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Autore: NeverAloneF    14/05/2014    3 recensioni
Clarissa Morgenstern è una Shadowhunter. Si è finta morta dopo che suo fratello, Sebastian Morgenstern, ha minacciato di uccidere tutte le persone che proveranno a proteggerla da lui. Ma la verità non rimarra nascosta a lungo e Clarissa dovrà fare decisioni che non è neanche sicura di poter sopportare.
Dal primo capitolo:
Era passato un'anno ormai.
Un'anno dall'ultima volta che avevo visto la mia amata america.
Dall'ultima volta che avevo visto l'istituto.
Dall'ultima volta che avevo visto i fratelli Lighwood.
Dall'ultima volta che avevo visto mia madre e Luke.
Dall'ultima volta che avevo visto Sebastian.
Dall'ultima volta che avevo visto Jace.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                 JACE 


E fu così che due ore dopo assistevamo all'opera di rinforzamento di Magnus. Aveva dovuto mangiare molto, il quale era stato difficile perchè la sua dispensa, solitamente piena era completamente vuota, a parte per quanche confezione di cibo per gatti e sapone al sandalo (chi tiene il sapone in dispensa?) e lo stegone non aveva abbastanza magia per fare apparire del cibo in casa sua. 
Alec gli aveva offerto la sua energia, ma conciato com'era mi chiedevo come facesse anche solo a stare in piedi. Era stato così che Izzi si era offerta per utilizzare la sua di energia e Magnus aveva accettato. 
Un'ora dopo ancora Magnus aveva creato un portale dall'aria molto poco sicura. 
"Grazie Magnus" gli dico "ti sono debitore. Quanto ti devo?"
Mi guarda con i suo occhi da gatto stanchi e provati.
"Voglio venire con voi" dice semplicemente. Lo guardo stranito. Non mi sarei mai aspettato una richiesta del genere e devo ammettere di essere sorpreso. Sento Alec sussultare al mio fianco al suono di quella richiesta, ma non dice niente per impedirgli di venire. Faccio spallucce. 
"Allora è deciso. Si parte per l'italia. Tenno, in trentino". E salto nel portale. 
Atterro su un prato morbido e rotolo per tre volte. Vengo seguito a ruota da Izzi e Alec. Per ultimo arriva Magnus, che atterra elegantemente in piedi. Una volta riuscivo a farlo anch'io, penso con rimpianto. 
"Beh, siamo arrivati" dice Izzi
"Già" mi guardo intorno "chiediamo in giro se hanno mai visto qualcosa di strano nei dintorni. Magari una ragazza con una tenuta da cacciatrice o qualche attività sospetta" elenco. 
Iniziamo a camminare per una stradina nel bosco e sbuchiamo su una strada più grande. Entriamo nel primo bar che vediamo e mi fermo a chiedere informazioni al barista, visto che tra tutti sono l'unico a parlare italiano. 
"Buongiorno" saluto il barista
"'Giorno" risponde lui senza alzare gli occhi dal bicchiere che sta' pulendo. 
"Vorrei chiederle… ha mai visto una ragazza con… qualcosa di strano qui intorno?" L'uomo mi guarda sospettoso. 
"Perchè dovrei dirti qualcosa?" Mi chiede. 
Mi infilo una mano in tasca e tiro fuori una banconota da venti euro. La appoggio sul balcone e alzo un sopracciglio. Lui si guarda intorno e mi fa segno di avvicinarmi.
"C'è una ragazza. Gira sempre col cappuccio e gli occhiali da sole. Si veste come voi, anche d'estate, non ho idea di come faccia con 'sto caldo" conclude. 
"E sa dove vive?" Gli chiedo speranzoso
"Certo. Però… la mia memoria è un po' corta sa'? Ci vorrebbe proprio…". Sbuffo e mi guarda. 
Tiro fuori un'altra banconota da dieci e la sbatto sul bancone. 
"Dietro l'angolo" dice lucidando un'altrobicchiere. Lo ringrazio e mi allontano. 
"Sappiamo dove andare?" Chiede Izzi. Annuisco e mi metto a camminare nella direzione indicata dall'uomo. Mi si presenta davanti una casetta non troppo grande ma bella. Mi avvicino alla porta e la trovo chiusa. Prendo un pugnale dallo stivale e ne infilo la punta nella serratura cercando di sbloccarla. Dietro di me sento Magnus schioccare le dita e la porta si spalanca. Non mi giro neanche per ringraziarlo e continuo a camminare dritto. Su un tavolino all'ingresso è appoggiato un pugnale e nel portaombrelli ci sono due spade angeliche. Sul muro sopra al tavolo c'è una fotografia. Mi avvicino per vederla meglio. L'immagine raffigura… me e Clary? Sento un rumore e mi giro di scatto pronto a combattere e mi avvicino agli altri. Proveniva dalla camera da letto. Ci avviciniamo lentamente alla porta socchiusa. Dall'interno si può sentire un pianto sommesso. Scambio un occhiata con Alec e sollevo la mano a palmo aperto. Abbasso un dito e siamo a quattro. 
Tre. 
Due. 
Uno.
Spalanco la porta con un calcio.  

                     CLARY

Mi sveglio tutta dolorante e sudata. 
Era solo un incubo. 
Sento il corpo freddo di Simon all'altro lato del letto e mi sento felice e rassicurata per il fatto che non sia andato via durante la notte. Gli metto una mano sul braccio e lo scuoto leggermente. Lui apre gli occhi tutto assonnato e si glira nella mia direzione. Mi sorride
"Ciao" mi saluta
"Ciao" rispondo. Si alza e si stiracchia. 
"Simon?" lo richiamo. Lui si gira e mi guarda. 
"Si?" chiede
"Io… devo passare un attimo al mio nascondiglio" mormoro sperando che non reagisca accusandomi di stare provando a scappare. 
"Oh si certo, il tuo nascondiglio. Possiamo andarci dopo che hai mangiato" mi dice. Io arrossisco
"In realtà, Simon, io vorrei andarci da sola… sai… ha un valore affettivo per me". Mi guarda con uno sguardo interrogativo e non posso fare a meno di pensare che non si fida di me. 
"Ti prometto che non scapperò" aggiungo. Mi sorride. 
"Mi fido di te Clary" dice "solo torna prima delle una. Gli sorrido di rimando e mi alzo per abbracciarlo e dargli un bacio sulla guancia. 
"Ci vediamo dopo" gli dico
"A dopo". E corro fuori dalla chiese, seguita dagli sguardi affamati dei vampiri nell'edificio. In un'ora arrivo a Tenno e mi incammino velocemente verso la mia cara casetta. Apro la porta ed entro in cucina.
Addento un biscotto mentre mi dirigo verso camera mia e mi faccio una doccia. Mentre il getto gelido mi colpisce penso a tutto quello che ho perso dopo aver finto la mia morte. Mamma, Luke, Izzi, Alec, Simon, Jace. Chiudo di botto il getto d'acqua appena penso al suo nome. Esco velocemente e mi riinfilo la tenuta da cacciatrice. Sono venuta qui per riprendermi le armi e distruggere tutte le prove della mia permanenza qui. Mentre frugo tra i cassetti per recuperare i miei pochi averi, inciampo in una cornicie contenente una foto che non vedevo da un po' di tempo. Ci siamo io e Jace, abbracciati al parco.
La solita lacrima mi scorre sul viso, seguita a ruota da molte altre, e presto sto singhiozzando appoggiata al letto. Di botto la porta si spalanca e mi si presenta davanti il mio peggiore incubo:

Jace

  
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