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Autore: Lily_and_the_Marauders    14/05/2014    4 recensioni
FLUFF!LARRY con un pizzico di OT5. Ci troviamo a Bogotà per l'inizio del Tour e tutto è narrato dal PoV di Harry.
Dal testo:
«Sei nervoso?» gli chiesi.
Lui si strinse nelle spalle e rispose alla mia domanda con un’altra domanda: «Tu no?»
Feci di sì con la testa e mi chinai per lasciargli un bacio sulle labbra.

Coppia SLASH, people. Si parla di amore tra due uomini, se non vi aggrada state alla larga.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Lily_and_the_Marauders
Titolo: «You're the one to help me get to sleep.»
Fandom: One Direction.
Pairing: Louis Tomlinson x Harry Styles, accenni alla coppia Zayn x Perrie.
Rating: Verde.
Avvertenze: >>> Slash! <<< One-shot ad alto contenuto di fluffosità.
Desclaimer:  Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.
 
Note autrice: Well, guys. I'm here again. 
Vi dico subito che è breve rispetto alle mie solite OS però, ecco, c'è il fluff, ci sono i Larry, c'è un po' di OT5 e... c'è il fluff. Avevo bisogno di scrivere qualcosa di doooolce quindi ho preso in mano l'iPod e il Santo Ed Sheeran mi ha aiutato. Grazie a Teddy, dunque, per aver scritto la meravigliosa Firefly a cui mi sono ispirata, aw. 
That's all... buona lettura! c: 

Oh, e vi venisse voglia di cercarmi - pft, ma quando mai? -, sono su twittah:  
@ohmycastieel



 
«You're the one to help me get to sleep.»


 


24 Aprile 2014, Bogotà / Colombia.
 
23:30

 
 
«Probabilmente domani a quest’ora saremo già scesi dal palco» esordì Niall ad un certo punto bloccando la pallina da tennis che, da ore, faceva rimbalzare contro il muro.
«Se tutto va come previsto, sì» aggiunse Liam smettendo anche lui di fare qualsiasi cosa stesse facendo con il cellulare. 
Vidi Zayn lanciare qualche bacino al telefono - probabilmente stava parlando con Perrie -. Quando chiuse la chiamata si guardò intorno e, notando l'espressione perplessa di Liam, disse solo «Andrà bene.»
Io annuii e sorrisi fiducioso. Poi guardai Louis: aveva un'aria pensierosa, distante. Se ne era rimasto tutto il tempo lungo sul divano con la testa appoggiata sulle mie cosce e le gambe una aggrappata al bracciolo del divano, l'altra posata a terra.
Non ero neanche sicuro che stesse comodo ma avevo preferito lasciarlo stare. 
In quel momento, quando abbassai gli occhi per guardarlo, lui parve riscuotersi dai suoi pensieri. Mi sorrise di rimando allungando una mano per scompigliarmi i capelli.
«Sei nervoso?» gli chiesi. 
Lui si strinse nelle spalle e rispose alla mia domanda con un’altra domanda: «Tu no?»
Feci di sì con la testa e mi chinai per lasciargli un bacio sulle labbra. 
«Prendetevi una stanza!» disse Niall alzando un po' la voce. Louis gli fece un gestaccio al quale il biondo rispose con una risata sguaiata.
Ridacchiai leggermente anche io baciandolo di nuovo.
Quando l’aria si fece improvvisamente più calda attorno a me e quando qualcuno iniziò a tossicchiare imbarazzato, Louis decise saggiamente di alzarsi. Mi prese per mano trascinandomi fuori dalla stanza ed io ebbi soltanto il tempo di mormorare un “buona notte” mentre gli altri se ne uscirono con commenti del tipo “divertitevi” e “non fate troppo rumore, le pareti sono sottili”.
Non so precisamente come arrivammo in stanza dato che, ogni due passi, ci fermavamo per baciarci contro una porta o una colonna o contro la ringhiera delle scale. Comunque alla fine ci arrivammo e, insomma, il resto è solo da immaginare.
 
***
 
«Dormi?» mi chiese Louis circa due ore dopo. 
Ero accoccolato tra le sue braccia e avrei potuto dormire, sì, ma percepivo ancora i suoi muscoli tesi, segno che l’“attività notturna” non gli era bastata per scaricare la tensione da pre-concerto. 
«No» mormorai. 
Mi stava disegnando figure astratte sulla schiena con i polpastrelli, era soprappensiero. Io ero solo stanco. 
Ebbi la tentazione di chiudere finalmente gli occhi e di lasciarmi cullare delle sue carezze, invece quello che feci fu fare forza sulle braccia per alzarmi.
Nella penombra, vidi Louis guardarmi smarrito. 
«Dài, vestiti» lo esortai. «Ti porto in un posto.»
Due minuti dopo eravamo fuori dalla stanza. Con un braccio stringevo una coperta e due cuscini, con l’altra mano stringevo il polso di Louis. Lo trascinai nell'ascensore e pigiai il pulsante che portava all'ultimo piano. 
«Dove stiamo andando, esattamente?» mi domandò mentre, uno ad uno, i pulsanti si illuminavano mentre salivamo.
«Ora vedrai. Ci sono stato oggi pomeriggio ma credo che di notte sia ancora meglio.»
Una volta usciti dall'ascensore camminammo in silezio lungo il corridoio fino ad arrivare ad una porta che, appena aperta, ci fece entrare nella terrazza. Ovviamente, le mie supposizioni circa la bellezza del posto erano più che fondate. Dal sesto piano di quell'Hotel si vedeva quasi tutta Bogotà. Di notte, illuminata, il panorama era ancora più mozzafiato. Il cielo di metà Aprile, inoltre, ci permise di vedere le stelle. 
Stesi a terra la coperta e ci buttai sopra i cuscini. 
«Allora, che te ne pare?» chiesi a Louis che ancora mi stringeva la mano.
Lui non disse niente, si avvicinò solo al parapetto e guardò giù, estasiato. Io sorrisi. «Lo so, è meraviglioso.»
Mi avvicinai a lui, gli cinsi i fianchi e poggiai il mento sulla sua spalla. Restammo in quella posizione per una manciata di minuti, ognuno immerso nei propri pensieri. 
Improvvisamente, Louis si voltò verso di me e mi diede un bacio veloce accompagnato da un “grazie, babycakes.”
Mi prese di nuovo la mano e la strinse forte mentre, a passo lento, ci dirigevamo verso la coperta a terra.
I quei momenti in cui mi trovavo da solo con lui, l’atmosfera era così intensa da schiacciarmi il petto. Lo stomaco non aveva neanche spazio per fare le dovute capriole. 
«Andrà bene, domani» lo rassicurai mentre ci stendevamo. 
«Lo so, sono solo… È un grande stadio e stavo pensando che, per l’amor di dio, Harry… È quello che sogno da una vita e sono un po’ nervoso» disse, tutto d’un fiato.
«Ci sentiamo tutti così, Lou. È un grande passo per ognuno di noi e sarà fantastico.» 
Louis annuì.
«Comunque, possiamo passare il resto della notte qui se ti aiuta a dormire meglio» lo tranquillizzai.
Sapevo che gli spazi troppo chiusi lo facevano sentire ancora peggio quando era ansioso. 
«Con te, babe, potrei dormire anche chiuso in un armadio. Sei l'unica persona che mi aiuta a prender sonno.» Si fermò un secondo e ridacchiò. «Non fraintenedermi, curly.» 
Io alzai gli occhi al cielo, divertito, e Louis continuò: «Intendo che, da quando ci conosciamo, sei l'unico che riesce ad infondermi quella dose di calma necessaria per farmi stare tranquillo e, eventualmente, anche per dormire in tranquillità. Insomma, non c'è neppure bisogno che tu dica nulla, a me basta sapere che ci sei. Questo mi aiuta davvero a calmarmi dopo una giornata di stress.»
Accennai un sorrisino. «Tutte queste frasi romantiche mi destabilizzano.»
In tutta risposta, Louis mi posò un bacio tra i capelli. 
Gli passai un braccio intorno alla vita e incastrai il viso nell'incavo del suo collo. «Buona notte» sussurrai.
«’Notte.»
Poco dopo con la coda dell'occhio percepii un bagliore nel cielo. Sparì in pochi secondi.
«Lou, hai visto la stella cadente?» gli domandai, sorridendo.
Ma Louis non rispose, dormiva già.
Non chiesi nulla alla stella cadente, forse perchè non ebbi il tempo per pensare a qualcosa di veramente importante o forse perchè ero già tra le braccia della persona che amavo - e che a sua volta mia amava - e, davvero, non avevo bisogno d'altro. 
   
 
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