferimento e questo è l'unico "regalo" materiale che gli posso fare.
Allo stesso modo, con questa fiction, vorrei salutare, in una maniera troppo goffa per la sua importanza, AliceVolevaMorire.
L'ho sempre ammirata. Credo che sia una persona speciale e, adesso che se ne va, la sezione Nonsense, non sarà più la stessa.
Arrivederci, Alice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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