Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: dreamlikeview    14/05/2014    5 recensioni
Castiel è un angelo, ama e ammira la razza umana, e desidera profondamente essere uno di loro, un umano. Nonostante agli angeli sia vietato interagire con gli uomini, viola le leggi del Paradiso, salvando una famiglia di cacciatori da un nido di vampiri, e da quel momento il suo desiderio aumenta a dismisura, spingendolo a fare una pazzia.
Un accordo gli permetterà di vivere sulla terra, e di comportarsi come un umano. Ma quale sarà il prezzo da pagare?
[Angel/Human!Cas, Hunters!Winchester Brothers, Destiel, semiAU, long-fic]
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Desclaimer: Tutti i personaggi non mi appartengono, e io da tutto ciò non ci guadagno assolutamente nulla. 

Crediti: A Lu, sempre, per il bellissimo banner.

 


 
Castiel si rivelò un ottimo aiuto per i due Winchester.
Non esisteva mostro di cui non conoscesse le caratteristiche, i punti deboli, e il modo corretto per ucciderli. Avere lui durante le cacce era come portarsi dietro un’enciclopedia per mostri, fornita di ogni conoscenza riguardo al soprannaturale, e per questo motivo Sam lo aveva soprannominato monsterypedia.
Dean si chiedeva sempre come potesse conoscere tante cose, spesso provava a fargli delle domande per scoprire qualcosa sul suo passato, ma il moro rispondeva sempre in modo evasivo, senza mai fornire una risposta chiara. Castiel aveva pian piano imparato a gestire le sue esigenze umane e a provvedere a queste, oltre ad aver quasi preso familiarità con le emozioni forti di cui molto spesso era vittima.
Ormai erano passate due settimane, ma sembrava che i tre cacciassero e lavorassero insieme da anni, tant’avevano legato in quel breve periodo. I Winchester avevano recuperato degli abiti per l’ex-angelo, avevano preso per lui dei distintivi e documenti falsi affinché si fingesse un agente quando cercavano informazioni nelle città in cui cacciavano ed avevano scoperto che il moro non era per niente esperto con le relazioni tra gli umani, e questo avvalorava le teorie di Dean sulla sua natura bizzarra, era convinto fosse una qualche specie rara di uomo che non aveva mai vissuto tra la gente normale, secondo il cacciatore aveva cacciato troppi mostri nei boschi per ricordarsi come si socializzasse con altre persone.
Dean si divertiva soprattutto durante gli interrogatori, perché doveva ammetterlo, Castiel era uno spasso, guardava tutti con l’espressione allibita, che quasi diceva: io non capisco cosa dici, ma mi dispiace tanto. Sembrava che prendesse in giro le persone con quello sguardo, ma la cosa davvero esilarante era il suo essere sfacciatamente sincero.
Era empatico verso tutti – una volta lo aveva visto quasi piangere mentre una donna singhiozzava per la perdita del marito – ma, nonostante ciò, era eccessivamente sincero, a volte menzionava mostri e demoni come se fossero stati esseri domestici, come cani e gatti, ed ovviamente le reazioni che suscitava nelle persone erano sempre di paura o rabbia, in quanto, alcuni credevano che lui si prendesse gioco di loro. Dean adorava la presenza di Castiel nella squadra, non avrebbe mai immaginato che oltre a lui, Sam e Bobby qualcun altro potesse far parte della sua famiglia, tuttavia ora che c’era il moro con loro, si era ricreduto, in quanto oltre a non dargli affatto fastidio, la cosa gli piaceva. Sperava che anche Bobby lo adorasse quanto loro. Sam era totalmente entusiasta della sua presenza – e ciò non sorprendeva affatto il cacciatore visto che Sam tendeva ad adorare tutti, indistintamente – nonostante all’inizio fosse sospettoso. Nessuno dei due avrebbe davvero pensato che lui si rivelasse per loro così importante e fondamentale, non solo perché conosceva cose che loro ignoravano sui mostri – cose che non erano riportate nemmeno nei “mattoni” che Sam leggeva – ma anche perché alcune loro convinzioni su tutti gli aspetti della vita erano state rivalutate con la sua presenza.
Castiel sembrava stupito ogni qualvolta provava qualcosa. La prima volta che aveva riso insieme a loro – e i due ignoravano fosse realmente la prima risata che emetteva – si era sorpreso di quanto potesse essere, testuali parole, rilassante e liberatorio ridere. Sembrava, in effetti, estraneo a tutte le vicissitudini umane, e questo aveva alimentato la convinzione di Dean che fosse davvero un alieno, o un ragazzo cresciuto nella foresta, un po’ come Tarzan, che non aveva mai conosciuto la civiltà, tuttavia a differenza del personaggio fantastico, Castiel aveva un’educazione impeccabile, esclusa, però, la parte riguardante gli spazi personali. L’ex-serafino, infatti, spesso si era ritrovato nello spazio personale di Dean, invadendolo e facendolo sentire leggermente a disagio, per capire alcuni atteggiamenti umani come funzionassero, o per annusare il profumo che il cacciatore emanava.
Castiel non sapeva cosa fosse ad attirarlo di Dean, ma sapeva che gli piaceva da impazzire il suo profumo, era qualcosa di ammaliante, che lo aveva stregato in brevissimo tempo.
Il cacciatore, però, non era propenso alla troppa vicinanza, e qualche volta lo aveva scacciato in malo modo, altre volte insultandolo, ma dopo qualche giorno, Castiel aveva imparato a ignorare i suoi insulti, dato che insultava spesso il suo stesso fratello.
Con Sam, invece, il rapporto era diverso. A Castiel piaceva parlare con Sam, anche per ore, come lui anche il minore dei Winchester conosceva tante cose – certo, non quante ne conoscesse lui, per ovvi motivi – e le conversazioni con lui erano sempre divertenti, appassionanti, interessanti e stimolanti, con lui risolveva la maggior parte dei casi, e poi insieme a Dean eliminavano il mostro o il demone in questione. Niente sembrava andare male con loro.
A volte, doveva ammetterlo, avvertiva una sensazione sgradevole, quando Dean faceva il dongiovanni con tutte le bariste e le belle ragazze che incontravano nei pub, nei bar o semplicemente in giro.
Non sapeva come mai, non sapeva cosa fosse, ma questa cosa lo infastidiva molto. Aveva sempre detestato, anche quando era un angelo, vedere Dean compiere atti impuri e perdersi nella perdizione con persone occasionali, avrebbe voluto salvarlo da questo, e renderlo felice come meritava di essere, purtroppo il cacciatore non sembrava interessato a lui o ad essere felice, ma l’angelo era convinto di poterlo fare, perché, nonostante non capisse ancora cosa fosse, sapeva che ciò che provava per il Winchester, era sincero.
Erano a Sioux Falls, in South Dakota, dove stavano lavorando ad un altro caso, probabilmente demoniaco. Sulla scena del crimine erano stati ritrovati residui e puzza di zolfo, il testimone oculare, che si era ritrovato lì per caso, aveva affermato di aver visto un’immensa quantità di fumo nero entrare nella bocca di un barbone, e quest’ultimo aggredire la vittima, una giovane ragazza, che non arrivava ai vent’anni, mora, leggermente bassina, ed ucciderla a sangue freddo.
Non erano ancora chiare le cause, e il perché dei demoni attaccassero così a spada tratta un’innocente che apparentemente non c’entrasse nulla con loro, era un incidente isolato, dopo quella ragazza non c’erano stati altri morti, la cosa ancora più strana fu la sparizione del corpo dopo soli tre giorni dalla morte. Questa fu una delle ragioni per cui i Winchester e Castiel non risolsero il caso subito, ed ebbero modo di restare in quella città, rintanati nella loro camera di motel, per cercare altre ragioni che unissero la vittima ai demoni. Rimasero bloccati lì, nella più totale confusione, fino a che quasi non si arresero, definendolo come un caso unico, senza risoluzione. Quella ragazza era stata l’unica vittima di quel demone, nessun altro morto, nessun’altra traccia di zolfo, nessun corpo sparito. Non avevano nessun elemento per indagare, chiesero anche a Bobby, se prima di quel momento fossero accadute cose simili, non ottennero una vera risposta, secondo l’uomo era solo un conto in sospeso tra due fazioni demoniache, o un contratto demoniaco scaduto prima del tempo. Non avevano prove, non aveva niente su cui basarsi.
Dopo una settimana di nulla, decisero che fosse inutile continuare, ragion per cui, decisero di passare l’ultima notte lì e raggiungere Bobby il mattino seguente. Il denaro iniziava a scarseggiare e poi i due Winchester volevano presentare Castiel al loro padre adottivo.
Dean se ne stava su una sedia, con il capo chino su una rivista, probabilmente un porno, mentre Sam leggeva un giornale per accertarsi che non ci fossero altre vittime di quel mostro che era giunto nella città – tutto poteva accadere in una giornata – e Castiel era assorto nei suoi pensieri, come suo solito. Essere umano era davvero strano, ma insieme ai due fratelli che aveva conosciuto, non avvertiva il peso di quello status, anzi, si sentiva bene e incredibilmente vivo come non si era mai sentito durante la sua vita da angelo.
«Mi piace davvero stare con voi» disse improvvisamente l’ex-angelo con mezzo sorriso sul volto, mentre Sam lo guardava con un sorrisetto furbo sulle labbra, Dean era ancora assorto nel suo giornalino «insomma, con voi due ho la vita che sognavo» confessò leggermente imbarazzato «sì, credo di avere un’opportunità con voi, insomma, di sentirmi vivo»  guardò verso Dean, sorridendo stavolta «di stare bene» concluse mentre il più grande dei Winchester alzava lentamente lo sguardo verso Castiel che continuava a parlare, il cacciatore era quasi scosso da ciò che diceva l’altro, quasi come se le sue parole gli facessero provare qualcosa di nuovo, e strano, Castiel gli faceva davvero un effetto disarmante. Incontrò gli occhi incredibilmente azzurri, blu, luminosi – Angelici – del moro, carichi di riconoscenza, e si perse in essi, mentre Castiel gli sorrideva leggermente perdendosi anch’egli negli occhi verdi, pieni di sfumature dell’altro.
Lo sguardo, che si lanciarono, fu talmente intenso che per un attimo, per un solo attimo, dimenticarono che Sam fosse presente e che i suoi occhi fossero su di loro. Erano talmente presi l’uno dagli occhi dell’altro, dallo studiare ogni singola sfumatura degli occhi di colui che avevano di fronte che tutto divenne scuro, nient’altro esisteva. C’erano solo loro, al centro di quella stanza, intenti a studiarsi, né demoni, né mostri, né tantomeno Sam.
Il minore dei Winchester si sentì in imbarazzo, segretamente immaginava cosa stesse accadendo, conosceva fin troppo bene Dean, per affermare che non fosse solo riconoscenza quella che provava per Castiel, ed era un bene che si affezionasse a qualcuno.
Se n’era accorto da subito, perché… beh, perché Dean non si era mai sbilanciato per qualcuno, non aveva mai garantito per nessuno, non si era mai fidato di nessuno al primo sguardo, invece da quando aveva incontrato quel Castiel, Dean aveva fatto esattamente il contrario di ciò che faceva di solito, si era fidato di lui da subito, ed era convinto che anche il moro non fosse del tutto indifferente a suo fratello, dato il modo in cui lo guardava sempre.
Sam sorrise tra sé e sé, decidendo che prima o poi avrebbe fatto qualcosa per metterli di fronte alla verità.
Decise, infine, di abbandonare la stanza, perché la tensione sessuale, che c’era tra quei due, era imbarazzante, lo era anche il trovarsi in quella situazione. C’erano cose che un fratello minore non avrebbe mai dovuto vedere del maggiore, e questa che osservava era una di quelle, e non perché Castiel fosse un uomo, anzi, provava lo stesso imbarazzo anche quando Dean ci provava con le donne.
Poi avrebbe chiesto spiegazioni a suo fratello, ma in quel momento, doveva scappare via. Per cui, si alzò dal letto ed uscì dalla stanza, lasciandoli persi l’uno nello sguardo dell’altro, intenzionato ad andare a fare qualsiasi cosa purché non fosse guardare quei due scambiarsi amore tramite gli occhi, o qualsiasi cosa fosse quello sguardo fin troppo carico di… qualcosa. Decise, infine, di andare in biblioteca, magari avrebbe trovato qualcosa da leggere, e quindi distrarsi.
Si chiuse la porta alle spalle, e andò via, senza sapere cosa sarebbe accaduto in quella stanza, da quel momento in poi.
I due rimasti nella camera continuarono a studiarsi e a guardarsi negli occhi per un tempo che parve infinitesimale – da quando Sam era andato via, però, passarono solo cinque minuti – fino a che Castiel non distolse lo sguardo, interrompendo il contatto visivo, imbarazzato. Gli occhi di Dean erano troppo belli, troppo magnetici, ma aveva sentito uno strano calore sul viso, quando aveva notato che il cacciatore ricambiasse lo sguardo, ed era finito nel pallone.
«Forse potremmo…» mormorò, cercando di recuperare fiato, e ciò che rimaneva del buon senso, cercando di riagganciarsi al discorso di poco prima, guardandosi intorno, spaesato, non trovando il minore «ehi, dov’è Sam?»
«Cosa?!» chiese sbottando con la voce acuta Dean, sbattendo le palpebre, riprendendosi da quello stato di trance. Lui si era distratto e Sam era sparito? Com’era possibile? Cos’era successo?  Giurò a se stesso che non sarebbe mai più accaduta una cosa del genere, non avrebbe mai più perso di vista Sam, non poteva distrarsi e metterlo in pericolo, no, non poteva «Sammy!» esclamò ad alta voce, sperando che il fratello gli rispondesse dal bagno, cosa che non avvenne.
Ma quanto tempo è passato? Non me ne sono nemmeno reso conto – pensò il maggiore, senza rendersi conto di quanto tempo avesse fissato gli occhi di Castiel, quanto tempo? Pochi minuti, o qualcosa in più?
«Sarà uscito» osservò con ovvietà l’ex-angelo, cercando di non far andare Dean in iperventilazione, come succedeva ogni volta che perdeva il fratello di vista «Dean, respira, sarà in giro» gli disse, cercando di calmarlo.
«E’ il tramonto, dopo il tramonto succedono cose terribili a quelli come noi!» esclamò a voce alta, sempre più innervosito dalla situazione non gestibile per lui, arrabbiandosi ingiustamente con l’ex-angelo.
«Sa difendersi, è un cacciatore!» ribatté Castiel, cercando di tranquillizzarlo. Sam era grande e grosso, sapeva difendersi da solo, e non aveva bisogno della balia alias suo fratello Dean per difendersi.
Il maggiore si alzò stizzito e afferrò la sua giacca, appoggiandola contro la spalla sinistra, guardando il moro con un po’ d’astio, perché in fondo era colpa dei suoi occhi maledettamente blu che si era distratto e aveva perso di vista Sam, e poi non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura che quegli occhi gli facevano perdere la testa, confondendolo del tutto, su ogni cosa.
«Vado a cercarlo, resta qui in caso torni» disse con il suo solito tono che non ammetteva obiezioni e l’ex-angelo fu quasi costretto ad annuire leggermente imbarazzato, mentre Dean usciva dalla stanza, borbottando qualcosa che Castiel percepì come è tutta colpa tua, mi hai distratto, e poi sbatté la porta dietro di sé.
Castiel non capì come mai il cacciatore si fosse arrabbiato con lui, non aveva fatto niente di male, giusto? Non era colpa sua, no?
Li stava solamente ringraziando, perché con loro sentiva di poter fare qualsiasi cosa, molto di più rispetto a quando era un angelo, giacché in quel periodo si era limitato a guardare passivamente la terra senza agire, senza poter salvare le persone, mentre ora viveva la terra, si sentiva utile, salvava persone, e sentiva di poter fare la differenza, in un mondo popolato da creature mostruose.
Aveva semplicemente un debole per i due fratelli che lo avevano accolto, debole molto più esteso al più grande, che aveva rapito il suo essere come nessun altro aveva mai fatto prima. Un solo sguardo di Dean era in grado di lasciare il segno in lui, e di farlo sentire bene o male, a seconda di come quest’ultimo fosse: se il suo sguardo era furioso, come quello che gli aveva rivolto prima di uscire dalla stanza, lo faceva sentire male, triste e inutile; al contrario se esso era puro e limpido, quasi felice, come quello che gli aveva rivolto prima della confusione scatenatasi a causa dell’assenza di Sam, era in grado di farlo sentire vivo e felice come non si era mai sentito nella sua vita, ed era frustrante sapere che un singolo uomo potesse avere un tale effetto su di lui, un angelo, o meglio, un ex-angelo del signore.
Camminava avanti e indietro per la stanza, chiedendosi cos’avesse fatto di male, quando improvvisamente nella stanza apparve una giovane ragazza – non ho bevuto alcol, è davvero la ragazza morta! – strabuzzò gli occhi rendendosi conto di trovarsi davanti alla ragazza trovata morta quella mattina. Cosa diavolo…?
Gli si avvicinò con aria circospetta e divertita, mentre l’angelo portava la mano al manico della spada angelica, per proteggersi. Avvertiva il male perfettamente, ed era certo che quella non fosse più la ragazza ritrovata quella mattina, bensì un demone.
«Allora quello che si dice è vero» disse quella girandogli intorno, ancor più divertita di prima «tu eri un angioletto, vero? E sei diventato umano per unirti ai Winchester?» chiese ancora, continuando a girare attorno all’ex-angelo, la cui mano aveva impugnato saldamente la spada angelica senza ripensamenti, era pronto a sguainarla immediatamente «Castiel, giusto?»
«Chi sei, demone?» chiese invece lui sulla difensiva, senza rispondere. Come faceva un demone a sapere tutte quelle cose riguardo lui e le sue recenti scelte di vita? «come fai a sapere tutte queste cose su di me?» chiese ancora stupito «conosci persino il mio nome!» la sua voce si alzò di un’ottava, senza rendersi conto di come il suo corpo umano stesse reagendo a quella visita inaspettata.
«Ho ucciso questa ragazza giusto per venire a conoscerti di persona» disse con un sorriso divertito sulle labbra «gli accordi tra Metatron e qualunque essere sovrannaturale non vanno mai a finire bene» spiegò scuotendo la testa, fintamente rammaricata «mi divertirò a torturare la tua anima e il tuo corpo, quando finirai all’inferno, fino a farti diventare un demone» disse, ignorando la domanda di Castiel, che continuava a restare sulla difensiva, la mano ancora avvolta attorno alla spada, incapace di muoversi, paralizzato dalla paura «e sarai un demone davvero sexy» concluse lanciandogli un’occhiata maliziosa «puoi chiamarmi Meg, comunque» rispose, infine, alla sua domanda, prima di sparire dalla stanza esattamente com’era apparsa, lasciando Castiel in uno stato stranissimo. Non si era mai sentito tanto vulnerabile come in quel momento, si era ritrovato solo con un demone nella stanza, totalmente paralizzato, e la verità delle sue parole, riguardo l’accordo che aveva stretto con Metatron, gli venne sbattuta davanti troppo violentemente, da non permettergli di rendersi conto di quanto fosse accaduto.
Lo sapeva, sapeva a cosa andasse incontro, ma tutto ciò detto da un demone era peggiore di sentirlo da un angelo.
Sarebbe finito all’inferno, sicuramente nessuno si sarebbe mai innamorato di un imbranato come lui, di uno che non aveva nulla da offrire. Non si era nemmeno accorto di aver iniziato a tremare dalla paura, eppure aveva la spada angelica tra le sue mani, non avrebbe dovuto aver paura, non lui, non un ex-angelo. Indietreggiò fino al letto, sentendo improvvisamente le gambe molli e tremolanti, come se fossero fatte di gelatina. Da quando sentiva così tanto la paura? Credeva di averla sconfitta quando si era ritrovato faccia a faccia con uno dei tanti mostri che avevano cacciato e distrutto, e ora si sentiva debole e indifeso, come non mai. Aveva paura.
Non aveva ancora preso in considerazione l’ipotesi di finire all’inferno, convinto che potesse trovare l’amore, ne era così convinto che non aveva messo in conto nulla, e adesso era come se avesse fatto la stessa fine di Lucifer.
Abbassò lo sguardo sui suoi piedi, tutte le meravigliose cose provate in quelle settimane, svanirono in un solo battito di ciglia, Dean lo odiava per chi sapeva quale motivo, magari anche Sam lo odiava, e si trovava solo in quella stanza, con mille pensieri strani riguardanti ciò che gli sarebbe accaduto, pieno d’angoscia e qualcos’altro che non sapeva ancora definire; si sarebbe trasformato in un demone, e avrebbe perso tutte le cose belle e positive, che era stato ed aveva fatto, tutto sarebbe finito, svanito nel nulla, e si sarebbe ritrovato all’inferno, dove di lui non sarebbe rimasta neppure una piccola, singola briciola, e… sarebbe diventato cattivo, crudele e spietato, dopo aver sofferto pene infernali e dolorose.
Non si accorse di una lacrima solitaria che scivolò via dal suo occhio sinistro. Non credeva di poter mai provare qualcosa di tanto devastante, quanto la rivelazione che aveva avuto quel giorno. Aveva davvero voglia di piangere e di urlare, sì, urlare. Avrebbe voluto tirare fuori tutto, per quanto era stato stupido, quanto era stato poco lungimirante fidandosi di qualcuno che probabilmente lo aveva ingannato, aveva cercato la felicità ed era stato irresponsabile… non era passato nemmeno metà del tempo a sua disposizione, ma i giorni passavano talmente velocemente che non se ne rendeva conto. Tirò le gambe contro il proprio petto sul letto, cercando di fermare il tremore che l’aveva colto in quel momento, gli portava via tutte le energie, travolgendolo più del dovuto. Si impose di non piangere e di non versare nemmeno una lacrima, tentò solo di calmarsi e ragionare. Non doveva sempre essere così emotivo, dannazione, da umano era una frana con le emozioni, e questo lo rendeva debole, fin troppo incline all’emotività.
Era ancora in quella posizione, che definì egli stesso protettiva e rilassante, quando Dean ritornò insieme a Sam, mentre il primo rimproverava il minore, perché era uscito senza avvisare, e altre parole che Castiel non comprese.
Entrambi si sorpresero di vederlo in quello stato, quando fino a poco prima li aveva ringraziati e stava letteralmente mangiando Dean con lo sguardo. Il più grande fu il primo a corrergli accanto e sedersi vicino a lui, preoccupato che fosse colpa sua il suo stato.
«Cas, che succede? Ehi?» chiese allarmato, cercando di scorgere il suo viso, sepolto tra le ginocchia «Cas, se è per come ho reagito prima io…» deglutì sommessamente «mi dispiace, ero preoccupato per Sam, non era mia intenzione prendermela con te, davvero».
L’ex angelo scosse impercettibilmente la testa, e Dean, già stanco di vederlo in quella posizione, lo costrinse ad alzare la testa e ad abbassare le ginocchia, riuscendo finalmente a guardarlo negli occhi, trovandoli spenti e lucidi, contornati di rosso, segno di un’unica cosa: aveva pianto.
Perché Castiel aveva pianto? Cosa era successo mentre lui non c’era stato? Qualcosa era successo, ne era certo.
«Piangere è orribile» aveva mormorato il moro e Dean, sorprendendo prima se stesso, poi Sam e infine Castiel stesso, lo abbracciò di slancio, facendogli appoggiare il volto contro il proprio petto. Una sua mano andò alla schiena del moro e con movimenti lenti e circolari gliel’accarezzò, cercando di calmarlo o quanto meno di non peggiorare la situazione. Castiel restò immobile con le braccia abbandonate lungo il corpo, mentre Dean lo stringeva forte, era una situazione piacevole, nonostante tutto. 
«Vado a prendere la cena» mormorò Sam, lasciando la stanza – ricordandosi di avvisare il fratello, stavolta – lasciando ai due un minimo di privacy in un momento così… intimo e tenero. Dean che abbracciava una persona, avrebbe dovuto per forza raccontarlo a Bobby, avrebbe fatto fare una grassa risata al loro padre adottivo. Dean non mostrava affetto nemmeno verso un cucciolo di cane abbandonato sul ciglio della strada, e ora, appena visto Castiel giù di morale, in lacrime, lo aveva abbracciato, senza ripensamenti.
Dean intanto, rimasto con Castiel nella stanza, lo stringeva forte tra le sue braccia, cercando di capire come aiutarlo, ma prima di tutto avrebbe dovuto capire la causa di quel pianto, e non aveva il coraggio di chiedergli nuovamente il motivo. Se avesse detto che fosse colpa sua per quando gli aveva risposto in quel modo senza che avesse fatto assolutamente nulla?
«Cas, ehi, stai bene?» chiese premurosamente, accarezzandogli ancora la schiena.
«Sì, Dean» mormorò contro la stoffa della sua maglietta, annusando il suo profumo, sapeva di buono, e per qualche strano motivo, era in grado di calmarlo «sto invadendo il tuo… spazio personale?» chiese a disagio, cercando di staccarsi da lui, ma Dean lo trattenne aumentando la presa.
«Fregatene ora. Voglio sapere che ti succede».
«Un po’… di nostalgia»  sospirò lasciando che Dean lo stringesse più forte, senza ricambiare l’abbraccio «mi chiedevo se avessi fatto la scelta giusta a lasciare la mia… famiglia per… cacciare» spiegò, omettendo volontariamente la questione dell’inferno e dei demoni, soprattutto del demone che era stato nella stanza poco prima. In fondo, non aveva mentito: aveva lasciato la sua famiglia, gli angeli, per unirsi agli umani, e quindi per cacciare «e a volte mi mancano la mia vecchia vita, la mia famiglia, tutto qui. Solo un po’ di tristezza» ammise concludendo la risposta alla domanda del cacciatore ancora senza mentire, ma omettendo la verità sulla sua natura e tutto il resto; gli mancava in parte essere un angelo e svolazzare dove voleva, cambiare luogo, e tutto ciò che comprendeva l’essere un angelo. Un po’ gli mancava anche Gabriel, l’unico vero amico che avesse avuto ai “piani alti”, si chiedeva spesso come stesse o cosa facesse, se in paradiso andasse tutto bene, o cose del genere.
«Beh, fa sempre schifo separarsi da qualcuno a cui si vuole bene, posso capirlo» disse Dean, senza distogliere lo sguardo da lui «ma ora ci siamo io e Sam, siamo noi la tua famiglia, e domani ti presentiamo Bobby, sarà fantastico, vedrai!» concluse sorridendogli, e Castiel si perse letteralmente in quel sorriso; stordito e inebriato dal profumo e dal sorriso di Dean, affondò di nuovo il viso sul suo petto, ritrovando per un attimo la pace, non aveva ricambiato l’abbraccio, in realtà non aveva idea di come si facesse, ma si sentiva bene tra le braccia di Dean, c’era pace, c’era serenità, c’erano solo loro in quel momento.
Era tutto perfetto. Non tutto era perduto, in fondo, poteva ancora innamorarsi di qualcuno, sperando che qualcuno si innamorasse di lui, ricambiandolo, e se quel qualcuno fosse stato Dean Winchester, a Castiel non sarebbe per niente dispiaciuto.
 
Quando il giorno dopo, i tre cacciatori partirono per andare da Bobby, quasi dimenticarono ciò che era accaduto la sera precedente, o meglio, evitarono intenzionalmente di parlare dell’argomento, in quanto Dean faceva finta che non fosse successo assolutamente nulla, Sam non osava parlare per non infastidire il maggiore, e Castiel meno pensava a ciò che gli era stato rivelato quel giorno, meno angoscia serbava. Non era stata una conversazione piacevole quella avuta con il demone, anzi l’esatto contrario, ma non poteva nemmeno negare che ciò che era accaduto tra lui e Dean non gli fosse piaciuto, tuttavia preferiva tacere a riguardo, troppo imbarazzato per farlo.
Il viaggio fu abbastanza silenzioso, fatta eccezione per la radio accesa su stazioni radiofoniche che trasmettevano solo rock, che ovviamente era scelta da Dean, toccava a lui decidere quale musica ascoltare, lui era il guidatore.
Tutti e tre erano in ansia per l’arrivo a casa di Bobby. Per i due Winchester, il consenso dell’uomo era fondamentale, fin da quando li aveva presi sotto la sua custodia, loro si erano ciecamente fidati del suo giudizio, e stavolta avevano agito senza, solo perché si erano fidati del ragazzo conosciuto da poco;  mentre Castiel era teso in quanto non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, Sam e Dean lo avevano tranquillizzato, almeno ci avevano provato, dicendogli che il loro padre adottivo fosse solo un vecchio orso che borbottava, ma in fondo, non era una grandissima minaccia, temeva una reazione negativa.
Castiel restò teso ed in ansia per tutto il viaggio, continuando ad esserlo sulla soglia della casa dell’uomo – ignaro di essere stato salvato proprio dall’angelo sulla soglia della sua casa – non si sciolse nemmeno quando vide Bobby abbracciare affettuosamente i due ragazzi, prima di rimproverarli con un sonoro Idioti, anzi, vedendo quella scena si sentì ulteriormente a disagio, si sentì un estraneo, cosa che era sul serio, incapace di mettere due parole una dietro l’altra, e persino di camminare. Ad un tratto, l’assenza delle ali si fece sentire nuovamente, e perse l’equilibrio, riuscendo però ad evitare la caduta, puntando i piedi per terra.
Sapeva di essere una frana con i rapporti personali, ma in quel momento si sentiva davvero fuori luogo, come se quello non fosse il suo posto, perché in effetti, quello non era il suo posto.
Una serie infinita di pensieri travolsero la sua mente, tutti negativi, fino a che Dean e Sam non lo afferrarono entrambi per le maniche del trench, trascinandolo in casa. Il più grande si affrettò a lasciarlo, come scottato, per chiudere la porta, mentre Sam sorrideva.
«Bobby, lui è Castiel, colui che mi ha salvato la vita!» esclamò il maggiore, puntando il dito verso Castiel, che s’imbarazzò e annuì lentamente, tendendo una mano verso l’uomo; quasi tremava nel porgergli la mano per presentarsi.
«Signore, io sono Castiel Novak» disse quasi tutto d’un fiato «sono lieto di fare la sua conoscenza».
«Dove diavolo avete trovato un ragazzo così educato, voi due idioti?» chiese l’uomo divertito, battendo una mano sulla spalla del moro, che proprio non riusciva a rilassarsi. Questa frase è positiva? E’ negativa? – pensò disperato, ancora con la mano tesa in avanti, voltandosi verso Sam, implorando un aiuto.
Non riusciva a guardare Dean, non dopo tutto ciò che era successo il giorno prima.
«Diciamo che è Dean che l’ha trovato» intervenne subito il minore dei Winchester, in aiuto dell’amico «e direi che si è rivelato un ottimo aiuto, ogni tanto anche Dean fa qualcosa di buono».
«Ehi! Io faccio sempre cose buone!» esclamò piccato il maggiore, mentre si dirigeva verso la cucina per prendersi una birra fredda.
«No, beh, Dean, qualche notte fa ho dovuto salvarti da quel fantasma, perché eri convinto che non ti attaccasse» disse allora Castiel monocorde, sciogliendosi leggermente, mentre Dean sorpreso si voltava verso di lui con gli occhi sgranati e l’espressione sorpresa sul volto. Aveva davvero parlato? Era dalla sera precedente che non lo sentiva parlare.
«Già, è vero! Avresti dovuto vederlo, Bobby» continuò Sam, incalzando «con una sola mossa ha spinto Dean dietro di sé e poi ha usato quel suo pugnale strano per mandare via il fantasma, è stato fantastico!» raccontò con enfasi, mentre il maggiore arrossiva per la vergogna, e l’uomo scoppiava a ridere, battendo nuovamente una mano sulla spalla del nuovo arrivato.
In fondo, se i suoi ragazzi si fidavano del nuovo arrivato, per l’uomo non esistevano problemi. Si fidava abbastanza dei suoi ragazzi per accettare le loro scelte e i loro amici, inoltre era un vantaggio per loro, avrebbero svolto il lavoro in meno tempo.
L’interrogatorio però, non gliel’avrebbe tolto nessuno. Ogni persona che entrava in quella piccola famiglia, necessitava di un interrogatorio lungo, con domande di tutti i generi, partendo dalla famiglia, per finire al motivo che l’avesse spinto a quella vita di dolori e stranezze, ma per il momento, visto il clima familiare già creatosi, e vista l’alchimia che c’era tra i tre, non ebbe dubbi nemmeno lui su quel ragazzo. Stranamente, Castiel conquistava facilmente la fiducia di tutti.
«Allora benvenuto in famiglia, Castiel».

To be continued...
 
___________________________________________________________

Salve di nuovo a tutti.  Chiedo umilmente scusa per non essere riuscita ad aggiornare prima, ma sono stata impegnatissima. 
Passiamo ai ringraziamenti, perchè sì, sono necessari, e davvero vi ringrazio per il caloroso benvenuto nel nuovo fandom, non credevo andasse bene, e invece devo ricredermi. Grazie, grazie. 
Anyway, passiamo a parlare del capitolo nuovo nuovo.
Eee, ora sappiamo che ci sono anche i demoni, e che Dean è già attratto da Cas, perchè chi resisterebbe agli occhioni blu di Castiel? Io e Dean no di certo, comunque chi non vorrebbe una bella chiacchierata con un demone? Pffft. E so che il Castiel del telefilm non si sarebbe spaventato, ma... mi ispirava tenerezza e non ho saputo resistere a farlo così, e poi mi piaceva la cosa di Dean che si scioglieva e diventava affettuoso. 
E Sam... beh, Sam è il primo Destiel shipper, e non a caso, più avanti avrà un ruolo fondamentale tra loro e negli avvenimenti futuri. So di averlo messo in disparte nelle prime parti, ma diventerà fondamentale tra poco.
E poi c'è un piccolo, minuscolo pezzetto in cui il nostro angioletto caduto incontra Bobby, perchè DOVEVA incontrare Bobby, perchè Bobby è ancora con noi, e doveva esserci. 
Beh, io credo di aver finito.
Adesso vi lascio, perchè ho scritto davvero troppo. As always, se ci sono errori, non esitate a farmelo notare, come ho già detto, betando da sola, a volte qualche errore mi sfugge sempre.
Al prossimo capitolo, ciao!


P.s Castiel e Dean sono OOC, anche se ho cercato di renderli IC, e in alcuni punti toccheranno picchi di incoerenza voluti. 

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: dreamlikeview