Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: milly92    14/05/2014    3 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
19ffac

Capitolo pieno di emozioni e... Non vi anticipo nulla xD
Che dire, non so come sia riuscita a finirlo perchè l'avvicinarsi della sessione estiva non aiuta affatto...
Spero vi piaccia e che mi farete sapere che ne pensate!
Grazie a chi continua a seguirmi :D
Un bacione,
milly92




Capitolo 19

Image and video hosting by TinyPic


24 Settembre 2010

C'era troppa gente fuori la segreteria, davvero troppa per i miei gusti, abituata com'ero ai numeri ristretti della mia classe del liceo.
E le ragazze, poi, com'erano... Strane, grandi, diverse da me!
Super truccate - quasi mascherate, oserei dire - con abiti non proprio comodi, orecchini giganteschi, occhiali da sole enorme e capelli perfettamente piastrati e setosi.
Abbassai lo sguardo sulla gonna di jeans, le mie amate Superga e la semplice maglia verde e larga che nascondeva quella pancia in più che odiavo e sospirai, sentendomi così piccola e insignificante a confronto delle mie future colleghe.
In un episodio di Gossip Girl, Serena diceva: "L'università è come il liceo, solo con i libri più costosi", e il solo ricordarlo mi fece venire i brividi.
No, non volevo rivivere il liceo! Volevo un'esperienza nuova, unica, che mi cambiasse, insegnasse tanto e mi rendesse una persona matura...
Ce l'avrei fatta? Avevo i miei dubbi, onestamente.
Sospirai, pensando alla casa nuova, all'imminente trasloco, alla fototessera per il libretto universitario che non mi piaceva affatto...
"Scusami, anche tu sei qui per l'immatricolazione?".
Una voce maschile mi risvegliò dai miei pensieri e quasi tremai per la sorpresa. A parlare era stato il ragazzo che stava facendo la fila davanti a me, che mi sorrideva con un'aria che avrei definito sincera.
Sembrava avere la mia età e, come me, aveva la tipica espressione da matricola impaurita.
"Sì, per la facoltà di Lingue" risposi educatamente.
"Anche io, ho scelto inglese e Tedesco".
"Oh, anche io!".
Il sorriso del ragazzo divenne più ampio. "Non l'avrei detto, cioè, sembri più una da Francese e Spagnolo".
"Odio il francese" risposi.
"Io non l'ho mai studiato... Comunque, beh, piacere, io sono Dario!" aggiunse, porgendomi la mano.
"Piacere, Lena" risposi, stringendola.
"Lena? E' un diminutivo...?".
"No, no".
All'epoca non lo sapevo, ma una semplice fila in segreteria mi aveva appena dato l'occasione di conoscere una delle persone più importanti che mi avrebbero accompognato in quel tortuoso percorso di studi.

*°*°*°*

Quando il proprio mondo viene sconvolto da mille incertezze e uno stato perenne di confusione, si arriva a pensare ai problemi dei mesi scorsi e addirittura a riderne per la loro futilità.
Non riesco a non pensare al tempo perso dietro Matteo, e a sentirmi sollevata circa la scomparsa di qualsiasi sentimento nei suoi confronti.
Il sollievo è ciò che provo anche riguardo l'aver fermato Leo prima di commettere un altro brutale errore che avrei rimpianto nei mesi a venire, mentre non riesco a capacitarmi della stronzaggine di Germana, del contenuto dei suoi sms, anche se, avendo baciato Leo poche ore fa, non sono proprio in una buona posizione.
E' proprio questo pensiero ricorrente che, dopo cena, mi spinge a casa sua e di Marina con la scusa di dover prendere Trudy che è ancora con loro da oggi pomeriggio.
Vengo accolta con i residui della cena giapponese presa dal ristorante giapponese più vicino e del vino bianco, ma reclino l'offerta con un mezzo sorriso.
"Trudy, prendi tutto tu, so che adori questo tipo di cucina" dico.
"Ok, grazie! E comunque Davide mi ha mandato un sms, ci vediamo domani" aggiunge, speranzosa.
Il mio sorriso da mezzo diventa intero, e sento di aver fatto sul serio qualcosa di buono, oggi.
"Davvero? Meno male, dai" rispondo, abbracciandola.
Mentre Marina aggiunge qualche considerazione sugli avvenimenti futuri, la figura di Germana si trascina in cucina, con il solito sorrisetto strafottente dipinto in faccia.
"Brunetta, vieni in camera mia, devo dirti una cosa" esordisce, con tono imperioso.
Sentendo un'enorme voglia di schiaffeggiarla lì, davanti a tutti, reprimo i miei impulsi primordiali - anche perchè, altrimenti, darei vita ad una scena simile a quella di Mean Girls in cui Cady immagina di gettarsi addosso a Regina per picchiarla - e annuisco, seguendola senza dire una parola.
"Allora, ti sei divertita con Dario?" domando subito, senza riuscire a tenere a freno la lingua.
"E tu, ti sei divertita con Leo?".
Vedendo la mia faccia sconvolta, ride con gusto, squadrandomi da capo a piedi.
"Co...?".
"Mi ha chiamato. Mi ha detto di essersi visto con la Brunetta di cui mi ha parlato, di averci provato con lei per una sorta di ripicca, ma che poi lei non c'è stata perchè pensava ad un certo ragazzo".
Non riuscendo a non arrossire, abbasso lo sguardo, studiando il pavimento anni ottanta marrone con i rombi neri che, ad un tratto, sono più interessanti che mai.
"Comunque tu ti sei data da fare di più con Dario..." mormoro debolmente.
"No, ti ho preso in giro. Io e Dario abbiamo solo pranzato insieme, non m'interessa il tuo amichetto. Bella reazione, comunque, sei gelosa marcia, ho vinto io!" urla trionfante, brandendo un pugno in aria.
Senza fiato, con la bocca spalancata per la sorpresa, scuoto il capo, scossa al massimo.
"Ma... Ma sei seria?" sbotto, incredula. "Ti senti, quando parli?".
"Oh, sì, ed è uno dei piaceri più grandi della mia vita*. Dopo il sesso, ovviamente" replica con tranquillità.
"Germana, tu non stai bene! Chi ti credi di essere? Giochi con le persone come fossero burattini nelle tue mani, e sono sicura che lo fai perchè "Ti annoi" senza Leo! Ti ha avvertito riguardo oggi, cosa vuoi di più? Dove lo trovi un ragazzo così? Ti ama davvero, e non sto dicendo che devi andare in America da lui, ma almeno si trova una soluzione qualsiasi e...".
"Ho raggiunto il mio scopo, mi sono divertita per oggi, ora vattene" mi ordina, improvvisamente seria e adirata, con aria imperiosa.
"Germana...".
"Vattene!".
Addirittura arriva a strattonarmi con violenza pur di farmi uscire e mi sbatte la porta in faccia, chiudendola a chiave.
"Sei una scema! Almeno io...".
"Stai zitta, stronza! Vattene!" mi urla contro in risposta, con una nota di pianto mista a rabbia nella voce.
Scossa da quel repentino cambio di umore, torno in cucina, dove Marina e Trudy mi guardano senza capire, evidentemente a causa delle urla.
"Uno dei nostri soliti litigi" minimizzo, scrollando le spalle. "Trudy, andiamo a casa?".
"Veramente le ho chiesto di dormire qui, è un problema?" chiede speranzosa Marina.
"Oh, no, no" replico. "Ci vediamo domani".
"Passo a casa prima delle lezioni" dice Trudy, lasciandomi un bacio sulla guancia.
Annuisco, ricambiando il bacio, e dopo un ultimo saluto esco di casa, sentendo una gran voglia di urlare per il modo in cui Germana mi fa arrabbiare ogni volta ma, allo stesso tempo, urlare di sollievo perchè tra lei e Dario non c'è stato nulla.



"Salve, signor Francesco! Dario è qui?".
Il giorno dopo, poco prima di cena, mi ritrovo nella libreria dello zio di Dario, in cui egli lavora da ormai due mesi, perchè non si è fatto vivo all'università e non sapevo cosa dirgli se l'avessi chiamato o contattato in qualche modo.
Il signor Francesco, un omaccione simpatico dai grandi occhiali neri e quadrati, annuisce. "Sì, ma è da tre ore nel retro con una sua amica che doveva parlargli" risponde, con un tono che sembra dire "Ah, 'sti giovani di oggi non hanno proprio voglia di lavorare!". "Infatti dovrei uscire per delle commissioni ma non posso perchè non ci sarebbe nessuno a sorvegliare il negozio".
"Posso dare uno sguardo io mentre aspetto, se si fida" propongo, anche perchè preferisco non avere nessuno tra i piedi quando parlerò con Dario, anche se non so cosa dirgli di preciso, onestamente.
"Davvero?" domanda, sorpreso.
"Sì, e poi lavoro in un bar, so che non è la stessa cosa ma...".
"Va bene, mi fido. E poi, cosa potresti mai rubarmi? Libri? Qui ormai nessuno li vuole...".
"Si vede che non mi conosce" rispondo, ironica, ma zittendomi subito. "Scherzavo".
Il signor Francesco ride e annuisce, per poi prendere delle chiavi e una borsa di pelle. "Allora mi fido, eh".
"Certo, stia tranquillo!".
Lo vedo uscire e allontanarsi, così, come ogni volta che mi trovo in una libreria, inzio ad aggirarmi tra gli scaffali con aria curiosa, per vedere quali dei libri ho letto, quali conosco, quali vorrei leggere, quali non ho mai nemmeno sentito nominare.
Generi, autori, colori di copertine diverse scorrono davanti ai miei occhi, mentre il mio cervello mi ricorda che ho altro a cui pensare.
Cosa voglio dire a Dario?
Che mi spiace per la storia di Daniela, ovvio, e poi?
E poi... Nulla, no? Avrei tanto altro da dire, ma l'essere dispiaciuta per l'accaduto di ieri è l'unica cosa meno rischiosa che sento di poter rivelare.
Con un sorriso vedo una copia di "Noi siamo infinito", e ricordo il giorno del mio compleanno, quando Dario si è fatto trovare fuori la mia porta a mezzanotte spaccata con una sua copia in lingua madre - "come piace a me" - come regalo.
Un sonoro "Sei stronzo come tutti gli altri!" proveniente dal retro mi risveglia dal mio flusso di pensieri e mi immobilizzo.
Quell'inconfondibile voce è proprio di Daniela, non ci sono dubbi. Daniela è la persona con cui Dario si sta intrattenendo da tempo nel retro.
Dopo qualche altra parola confusa, odo un chiaro e distinto: "Lo sapevo che è sempre c'entrata lei, lo sapevo! Per te ero solo un passatempo!".
Ancora con la copia di "Noi siamo infinito" in mano, faccio qualche passo in avanti, incerta.
"Non è vero! All'epoca stavo bene con te, solo ora ho realizzato la verità!" risponde ad alta voce Dario.
Deglutisco, udendo dei passi frenetici.
"La verità, ha! E sarebbe?".
"Che, nonostante tutto, da quando conosco Lena c'è solo lei nei miei pensieri. Pensavo fosse una semplice preferenza, una cotta, ma non è così, non riesco a dimenticarla nonostante siano passati tre anni!" replica la voce di Dario, mista a dei passi sempre più vicini alla porta che separa il retro dal negozio principale.
Incredula, porto una mano alla bocca, proprio mentre la porta si apre, rivelando prima una paonazza Daniela e poi Dario.
Io me ne sto così, immobile, mentre Dario sbianca e Daniela sembra sul punto di avvicinarsi e farmi a pezzi.
"Onnipresente Lena" dice invece, sprezzante. "Sono proprio felice che tra una settimana i corsi finiranno, così non vi vedrò più. Avevo bisogno di sentire la verità che ho sempre sospettato, quindi, grazie, Dario, spero te ne andrai a fanculo al più presto con la tua amichetta!" strilla Daniela, lasciandoci un'ultima occhiata sprezzante prima di uscire a passo svelto, lasciando un silenzio imbarazzato e alquanto pesante.
Dario sembra a sua volta fatto di cera, anzi, una statua sarebbe molto più espressiva e naturale di lui.
Deglutisco, sentendomi quasi senza aria per ciò che ho appena udito, e lui alza lo sguardo verso di me.
"Quanto... Quanto hai sentito?" chiede debolmente.
"Io sono venuta qui per scusarmi e tuo zio mi ha lasciato il negozio" inizio stupidamente, come se me l'avesse chiesto, "E poi ho sentito che Daniela ti diceva che sei uno stronzo come tutti gli altri".
Annuisce, passandosi nervosamente una mano tra i capelli e poi sulla faccia. "Te lo avrei detto alla festa e, nel caso non l'avessi fatto, Chiara ti avrebbe mandato la foto di una delle pagine del mio diario, quindi... Beh, mi sono anticipato contro tutti i pronostici" mormora, cercando di ironizzare.
"Ma... Sul serio? Cioè...".
Mi si avvicina cautamente, guardandomi negli occhi, ed annuisce con serietà.
"Da quando ti conosco ho sempre provato qualcosa per te. Quando ho conosciuto Daniela pensavo di essere andato avanti, ma poi ho scoperto che non era così, ecco perchè l'ho lasciata. Ma... Ero sempre il tuo migliore amico, per te, poi ti sei messa con Matteo, poi stavi male a causa sua e... Solo ora mi sembra che tu sia libera. Tutti avevano capito cosa provassi per te, tutti tranne te, e quando Chiara ha trovato il mio diario ho capito che avevo troppe cose non dette di cui dovevo liberarmi per vivere la mia vita senza filtri" spiega.
"Germana ieri si è inventata di aver pomiciato con te, che magari sareste andati oltre, e... So solo che il pensiero mi ha mandato fuori di testa" rispondo, dicendo la prima cosa che mi viene in mente, che ovviamente non c'entra nulla con il resto.
Confuso, Dario si lascia scappare un sorrisino.
"Eri... Infastidita?" chiede, incredulo.
"Tanto" ammetto.
"Lena..." sussurra, con un filo di voce che quasi mi fa venire la pelle d'oca.
"Perchè... Perchè te lo sei tenuto dentro così tanto? E' una cosa insana e...".
"Avevo paura, accidenti! Paura di perderti, visto che chiaramente fino a poco fa i tuoi pensieri erano rivolti altrove!" dice.
Senza sapere cosa dire, abbasso lo sguardo, poi, vedendo che ho ancora tra le mani "Noi siamo infinito", una parte del mio cervello, chissà come, ricorda una frase in particolare che si trova verso la parte finale del libro.
E' così che, sotto lo sguardo nervoso e incomprensibile di Dario, inizio a sfogliare il volume, con le mani tremanti per l'agitazione e l'emozione.
"Lena, non mi sembra il momento..." osserva, senza capire.
"Ecco, ecco!" lo blocco invece, come una furia, zittendolo.
In realtà, probabilmente, se qualcuno stesse ad assistere a questa scena la vedrebbe in un modo decisamente comico e mi prenderebbe per una pazza squinternata.
"Se piaccio a un ragazzo, voglio piacergli per quella che sono veramente, e non per quella che pensa che io sia. E non voglio che se lo tenga dentro. Voglio che me lo faccia capire, affinchè anch'io possa sentirlo. Voglio che sia in grado di fare tutto ciò che vuole, vicino a me" leggo, dando voce alle parole di Sam nei confronti di Charlie.
"Tutto ciò che vuole?" domanda Dario, mentre mi allontano di qualche passo per posare il libro sullo scaffale, giusto per avere qualcosa da fare e non starmene lì, impalata.
"Certo!" replico senza pensarci, per poi sentire la sua mano attorno al mio polso che mi attirà a sè con un gesto fluido, colmo di urgenza ma allo stesso tempo delicatezza.
Mi è oscura la dinamica che mi fa ritrovare stretta contro il suo petto, con le sue mani attorno alla mia vita e le sue nostre labbra unite in un bacio timido, calmo, fatto di sospiri che si fondono con delicatezza e movimenti lenti, cauti.
Qualsiasi cosa che mi circonda si dissolve in un battito di ciglia, e so solo che il dopobarba di Dario ha un profumo delizioso e che mi sta baciando con una gentilezza mista ad una sorta di paura di esporsi, commettere qualche errore, magari essere respinto.
Non lo so cosa ci sia di diverso, so solo che vorrei che mi stringesse di più, che facesse qualsiasi cosa tranne il porre fine a questo momento magico.
Si separa per un solo istante, per guardarmi negli occhi mentre mi accarezza il viso, ed io circondo il suo collo con le braccia per sentirlo ancora più vicino a me.
"Non sai quante volte ho sognato questo momento" sussurra, per poi tornare a baciarmi, questa volta con più sicurezza e decisione, fino a farmi ritrovare - non so come - stretta contro la parete del negozio.
Per fortuna nessuno entra nel negozio, ma forse ad un primo impatto nessuno ci vedrebbe perchè siamo nascosti da uno degli enormi scaffali della libreria, chissà, ho totalmente perso la cognizione dello spazio e non so nemmeno io come mi stia sentendo, onestamente, confusa e compressa tra mille sensazioni differenti che si prendono il gioco di me...


Circa un'ora dopo, immersi in un silenzio abbastanza imbarazzante, ci ritroviamo sotto il portone del condominio in cui vivo.
"Io... Ehm, sono arrivata" mormoro, indicando stupidamente il portone che è abbastanza grosso per passare inosservato.
Il ricordo di lui che si separa da me per rispondere al telefono, sorride timidamente, scusandosi, e poi è obbligato a firmare alcune consegne, è ancora vivido nella mia testa, insieme alle poche parole che ci siamo scambiati durante il tragitto dalla libreria a qui, e mi porta a sentirmi in imbarazzo.
"Oh, sì, sì. Beh, buona... Serata" risponde, mettendo le mani nella tasca.
"Vuoi... Salire?" chiedo. "C'è Trudy" aggiungo come una perfetta idiota, maledicendomi nell'istante in cui termino di parlare.
"No, no, grazie, mi aspettano a casa".
"Va bene, perfetto. Allora... Ciao!".
"Ciao!".
"Ciao...".
Ci fissiamo, senza sapere cosa fare, guardando a destra e poi a sinistra, e proprio mentre faccio per voltarmi, lui fa un passo avanti, così lo faccio anche io e, in un modo alquanto buffo, ci scambiamo un bacio sulla guancia frettoloso, per poi ribadire:"Ciao!" e allontarnarci, ognuno nella sua direzione, senza aggiungere altro.
Quando mi ritrovo nell'ingresso del condominio, mi appoggio al portone ormai chiuso, sospirando e biascicando un continuo: "Scema, scema,scema!", senza rendermi conto che la signora del primo piano mi sta fissando perchè deve uscire ed io la sto bloccando.
"Scusami, posso...?" mi chiede gentilmente.
Alzo gli occhi e mi ritrovo davanti il volto di questa quarantenne abbastanza divertita e incuriosita, così mi scosto come se avessi una molla sotto i piedi ed annuisco frettolosamente. "Sì, si, mi scusi" replico, per poi fiondarmi a salire le scale come una forsennata, tanto che mi ritrovo fuori il mio appartamento nel giro di dieci secondi.
Senza che io bussi, Trudy apre la porta, con un'energia stranamente nuova rispetto a quella degli ultimi, tristi giorni.
"Ho visto te e Dario dalla finestra, ma che combinavate? Sembravate due scemi" osserva.
"Come è andata con Davide?" provo a cambiare discorso, mentre poso la borsa.
"Te lo dico dopo. Tu mi nascondi qualcosa!".
La parte più cattiva di me, pensa che non era male la nuova Trudy taciturna che non se ne fregava di nulla, e nota con disappunto che la fase "Interrogatorio mode on" sia iniziata subito.
Così non mi rimane che sedermi sul bracciolo del divano del soggiorno, con lei di fronte che esibisce braccia incrociate a mò di investigatore e un'aria decisamente curiosa.
"Mi ha baciato" rivelo quindi, sentendo come suoni strano detto ad alta voce.
Trudy sgrana gli occhi, spalanca la bocca e poi dice: "Giusto per essere precisi, parliamo di Dario, giusto?" con una risatina.
Senza esitare, le lancio contro uno dei cuscini del divano, lei si scansa prontamente e poi corre ad abbracciarmi, entusiasta.
"Oh, lo sapevo che ce l'avrebbe fatta dopo l'invito alla festa! Lo sapevo! Dimmi tutto, tutto, tutto, non tralasciare nulla!" urla come impazzita, quasi soffocandomi.
La allontano delicatamente, e improvviso un sorriso forzato. "Possiamo parlarne dopo? Voglio stare tranquilla per qualche minuto".
Accigliata, la mia amica non la smette di squadrarmi come se mi stesse analizzando, e fa una faccia al limite dello scandalizzato. "Cosa?".
"Posso starmene cinque minuti sola, per favore? Ho appena vissuto un pomeriggio assurdo e...".
"Quando il ragazzo che t'interessa ti bacia, di solito si chiama "Pomeriggio fantastico", lo sai, vero?" dice, senza capire, come se fossi una sorta di aliena.
"Che sono strana non è una novità" dico rapidamente, alzandomi e dirigendomi verso la mia stanza.
Voglio sul serio starmene in santa pace per un po', senza dover dire nulla a nessuno, perchè non so cosa dire a me stessa, onestamente.
E' così strano il solo pensiero di me e quello che credevo il mio migliore amico che ci baciamo e che poi ci comportiamo come due perfetti idioti!
Cosa succederà Dario? Ci ha messo tre anni per farmi scoprire la verità - involontariamente - e ora sembra rinchiuso in se stesso.
"Lena, ma che ti prende?" continua la mia amica, imperterrita.
"Mi prende che non posso dirti nulla se non so nemmeno io cosa dirti di preciso!".
"Lena...".
E davanti a quella vocina stridula e implorante, so che non ho più scampo e che devo vuotare il sacco, esternare i miei dubbi, descrivere quel bacio così dolce e unico nel suo genere. Continuo a dirigermi verso la mia stanza, lei mi segue e, non so come, nel giro di qualche minuto ci ritroviamo come accadde dopo il mio rientro da Caserta: lei seduta, io stesa sul letto con la testa sul suo grembo, che parlo, parlo, e lei che dà urletti eccitati o acuti mentre dice qualcosa come "Oooh!".
"E' stato romantico" osserva alla fine, quando le ho descritto anche lo strambo modo in cui ci siamo salutati.
"Sì, ma... Avrebbe potuto comportarsi meglio, da... Adulto! Già l'ho scoperto per caso, perchè l'ha urlato alla sua ex, ed ora non posso sentirmi a disagio appena lo rivedrò perchè non so come si comporterà. Perchè è così complicato? Di solito ho sempre avuto a che fare con ragazzi che mi hanno sempre messo a mio agio, invece...".
"Beh, Dario è diverso da Matteo e anche da Leo, se può entrare nella lista. Ma è questo il bello, no? E poi, tranquilla, anche Davide all'inizio era sempre impacciato".
"Come mai parliamo di Davide, ora?" chiedo, ricordando che, stranamente, il tono di Trudy non è risentito o tipico di chi sta per scoppiare in lacrime.
Trudy mi accarezza i capelli e la vedo sorridere un po' amaramente.
"E' stato onesto al cento per cento" spiega.
"Ah sì?".
Annuisce, lasciandosi scappare un sospiro che può tradursi con laconico "Uomini!".
"Voleva sposarsi anche perchè sua nonna materna ha lasciato intendere che, quando si sarebbe trasferito dopo la laurea, gli avrebbe dato in anticipo la sua parte di eredità se si fosse sposato, invece di convivere con la sottoscritta" dice, scuotendo il capo con disapprovazione. "Queste donne anziane che vedono nel matrimonio la soluzione a tutto!".
"Quanto... Quanto sei arrabbiata?" chiedo, mettendomi a sedere dopo tanto tempo e sentendo uno strano dolore al collo.
"Un po'. Cioè, Davide ha venticinque anni, è ovvio che voglia avere una maggiore disponibilità economica e odio che non me lo abbia detto prima, ne avremmo discusso insieme, anche se ovviamente non avrei cambiato opinione".
"Lo perdonerai?" domando a bruciapelo.
"Sì, posso capire il perchè delle sue azioni. Ma ci metterò un po'" aggiunge, facendo l'occhiolino.
Sorridendo, alzo il pollice in segno di approvazione e poi, alzandoci entrambe, ci lasciamo sfuggire entrambe esclamazioni che riguardano cosa prepareremo per cena, un po' più sollevate.




Il giorno dopo, l'orario delle lezioni viene troppo, troppo presto per i miei gusti, e di malavoglia sono costretta ad alzarmi e a prepararmi.
"Il tuo scopo è quello di non piacere più a Dario?" chiede ironica Trudy, dall'alto della sua tazzona di latte e caffè.
"Eh?".
"Levati quella maglia larga, e aggiustati quei capelli, sembri una barbona" dice più direttamente, ma sorridendo candidamente.
Abbasso lo sguardo sulla mia maglia bianca con la scritta "Harlem Shake" verde e metto il broncio mentre mi verso il caffè in una tazzina. "Uno, a Dario piaccio da quando avevo la quarantasei e mi vestivo peggio, due, per favore, oggi fatti gli affaracci tuoi, anche con Marina e le altre" rispondo, ma solo dopo aver bevuto quel sacro nettare che per me è l'essenziale per iniziare anche solo ad esprimermi di prima mattina.
"Ok, ma non ci vorrà molto per capire che c'è qualcosa dal momento in cui vi comporterete come due idioti" sentenzia, sospirando.
Non replico, passandomi una mano tra i capelli e prendendo dei biscotti con le gocce di cioccolato, immersa nei pensieri.
"Io che ti prendo in giro e tu non ribatti. Record".
"Trudy, per favore... Ho speso mezza nottata a pensare, ho sonno e ho mille cose per la testa" la imploro, con una voce piagnucolante che di sicuro non mi dona affatto.
"E hai pensato...?".
"Devo dire la verità a Dario. Devo raccontargli di Leo, devo farlo, anche se questa specie di cosa che c'è tra noi non andrà avanti. Non ne posso più" dico sinceramente, sentendo lo stomaco rivoltarsi al solo pensiero.
Procrastinare non serve a nulla, e fino ad ora ha creato solo ulteriori casini all'interno della mia vita. E poi, volendo, ciò che gli dirò non sarà poi così tanto grave, no? Dovrà solo perdonarmi l'enorme omissione di questi mesi, giusto? Il fatto che Leo sia un nostro prof non può farlo arrabbiare più di tanto, no?
"Fai bene" annuisce la mia amica, sorridendomi. "Andrà tutto bene".
Annuisco debolmente a mia volta per autoconvincermi, mentre il citifono di casa suona con il suo solito rumore fastidioso.
"Vado io!" si anticipa Trudy, così mi siedo tranquillamente e addento un altro biscotto, godendomi il dolce sapore del cioccolato che tanto amo.
Nel giro di cinque secondi, la mia coinquilina torna, sorridendo maliziosamente. "E' Dario, ti aspetta giù, mi ha chiesto di farti scendere" dice tutta emozionata, come se fossi sul serio un membro delle sue coppie preferite di qualche telefilm.
Quasi mi strozzo con il boccone e mi affretto ad ingoiare, per poi guardarla allarmata.
"Muoviti!".
"Ma... Perchè? Tra un'ora c'è lezione! Ci saremmo visti lì".
"Non fare domande e scendi, cialtrona. Anzi, no, aspetta!".
Senza capire, la vedo correre fuori dalla cucina e poi tornare rapidamente con un top glicine tra le mani. "Cambiati, su!".
"Ma tu sei...".
"Fornita di buon gusto, sì, cara barbona. Se non ti sbrighi ti spoglio io" mi minaccia.
Sbuffando spazientita, obbedisco, togliendomi la comodissima t-shirt e indossando quello striminzito pezzo di stoffa da cui si vedono tutte le forme.
"Fai la brava e non commettere atti osceni in luogo pubblico!" mi prende in giro Trudy mentre mi avvio verso la porta di ingresso.
Tuttavia, non rispondo, in preda ad un'assurda ansia che mi fa pentire di aver mangiato quei biscotti che ora stanno facendo la lotta tra loro nel mio stomaco.
Scendo rapidamente tutte le rampe di scale, prendo un bel respiro prima di aprire il portone di ingresso e ci trovo subito fuori Dario, che appena mi vede si esibisce in un sorriso tra il timido e lo smagliante.
"Buongiorno" mi saluta, avvicinandosi.
"Buondì" replico, sforzandomi di sorridere senza risultare scema.
Come ieri sera, mi saluta con un bacio sulla guancia e poi mi guarda negli occhi, a pochi centimentri dal mio viso.
"Scusami se ti ho fatto scendere in anticipo ma volevo salutarti perchè oggi non verrò a lezione, devo aiutare mio zio con le consegne che sono arrivate ieri" spiega rapidamente, quasi inciampando nelle parole.
"Ti credo, le ho viste" rispondo, provando a ironizzare ma riuscendo solo a far imbarazzare entrambi visto il revocato ricordo di ciò che è effettivamente successo tra le mura di quella libreria.
"Io non tanto bene, ero troppo preso da... Altro" ammette.
"Dario... Ne parleremo mai senza sottintesi?" chiedo, seppur sussurrando.
Annuisce prontamente, accarezzandomi un braccio. "Sì, scusami, so di essere troppo impacciato, ma è che non credevo che una cosa simile fosse possibile e...".
"Non è che hai baciato Megan Fox ieri, eh" replico, facendolo ridere di gusto, un po' più tranquillizzato.
"Ecco perchè mi piaci così tanto. Stanotte non ho fatto altro che pensare al bacio e a... Cosa ne pensi tu" rivela cautamente.
Ecco, ovviamente vuole sapere cosa provo io, mi sembra logico.
Mi mordo il labbro, esitante, scegliendo le parole con cura. "E' un po' che non mi sei indifferente, dal tirocinio, ma non so dirti altro, è successo tutto così in fretta che devo ancora capire bene cosa sei per me. Da quel che ho capito tu ne sei più sicuro, e mi dispiace, ma...".
"Allora potremmo iniziare ad uscire insieme, se ti va" mi interrompe, speranzoso.
"Certo, è l'ideale, anche se, diciamolo, fa un po' strano visto che ti ho sempre considerato il mio migliore amico".
"Non me ne potrebbe fregare di meno" esclama, per poi abbracciarmi e stringermi a sè con una decisione che mi fa sentire al sicuro come non mai.
Rimaniamo così, mentre la vita quotidiana di una semplice mattinata Napoletana va avanti con le sue auto e numerosi motorini che riempiono l'aria con i loro mille rumori assortiti.
"Allora ci vediamo domani alla festa" dice lui quando ci separiamo."Ed è un appuntamento, visto che volevi saperlo".
"Va bene" rispondo, sorridendogli, alquanto sollevata per questa chiarezza così inaspettata che rende la situazione più leggera rispetto a quella di ieri sera.
"Io vado al negozio allora".
"Ed io salgo".
"Non andare a lezione vestita così" aggiunge poi, con uno scatto, facendo l'occhiolino.
"E perchè mai?".
"Perchè troveresti in un batter d'occhio qualcun altro con cui uscire, bella come sei" rivela, avvicinandosi e baciandomi senza alcuna esitazione, ma senza trattenersi a lungo, lasciandomi decisamente scombussolata. "Hai visto? Sto imparando a fare quello che voglio".
Non riesco a fare altro che non sia sorridergli e urlare: "Sì, ma non te ne approfittare!" mentre lo vedo risalire in macchina, salutarmi con la mano e allontanarsi, piacevolmente scombussolata da quel ragazzo che ora si trova al mio fianco per un motivo decisamente differente rispetto a quello ricoperto di solito.
"Viva i Dana!".
Alzo la testa e vedo Trudy che urla dalla finestra, tutta emozionata, come se stesse sul serio guardando un telefilm.
"Spiona!" le urlo contro, arrossendo.
Lei sorride maliziosamente e poi sorrido anche io mentre mi avvio verso il portone, per poi tornare seria quando ricordo che devo raccontare la verità circa gli ultimi due mesi al ragazzo che mi ha appena baciata.



*Battuta rubata a Sheldon Cooper di TBBT xD












  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: milly92