~ home sweet home

 
 
 
 
La parola casa, prima, nel vocabolario di Emma, aveva solo un significato non ben definito, dai contorni sfuocati,: c’era sempre stata quella linea condottiera che Emma sapeva di dover seguire per riuscire a trovare casa, ma poi?
Nulla più.
Il vuoto.
L’oblio e il nero, non le lasciavano uscita e la facevano brancolare nel buio –riguardo a quell’argomento-.
C’era voluto un viaggio nel passato per riuscire a capire realmente il suo presente.
 

***

 
 È così che sai che hai una casa. Perché quando la lasci, c’è questo sentimento che non riesci a scrollarti di dosso. Ti manca solamente.*(I)
Gliel’aveva detto Neal, all’incirca tredici anni prima, di notte, in uno squallido Luna Park chiuso.
Era passato tanto tempo ma Emma non aveva scordato nulla di quella notte: il sordo rumore delle gocce di pioggia che cadevano, rimbalzando sul metallo della giostra con i seggiolini volanti, la sensazione di intorpidimento, Neal che le parlava.
 Aveva sempre ricordato alla perfezione le sue parole: per una ragazzina che non aveva nulla, erano un indizio per capire almeno cosa cercare.
 

Ora lo capisce.
Casa, s’intende. Capisce il significato.
Casa è suo figlio e la sua Operazione Cobra.
Casa è il suo papà che riuscirà sempre a ritrovare la sua famiglia, non importa quante volte la perderà.
Casa è la sua mamma che l’ha sempre amata e messa al primo posto.
Casa è anche Killian, Killian che la stringe dolcemente, i loro nasi e le loro labbra che si sfiorano più e più volte.
E lo capisce, Emma, lo capisce davvero.
Come se fino a questo momento avesse tenuto gli occhi chiusi e solo ora fosse riuscita a spalancarli, e come se ci fosse sin troppa luce per riuscire a non sorridere e a non venirne trascinati.
 
E, socchiudendo gli occhi e sorridendo piano, Emma ringrazia.
Neal le ha dato le coordinate giuste per arrivare a casa.
Killian ce l’ha portata.
 
 
 
 
 
 Note:
*(I): Frase di Neal dal flashback della 3x22