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Autore: phoenix_esmeralda    14/05/2014    0 recensioni
Il sole sta per sorgere anche quest'anno, per quell'unica settimana in cui agli abitanti della terra è dato di vederlo. Ma questo avvenimento sarà per Alyssa diverso dagli anni precedenti, perché l'incontro con un ragazzo ferito la catapulterà verso una tragedia annunciata...
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore secco, acuto.

Insistente.

All’inizio si confonde con il rosso dei suoi pensieri, accompagna il martellare senza requie del suo dolore; poi, all’improvviso, si stacca dallo sfondo e prende la consistenza dell’abbaiare di un cane che si fa sempre più vicino.

Ai suoi uggiolii si uniscono il rombo di un motore e il frusciare delle foglie; quando il frastuono si spegne e viene sostituito dal calpestar di passi, Andrius si concede il primo pensiero positivo da ore.

- Biro, che cosa...?

Poi ode un ansito soffocato e uno scalpiccio rapido che si esaurisce proprio lì, a due centimetri dal suo capo. È in quell’attimo che sceglie di concentrare tutte le sue ultime forze e sibila, contrastato dalla gola secca: “Non sopporto più... il dolore.”

Lei però – è una lei, l’ha sentito dalla voce – sta già armeggiando con la tagliola serrata attorno alla sua caviglia. Non ha molte speranze che possa fare davvero qualcosa e rimane sorpreso quando i denti aguzzi che l’hanno tenuto imprigionato per ore si staccano dalla sua carne con un sibilo metallico.

- Potrei chiamare l’ambulanza – dice la voce, con sorprendente calma – Ma ho lasciato il cellulare a casa e dovrei lasciarti qui per telefonare... Prima che i soccorsi arrivino, sarà già sceso il buio. Se ti fidi, potrei invece medicarti io... è una cosa che faccio sempre con gli animali, ho l’occorrente con me.

Il dolore lo porta ad annuire: qualunque soluzione è buona se veloce. Lei gli fa prendere per bocca degli antidolorifici, disinfetta la ferita e, con calma assoluta, la ricuce come se non avesse mai fatto altro in vita sua.

Prima ancora che se ne renda conto, lo sta aiutando ad alzarsi in piedi offrendosi come sostegno.

- Se riesci a camminare per una ventina di metri, potrò caricarti sul rimorchio e portarti a casa mia. Da lì chiameremo un’ambulanza, devi solo pazientare per un breve tragitto.

Pazientare non è semplice quando ogni passo è un pugnale che gli trapassa la caviglia, ma la ragazza sta facendo del suo meglio per facilitargli il cammino e lui non osa lamentarsi. Cammina appoggiandosi alle sue spalle senza rallentare, un passo dietro l’altro, e prima che abbia il tempo di accorgersene sta già caracollando sul rimorchio, mentre la ragazza si mette alla guida di uno strano motorino.

Guida cercando di evitare le buche: è brava, deve riconoscerlo. Un tipino insolito in quella salopette di jeans fuori moda e i capelli biondo ramato legati in un’unica treccia che le sobbalza sulle spalle, mentre il motorino zigzaga per la strada dissestata.

Andrius la osserva finché la vista non gli si fa sfocata e la debolezza prevale facendogli perdere conoscenza.

 

***

 

 

- Sicuro di non volere che chiami l’ambulanza?

Lui scuote la testa e manda giù l’ennesimo antidolorifico.

Ora che gli analgesici gli hanno ripulito la mente dal dolore, può analizzare la situazione razionalmente. La tagliola era costruita per animali piccoli e, anche se la ferita è dolorosa, non è così grave come aveva temuto. La ragazza – Alyssa, ha detto di chiamarsi - è carina e, nonostante sembri molto giovane, è evidente che sia abituata a cavarsela nella vita: i suoi genitori sono assenti e si occupa da sola della casa, degli animali e della salvaguardia dei boschi di famiglia.

- Devo cercare un albergo per la notte – le dice, senza smettere di guardarsi intorno. La casa è composta da poche stanze tutt’altro che spaziose, ma c’è un camino in cui brucia un fuoco caldo e il gatto arrotolato sul divano gli fa venire voglia di stendersi e dormire.

- Albergo? Non sei di queste parti?

Andrius scuote la testa lentamente e indica la sua sacca.

- Sono un venditore ambulante, non ho un’abitazione fissa, mi limito a girare in lungo e in largo dormendo dove capita.

- Anche i miei genitori sono venditori ambulanti! – La cosa sembra rallegrarla – Nei giorni bui si limitano a esporre la loro merce in città, ma durante le Vacanze del Sole si recano nella capitale al Grande Mercato. Per questo sono sola.

Andrius capisce che l’idea le ha bussato alla mente e osserva il succedersi dei pensieri sul suo volto, mentre la valuta. Alla fine sembra prendere la decisione giusta.

- Vuoi fermarti da me questa notte? Hai perso molto sangue e sei troppo debole per spostarti ancora, hai bisogno di riposare prima di tornare a lavorare. Immagino che quando sorgerà il sole vorrai preparare il tuo banco. – Gli occhi di lei scivolano quasi automaticamente sulla sacca di Andrius,  lui sa che è troppo piccola perché non si ponga domande.

- Se non ti sono di disturbo, accetto l’ospitalità. Hai ragione, dovrò essere in forze quando sorgerà il sole.

A questa affermazione il viso di entrambi si volge verso la finestra, là dove è ben visibile, attraverso il vetro, l’enorme Campanile della Clessidra. La sabbia scende centellinata, ma è evidente che non manca molto allo scadere dell’ultimo granello. Quando l’ultima briciola toccherà il fondo, proprio al sorgere del sole, la clessidra si capovolgerà su sé stessa e ricomincerà il cammino inverso che giungerà a compimento nell’arco di una sola settimana.

- Ma se mi fermo da te, dovrò in qualche modo ripagare la tua gentilezza – aggiunge Andrius all’improvviso. Libera il sorriso più affascinante che riesce a produrre, mentre dice - Fare sesso con me è un’esperienza da urlo, vuoi accettarmi come pagamento?

Si aspettava che arrossisse, invece gli rivolge uno sguardo perplesso.

- Vorresti venire a letto con me per ringraziarmi dell’ospitalità? Ho qualche amica che sarebbe felice di accettare la tua proposta.

- Non l’ho fatta alle tue amiche  – replica lui, leggermente pungente.

La ragazza fa spallucce –  Il sesso non mi interessa. Non ancora, voglio dire.

- Quanti anni hai?

- Sedici, ma questo non significa nulla – gli rivolge uno sguardo strano, come se lo sfidasse a proseguire il discorso.

Lui nasconde il sorriso compiaciuto che la risposta gli ha suscitato.

- Allora ti darò qualcos’altro, per ripagarti. – Afferra la sacca e inizia a sciogliere i nodi.

- Che cosa vendi? – domanda lei curiosa.

- Canzoni.

Sente su di sé il suo sguardo stupefatto, mentre estrae dalla borsa una serie di boccette colme di liquido denso dai svariati colori. Le appoggia su una credenza una in fila all’altra, ordinatamente: la boccetta colma di liquido giallo, poi quella arancione e quella rossa, quella viola, la blu, la grigia, la verde scuro e la verde pisello, l’azzurra e la rosa, la fucsia e la marrone, la nera e la bianca. Fanno la loro bella figura in quell’ordine rigido e spartano, come soldatini in attesa di ordini.

- Non credevo che esistessero davvero – mormora Alyssa, visibilmente sbalordita – Mio padre mi raccontava dei venditori di canzoni, ma credevo fossero solo una favola!

Andrius sorride di fronte alla sua meraviglia, i colori ardenti delle canzoni sembrano attrarla come quelli dei fiori fanno con gli insetti.

- Quindi è questo che fai per vivere?

Lui sorride di quel sorriso da venditore che ha aggiunto alla gamma delle sue espressioni molti anni prima. Quando si scherma di quel sorriso, non deve preoccuparsi di ciò che farà o dirà, perché sarà la maschera stessa di cui si fregia a condurre il gioco. Il vero Andrius, quello che non sorride, può raggomitolarsi in un angolo del suo cuore ed addormentarsi.

- Sono rimasto affascinato dalle canzoni anni fa e ho scelto di farne il mestiere della mia vita – sfiora con una mano le boccette colorate – Hanno un potere incredibile, se sai come utilizzarle. Le canzoni entrano nella tua anima e ascoltano i tuoi segreti, conoscono ogni piega dei tuoi sentimenti e sanno curarti, consolarti, consigliarti. Ognuna di loro è stata creata per uno scopo diverso, devi solo scegliere quella che vuoi.

Alyssa è incantata dalle sue parole, assoggettata dall’irresistibile seduzione che esercitano le canzoni .

- Devono costare una cifra esorbitante – protesta – Vuoi veramente regalarmene una?

Andrius incrocia le braccia sul petto e si dipinge sul volto un’espressione impertinente – Non mi restano altri mezzi per ringraziare la sedicenne a cui non interessa il sesso!

Alyssa non arrossisce neppure questa volta, si limita ad avvicinarsi alle boccette e a passarne in rassegna le etichette.

- Forse la viola potrebbe fare al caso tuo – suggerisce lui, cedendo all’impulso di provocarla.

La guarda afferrare la boccetta e scrutarne le indicazioni.

“Provoca una passione travolgente”  legge ad alta voce, senza particolari inflessioni della voce – Potrebbe essere la volta buona per comprendere come si possa desiderare di toccare un uomo nudo.

Quando si accorge che il suo tono serio non è artefatto, Andrius non può fare a meno di ridere. La maschera si ritrae un istante, lasciando il posto a un divertimento genuino.

“Placa la rabbia e stimola il perdono” prosegue Alyssa, riponendo la boccetta verde scuro e prendendo quella arancione: “Provoca un forte senso di nostalgia”. “Aiuta a piangere chi non sa farlo” legge sulla blu, “Stimola coraggio e combattività” sulla nera; e ancora “Sviluppa l’amore materno” sulla rosa e “Rinforza lo spirito di fronte alle avversità” sulla bianca.

- È difficile scegliere! – Sospira – Posso pensarci sopra stanotte e decidere domattina?

Domattina.

Andrius si morde il labbro per non tradirsi, poi estrae da una tasca una sottile fiala ricolma di liquido color panna e la stappa.

Una musica dolcissima permea la stanza all’improvviso, accompagnata da parole in una lingua incomprensibile.

- Un piccolo omaggio che faccio sempre ai miei clienti – le spiega – Ti aiuterà stanotte a prendere la decisione giusta.

Non stacca lo sguardo da Alyssa, mentre estrae dei moduli dalla sacca.

- Ecco, firma qui. È necessario per poter acquistare una canzone.

Gli occhi di Alyssa sono appannati, distanti. La canzone color panna sta facendo effetto.

Le porge la biro e lei l’afferra senza neppure rendersi conto di ciò che sta facendo; un istante dopo ha firmato.

Andrius infila il tappo alla fiala e immediatamente la musica tace.

- Era bellissima – sospira Alyssa – Mi ha trascinata in un altro mondo.

- Sì, le canzoni fanno questo effetto – risponde lui, mentre estrae il cellulare di tasca. Scrive velocemente un sms e lo invia – Allora. Presupponendo che non dividerai il letto con me... dove dormo?

  
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