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Autore: Martymoli    14/05/2014    9 recensioni
"Voglio che tu sappia che hai reso meravigliosi i miei ultimi momenti di vita"
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry stava come al solito facendo finta di seguire la noiosa lezione sulle equazioni di secondo grado, tutto annoiato e mezzo addormentato, nonostante le tre tazze di caffè che si era preso prima di andare a scuola.
Non poteva certo sapere che quel giorno gli avrebbe totalmente sconvolto l'esistenza.
Dopo che, grazie al cielo, finì quella lezione su cui tra l'altro non aveva capito un tubo, si diresse nel bagno, dato che era più che quel giorno avesse un nido di rondini al posto dei capelli, e se non se li fosse aggiustati subito avrebbe preferito rasarseli. 
Entrando nel bagno, da bravo sbadato che era, andò a sbattere con qualcuno che in quel momento stava uscendo. "Oops" disse subito per scusarsi, abbassando lo sguardo imbarazzato e si sentì dire "ciao!" Da una voce alquanto esuberante, e allora alzò gli occhi, e lo vide per la prima volta. Capelli castani, leggermente disordinati ma bellissimi, occhi blu, perché azzurri sarebbe stato riduttivo, decisamente più basso di lui, adorabile, insomma. E bellissimo. Forse un po' troppo esuberante, ma bellissimo.
Non aveva mai visto un ragazzo più bello, e proprio quel giorno aveva i capelli in totale disordine. Che figuraccia. 
"Louis Tomlinson, comunque" disse quello porgendogli la mano.
"Harry Styles" rispose, lui, cercando di non balbettare troppo. Quel ragazzo l'aveva totalmente scombussolato, e lui non era un esperto nel celare le sue emozioni.
E poi quel tipo non smetteva un secondo di sorridere, e aveva uno di quei sorrisi che ti mandano cuore, mente e anima in poltiglia. Perché doveva essere così perfetto e non smettere neanche per un secondo di fissare Harry, che si sentiva quasi torturato? 
"Bè, adesso devo proprio andare, ci si vede!" Lo salutò Louis facendo anche un segno con la mano, e Harry a stento riuscì a mormorare un "ciao". Si sentiva su un altro pianeta, era totalmente stordito. Come faceva solo una persona a racchiudere tutta quella bellezza? 
Non poteva certo sapere che Louis in quel momento stava pensando le stesse cose su di lui.
Ancora abbastanza stordito, uscì dal bagno per andare in un'aula, ma poi "dannazione, i capelli!" Quasi urlò ricordandoseli e corse di nuovo a velocità della luce in bagno.
"Ci si vede" gli aveva quindi detto Louis, e in effetti fu così. Le loro strade si può dire che non si separarono mai più.
Si vedevano ogni giorno, dapprima solo a scuola, poi l'uno a casa dell'altro e poi iniziarono anche a uscire insieme, solo loro due.
Stavano spesso buttati sul divano a riempirsi lo stomaco di schifezze, e Harry si chiedeva come facesse Louis ad essere così magro visto che mangiava come un bisonte e non si saziava mai, poi guardavano qualche film a caso che nessuno dei due in realtà seguiva, poiché entrambi erano troppo presi dal guardarsi intensamente, sperando che l'altro non lo notasse.
Un giorno Louis trascinò Harry a un luna park, e Harry aveva il terrore delle giostre. 
Come se non bastasse, gli aveva chiesto di andare su una di quelle montagne russe che ogni tre secondi ti ritrovi a testa in giù e che ti sballottano in una maniera impressionante. 
"Tu sei un pazzo" disse terrorizzato Harry quando vide quella giostra, o come la definiva lui, "luogo di tortura", "dai, che si vive una volta sola! E poi offro io!" Esclamò con la sua solita esuberanza il più grande.
Si fece convincere, e già da quando la giostra era ancora ferma si attaccò con entrambe le braccia in modo convulsivo alle sbarre di ferro, che Louis invece non toccò neanche per un secondo, urlando per tutto il tempo come un pazzo scatenato.
Quando scesero Harry era terrorizzato, gli tremavano le gambe come delle gelatine e giurò che per i prossimi almeno cinque anni non avrebbe mai neanche guardato una giostra, ma cinque minuti dopo Louis lo trascinò una ancora peggio, e infine lo stomaco del povero Harry non resse.
Nonostante tutte le cavolate che era obbligato a fare, Harry si stava rendendo conto di amare Louis, di amarlo tantissimo, e si rese conto che con lui era stato amore a prima vista. Si era innamorato prima dei suoi occhi, del suo sorriso, poi, conoscendolo meglio, si rese conto di amare anche la sua dolcezza, la sua esuberanza, la sua voglia di vivere, la sua bontà, insomma, tutto.
E ogni giorno si ringraziava per non essersi pettinato quella mattina prima di andare a scuola.
Ed era la stessa cosa per Louis. Amava Harry, in un modo forse eccessivo, per lui era come una droga, lo faceva stare benissimo e quando era con lui non pensava solo a quanto lo amasse.
Harry però era troppo timido per confessare ciò che provava, e per questo era ogni giorno sempre più triste, anche perché era certo che Louis non avrebbe mai ricambiato.
Il più grande si rese conto di questa improvvisa e perenne tristezza di Harry, e non sapeva cosa fare. 
Lo abbracciava più spesso, e invece che uscire a volte restava a casa con lui e lo coccolava, dicendogli che stava benissimo con lui, ma niente, non cambiava niente.
Anzi, Harry iniziò a stare peggio, sentendosi come un peso per la persona che amava. 
E Louis notò anche questo, e pensò che forse Harry aveva bisogno di sentirsi amato, e lui lo amava tantissimo. Quindi doveva dirglielo e basta. 
Allora, mentre un giorno, stava come al solito con lui, mentre lo stava abbracciando improvvisamente lo baciò. Harry si sentì quasi svenire dall'emozione per quel contatto, e ricambiò quel bacio tanto atteso, mettendoci tutta la passione e la dolcezza che aveva. Adesso amava anche il sapore delle labbra di Louis, che erano calde e morbide.
Quando si staccarono, Harry chiese "questa è una delle cavolate che fai perché, come dici tu, la vita è una sola?"
"No, Harry. Io ti amo, ti amo tantissimo, sei una persona meravigliosa. Ultimamente ho notato che stai male e ho pensato che tu avessi bisogno di sentirti amato e te l'ho detto. Ti amo tanto, piccolo mio".
Harry mostrò il suo sorriso più sincero sentendo quelle parole, non si era mai sentito più felice in vita sua. "Ti amo anche io, e neanche immagini quanto" rispose stringendolo a sè, con tutto l'amore che provava per quel meraviglioso ragazzo. "Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata" disse poi Louis con gli occhi che gli brillavano per la felicità. Poi si baciarono per tanto, troppo tempo, beandosi l'uno dell'amore dell'altro. 
Il tempo scorreva velocemente, o come diceva Louis, "troppo velocemente", e i due non smettevano mai di amarsi. Mai. Neanche per un secondo. 
Non litigavano mai, erano entrambi troppo persi nell'amore dell'altro. Diventavano sempre più legati. Ora, oltre alle loro cose spericolate, facevano anche cose più romantiche, come andare ai ristoranti insieme, o andare a qualche lago quando c'era la luna piena, ed entrambi erano diventati dipendenti dal baciarsi, continuamente. Semplicemente non potevano farne a meno.
Ma qualcosa era cambiato. Drasticamente. Ma Harry non se ne preoccupava, l'aveva certo notato, ma non poteva pensare che fosse una cosa così grave.
Louis era spesso stanco, non si reggeva in piedi, e Harry doveva con prontezza reggerlo, poi lo portava a sedersi e gli prendeva dall'acqua, pensando che dovesse essere dovuto al fatto che camminavano tantissimo anche con il caldo, poi si addormentava continuamente, cosa che non era da lui, ed Harry lo sapeva bene, ma non si preoccupava, e quando si addormentava lo coccolava e a volte si metteva anche lui a dormire al suo fianco. Ma purtroppo non era qualche sintomo legato al caldo eccessivo. 
Quando Louis non era con il suo fidanzato sfogava tutti i dolori che provava, disperandosi per le insopportabili pulsazioni alla testa accompagnate da convulsioni spaventose. Se Harry l'avesse visto in queste condizioni probabilmente si sarebbe preso un infarto. Louis non poteva continuare a fingere di stare bene, lo sapeva, ma come fare? Non voleva ferire il suo Harry, perché lui non si meritava di soffrire.
Prima o poi in qualche modo avrebbe scoperto tutto, doveva solo aspettare. 
Un giorno Harry era a casa di Louis, dopo sarebbero dovuti uscire insieme. Mentre Louis si preparava in bagno, Harry notò un foglio sulla scrivania del più grande, che lesse spinto dalla curiosità, visto che aveva riconosciuto il marchio dell'ospedale. Lesse e quasi svenne. Louis era malato. Ora si spiegavano molte cose, e... Aveva il tumore al cervello. Lesse la data di quella diagnosi e vide che era di qualche mese prima che si conoscessero, quindi Louis già sapeva. 
Il castano, notando un gran silenzio dalla sua stanza, entrò, e trovò Harry in lacrime, che, spinto da qualche istinto masochista, continuava a leggere ininterrottamente. "Harry... Amore mio..." Sussurrò e corse ad abbracciarlo.  Tempo qualche secondo, ed erano entrambi in lacrime, a stringersi forte dicendosi quanto si amavano. Harry non aveva mai visto Louis piangere, era troppo abituato a vederlo sempre sorridente, che ora a vederlo così gli si spezzava il cuore.
"Mi dispiace... Volevo dirtelo, ma non avevo il coraggio, non volevo che tu lo scoprissi così... Mi dispiace così tanto, amore mio..." Louis sussurrava queste parole e piangeva disperatamente tra le braccia del suo amato, il quale non diceva niente, lo stringeva e gli accarezzava i capelli, poi quando entrambi si calmarono si asciugarono le lacrime a vicenda.
"Non c'è proprio niente che tu possa fare per guarire? Niente?" Chiese Harry disperato. Aveva capito che avrebbe perso il suo amore, ma non poteva accettarlo. Era una realtà troppo dolorosa. "No, niente.... Dovrei portare i tubi dell'ossigeno e stare spesso sulla sedia a rotelle, ma non voglio sembrare un malato".
"Ehi, malato o no, io ti amo tantissimo. Sei sempre il mio Louis. E ti prego, se queste cose potrebbero far stare meglio ti prego usale, falle per me". 
Louis non disse niente, semplicemente baciò il suo Harry con passione, trasmettendogli tutto il suo amore. 
Poi Harry lo aiutò a sistemare i tubi dell'ossigeno e lo guardò. Era sempre adorabile, in ogni occasione.
Gli lasciò un dolce bacio sulla guancia e Louis sorrise, intenerito da come Harry si stava prendendo cura di lui. Poi Louis gli raccontò di tutte quelle volte che stava male, ma pensava comunque costantemente a lui, pensando solo che doveva essere forte. E il riccio tutto ciò che poteva pensare a come era fortunato ad avere al suo fianco una persona così meravigliosa come lui. 
Nei giorni seguenti Harry non lo trattò come un malato, tenendolo sempre al letto o dandogli divieti e restrizioni. Continuavano ad uscire normalmente e a fare tutto ciò che facevano prima. L'unica cosa cambiata era che Louis portava dei tubi per respirare meglio e quando si stancava Harry lo portava sulla sedia a rotelle. Ma erano sempre gli stessi. 
Si amavano allo stesso modo, continuavano a baciarsi, ad abbracciarsi, e Louis era così felice di averlo incontrato, perché gli stava rendendo meravigliosi i suoi ultimi momenti. Una volta gliel'ha anche detto ed Harry era scoppiato a piangere di tristezza per la consapevolezza che presto avrebbe perso l'amore della sua vita, e pera felicità perché nessuno gli aveva mai detto delle parole così belle.
Un giorno Louis non stava per niente bene. Sveniva continuamente, anche se era seduto, aveva convulsioni continuamente, sensi di nausea e sentiva quelle insopportabili pulsazioni alla testa. Harry non sapeva proprio cosa fare. Lo guardava impotente, cercando di aiutarlo, ma non riusciva a fare niente, e come se non bastasse era nel panico più totale, e questo di certo non aiutava. Louis comunque dopo un po' si riprese e, nonostante la debolezza, stava molto meglio.
Poi andò in una stanza a fare qualcosa, poi, visto che era sera ed erano entrambi stanchi, andarono al letto. "Harry, ti amo tantissimo, davvero, sei tutto per me".
"Ti amo tantissimo anche io, piccino mio".
Poi si baciarono con tanta passione e dolcezza, ognuno assaporava il sapore delle labbra dell'altro, per loro ogni volta baciarsi era come la prima volta. "Buonanotte, amore mio" disse poi Harry, lasciandogli un veloce bacio a stampo prima di dormire. "Buonanotte anche a te, Harry". Lo abbracciò e chiuse gli occhi. 
La mattina dopo Harry quando si svegliò, si girò e lo vide. Era pallidissimo, ed immobile. Totalmente immobile. "Louis!" Gridò cercando di farlo risvegliare scuotendolo. "Amore mio! No... No... Ti prego, non mi lasciare..." Posò la testa sul petto ormai immobile di Louis e pianse tutte le lacrime che aveva in corpo. Pianse per ore e ore, abbracciando quel corpo ormai privo di vita, che racchiudeva quell'anima meravigliosa. Non poteva essere possibile, non poteva. Se n'era davvero andato. 
Alzò leggermente lo sguardo e vide sul comodino di Louis una lettera. Ecco cosa aveva doveva fare nella stanza senza che lui entrasse. La prese e la iniziò a leggere.

"Caro Harry,
Ti scrivo perché sono certo che non riuscirò a passare questa notte. Non ho più le forze per nulla, oramai, e non potevo andarmene senza dirti addio. So che te l'ho già detto, ma ci tengo a ripetertelo, ma voglio che tu sappia che hai reso meravigliosi i miei ultimi momenti di vita. Sei stato la prima e ultima persona che ho amato, e non sapevo che si potesse amare così tanto qualcuno. Tu sei speciale, Harry. Sei dolcissimo, buono, e hai sopportato tutte le mie pazzie. Avevo paura che tu mi trattassi come un malato e invece no. Tra noi non è cambiato niente.
Sei così meraviglioso, amore mio.
Sai, ogni volta che stavo male ero praticamente mezzo morto, perciò posso dirti con certezza che da lassù io posso vederti e proteggerti. Ti proteggerò sempre, amore mio.
Ti prego, vai avanti. Io lo so che tu sei forte. Ce la puoi fare, ma se invece proprio non ce la fai sono qui ad aspettarti, ma non per questo devi arrenderti. Lotta, sii forte, e raggiungi di nuovo la felicità. Perché tu meriti di essere felice. 
Adesso, apri il mio cassetto, c'è una scatolina con un regalo per te, fatto con il cuore.
Ti amo tantissimo.
Addio, amore
-Louis"
Harry era una fontana, piangeva più di prima, si rendeva davvero conto che Louis non c'era più. Non voleva crederci, nonostante il suo corpo senza vita fosse accanto a lui, ma questa lettera l'aveva riportato alla realtà. Era certo che Louis era il più bell'angelo del paradiso, e sorrise leggermente pensando che era il suo angelo. 
Aprì il cassetto di Louis, e vide subito una piccola scatolina. La aprì, e pianse ancora. Era un anello d'oro, con su un incisione. C'erano scritte le prime parole che si erano detti, "oops" e "hi!" E sotto c'era scritto "yours sincerly, Louis". 
Lo indossò subito e guardò il cielo, immaginandosi il suo amore che lo stava guardando e proteggendo.
Poi sussurrò "scusami, ma senza di te io non sono forte. Non ce la faccio". Si alzò, staccò la lama di un rasoio, si stese accanto a Louis e infilò la lama nel polso. Sentì il sangue che scorreva, e notò che Louis aveva un leggero sorriso stampato sul polso. Anche durante la propria morte era sempre lo stesso Louis sorridente. 
Anche lui, allora, chiuse gli occhi e sorrise leggermente, mentre le forze lo abbandonavano e si sentiva sempre più vicino alla persona che amava.
"Eccomi qui, amore" sussurò, e poi smise di respirare.

Forse quel giorno se non fosse andato nel bagno per aggiustarsi i capelli sarebbe ancora vivo, ma non avrebbe mai conosciuto quell'amore di ragazzo, non avrebbe mai pianto di gioia, non avrebbe mai amato, non  avrebbe mai assaporato quelle labbra, non si sarebbe mai perso in quegli occhi. Quindi, nonostante la sua morte decisamente da troppo giovane, ha vissuto intensamente, solo grazie a Louis.
Questo è l'importante.
  
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