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Autore: Shizue Asahi    28/07/2008    0 recensioni
Non so spiegarmi il perché, ma tu sei diventata la mia ossessione. Non ti avevo mai visto, troppo occupato a cercar di rendermi invisibile a quegli sguardi pieni d’odio e terrore che mi venivano, e mi vengono ancora rivolti, troppo occupato a dare un senso alla mia inutile esistenza, troppo occupato a cercar di far tacere quella voce che mi fa fare… quello che faccio. Troppo occupato per accorgermi di te ….
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Obsession.

 

 

Non so spiegarmi il perché, ma tu sei diventata la mia ossessione.

Non ti avevo mai visto, troppo occupato a cercar di rendermi invisibile a quegli sguardi pieni d’odio e terrore che mi venivano, e mi vengono ancora rivolti.

Troppo occupato a dare un senso alla mia inutile esistenza.

Troppo occupato a cercar di far tacere quella voce che mi fa fare… quello che faccio.

Troppo occupato per accorgermi di te ….

Non so cosa tu mi abbia fatto, forse è una magia… ma io non sono più quello che ero, tu mi hai cambiato…

Un tempo il tuo sorriso mi avrebbe irritato… mi sarei sicuramente chiesto perché tu eri felice ed io no, e ti avrei punito…ma ora quei magnifici sorrisi a 36 denti alla Naruto Uzumaki che di tanto in tanto mi rivolgi suscitano in me un sentimento strano, mai provato in vita mia, e riescono per qualche frangente a farmi dimenticare che io sono e sarò sempre un “mostro”.

 Non puoi sapere quello che provo per te, perché neanche io lo so. So solo che rivedo in te quello che vorrei essere io: tu amata da tutti e disprezzata da nessuno, sempre allegra e solare, piena di amici e di vita che di certo non sprecheresti mai per uno come me …

Ho provato… non sai quante volte io abbia provato a non pensare a te, perché tu mi rendi felice ma allo stesso tempo mi fai soffrire. Lo so che non ha senso, ma è così…

Tu così allegra e solare sei il mio opposto naturale, anche se certe volte, quando è tarda sera e Suna riposa ti vedo spesso affacciata alla finestra di quella che dovrebbe essere la tua camere, e fatico a riconoscerti: il tuo viso che sempre, durante la giornata, è increspato da dei meravigliosi sorrisi è serio e privo di emozioni, i tuoi occhi, quasi sempre rivolti al cielo non sono più così allegri e pieni di vita, sono cupi e malinconici, ed in essi si può notare un velo di tristezza e di solitudine che non ti si addice, e mentre ti vedo in quello stato rivedo in te me stesso e ciò mi rattrista ancora di più.

Sapessi quante volte ho represso il desiderio di venire da te a consolarti, avrei tante volte voluto chiederti che cosa ti rattristava, ma ero terrorizzato dall’idea di essere indiscreto…

E’ buffo… terrorizzato io, se qualcuno me lo avesse detto non gli avrei creduto eppure è così. 

Questa notte c’è la luna piena, e come al solito il demone tasso mi tormenta.

Sono passato per casa tua nella speranza che rivederti mi potesse dare un po’di sollievo, ma tu non eri alla finestra come tuo solito, però l’avevi lasciata aperta.

Allora incuriosito mi sono avvicinato un po’.

All’interno della camera non c’era  nessuno, la luce era spenta, ma sono riuscito ugualmente a distinguere le figure di un letto, di un armadio e di un cassettone, e anche di un paio di comodini, il tutto era molto semplice, però mi è parso abbastanza accogliente.

Sono così preso dai miei pensieri che non mi accorgo che la bianca porta  posizionata di fianco al letto si sta aprendo.

< Gaara >

Una dolce vocina mi ridesta dai miei pensieri.

Sei tu che mi guardi, sorpresa, dal ciglio della porta, non spaventata o terrorizzata dalla mia presenza, solo sorpresa. Sento i tuoi occhi color cielo su di me, mi stai guardando, continui a guardarmi senza dar segni di voler smettere.

Mi sento in imbarazzo e così con un movimento fulmineo mi privo alla tua vista e mi dileguo fra i tetti delle case.

Mi sento chiamare e con mia grande sorpresa sei tu che mi implori di non andarmene, ma non ti do retta e in un batter d’occhio sparisco.

 

***

Un’ora dopo sul tetto di casa Sabaku.

 

Ma che cosa mi è preso, stupido, stupido, stupido.

Come mi è venuto in mente di andare a casa sua, di sicuro l’ho spaventata.

Che cosa ti prende ragazzo, ti fai mettere i piedi in testa da una ragazzina.  

Chiudi il becco,non è il momento …

invece è proprio il momento giusto … perché non torni indietro, non hai sentito lei ti stava chiamando, voleva che rimanessi li con lei….

Tu dici …

Ma certo non lo hai visto voleva la compagnia di uno come te di un mostro … ma fammi il piacere non vedeva l’ ora che te ne andassi …

Mi porto la testa fra le mani e gli intimo di tacere, ma lui continua…

l’unico motivo per cui ti ha chiesto di ritornare da lei è perchè voleva dirti in faccia quanto ti disprezza, proprio come tutti gli altri ….

No! Non è vero, lei no, lei è diversa, non lo farebbe mai ….

Non dire idiozie ragazzo, lei è come tutti gli altri e….

Ma non riesce a finire la frase perché qualcosa, o per meglio dire qualcuno mi sottrae dalla discussione.

 Dinanzi a me si erge un esile figura, la tua figura, sei un po’affannata, devi avermi inseguito per tutto il villaggio.

Ti fisso dritta negli occhi con uno di quegli sguardi che mi si vedono fare una sola volta nella vita,- perché dopo si è morti.

Sto cercando di intimorirti, ma tu non sembri preoccupata, anzi mi guardi con un’espressione terribilmente dolce, e mi lasci di stucco, nessuno mi aveva mai guardato in quel modo ….

< ciao >

Ecco come al solito sei tu a rompere il ghiaccio.

Continuo a fissarti e poi con un po’ di esitazione ti chiedo che cosa vuoi.

Tu mi guardi, la tua espressione si fa un po’ triste… devi essere rimasta male per la mia domanda così fredda e distaccata.

Cerchi di muovere le labbra.

Sei esitante, forse quello stupido essere ha ragione… tu mi disprezzi, ed ora sei venuta a dirmelo in faccia ….

< Ecco, io volevo stare un po’ con te… posso sedermi accanto a te >

Mai mi sarei aspettata una tale richiesta. mi hai lasciato spiazzato, non so che risponderti e tu lo intuisci

< lo prenderò come un si >

E ti siedi di fianco, mi sei così vicina che riesco a sentire il dolce profumo di pesca che emana la tua pelle.

Mai nessuno, da sei anni a questa parte mi è mai stato così vicino.

 Cerco di dirti qualcosa ma tutto ciò che esce dalle mie labbra non è altro che qualche mugugno indecifrabile.

 Mi porti un dito sulle labbra e mi sussurri di non dire niente, perché non ne hai bisogno i miei occhi già ti dicono tutto.

Per un po’ i nostri occhi si fissano, tu continui a sorridermi dolcemente, io vorrei ricambiarti, ma non so come si faccia.

Ti avvicini un altro po’ a me e distogli i tuoi meravigliosi occhi dai miei e rivolgi lo sguardo al cielo stellato nel quale si erge una meravigliosa luna piena che ti illumina il viso donandogli un non so che di angelico.

Vorrei restare a contemplarti tutta la notte, ma una voce, quella maledetta voce me lo impedisce.

Gia so cosa vuole che io faccia, ma io non alzerò un dito contro di te, a costo di farmi ammazzare.

Mi stringo le testa fra le mani, ho le pupille dilatate e gli occhi sbarrati, in vano cerco di trattenere dei gemiti, ma il dolore che mi sta provocando quel maledetto e troppo forte.

Ti vedo girarti nella mia direzione, sembri spaventata, probabilmente hai paura che in un mio raptus omicida ti faccia del male, e di certo da un momento all’altro scapperai via.

Ma mi sbaglio.

Con un po’ di esitazione ti avvicini a me, cerco di allontanarti, ma tu non demordi e alla fine hai la meglio.

Porti una mano al mio viso e dolcemente me lo accarezzi, poi la tua tenera voce si fa spazio prepotentemente nella mia mente e lo fa tacere, mi sembra quasi impossibile ma tu hai avuto la meglio sullo Shukaku, ti guardo sbalordito, il tuo volto è un po’ pallido ma ha mantenuto comunque la sua dolce espressione.

Vorrei dirti qualcosa, ma lui me lo impedisce, la sua voce mi sembra un martello pneumatico, non mi da tregua, tu lo intuisci, e non so come mi sollevi, io avrò più o meno il tuo stesso peso, ma la giara di sabbia peserà almeno quattro volte più di te.

Non dico una parola, sono incantato dai tuoi meravigliosi occhi cristallini.

Lentamente cominci a saltare da un tetto all’altro, in una direzione che entrambi ben conosciamo, ma non riesco a comprenderne il motivo …

   
 
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