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Autore: _justjuls_    14/05/2014    2 recensioni
Non so se ti è mai capitato di sentirti diverso; non uguale ai ragazzi e dalle ragazze della tua scuola, e magari ti hanno insultato, solo perché non sei come loro.
Beh, se sei mai stato in questa situazione, allora saprai come mi sono sempre sentita. Sono dislessica, iperattiva, con un disturbo da deficit dell’attenzione, insomma, non male per una matricola al primo anno di liceo. Scusa, non mi sono ancora presentata: mi chiamo Aurora Chord e in effetti sono diversa.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENERDI'
 
Quella sera dopo cena ci dirigemmo al falò, mi sedetti intorno al fuoco tra Brad e Sky. Salutai Red che era intento ad alimentare il falò con della legna.
— Hai conosciuto, Addie? — mi chiese Brad. —Intendi Red? Si, oggi alla postazione dei figli di Efesto. Stava dando una mano. — Lui tirò fuori una caramella dalla tasca, se la mise in bocca e guardò altrove. Sky mi tirò una gomitata allo sterno e mi sussurrò —Dobbiamo iniziare a cantare— e così la serata iniziò. Prima che la canzone potesse finire, il Signor D. e Chirone ci interruppero.  — Sorpresa, sorpresa! — Esclamò il Signor D. con scarso entusiasmo — Vi ricordate che giorno è oggi? — Una voce dalla parte opposta del falò urlò — Venerdì! — Ci furono dei bisbigli indecifrabili, Brad si voltò entusiasta e con ancora la caramella in bocca mi disse goffamente — E’ venerdì! —Chirone fece una debole risata esordì a gran voce — Alaska ha detto giusto, ragazzi. Oggi è venerdì. So che dopo lo spiacevole ricorso del mese scorso, l’avevamo momentaneamente sospeso, ma credo che sia arrivato il momento di ricominciare. Dunque squadra rossa e squadra blu!
Mi guardai intorno perplessa e vidi tutti i semidei correre verso le rispettive cabine. Tutti erano così euforici ed io non ci stavo capendo una mazza. Red si stava dirigendo verso la sua cabina e mi passò accanto — Allora non vai a prendere il tuo elmo, cervellona? —
— Sono figlia di Apollo non di Atena, mi sembrava di aver chiarito la faccenda. E non ho la più pallida idea di cosa sia Caccia alla bandiera.
— Non sarai figlia di Atena, ma per me rimani una che pensa troppo. Beh, Caccia alla Bandiera è un gioco. Ci si divide in due squadre una rossa e una blu, che normalmente sono già prestabilite, in poche parole sono sempre le stesse. Ognuna di queste squadre possiede una bandiera e deve nasconderla. Ogni squadra deve trovare e rubare la bandiera avversaria. Ovviamente la bandiera deve essere nascosta ma contemporaneamente visibile.
— Uhm, una specie di Bandierina Genovese? — Chiesi dubbiosa.
— Una che? — Mi guardò torvo.
— Lascia perdere, un gioco che facevo a scout quando ero piccola.  Perché l’avevano sospeso?
— Beh, diciamo… Effetti collaterali. Si gioca con le spade e l’anno passato un idiota di nome Walter aveva indossato male l’armatura. Inoltre lui era molto imbranato nei combattimenti così PUFF gli hanno tagliato una mano.
Lo guardai sbalordita — Mi sembra un motivo più che valido per sospendere un gioco.
— Si ma non è stato niente di serio. Dopo una settimana di cure la sua mano aveva già ripreso a funzionare normalmente. Poi i figli di Apollo gli riattaccarono la mano sedutastante, solo gli ci volle un po’ per ricominciare a muoversi. Un po’ di ambrosia e passa tutto — mi diede timidamente una pacca sulla spalla. — e comunque son successe cose ben peggiori! — disse allontanandosi.

Mi sedetti intorno alle braci di un fuoco che si stava consumando piano piano aspettando che gli altri tornassero in modo che si decidesse cosa fare di me, mentre pensavo a cosa potesse accadere di tanto terribile in un “campo estivo” da poter far apparire una mano mozzata cosa da nulla.
Quando tutti arrivarono erano armati di spada, con il rispettivo elmo rosso o blu, e un’armatura ben allacciata.
Mio fratello Ray mi si avvicinò —  Rory, tu sarai nella squadra blu, con noi.  Apollo, Poseidone, Ade, Ares, Demetra, Ecate, Ipno, Nemesi e Iride.  La squadra rossa sarà invece composta dalle cabine di Ermes, Zeus, Efesto, Afrodite, Atena, Dioniso ed Estia. Tutti pronti?
 
Andai di corsa a mettermi un’armatura e l’elmo blu, e assistetti a una brutta discussione  tra un semidio e una donna, che immaginai fosse sua madre. Non mi fermai abbastanza per capire chi fosse.  Non capii nemmeno se fosse maschio o femmina, a dirla tutta. Stavo correndo a tutta velocità e riuscivo solo a sentire la donna che sgridava al ragazzo o alla ragazza in questione, ma il modo in cui lo faceva, con un modo di fare materno, mi faceva pensare che dietro quelle parole di una donna infuriata ci fosse una donna che chiedeva disperatamente che suo figlio la capisse.
Sotto un certo punto di vista mi mancavano le litigate con mia madre, che erano parte della mia vecchia routine giornaliera. Smettila di pensarci. Amavo il campo, ma mi mancava la mia vecchia vita. Come poteva mancarmi una vita così? Una vita vissuta nell’ombra, da esclusa, non avevo amici a parte Rose. Essere ‘la strana’ non era mai stato facile, ma mi aveva reso più forte. Non ti manca davvero, tu ami il campo e queste persone. Ti manca solo la stabilità che quella vita ti portava. Era vero. Prima sapevo sempre esattamente cosa mi sarebbe successo, le persone che avrei incontrato, come avrei passato la giornata, come un copione prestabilito che difficilmente variava. Ora ero libera, e in realtà, amavo esserlo.
Quando tornai il gioco cominciò. Corremmo attraverso i boschi alla ricerca del luogo più adeguato dove mettere la nostra bandiera. Improvvisamente scoppiò una discussione tra i figli di Ares per scegliere il luogo più adatto dove piantare la bandiera. Da una parte volevano piantarla infondo Culla di Era, una piccola rientranza nel terreno, sostenendo che la squadra avversaria non ci avrebbe visto se fossimo stati infondo. Dall’altra parte erano intenzionati a posizionarla lungo il fiume, in modo che i figli di Poseidone fossero più avvantaggiati.
Nessun altro proferiva parola, nessuno voleva schierarsi per non finire con il fare a pugni con un figlio del dio della guerra, il che era vivamente sconsigliato da ognuno che avesse vissuto quell'esperienza sulla sua pelle. Ma stare zitti e immobili la trovavo una reazione molto idiota, dunque intervenni.
— Non possiamo fare diversamente, ragazzi? Secondo me l’idea della Culla non è molto funzionale. Non appena ci vedessero potrebbero attaccarci dall’alto il che ci metterebbe in serio svantaggio. Dall’altra parte però metterci lungo il fiume sarebbe svantaggioso, il fiume è il primo posto dove verrebbero a controllare. Io propongo di posizionarci lungo la costa in modo che i figli di Poseidone siano ugualmente nel pieno delle loro forze, e inoltre prima di raggiungerci dovrebbero attraversare tutto il bosco e avremmo un vantaggio anche sul tempo.


Tutti tacquero. Mi aspettavo commenti a bassa voce del tipo “ma senti questa, è qui da meno di una settimana e già crede di essere chissà chi”. Niente del genere, o meglio, niente di niente. Stavano solo tutti imbambolati a guardarmi con un’espressione tra lo sbalordito e l’incerto.
Quei dieci secondi mi sembrarono un’eternità, ma finalmente qualcuno emerse dal gruppo. Era Ray.
— Avete sentito mia sorella? Mi sembra che sia stata piuttosto convincente. Ora muovete le chiappe e andate a piantare quella bandiera.


SPAZIO AUTRICE
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto.
Non sono sicura di voler continuare questa ff, quindi, vi prego, recensitemi
anche solo per farmi un'idea di quante sono le persone a cui interessi.

Grazie per aver letto,
Juls
  
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