Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: pallade    14/05/2014    0 recensioni
Daniele ha fallito come fratello maggiore. Ma c'è ancora un po' di tempo per mettere le cose a posto.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
 
“Hai una formica sul braccio” gli fa notare Federico. Daniele abbassa lo sguardo, osservando inerme l’insetto zampettargli sulla pelle e risalire sotto la manica della maglietta. Federico scruta l’espressione di suo fratello.

“Ieri mi ha telefonato papà”, dice infine, strappando un filo d’erba e torcendoselo fra le dita. Daniele si limita ad annuire, come se la faccenda non lo riguardasse. Federico non lo sopporta.

“Non me l’aspettavo”.

“Vuole portarmi a Roma la settimana prossima.”

Suo fratello si irrigidisce e Federico spera in uno scatto improvviso, ma tutto quello che ottiene è un vacuo, “Divertitevi”.
La vista gli si sta progressivamente annebbiando. Federico prega che siano solo lacrime.

A volte gli viene da pensare che Daniele finirà con lo sprecare questo mese, che lo passerà a evitarlo e ignorare ogni contatto. Sono passati sei giorni da quando il medico ha dato loro la notizia e suo fratello è riuscito a iscriversi ad un corso di pallavolo e al doposcuola di arabo, così da impegnare tutto il proprio tempo.

Non che Federico non lo capisca. Solo, non è così che dovrebbe andare. Daniele dovrebbe giocare alla playstation ogni giorno con lui, portarlo ai campetti per dare due calci a un pallone, trovargli una ragazza che gli sveli i segreti della carne. Non dovrebbe stare fuori casa tutto il giorno e poi infilarsi nel letto senza una parola. Quella mattina gli ci è voluta una trattativa di mezz’ora per fargli marinare la scuola e trascinarlo ai giardini pubblici.
Insomma, Daniele dovrebbe fargli conoscere le gioie della vita, ora che la sta lasciando.

“Non dovrei essere io a preoccuparmi per te” dice, non contenendo più il risentimento. Daniele forse aveva previsto qualcosa del genere, perché annuisce preparato e solleva la testa, piantando lo sguardo sul volto del suo fratellino.

“Cosa vuoi che ti dica?” chiede, e Federico sbotta.

“Voglio che tu la smetta con questo fare da vittima! Sono io quello spacciato, non tu! Perfino papà si sta impegnando!”

Daniele aggrotta la fronte ma non abbassa gli occhi. “Mi dispiace”, sussurra, “Non ci riesco.”

Ignorando il martellamento alle tempie, che è peggiorato durante la sfuriata, l’espressione di Federico si ammorbidisce un po’, ma lui non molla la presa, 
“Puoi venire anche tu. A Roma, dico. Con me e papà.”

“Non dire sciocchezze.”

“Potrebbe... potrebbe essere un’occasione per–”

“Non dire sciocchezze” ripete, con più intensità. Federico ammutolisce.
Un bambino, nell’area parco giochi, cade da un’altalena e inizia a strillare a pieni polmoni.

“Non c’è una cosa di Frida Khalo, a Roma?” esita Daniele. Suo fratello sorride e annuisce.

“Suppongo...” si schiarisce la gola, “beh, forse ne vale la pena.”

Federico gli dà una pacca entusiasta sulla spalla e si sfila il cellulare dalla tasca dei jeans. Daniele lo guarda allarmato, ma lui ha già selezionato il numero e ora gli sta porgendo il telefono. Sconfitto dallo sguardo del fratello, se lo porta all’orecchio e aspetta.

Dal microfono risponde gioviale una voce raschiante. “Fede! Ho giusto cinque minuti–”.

“Papà, sono Daniele.”

Cala il silenzio. Federico osserva suo fratello torturarsi uno dei buchi della felpa, allargandolo con le dita.

“Daniele” fa lui, pronunciandolo con una nota di stupore. “Si tratta di Federico? Cristo, sta...”

“No, no! Sta bene, è qui.”

Suo padre sospira, sollevato. “Grazie al cielo.”

“Ti va se se vengo pure io a Roma?”  dice Daniele d’un fiato, serrando le palpebre.

Una pausa. Poi, “Se mi va? Certo che mi va! Vi vengo a prendere martedì, puntuale alle sette. Mi raccomando, portati qualcosa di caldo e l’ombrello. E dici a tuo fratello di ricordarsi la macchina fotografica.”

“Papà, io...” lancia un’occhiata a Federico, che lo sta guardando incuriosito. È più pallido di quando sono usciti di casa e ogni tanto la faccia gli si contrae per il dolore provocato da quella perenne emicrania che continua a nascondere. Fra un mese non vedrò più quel volto. Il pensiero lo colpisce con tale veemenza che è costretto a poggiare una mano sul prato per accertarsi di non essere in caduta libera. Forse è per questo che è così facile:
“Papà, senti, potresti venire qui domenica. A pranzo c’è il pollo e a mamma farà piacere averti intorno”.
«In questo frangente» è sottinteso. Suo fratello è sbalordito, così come loro padre.

“Farebbe piacere anche a me.”

Daniele annuisce e poi si ricorda che suo padre non può vederlo, “Allora... a domenica.”

“Porto il dolce” fa lui, a mo’ di commiato.

Quando la chiamata termina, Federico si riappropria del cellulare e scocca al fratello un’occhiata stupita.

“È stato difficile, eh? Come l’interrogazione di latino? Di più?”

Daniele sorride, “Sta’ zitto”.

“No, dai, voglio saperlo. Quale demone ti ha posseduto? Tu odi papà.”

“Tanto per la cronaca, mi hai costretto.”

Federico si sporge in avanti, chiaramente insoddisfatto. Daniele sbuffa, “Lascia perdere”.

Lui lo ignora, “Quante pensi siano le probabilità che il loro incontro scateni un’esplosione nucleare? Azzardato da parte tua organizzare il tutto senza l’approvazione materna. Lo scuoierà vivo.”

“Idiota” risponde. “Andiamocene, su.”

Basta questo per far rabbuiare Federico. Questo vuol dire che lui sarebbe tornato a casa mentre suo fratello avrebbe ideato qualche modo per defilarsi.

Daniele si è già alzato. “Vuoi restare qua tutto il giorno?”

Non risponde. Incrocia le braccia al petto e sposta lo sguardo su una bambinetta bionda che sta inseguendo un piccione.

“Ho comprato Assassin’s Creed.” Daniele gli si avvicina, offrendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. “Voglio iniziarlo con te.”

Federico solleva la testa, il viso trasfigurato dalla gioia. “Non ti pesa?”

“No,” risponde, “non mi pesi”.
 


 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: pallade