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Autore: Assasymphonie    15/05/2014    2 recensioni
Il telefono venne chiuso di scatto e di Akashi si udì solo un sospiro lieve come il vento,
un addio silenzioso all'ultima traccia di umanità a cui si sarebbe potuto aggrappare.
[ AkaMido ]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Shintarou Midorima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: I cannot cry.
Personaggi: Shintaro Midorima / Seijuro Akashi
Rating: Giallo
Note dell'autore: One-shot / Introspettiva / Angst / Drammatica
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.


.I cannot cry.


Il telefono era fermo sulle pieghe del cuscino, nella penombra creata dalla luce del lampione. Immoto e silenzioso da troppo tempo, accarezzato solo dalle iridi stanche di qualcuno troppo impegnato ad aspettare; sembrava la punizione della sua vita, dover continuare ad attendere tutti gli altri per essere richiamato al loro fianco, sempre indietro. Le pupille scivolarono lungo la cover verde dell'apparecchio, sui numeri opachi dell'orologio analogico per finire sulla struttura a conchiglia vuota, silenziosa.
Le lenzuola pesavano come piombo e il vento estivo, leggero, non prometteva la tranquillità di cui di solito era portatore, anzi. Il rumore delle foglie lo distraeva dalla contemplazione dell'apparecchio silente e le dita, timide, osarono scivolare oltre la copertura delle lenzuola per sfiorare il lato, aprire il telefono, accendere lo schermo. La pelle sensibile tremò un poco così come le palpebre e le lunghe ciglia, le labbra si schiusero e il cuore accellerò i battiti.
L'ansia dell'attesa di un qualcosa che mai sarebbe avvenuto, la nostalgia di una voce, di una presenza sempre costante nella propria vita. Se avesse provato a chiudere gli occhi avrebbe visto quegli occhi brillare nel buio, il calore del fuoco e il freddo dell'oro, scavargli nell'anima per trovare ancora e ancora quei sentimenti che aveva represso per troppo tempo. La mano si chiuse a pugno e Midorima emise un verso inarticolato, strozzato, di frustrazione e di possibile tristezza. Una vergogna per sé stesso prima di tutto che terminò con un respiro spezzato, pesante e il rumore secco del telefono che andava chiudendosi. Gli girò le spalle, portò le gambe al petto e chiuse gli occhi, ritrovando il suo desiderio nei suoi incubi. Non avrebbe chiamato, non l'avrebbe fatto. Shintaro lo sapeva e per questo era spaventato.

___

Le ginocchia iniziavano a dolergli eppure non provò a fare nemmeno un movimento per cambiare la situazione: per quanto il legno del patio fosse dolorosamente duro e presente Akashi non spezzò la linea diritta del proprio sguardo verso gli alberi appena fuori dalla villa. Il vento gli accarezzava i capelli intensi, vezzeggiava le spalle dritte e chiuse nella parte superiore dello yukata grigio e nero, eppure Akashi Seijuro non diede alcun segno di essere vivo. Solo le palpebre e il petto magro che si alzava e si abbassava regalavano una parvenza di vita in quel corpo e il pollice destro. Si muoveva distrattamente sulla tastiera in rilievo di un telefono lasciato a morire nel palmo della mano, carezzando i tasti e riconoscendoli tutti nel tocco senza neppure bisogno di vederli. Sullo schermo bluastro lampeggiava una voce della rubrica: " Shintaro ".
Poteva solo immaginare cosa stesse facendo al momento; steso sul suo letto, senza gli occhiali a fare da schermo al mondo, probabilmente addormentato o forse speranzosamente in attesa. Per la prima volta nella sua giovane vita Akashi non sapeva se premere quel bottone verde come gli occhi che lampeggiavano nei suoi ricordi, carichi di ira, scorno, fastidio e talvolta imbarazzo, oppure rimanere immobile come la stoffa che pretendeva di mantenere le sue pieghe.
Le labbra vennero morse dai denti bianchi lasciando un piccolo segno rosso e persino gli occhi vacillarono, abbassandosi verso quel telefono e scrutando ogni lettera, ogni significato. Trascinarlo con sé sarebbe stato solo l'ultimo atto egoistico che avrebbe potuto imporgli, eppure premere quel bottone sarebbe stato troppo facile. Sarebbe stato troppo facile fargli del male per costringerlo a rimanere insieme a lui, sentire la sua voce nel cuore della notte e percepire la debolezza nei suoi occhi.
Il telefono venne chiuso di scatto e di Akashi si udì solo un sospiro lieve come il vento, un addio silenzioso all'ultima traccia di umanità a cui si sarebbe potuto aggrappare.
« Shintaro. »

___

« Seijuro. »

.Fine.

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Piango da sola.
   
 
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