Mom…sorry.
Secondo lui
adesso mi faccio prendere in giro così, con due semplici
parole. Si, certo, si
vede che non mi conosce. Si, è vero, sono stata colpita da
quelle parole ma
adesso mi sono ripresa…solo che, provo ancora della rabbia
nei suoi confronti:
crede davvero di conoscermi quello lì? Sa a malapena il mio
nome e gioca a fare
il ragazzo compassionevole e romantico. Ma non mi faccia ridere va.
Adesso svegliati Alex, ritorna in te, non
farti prendere in giro per la seconda volta oggi. Rispondigli in modo
naturale,
calmo, fagli capire che sei rimasta indifferente a ciò che
lui ha detto, anche
se è tutta una bugia.
“Come
potrei
mai capire parole che non sono vere? Sono tutte frasi perse nel vuoto,
queste
che hai appena detto, specialmente le ultime. Credi davvero di
conoscermi?
Credi davvero di sapere , o tanto meno capire ciò che ho
passato? No perché, tu
non sai un cazzo di me e giochi a fare l’amico che risolve
tutti i problemi! E
poi…e poi io sarei speciale?! PER TE?!” risposi a
testa bassa, così da non far
vedere i miei occhi lucidi.
No, Alex, non dirlo…”Cazzo,
ero così
importante-” non dirlo, ti farei
solo del
male “ p-per te anche mentre ti baciavi con quella
troietta nel parco, eh?
EH?! Porca puttana, sei una testa di cazzo Matthew!!”
Non devi piangere, non adesso, non qui,
non davanti a lui. Corri, vai verso casa, lì avrai un
cuscino ad attenderti,
pronto ad accogliere tutte le tue lacrime. Corri, vai!
Ovviamente, io non ascolto nessuno, tanto meno la mia
coscienza. Non so
cosa mi blocca, adesso, forse il mio orgoglio, forse il fatto che non
mi piace
scappare davanti ai problemi o il semplice fatto che non riesco a
muovermi.
Lui mi
fissa, immobile. Non parla, sta zitto, la schiena curva e uno sguardo
perso in
volto. Dopo non aver ricevuto neanche una risposta, e meglio andare,
chiuderla
li.
“Immaginavo,
non hai neanche le palle di rispondermi.” Dico con un sorriso
sarcastico in
volto. “Non meriti neanche un saluto, sei solo un bugiardo
testa di cazzo.”
Dopo aver
sputato quelle parole con immenso disprezzo, mi incammino, finalmente,
verso
quei 4 scalini.
1…sto per andare.
2…ancora non rispondere, si vede che era tutta una bugia.
3…non ho mai conosciuta una persona così tanto
falsa, davvero.
4…ormai è inutile, avevo ragione io.
*****
3 ore
dopo…
“Cioè,
ti
rendi conto che spavento mi hai fatto prendere?! Ma sei completamente
scema?
Cosa hai in quel cervellino che ti ritrovi?!” grida lei,
continuando a
camminare avanti e indietro per il mio salotto, bloccandomi la visuale
della
televisione.
“Scusami Ely, ti potresti spostare? Come vedi sto giocando
alla play.” Dico sorridendo.
Lei mi guarda con sguardo assassino e io poso il joystick della mia
Playstation
sul divano, come a dire: ok, ti ascolto.
“Senti
Ely,
ho capito, è inutile ripeterlo ancora. Non lo
farò più, basta.” Dico, stufa di
quella situazione.
"Ci conto eh.”, dice sorridendo e abbracciandomi di colpo.
Io ricambio l’abbraccio ma subito l’allontano, e le
propongo di fare una
partita alla play.
Fortunatamente, lei accetta, fatto sta che anche se lei non avesse
accettato
avrei giocato anche da sola.
Passare un pomeriggio tra patatine, pizza, coca cola, tv, play e pc,
per di più
con la tua migliore amica è davvero la fine del mondo, senza
dubbio. Lo è fino
a che non arrivare qualche topo a romperti le scatole.
“Alex, adesso voglio giocare io con la playstation, te ne vai
a farti le
unghie?”, dice quel soggetto che dovrebbe rappresentare mio
fratello.
“Non mi va. Nel bagno, primo cassetto del mobile piccolo
bianco ci sono tutti
gli smalti che vuoi. Divertiti.”, rispondo sorridendo,
dandogli una bella pacca
sulla spalla. Lui mi guarda con un sorrisino malefico, che
sinceramente, non
promette nulla di buono.
“PAPA’, ALEX MI PRENDE IN GIRO E MI INSULTA, LA FAI
SMETTERE!!”, grida con
quella sua voce squillante.
Devo ammettere che è furbo questo nano da giardino.
Come mi immaginavo, papà appare da dietro la porta del
salotto, con lo sguardo
incazzato e la sigaretta in bocca.
“Si può sapere che succede? Alex, hai 18 anni,
smettila di fare la bambina e
lascia stare tuo fratello una buona volta! Sei peggio di una neonata
quando ti
ci metti.”, dice sbuffando.
Non ho mai avuto un bellissimo rapporto con mio padre e, di questi
tempi, le
cose stanno peggiorando. Sta sempre fuori, per lavoro e non. Mia mamma
si
spezza la schiena ogni giorno, mentre lui non fa niente, indifferente a
tutto questo.
Se ratto sta male, o tanto meno io, c’è sempre mia
madre che corre in nostro
soccorso, lui no.
Da quando sono stata vittima di bullismo a scuola tutto è
cambiato. È diventato
freddo nei miei confronti, e in quel periodo il rapporto tra lui e mia
mamma è
quasi andato in frantumi. Lui le dava sempre la colpa per quello che mi
era
successo, dicendole che non mi aveva educata bene e che non prestava
attenzione
a ciò che facevo.
C’è
stato
un periodo in cui
lui è andata via di
casa, lasciando mia mamma da sola, senza nessuna spiegazione. Lei,
troppo
innamorata, dopo quello che aveva fatto, l’aveva perdonato,
facendolo tornare a
casa. Sapevo benissimo che qualcosa non andava, ero ingenua, si, ma non
stupida. Capivo che piano piano, anche la loro storia, come quella tra
mio
nonno e mia nonna, stava andando in frantumi. Mia mamma era sempre
convinta che
a piccoli passi tutto sarebbe tornato come prima, felici come una
Pasqua il
giorno di Natale ad aprire i regali che il famoso “Babbo
Natale” ci aveva portato.
In ogni modo mia mamma cercava di sistemare tutto, di sistemare il
rapporto che
c’era tra me e mio padre facendo un passo nel passato, quando
amavo stare con
mio padre il giorno di Natale e aprire i regali insieme a lui. Poi
scappava un
piccolo bacio nella guancia da parte mia e correvo nella mia stanzetta
a
giocare con la nuova Barbie appena ricevuta. Amavo tutto quello ma,
sfortunatamente, adesso sono cresciuta e non si può
più ritornare indietro, e
di conseguenza non si può aggiustare quello che oramai
è rotto da tanto, troppo
tempo.
Un giorno
chiederò scusa a mia mamma perché so che tutto
questo è successo solo per colpa
mia.
Giro il mio sguardo verso Ely, che seduta nel divano guardava la scena
in silenzio.
Lei capisce che con quello sguardo le chiedo aiuto e, alzandosi in
piedi, cerca
in tutti i modi di trovare una scusa decente per andare.
“Mi
scusi
signor Cooper ma noi dobbiamo proprio andare. Mia mamma ci aspetta,
oggi Alex
viene a dormire a casa mia. Sa, siamo ragazze, un bel pigiama party ci
può
anche stare.”, dice sorridendo e prendendo la mia mano.
“Arrivederci e buona serata.”
Salgo le scale, prendo il mio zaino, metto il pigiama, lo spazzolino,
il cambio
per il giorno seguente, il deodorante, il carica batterie del telefono
e le
cuffie dentro di esso e lo chiudo.
Prendo una felpa, la indossa, metto il telefono nella tasca e scendo
giù.
Vedo Josh davanti alla porta, e non posso fare a meno di guardarlo
schifata.
Esco da quella che si potrebbe definire “casa mia”
e raggiungo Ely.
La guardo e
sorrido; tra noi due non c’è bisogno neanche di
una parola, ci capiamo con un
solo sguardo.
Le sussurro un ‘grazie’ prima di iniziare a
camminare e come risposta ricevo un
sorriso, uno di quelli dolci, uno di quelli che ti fa capire che la
persona che
hai davanti non ti tradirà mai.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutte, scusate per
il mega ritardo ma ho avuto tantissime cose da fare. Spero che il
capitolo vi
piaccia!
Al prossimo capitolo,
Chocolate_15!