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Autore: lady dreamer    15/05/2014    1 recensioni
Lo sai che questa volta è diverso.
Mary. La sposerà.
E tu resterai solo.
Devi parlargli.
Non puoi aspettare il giorno del matrimonio...
Non vuoi lasciarlo andare via...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Quasi tutti, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dell’amore e di altri crimini
Capitolo V
 

 
È passato un mese da quando Sherlock ha annunciato che vive con quel tizio ed è esattamente un mese da quando l’immagine di Sherlock e di questo fantomatico Victor ti ossessiona. Così scarichi parte dei tuoi dubbi - guai ad ammettere coscientemente l’altra parte - su Molly.
 
- Ma tu l’hai incontrato questo Trevon? - ti chiede, uscendo dalla mensa dei dipendenti del Barts.
 
- No, non ancora. - mugugni. Tu gliel’hai presentata Mary, lui invece niente, questo Trevon non accenna a fartelo conoscere. Ma è meglio non pensarci. - E tu?
 
- No e penso che sia l’ultima persona a cui voglia presentarlo… - ammette, sorridendo nervosamente.
 
- Molly, io non sono tranquillo… - confessi, scuotendo leggermente il capo.
 
- È normale, ma… insomma, Sherlock è un adulto. Ha deciso lui di aprirgli le porte di Baker Street, nessuno riuscirebbe a costringerlo a fare qualcosa che non gli va di fare…
 
Sorridi.
Di norma è vero. Ma non sempre…
 
 
- Ma si parla del giorno di Natale, Sherlock! Natale! Mai sentito parlare? - sbotti.
 
- Non sei divertente. - risponde, serio ed imbronciato.
 
- Tu invece sei pesante!
 
- Pensante al massimo…
 
- Sei la persona più scontrosa che conosca! A tutti piace il Natale…
 
- A me non piace il Natale. Non succede mai niente di interessante il 24 e il 25 dicembre… - afferma, serissimo.
 
- Non è vero, Sherlock, c’è un sacco di gente che è felice, ti sembra poco? - cerchi di farlo ragionare.
 
- Io non sono felice solo perché della gente noiosa che non conosco è felice.
 
Logica ferrea, ma irritante. - Ma anch’io sono felice a Natale! - obietti.
 
- E quindi?
 
- E quindi non ti permetterò di rovinare tutto. Organizzerò una festa. - proponi, determinato a non farti rovinare le feste da Sherlock.
 
- Non pensarci nemmeno. Non qui a casa, almeno.
 
- E dove scusa, al Barts? - ironizzi.
 
Peccato che lui ti prenda sul serio: - È un’idea… così non sarò costretto a sentire il vostro frastuono…
 
E pur non volendo alzi la voce:- Tu sarai costretto a sentirlo, sarai proprio qui in mezzo al frastuono!
 
- Non riuscirai a convincermi neanche per tutto l’oro del mondo. - risponde, incrociando le braccia.
 
- Vedremo. - lo sfidi.
 
- Vedremo! - controbatte, piccato.
 
 
Natale.
 
Lestrade si avvicina a te, dopo aver preso un bicchiere di prosecco dal tavolo del rinfresco che avete allestito in salotto: - Come hai convinto Sherlock a venire alla festa?
 
Accenni un sorriso:- Gli ho detto che se veniva di sua spontanea volontà non invitavo Mycroft…
 
Greg si volta verso la finestra:- E allora che ci fa quella macchina nera sotto casa?
 
- Penso che aspetti te. - ammetti.
 
- Me?
 
- Uhm… si… non chiedermi perché. Non sto scrivendo io questa fan fiction…
 
 
E mentre ci pensi una lacrima combatte per uscire a bagnarti la guancia destra e gocciolare giù fino al mento, ammesso che ne abbia la forza.
Ma la fermi. Riesci a trattenerla, anche a costo di avere un occhio fastidiosamente lucido e umido.
 
- John, tutto bene? - ti domanda Molly.
 
- Sì, tutto bene. - sussurri, prima di uscire dal Barts e andartene.
 
***
 
Non dovresti andare a Baker Street.
E soprattutto non dovresti andarci correndo, con quel martellante pensiero in testa che ti ordina di buttare tutto per aria, di dire a Sherlock che questo Victor Trevon, chiunque egli sia, non fa per lui, che lo allontanerà inevitabilmente da te, e sarà la rovina, per tutti e due.
 
Non riesci ancora a dare un nome a quella confusione di emozioni e sensazioni che si affannano a complicarti la vita. E neanche ci provi perché questo comporterebbe nella tua mentalità medio borghese una consapevolezza troppo pesante per essere accettata da un giorno all’altro.
 
Eppure, dentro di te già intuivi, già sapevi, che Mary era un errore, che andare a vivere da lei era solo un motivo per non ammettere che Sherlock non era solo il brillante coinquilino rompiscatole, ma… qualcosa di cui non puoi fare a meno.
 
Buona perifrasi, dottor Watson, ma non pensi che sia un pochino riduttivo per ingabbiare le tue notti insonni, il tuo rimpianto di Baker Street, i tuoi desideri inconfessabili riguardo Sherlock?
Riduttivo è dire poco.
 
Ma allora… perché ti trovi in questa situazione assurda, John?
 
Perché quando Sherlock ti ha rivelato, mesi fa, di essere innamorato di te non hai colto l’occasione al volo?
 
Perché hai avuto bisogno di traslocare, stare via quattro mesi, iniziare a non sopportare Mary, scoprire che Sherlock ha un altro e iniziare ad odiare Victor Trevon per accorgerti che i tuoi sentimenti per Sherlock sono quel guazzabuglio assurdo e dolcissimo che ti smuove qualcosa dentro ogni volta che pensi a lui?
Ed eccoti davanti al numero 221 B di Baker Street.
 
Suoni al campanello.
 
Potresti aprire con le chiavi che hai in tasca, ma… potrebbe non essere il momento opportuno per piombare in salotto.
 
Realizzi che tu davanti a quel portone non dovresti esserci.
 
Che cavolo stai facendo, John?
 
Non hai il tempo di risponderti.
 
La porta si apre… ma non è Sherlock ad aprirla.
 
- Devi essere John!
 
E realizzi che quello deve essere Victor.
 
Quell’uomo alto sicuramente dieci, quindici centimetri più di te, con i capelli neri, un po’ lunghi, spettinati al punto giusto per non farlo apparire pretensioso, gli occhi verdi, chiari, penetranti. Fisico asciutto e tonico, abbigliamento curato ed elegante, sguardo sveglio e intelligente dietro quegli occhialetti da intellettuale.
 
Ecco, questo qui si che può stare con Sherlock Holmes, non tu, il goffo, bassino, tranquillo e non particolarmente arguto John Watson.
 
E realizzi che vorresti non esserci mai tornato a Baker Street.
 
- Sono io, sì… Tu sei…
 
Non ti fa terminare la frase. - Victor Trevon… - dice, porgendoti la mano che stringi, con imbarazzo.
 
- Vuoi entrare? - chiede.
 
- In realtà volevo parlare con Sherlock.
 
- Entra allora, sta facendo la doccia, ma finirà da un momento all’altro.
 
E questo vorrebbe dire Sherlock in accappatoio in giro per casa.
No, grazie. Non è proprio il caso.
 
- Veramente io… Avrei… ho… ho fretta, quindi, magari puoi dirgli che sono passato. - borbotti, visibilmente imbarazzato.
 
- Ok, come vuoi. Ma non posso garantirti che ti richiami, sai com’è fatto…
 
Annuisci, mezzo sorriso di circostanza.
Certo che lo sai com’è fatto. E sicuramente meglio di lui.
 
- Ciao allora - mugugni, prima di sparire.
 
- A presto, torno quando vuoi. - gli senti dire ipocritamente mentre fuggi letteralmente via da Baker Street, imboccando la prima traversa che trovi e maledicendoti per la tua sciocca trovata.
 
***
 
Hai sentito il suono del campanello.
Hai chiuso il getto dell’acqua della doccia.
 
Sei uscito dalla cabina.
Hai infilato l’accappatoio.
 
Hai alzato la maniglia della porta cercando di fare il minor rumore possibile.
Sei stato dietro la porta socchiusa per tutto il tempo in cui John - riconosci la sua voce anche a distanza - ha parlato con Victor. Troppo poco - riconosci il suo imbarazzo anche a distanza - perché tu potessi comparire coerentemente in salotto.
 
Esci dal bagno poco dopo che Victor ha chiuso la porta di casa.
Lui ti indirizza uno sguardo accigliato.
 
- Quando gli dirai la verità?
 
- Non so se se lo merita…
 
- E tu ti meriti questa menzogna?
 
Abbassi lo sguardo. - Forse sì.
 
- E invece no, parlagli. Al più presto.
 
 
 
Angolo autrice:
 
salve! Eccoci al quinto capitolo! John prende quasi coscienza di quello che prova, Sherlock deve dire una difficile verità a John… di cosa si tratta? Sono aperte le scommesse!
 
Il Victor Trevon che avete visto ha solo il nome del personaggio di Conan Doyle perché non ho mai letto il racconto in cui compare e visto che nella serie della BBC non appare, ho deciso di descriverlo sia fisicamente che psicologicamente come meglio si adattava alla mia storia.
 
Ringrazio tutti i miei lettori, spero che la storia continui a piacervi. I pareri sono sempre bene accetti :)
 
Vi aspetto la settimana prossima con il sesto ed ultimo capitolo!
 
lady dreamer.
 
  
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