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Autore: Class Of 13    14/05/2014    6 recensioni
[Principalmente Malec| AU!]
Alec Lightwood è un adolescente newyorkese di diciott'anni che suona in un gruppo rock, i Nephilim, assieme a sua sorella Isabelle, a Jace Herondale, un ragazzo di origini londinesi, e al nuovo arrivato del gruppo, Simon Lewis. Alec è un ragazzo timido, responsabile, che vive in un mondo tutto suo, sperando in segreto che il suo migliore amico ricambi un giorno l'amore che prova nei suoi confronti sin da quando erano bambini. Ma, complice uno dei tanti concerti al vecchio Pandemonium Club, le cose vengono sconvolte da Magnus Bane, un curioso ma affascinante ragazzo dal sorriso da stregatto, che sembra nutrire un certo interesse nel giovane Lightwood.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Di quel che successe al Pandemonium Club e altro.
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 Capitolo 3: ci sono cose che non hanno prezzo – o anche no.
 
Il sole splendeva alto e caldo sulle distese verdi di Central Park, dove la gente passeggiava tranquilla per le strade, godendosi il tepore di quell’estate che sembrava essere arrivata in anticipo. Il cielo terso era di un celeste intenso, la natura sembrava brillare in tutto il suo splendore sotto i raggi dorati del sole, gli uccellini cinguettavano e i nostri baldi eroi si dedicavano a ridere e scherzare amenamente, godendosi la giornata, totalmente rilassati e liberi dallo stress causato dalla scuola, che ormai sembrava soltanto un ricordo lontano.
«Il muro di Berlino fu costruito nel 1989 e cadde nel 1961…».
«Ehm… Izzy, il muro è stato costruito nel ’61 e cadde nell’89… », fece notare Alec con tatto.
«Sei una schiappa, Iz», sghignazzò Jace guadagnandosi una gomitata nelle costole dalla diretta interessata.
Effettivamente ai nostri cari membri del Nephilim piacerebbe davvero che la situazione fosse quella appena descritta, ma tutto ciò che vi ho narrato è solo in minima parte vero. Il sole splende e gli uccellini cinguettano, ma i nostri baldi giovani sono riuniti a Central Park per un motivo ben lontano dalle chiacchiere amene: lo studio. Perché la fine di maggio era quel terribile periodo in cui lo studente medio veniva sommerso da interrogazioni e compiti in classe dell’ultimo minuto, giusto per farli penare il più possibile prima del raggiungimento delle tanto agognate vacanze estive. Jace e Isabelle erano alle prese con lo studio matto e disperatissimo che precedeva il famigerato test finale di storia del professor Hodge mentre Alec, di un anno più grande di loro, e quindi studente dell’ultimo anno, era impegnato nel ripetere per il suo esame di analisi con il Professor Snape.
«Calma ragazzi, non c’è bisogno di litigare, quella di Izzy è stata una semplice svista», li interruppe Alec con un tono che più che conciliante appariva semplicemente stanco.
Tutti si lamentavano dei propri problemi, tutti tranne il maggiore dei Lightwood che, in realtà di problemi ne aveva fin troppi: doveva impedire che casa Lightwood crollasse sulle sue fondamenta mentre i loro genitori, Robert e Maryse, era fuori per lavoro, doveva tenere a bada i suoi fratelli e pensare a mandare avanti la casa senza che tutti finissero avvelenati dal cibo di Isabelle, ma nel frattempo passava le sue notti a studiare, ad incidere le parti di chitarra per il loro primo EP, e frequentava Magnus cercando di non farsi scoprire da nessuno.
Lui e quell’eccentrico ragazzo non stavano esattamente uscendo insieme, e Alec non vedeva cosa questo ci trovasse di tanto interessante in lui, ma gli piaceva trascorrere del tempo assieme, perché in un certo senso con Magnus poteva essere completamente se stesso, senza finzioni di sorta nel mezzo. Il fatto che loro due si frequentassero anche come semplici amici era un segreto per tutti, ma il sospetto che sua sorella fosse più lungimirante di quanto avesse mai immaginato lo colse quando, nel momento in cui ricevette un messaggio al telefonino proprio dal giovane Bane e annunciò di essersi improvvisamente ricordato di avere un impegno urgentissimo, questa lo stuzzicò punzecchiandolo con il gomito sulle costole, sussurrandogli un “Salutami Magnus” con fare ammiccante. Inutile dire che Alec, dopo essere diventato rosso come i capelli di Clary, abbandonò la non più così allegra combriccola senza neanche voltarsi.
§
«Dovresti lavorare un po’ sulla tua puntualità, Alexander», lo rimbeccò divertito Magnus mentre camminavano placidamente per le strade del West Village.
Alec si passò una mano dietro il collo, imbarazzato. «È che stavo dando una mano a Jace e Isabelle in storia, ero a Central Park».
Il sorriso di Magnus si affievolì per un attimo nel sentire il nome di Jace. «Bene, vorrà dire che ti farò distrarre io per un po’», disse con tono canzonatorio svoltando in Bleecker Street e facendogli segno di entrare in un locale angusto e dalla vetrina impolverata in cui erano esposte immagini di vario tipo.
Rebel Rebel Records era il nome di quel posto di cui Alec non conosceva nemmeno l’esistenza fino a che Magnus non lo aveva portato lì, dicendogli che gli sarebbe piaciuto di sicuro. Il negozio prendeva nome dall’omonima canzone di David Bowie ed era gestito dal vecchio Remus Lupin, un uomo dall’immensa cultura musicale che Magnus sembrava conoscere piuttosto bene. Il posto era avvolto da una fitta penombra ed era formato da scaffali e pile gremiti di dischi in vinile e 45 giri. Quel posto sembrava essere nato per Alec, che ogni volta si perdeva nello sfogliare dischi su dischi, lasciandosi sfuggire ogni tanto qualche esclamazione nel caso in cui trovava un gruppo che gli piaceva particolarmente. Stava osservando con interesse l’artwork della custodia del vinile di The Wall dei Pink Floyd, quando Magnus richiamò la sua attenzione, mostrandogli con aria trionfante un 45 giri. Alec lo guardò inebetito per qualche istante prima di avvicinarsi ad osservarlo da vicino.
«Magnus, questo è il 45 giri dei Jimi Hendrix Experience che contiene Voodoo Child e All Along The Watchtower, è praticamente introvabile».
«Lo so, Remus mi aveva avvisato che sarebbe arrivato questa settimana, perciò ho insistito per portarti nuovamente qui».
Alec gli rivolse uno dei suoi rari sorrisi sinceri, di quelli che tingevano di rosso le sue guance e facevano brillare i suoi occhi azzurri come lapislazzuli incastonati nel suo volto pallido dai capelli ebano. Quel ragazzo era così bello e non se ne rendeva neanche conto.
«… Grazie».
Si guardarono negli occhi per un lungo istante, e ad Alec parve di scorgere qualcosa di diverso nell’espressione che Magnus gli rivolgeva in quel momento, qualcosa che gli risultava sin troppo familiare. Era il modo in cui lui stesso si ritrovava ad osservare Jace, ma si sorprese nel constatare che una simile occhiata fosse rivolta proprio ad uno come lui e che la cosa non gli dispiacesse.
«Quello viene centocinquanta dollari, è un pezzo unico», li interruppe Lupin facendo capolino da dietro lo scaffale con un sigaro acceso in bocca.
Il sorriso di Alec scomparve dal suo volto.
«Cosa c’è?», domandò Magnus alzando un sopracciglio in un’espressione perplessa.
«Non posso permettermi una spesa del genere, la prossima settimana è il compleanno di Max e volevo comprargli quelle action figures giganti di Naruto che tanto gli piacciono…».
«Cielo, Alexander, ti capita mai di pensare a te stesso prima degli altri?», gli venne spontaneo domandare con una nota di bonaria esasperazione nella voce.
Alec lo guardò come se non avesse idea di cosa stesse parlando. «Che intendi dire?».
«Intendo dire che, tanto per cominciare, potresti chiedere un contributo da parte dei tuoi fratelli per pagare il regalo di Max, piuttosto che spendere tutti i tuoi risparmi».
Il giovane Lightwood si morse il labbro, l’ombra del senso di colpa ad oscurargli gli occhi chiari. «Ma Izzy deve usare i suoi soldi per il vestito del ballo di fine anno e Jace ne ha bisogno per portare Clary a cena fuori… ».
«Vedi?», lo interruppe Magnus trionfante. «È proprio come ti ho detto, pensi sempre e solo agli altri. Non ti passa mai per la mente che potresti spendere i tuoi risparmi per qualcosa che piace soltanto a te?».
Alec batté più volte le ciglia, sorpreso. Non gli era mai capitato di fare quel genere di riflessioni, e doveva ammettere che l’idea di concedere qualcosa a se stesso una volta tanto non era poi così male, ma lui era il più grande della famiglia, il fratello maggiore, e i suoi genitori, prima di partire per l’ennesimo viaggio di lavoro, gli avevano raccomandato di prendersi cura di loro. In realtà ciò che lo portava a preoccuparsi per i suoi fratelli non erano tanto le promesse fatte ai suoi genitori, quanto l’affetto che lo legava a loro: se Izzy, Max e Jace erano felici, allora lo era anche lui.
«Mi piacerebbe, ma non posso davvero. Devo prendermi cura dei miei fratelli», disse riponendo l’LP al suo posto. «Piuttosto, sbaglio o quello laggiù è un Greatest Hits dei Guns?».
Perlomeno sapeva essere convincente nello sviare i discorsi su argomenti più piacevoli. Magnus tirò giù il disco dallo scaffale, dirigendosi verso un vecchio giradischi.
«Ti dispiace se lo usiamo, Remus?».
L’uomo, magro e dalla folta barba scura, che fino ad allora riposava con i piedi poggiati sulla scrivania, aprì controvoglia un occhio.
«Nah, fate con comodo», biascicò prima di riprendere a dormire come se niente fosse.
Il vinile crepitava piacevolmente sulla piattaforma: gli era sempre piaciuto quel suono, aveva un qualcosa di caldo e vivo, diverso dalla perfezione elettronica degli mp3 e dei compact disc.
«Oh, conosco questa canzone».
Magnus, in tutta risposta, gli sorrise, appoggiandosi ad uno dei tavoli carichi di dischi con aria nostalgica. «Ah, questa canzone mi riporta indietro al mio ultimo anno di liceo. Bei tempi, quelli».
Alec gli rivolse un’occhiata curiosa. «Ma si può sapere quanti anni hai?».
Il ragazzo gli rispose con un sorriso da bambino dispettoso. «Quanti tu credi che io ne abbia».
«Ma si tratta di una canzone d’amore. Posso sapere almeno il nome di lei o lui?».
«Sei perspicace, Lightwood». Alec arrossì. Lo faceva fin troppo spesso, da quando aveva incontrato Magnus. «Comunque si chiamava Camille. Siamo stati insieme un annetto, poi lei mi ha lasciato per andare a studiare all’estero».
«Ti manca?».
«No, direi di no. Non credo mi abbia mai amato, almeno non quanto l’ho amata io», rispose con noncuranza. «Ma adesso parliamo un po’ di te, Alexander, tu non hai nessun amore passato di cui raccontarmi?».
Il maggiore dei Lightwood fissò le sue vecchie All Star nere, sentendo le guance farsi calde. «Beh, ecco… no. Non sono mai uscito con nessuno e non ho neanche mai baciato qualcuno».
Magnus lo guardò con tenerezza mista ad affetto. Conosceva Alec solamente da un mese, ma quel ragazzo era per lui un vero e proprio libro aperto. Doveva confessare che leggere in quegli occhi azzurri per lui fosse facile, forse perché il diretto interessato non si era mai preoccupato di nascondere, almeno con lui, ciò che gli passava per la mente. Dietro quel ragazzo dalle magliette larghe, i capelli spettinati e il broncio sempiterno, si nascondeva qualcuno di incredibilmente serio e maturo per la sua età, anche se la sua timidezza era sempre pronta a ricordargli che Alec aveva solo diciott’anni e che, assieme a lui, aveva ancora un mondo di cose da scoprire e di cui stupirsi come solo un bambino sapeva fare.
Gli si avvicinò piano, quasi a non volerlo spaventare. «Davvero non hai mai baciato nessuno?».
Alec continuò a fissare la punta delle sue scarpe come se fossero la cosa più interessante che avesse mai visto. In sottofondo si sentivano le note di Knockin’ On Heaven’s Door. «N-no, mai», balbettò infine, trovando il coraggio di alzare lo sguardo.
La vicinanza di Magnus gli aveva sempre fatto uno strano effetto, a metà tra il voler scappare a gambe levate e il volergli stare sempre così vicino. Era una sensazione abbastanza in conflitto con se stessa ed era da un po’ di tempo che Alec stava cercando di ragionarci su, anche se, per il momento, non sembrava ottenere risultati molto soddisfacenti. Che Magnus gli piacesse non era un mistero neanche per lui, in un certo senso ne era stato attratto sin da quando si erano incontrati la prima volta, ma qualcosa nella sua testa sembrava volerlo mandare in crisi a tutti i costi, perché lasciava che il pensiero di Jace s’insinuasse tra quelli che vorticavano di solito nella sua mente, confondendogli le idee su cosa provava per chi.  In quel momento, però, Magnus gli era vicino come non lo era mai stato: era leggermente più alto di lui e si ritrovò a notare come i suoi occhi dorati nascondessero sotto le lunghe ciglia color onice delle pagliuzze verdi come la giada e come avessero nella loro forma qualcosa di tipicamente orientale. Non lo aveva mai osservato così da vicino, ma prima ancora di potersene rendere contro, le labbra di Magnus premevano gentili contro le sue. Chiuse istintivamente gli occhi, dischiudendo appena le labbra e nella sua testa tutto si accese come le luci di un albero il giorno di Natale. Aveva dato il suo primo bacio nella penombra accogliente di quel negozio che ormai era il loro ritrovo, mentre le note dell’assolo di Slash si diffondevano per tutto il locale.
Lupin, che, incuriosito dall’improvviso silenzio, era andato a controllare che tutto fosse al suo posto, sorrise appena nel vedere i due ragazzi abbracciati baciarsi con passione.
«Ah, sembra proprio che Bane abbia messo la testa a posto», mormorò divertito mentre riprendeva il suo solito posto dietro la scrivania.

 
~Welcome To The Jungle
Questo capitolo è chilometrico, ne sono perfettamente cosciente, e vi chiedo di perdonarmi, ma purtroppo mi sono fatta prendere la mano. Scrivere questa storia si sta rivelando più divertente del a previsto e le idee fioccano una dopo l'altra. Comunque sia, sappiate che, se tutto va come previsto, la storia dovrebbe contare altri due capitoli più un epilogo, e che per ciascuno di questi ho già buttato giù diverse idee. Ah, per chi fosse curioso e avesse voglia di godersi una bella canzone, può provare questa, che è la canzone in sottofondo mentre Magnus bacia Alec. :) Spero non ci siano problemi con i nomi dei vari gruppi che ho citato, ma se ci sono chiedete pure e metterò delle note esplicative a fine storia come per il capitolo precedente. Una caloroso ringraziamento a tutte le dolcissime persone che hanno recensito e che stanno seguendo silenziosamente la storia, siete mervaigliosamente meravigliosi! (?).
Class
 

 
 
   
 
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