Serie TV > Teen Angels
Segui la storia  |       
Autore: Alexiel94    15/05/2014    2 recensioni
Mi rigirai per l'ennesima volta nel mio letto, guardando le mie compagne di stanza che erano beatamente fra le braccia di Morfeo, Dio, quanto le invidiavo, loro non avevano l'ombra di una preoccupazione, mentre io invece dovevo affrontare una situazione molto più grande di me.
Una ragazza deve affrontare un problema troppo grande per la sua età, sola e senza sapere cosa fare, come riuscirà a cavarsela?
[Capitolo 3]
-Calmati- disse lei in un tono che mi sembrava piuttosto offeso -c'è modo e modo di dire le cose-.
-Scusa- mormorai affondando la testa nel cuscino -ma ultimamente...-
-Hai improvvisi sbalzi d'umore?- completò lei per me. Ok, ora ne ero certa: aveva capito tutto.

[Thiago/Mar, Simon/Mar, Rama/Valeria, Rama/Mar, Luca/Tefy, Nacho/Tefy]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marianella, Rama, Tefi, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 9 - UN GIORNO IN PIU'



Non riuscii a credere alle mie orecchie. Rimasi totalmente scioccata dalla frase del mio amico, ma cercai di assumere l'aria di chi sapeva già tutto. Perchè mai si era esposto tanto per difendermi? Chi glielo faceva fare di mettersi nei casini per proteggere un'amica idiota?
-BASTARDO!- un urlo furioso mi riscosse dallo stato di catalessi nel quale ero caduta dopo l'intervento di Rama. Vidi Vale avvicinarsi come una furia e colpire il volto del mio amico con una ferocia inaudita, tanto che lui cadde a terra col naso rosso e gonfio. Lei ansimava, gli occhi rossi e le lacrime che le scorrevano lungo il volto, e se ne andò arrabbiata e traboccante di dolore. Intorno a noi era invece sceso un silenzio di tomba, nonostante fossimo al centro dell'attenzione.
-Andate in camera- disse Nico, il cui tono calmo lasciava trasparire la delusione che provava verso due persone che erano quasi dei figli per lui.

Passai il panno bangato sul volto di Rama, che gemette dolorosamente quando gli sfiorai il naso. -Scusa- mormorai veramente dispiaciuta, ma evitai di guardarlo negli occhi. Lui borbottò qualcosa di incomprensibile e io continuai a passare il panno sul suo volto, nonostante il cuore palpitante e l'ansia di chiedergli ciò che mi interessava davvero. -Perchè lo hai fatto?- la domanda mi uscì spontanea. 
Lui sorrise, ma non allegro come suo solito. Era un sorriso intaccato da un velo di tristezza.
-Davvero non l'hai ancora capito?-.
Scossi la testa, mentre in realtà una vaga intuizione cominciava a farsi strada nella mia testa. Mi dedicai ancora alla medicazione delle sue ferite, distraendomi per un attimo dalla situazione in cui entrambi versavamo.
-Mar, ti amo- disse, sorprendendomi. 
Non che in parte non me lo aspettassi, ma sentirselo dire così direttamente era tutta un'altra cosa. Nella mia mente tutto cominciava ad avere un senso: il suo sguardo furioso quando si nominava Thiago, la dolcezza con cui mi trattava, gli abbracci rubati e il sorriso spontaneo che gli si dipingeva sul volto quando scherzavamo insieme. L'illuminazione mi folgorò. Comprendevo ora la domanda che mi aveva fatto un paio di settimane prima, quando mi aveva chiesto come mi sarei sentita ad amare qualcuno che era innamorato di un'altra persona. Non stava parlando di Valeria, né tantomeno di Melody: era se stesso l'oggetto della domanda. 
-Sono da sempre innamorato di te e sono disposto a crescere con te questo figlio- continuò lui con uno sguardo determinato che non gli avevo mai visto.
Mi commossi. Era un ragazzo dolcissimo, di certo non meritava un'idiota come me che non ricambiava i suoi sentimenti. Presi un profondo respiro prima di dirgli ciò che pensavo. 
-Rama... sei un ragazzo fantastico e io ti ammiro molto per ciò che sei disposto a fare per me. Purtroppo però non ricambio i tuoi sentimenti-.
Mi aspettavo che i suoi occhi azzurri s'incupissero di delusione (e già sentivo i sensi di colpa assalirmi per aver ferito la persona migliore che conoscessi), ma ciò che vidi mi sorprese. Il suo sguardo si fece ancora più deciso.
-Non mi importa se ora non provi ciò che provo io. Ho di fronte un sacco di tempo per farti innamorare di me; se non fallirò non mi darò per vinto perchè ci sarà sempre un giorno in più per rubarti il cuore-.
Così fece.
Il tempo passava e ogni giorno Rama mi sorprendeva con gesti dolci e con "ti amo" sussurrati, che mi facevano una gran tenerezza. Una volta mi portò delle rose rosse consegnandole con un sorrisone che non potei fare a meno di ricambiare e mi promise che entro quando sarebbero appassite tutte mi avrebbe fatta innamorare di lui. Quelle parole, con il gesto, mi fecero arrossire e sentii il cuore accelerare i battiti. 
Il fatto di non dover più tenere nascosta la gravidanza mostrò i suoi vantaggi. Le ragazze mi stavano vicine e iniziarono a proibirmi tassativamente di fare sforzi che potessero fare male al bambino. Approfittavano di ogni momento libero per accerezzarmi la pancia e sentire il bambino muoversi o tirare calci. Anche i ragazzi, sebbene non fossero così sensibili alla gravidanza, si mostravano entusiasti dell'arrivo di una nuova vita all'interno della casa. Cielo - santa donna! - mi aiutava e sosteneva quanto più poteva, dandomi consigli su come gestire la gravidanza e accompagnandomi alle varie visite ginecologiche. 
Gli unici non entusiasti erano Valeria e Nico: la prima per ovvie ragioni, il secondo perchè era ancora deluso dalla mia irresponsabilità. Inizialmente arrabbiatissimo aveva avuto seriamente intenzione di buttare fuori di casa sia me che Rama, ma Cielo lo aveva presuaso a ripensarci e così ci ritrovavamo a vivere ancora all'Hogar Magico ma la tensione con Nico era quasi tangibile.  
Quando, un mese più tardi, il mio tutore si comportava ancora freddamente con me cercando di evitarmi e parlando il meno possibile, decisi che era ora di andare da lui a parlargli seriamente. Sapevo che quella mattina lo avrei trovato nel suo studio a compilare alcuni moduli riguardanti la gestione del bar, per cui entrai cercando di fare meno rumore possibile per evitargli di trovare una scusa per scappare. Lui alzò lo sguardo dalla pila di carte e quando mi vide non disse una parola. Anzi, mi fissò per pochi secondi e poi tornò ad occuparsi dei moduli. La sua rezione mi provocò una fitta di rabbia: va bene che ero stata irresponsabile facendomi mettere incinta da un idiota, ma non poteva ignorarmi in quel modo anzichè affrontare il problema. -Dici a me che sono stata irresponsabile quando sei tu quello che si comporta in modo infantile evitando il problema- dissi con una vena di rabbia. 
Per la prima volta dopo un mese Nico mi guardò negli occhi e il suo sguardo mi spaventò. Non perchè fosse minaccioso, tutt'altro: leggevo tutta la delusione che provava nei miei confronti. La sua reazione fu però quella di non parlare, cosa che mi fece provare una specie di groppo in gola. 
-So che è stato molto da irresponsabili fare l'amore senza usare precauzioni e restare incinta a questa età. So che essere genitore è difficile ma- mi interruppi un secondo sentendo le lacrime scendere. Tirai su col naso, sotto lo sguardo di Nico che ora si era fatto interrogativo, e ripresi -Ma tu sei la figura più vicina ad un padre che io abbia mai avuto e vorrei avere il tuo sostegno in questa avventura-.
Lui si alzò e venne ad abbracciarmi, stringendomi al suo petto con affetto paterno. 
-Stai tranquilla, tu e gli altri ragazzi siete come dei figli per me. Magari ci metterò diverso tempo, ma prima o poi perdonerò sempre tutte le vostre idiozie-.
Mi strinsi più forte a lui, contenta di aver fatto finalmente pace. 
Un'altra questione spinosa era però mia sorella. Non era stato troppo difficile scoprire chi poteva aver fatto la spia a nostra madre, difatti la sera stessa di quando fui praticamente costretta a confessare la gravidanza litigammo pesantemente. Le nostre urla furono probabilmente sentite fino in Cile e solo l'intervento di Cielo e degli altri ragazzi della casa ci impedì di arrivare alle mani.
Non ero mai stata in buoni rapporti con Tefy, ma non potei fare a meno di sentirmi tradita dal suo gesto. Nonostante lei mi avesse gridato contro che lo aveva fatto perchè - secondo la sua mente contorta - ero la causa del possibile stato di gravidanza di Melody, ai miei occhi la sua azione rimaneva inperdonabile. Nemmeno quando si scoprì che quello della bionda era un semplice ritardo dovuto sicuramente al troppo stress della situazione la mia carissima sorellastra si degnò di chiedermi scusa. La cosa che mi aveva colpita più dell'intera vicenda della mia rivale era che Simon era subito accorso da lei, pronto ad affrontare le conseguenze del suo gesto egoista. 
Devo essere sincera: un po' l'avevo invidiata, ma era stato solo un attimo visto il fantastico ragazzo che mi ritrovavo al mio fianco. 
Ogni giorno mi accorgevo che i miei sentimenti stavano pian piano sbocciando; prima erano presenti come timidi germogli, ma solo ora me ne accorgevo. Come quando avevo confessato a lui la gravidanza, o quando avevamo passato la notte abbracciati e aveva scacciato via la solitudine presente nel mio cuore, erano alcuni piccoli indizi del fatto che lui non mi fosse totalmente indifferente. I suoi dolci abbracci mi facevano sentire protetta dal resto del mondo e li ricambiavo con quanto più sentimento possibile.
Tra tutti, quella più entusiasta della gravidanza era certamente Alelì. Canzonava Luz ripetendole -Anche io diventerò zia!- appena era possibile e quando era in mia compagnia mi chiedeva spesso che nome avessimo intenzione di dargli. Rama proponeva appositamente nomi che non mi piacevano per infastidirmi, beccandosi pugni sulla spalla mentre rideva. Vederlo prendersi cura della sorellina e scherzare con lei mi faceva fantasticare su che padre sarebbe stato.
Ogni cosa, però, ha il suo prezzo. Valeria si rifiutava categoricamente di rivolgere la parola a me o al biondo e la cosa mi distruggeva. Mi mancava parlare con lei del più e del meno, scherzare insieme e lamentarci dei nostri ragazzi. Ci soffrivo, eppure non mi facevo avanti per rispetto verso di lei. Sarebbe stato a dir poco infimo e ipocrita presentarmi da lei come sua grande amica mentre riteneva che il suo ragazzo l'avesse tradita con me. Con lui invece era aggressiva e fredda, nonostante il ragazzo cercasse di non darle occasione. Aveva fatto la sua folle scelta, pronto a pagarne caro il prezzo.
Giorno dopo giorno Rama sfruttava il suo incondizionato amore per farlo crescere a sua volta nel mio cuore, sino a quando, due mesi dopo, fui in grado di baciarlo e dirgli a mia volta -Ti amo-. E lo pensavo sul serio.

 
***

Più il tempo passava, più mia sorella sembrava innamorarsi di Rama. La loro storia ci aveva sconvolti tutti, ma soprattutto Valeria: lei aveva smesso di rivolgere la parola ai due futuri genitori (e ci credo, fossi stata al posto suo li avrei ammazzati entrambi) e nonostante parlasse ancora con le sue amiche, diventava sempre più unita con noi Man. 
Tra noi i rapporti diventavano sempre più saldi, ma accadde una cosa più importante. Ovviamente senza Thiago e con Mar incinta il nostro gruppo rivale era fuori gioco e solo i Man erano sulla piazza. Pian piano cominciarono ad arrivare richieste di concerti; dapprima furono esibizioni in locali semisconosciuti ma la cosa cominciò a diventare seria. Le date cominciarono a farsi più frequenti e gli eventi più importanti finchè non arrivò il giorno in cui uno sponsor ci chiese un concerto davanti a decine di migliaia di persone. Io e Vale non dovemmo nemmeno pregare Nico per farci firmare l'autorizzazione ad esibire i prodotti dello sponsor, così, esaltate dal fatto che un mese dopo avremmo raggiunto l'apice della nostra fama, andammo a festeggiare con gli altri componenti della band.
La storia della quasi gravidanza aveva avvicinato molto Melody e Simon. Quando lui era accorso da lei, pronto ad assumersi la responsabilità di un figlio, la ragazza non aveva potuto fare a meno di ricominciare a parlargli e dopo qualche settimana in un certo senso lo aveva perdonato. Avevano cominciato ad approfondire il loro rapporto e anche a frequentarsi, nonostante a noi lo negassero - chissà perchè poi.
Nacho stava con Caridad, nonostante la loro storia avesse alti e bassi. Ciononostante riuscivano ad affrontare le difficoltà del loro rapporto e a continuare a stare insieme. 
In quanto a me... con Luca era tutto perfetto, ma rimaneva il veleno con mia sorella. Ovviamente lei non aveva alcuna intenzione di perdonarmi per aver fatto la spia a nostra madre e io dal canto mio non mi sarei mai scusata. Ero convintissima di avere agito nel giusto per via di Melody, ma quando si era scoperta la verità su di lei mi ero sentita mortificata dalla vergogna del mio gesto. L'orgoglio però mi impediva di ammetterlo davanti a Mar. 
Luca naturalmente fu il primo ad accorgersi del mio tormento e quando mi chiese, dopo le mie confidenze, perchè non andassi da mia sorella a chiederle scusa e a dirle che le volevo bene, la mia risposta fu -Non lo farò! Se lei non vuole rivolgermi la parola non lo farò neanche io!-.
Il tempo passò e si avvicinava sempre di più la data del nostro concerto, parallelamente il pancione di Mar si faceva sempre più evidente e la data del parto si faceva sempre più appresso. Fingendo di non interessarmene affatto, scoprii che questa sarebbe dovuta essere circa una settimana dopo il nostro concerto.

Finalmente il giorno tanto atteso venne e noi spiavamo da dietro le quinte la folla davanti al palco. Ad occhio dovevano esserci almeno diecimila persone, e la nostra eccitazione era alle stelle.
-Ci pensate, questo potrebbe essere il nostro trampolino di lancio per diventare star internazionali!- disse un esaltato Nacho.
-I Man, primo gruppo argentino di adolescenti a sfondare anche oltreoceano- aggiunse Melody con aria sognante. Quasi riuscivo a vedere ciò che immaginava lei: il nostro gruppo a cantare a New York, Los Angeles e successivamente in Europa, sempre acclamato da un folto pubblico di fan adoranti. Simon la raggiunse e le prese la mano, dicendole -L'importante è che siamo insieme-. 
E voi due non stareste insieme, eh?
Valeria invece camminava avanti e indietro un po' nervosamente e un po' euforica, impaziente di cominciare. Io, anche se non lo davo a vedere, mi trovavo nel suo stesso stato d'animo ma me ne stavo tranquillamente seduta su una cassa. In quel momento il mio telefono squillò, facendomi sobbalzare dalla sorpresa. Lo presi e lessi sul display il numero di colui che mi stava chiamando: Nico. La cosa mi lasciò parecchio stranita, ma risposi comunque. 
-Pronto?-.
-Tefy!- la voce era quella di Cielo. -Mar... abbiamo dovuto portarla in ospedale. Sta partorendo!-.
Per un attimo mi sembrò che il tempo si fosse fermato. Non mi sembrava vero che mio nipote stesse per venire al mondo proprio quando noi eravamo in procinto di fare il concerto che sarebbe stato la nostra svolta definitiva. Quella consapevolezza mi fece avere un tuffo al cuore: da quando avevo scoperto che mia sorella era incinta avevo sempre pensato al bambino che portava in grembo come "il figlio di Mar", non avevo mai pensato a lui come mio nipote. Mi tremavano le mani e probabilmente ero anche impallidita, perchè Melody mi si avvicinò e chiese -Stai bene?-.
Annuii lentamente, mentre mi accorgevo che Cielo doveva avere chiuso la chiamata. In quel momento mia sorella stava dando alla luce suo figlio, e io... già, io che avrei fatto? Il pensiero di cantare su quel palco, nonostante lo desiderassi da tempo memorabile, mentre nasceva mio nipote mi trapassò il cuore con delle fitte dolorose e presi la mia decisione. Guardai uno ad uno i miei compagni con aria costernata e dissi -Scusatemi ragazzi-.
Uscii di corsa dallo stage sotto lo sguardo sconvolto - e anche un po' omicida, temo - dei miei amici e corsi come non avevo mai fatto in tutta la mia vita. Quando finalmente, un'ora e mezza più tardi, entrai in ospedale con le gambe a pezzi, il respiro affannoso e la gola in fiamme chiesi indicazioni per il reparto maternità, fui mandata al terzo piano. Entrai in ascensore e con un fazzoletto cercai di asciugare alla meglio il sudore che mi imperlava il volto e mi sistemai il trucco alla meno peggio. Quando le porte automatiche si aprirono mi incamminai lungo un corridoio nel quale incontrai Cielo. Lei mi abbracciò e disse -Sapevo che saresti venuta per tua sorella-. 
Io la lasciai fare e chiesi quale fosse la stanza di Mar. Lei mi ci condusse e quando entrai scoprii che teneva in braccio un neonato; di fianco a lei Rama guardava entrambi sorridendo dolcemente. Mia sorella alzò lo sguardo e quando mi vide lessi lo stupore nei suoi occhi. A passo lento mi avvicinai a lei e quando le fui a un passo da lei la abbracciai come non avevo fatto mai. Non ci fu bisogno di usare parole, che in quel momento sarebbero state solo inopportune.
Quando ci lasciammo guardai il bambino e feci per prenderlo in braccio, ma questo si divincolò nel sonno e Mar lo strinse più forte a sè. 
-Si chiama Pedro- mi sussurrò.
Rama allungò il braccio per dare una dolce carezza a Pedro e si voltò per dare un bacio passionale a Mar. Sorrisi a guardarli: erano una bella coppia - ma mai quanto me e Luca, s'intende. 
Ci fu il rumore di una porta spalancata con veemenza, che mi fece voltare immediatamente, seguita dall'ingresso della persona che meno mi sarei aspettata al mondo.
-Thiago?-.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Angels / Vai alla pagina dell'autore: Alexiel94