Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: L S Blackrose    15/05/2014    3 recensioni
Eric è uno dei leader degli Intrepidi. Freddo, calcolatore, spietato e crudele.
Ma non è sempre stato così. Cosa lo ha portato ad odiare a tal punto i Divergenti?
In questo prequel di Divergent, il suo destino si intreccerà a quello di Zelda, una ragazza tenace e potente come una freccia infuocata.
Può un cuore di ghiaccio ardere come fuoco?
Un cuore di pietra può spezzarsi?
- - - - - - - - - - - - - - -
dal capitolo 4 (Eric)
- - - - - - - - - - - - - - -
Sto per aprire bocca, per invitare le reclute a dare inizio al loro cammino negli Intrepidi, quando un movimento al limite estremo del mio campo visivo mi obbliga a voltare il capo.
Ormai davo per scontato che le disgrazie fossero finite, invece una figura esile si lancia dall’ultimo vagone del treno e fende l’aria come un proiettile.
A causa della luce del sole che mi arriva dritta in faccia, in un primo momento metto a fuoco soltanto una macchia indistinta, blu e nera.
Nella frazione di secondo che segue, sono costretto a spingere l’autocontrollo al massimo della potenza per non mostrare nessuna emozione, per mantenere la mia posa autorevole e l’espressione gelida.
Perché sono talmente esterrefatto da non riuscire a credere ai miei stessi occhi.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Zeke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Zeric - Flame of ice'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Image and video hosting by TinyPic





Capitolo 5



 

Eric


È una ragazza l’ultima a scendere da quel treno decrepito, che continua la propria corsa imperterrito, indifferente a chi gli sta intorno.

Siamo seri, non è per la ragazza in sé che sono così sbalordito.

Da quella distanza non vedo altro che i suoi abiti blu da Erudita e la massa di capelli ondulati color onice che fa da cornice al suo viso pallido.

No, la cosa che mi ha completamente spiazzato è stato il modo in cui è scesa dal vagone.

La mia mente riavvolge la scena e mi ritrovo a guardarla nuovamente, come al rallentatore, istante dopo istante.

Il salto di quell’esile figura non è certo stato uno dei migliori.
Anzi, lo slancio era un po’ debole, per un soffio non ha mancato il tetto.
Se si fosse mossa con qualche secondo di ritardo sarebbe inevitabilmente precipitata al suolo come un uccellino ferito.

Però l’atterraggio…wow.

Wow?! Ma dico, stai scherzando Eric?
Che razza di parola è? Pensi come un ridicolo adolescente adesso?!
E poi ti vanti di essere uno dei leader!


Il mio cervello si sta ribellando contro di me, cosa inaudita.
Non è mai successo, non sono mai rimasto senza parole, totalmente spiazzato, come in questo momento.

Piantala di fare il fesso, Eric, e ritorna in te!

Cerco di mettere in pratica gli ordini che mi sto autoinfliggendo, ma è più facile dirsi che a farsi.
Sto ancora guardando verso la ragazza, che nel frattempo si è avvicinata alla Pacifica seduta a terra.

Tra tutti i nuovi iniziati, solo l’Erudita dai capelli neri è stata capace di cadere in piedi.

Beh, forse non proprio in piedi, ma almeno non è inciampata o caduta come quei sacchi di patate dei suoi compagni.

Credo di essere stato l’unico ad accorgersene, perché tutti gli altri erano voltati verso il baratro che si staglia alle mie spalle, troppo impegnati a tremare di paura per lanciare un’ultima occhiata al treno.

Dopo quel salto incerto, la ragazza è riuscita ad allungarsi in avanti, ha proteso le braccia e ha eseguito una perfetta capriola aerea, atterrando sulle piante dei piedi come un’atleta professionista.

È stata la cosa più aggraziata che io abbia mai visto.

Un’acrobazia del genere è questione di pochi secondi, ma richiede abilità e prontezza di riflessi.
Io mi sono allenato duramente per riuscire ad eseguire un doppio salto mortale, perciò riesco a calcolare la dose di forza che quella ragazza nasconde sotto quell’aspetto da perfettina.

Forse questa iniziazione non sarà del tutto deludente.

Devo ricordarmi di tenerla d’occhio.

Quando capisco che la mia mente è tornata di nuovo a funzionare dopo quel rimbambimento momentaneo – dovuto sicuramente all’effetto malsano che il sole ha su di me -, mi schiarisco la voce per richiamare l’attenzione dei presenti.

In realtà, sono costretto ad ammettere a me stesso che l’unica persona che sono interessato a attirare è quella misteriosa ragazza…

…che mi sta completamente ignorando, neanche fossi un insetto insignificante schiacciato contro un vetro.
È troppo impegnata a soccorrere quella debole Pacifica che non è stata neanche capace di saltare da un treno senza ferirsi.


 
* * *

Zelda


- Smettila di stringerti la gamba e fammi vedere – ripeto per la decima volta a Leslie, cercando di togliere di mezzo le sue dita che sono avvolte attorno alla caviglia come se avessero paura di vederla sparire da un minuto all’altro.

Sono ancora agitata per il salto, sento l’adrenalina pompare nel sangue ad ogni respiro.
I muscoli delle gambe non smettono di tremare: mi inginocchio sul duro cemento per non dare a vedere quanto quell’atterraggio mi abbia scossa nel profondo.

Come accidenti ho fatto?

Questa volta non ho chiuso le palpebre.

Ho vissuto ogni singolo, terrificante, elettrizzante istante ad occhi ben aperti.

Mentre galleggiavo nell’aria, sfidando la forza di gravità e i miei limiti fisici, il mio intelletto da Erudita ha calcolato che bastava che mi fossi lanciata con un mezzo secondo di ritardo per finire giù dal cornicione del palazzo.

Non basta aver corso per un’infinità di rampe di scale, essere salita e scena da un treno in corsa e sopravvissuta a due salti praticamente mortali: ora ci si mette anche la mia mente con le sue previsioni non richieste.

È in uno di questi momenti che vorrei essere nata nella fazione dei Pacifici.
Almeno loro vivono senza ansie, non hanno il cervello programmato per analizzare ogni tua singola azione involontaria e formulare il verdetto senza un minimo di tatto.

Neanche fossimo due entità scisse. Non dovremmo collaborare, invece di ostacolarci a vicenda?

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli.
Non è solo a causa della mia mente iperattiva che sto formulando pensieri a dir poco isterici.

Quella acrobazia.

Non sapevo di essere ancora in grado di fare una cosa del genere.
È passato tanto di quel tempo che credevo che certi impulsi fossero spariti del tutto dalla mia memoria senza lasciare tracce.
È interessante sapere di essermi sbagliata.
Specialmente perché ora so di potermi fidare ciecamente del mio corpo. La mente può anche andare in tilt, ma lui saprà sempre cosa fare.

Quando ho capito di essere al sicuro sul tetto, con entrambe le mani e le piante dei piedi premute contro il ruvido cemento, mi sono sentita una vera Intrepida.

Adesso capisco cosa vogliono dire quando parlano di istinto e coraggio.
Non sono virtù che si possono imparare con la pratica o recitando un libro di teoria a memoria.
Ci si nasce e basta.
Ed io ho finalmente compreso di essere nata per entrare a far parte di questa fazione.

Però adesso preferisco concentrarmi su Leslie piuttosto che rivivere quella scena un’altra volta.
Sarà anche stato incredibile e mozzafiato, ma sono ancora psicologicamente sconvolta e ho bisogno di levarmelo velocemente dalla testa.

La mia compagna trasfazione mugola quando la mia mano tocca l’articolazione. La pelle è tesa e, mentre continuo a premere delicatamente per capire quanto è grave, vedo gli occhi di Leslie diventare lucidi, segno che non è una semplice botta.

- Temo sia slogata – mormoro, corrugando le sopracciglia. – Posso metterla a posto, se mi dai il tuo permesso -.

- Ehi voi due! – ringhia una voce aspra e impaziente a due passi da me.

E' puro veleno.

Non ha nessuna pietà.


 
* * *
 

Eric


– Volete che vi porti dei biscotti? Un the, magari? – sbraito.

Gli Intrepidi che mi circondano si irrigidiscono immediatamente.
Sanno benissimo che quando uso questo tono la situazione promette male.
Mi hanno già visto alle prese con la rabbia e posso affermare con sicurezza che non sono uno spettacolo che qualcuno ci terrebbe a rivedere.

Se quelle due pensano che lasci perdere solo perché sono delle femmine, hanno fatto male i loro conti.

Sono un Capofazione ed esigo rispetto, dannazione.

- Alzatevi immediatamente, o vengo lì e giuro che vi butto di sotto senza pensarci due volte! -.

La Pacifica sussulta e tiene gli occhi bassi mentre mi avvicino minacciosamente, alla stregua di una frana che si stacca da una parete rocciosa e precipita a valle senza controllo.

Per sua fortuna, non è lei il mio obiettivo, perciò le presto poca attenzione.

Quella che voglio veder tremare di paura è la ragazza in blu.

L’Erudita è immobile come una statua, ha le spalle irrigidite dalla tensione e non ha il coraggio di alzare lo sguardo.
La mia aura glaciale, intrisa di crudeltà, deve essere giunta fino a lei.

Almeno in questo non fa eccezione.

La sua voce pacata, che mi arriva distintamente all’orecchio sebbene sia appena un sussurro, mi fa ricredere.
- Devo curarla – dice. - Con questa caviglia slogata non riuscirà a camminare -.
Il suo tono è fermo, chiaro, per nulla intimorito.

Forse l’ho sottovalutata.

Questa ragazza è un’eccezione con la E maiuscola.

Non ha neanche la decenza di mostrarsi impaurita di fronte a me?
Da quando in qua un iniziato ha il coraggio di rispondermi?

Nemmeno Quattro si permetterebbe di discutere un mio ordine, figuriamoci delle pappamolle di sedicenni.

Eppure lei l’ha fatto.

E, tanto per finire in bellezza, mi lascia nuovamente di stucco, perché alza il capo di scatto e mi fissa dritto negli occhi.

Mi guarda e nelle sue iridi scure non vedo alcuna traccia di paura, solo una forte determinazione che sembra accendere la loro calda sfumatura nocciola di mille riflessi color del fuoco.

Vedo il suo volto per la prima volta e tutto quello che provo è un senso di smarrimento, mescolato a confusione, come se all’improvviso il cemento sotto ai miei piedi fosse svanito e stessi precipitando nel vuoto.

L’ho già vista? Ci siamo già incontrati?

Sarebbe logico, visto che veniamo entrambi dalla stessa fazione.

Tuttavia i suoi lineamenti non mi sembrano familiari.

Se avessi già visto degli occhi come quelli – leggermente a mandorla, contornati da lunghe e folte ciglia scure – me ne ricorderei, altroché.

Occhi che mi stanno sfidando come nessuno fa più da molto tempo. 

Maledizione, Eric! Che ti prende?
Hai già visto belle ragazze in vita tua, no?! Perciò smettila di catalogare la lunghezza delle sue ciglia come un cretino qualsiasi!
Muovi il culo e fai il tuo dovere!


Queste urla mentali, dettate da un buonsenso che credevo perduto per sempre, mi danno la scossa necessaria per tornare a fulminare la ragazza con un’occhiata più dura del cemento che ci circonda.

– Pensi che mi importi? – sibilo, socchiudendo le palpebre.
La mia voce è cattiveria pura, conosco bene l’effetto che riesce a produrre: corrode gli animi con la stessa facilità con cui un acido distrugge i metalli.

Sposto il mio sguardo sprezzante dall’Erudita alla Pacifica. - Gli incapaci che non riescono nemmeno ad entrare nella residenza non meritano la mia considerazione, né quella degli altri Intrepidi. A voi la scelta -.


 
* * *

Zelda


Un tipo che è meglio evitare.

Se l’avessi incontrato al quartiere degli Eruditi, avrei pensato questo di lui.

Ora invece, mentre lo fisso senza parlare, penso che sia anche una persona da non contrariare, per nessun motivo.
Mi ricorda un serpente, subdolo e velenoso, pronto ad aspettare un mio passo falso per avvolgermi con le sue spire fino a stritolarmi.

Eppure il ragazzo che mi sta di fronte non può essere molto più grande di me. Uno o due anni al massimo.

È alto e muscoloso, vestito di nero dalla testa ai piedi.
I suoi capelli sono talmente corti da non permettermi di capire il loro vero colore: potrebbero essere sia castani che biondi, ma comunque una sfumatura chiara, a giudicare dalle sopracciglia.

Ha due piercing piantati nel labbro inferiore, uno sul sopracciglio sinistro e svariati anelli lungo le orecchie.
Dalla maglietta nera e attillata che indossa spuntano due tatuaggi paralleli che risalgono fino al collo.
Sulle braccia ne ha molti altri: cerco di visualizzarli tutti, ma perdo il conto dopo i primi dieci.

Tuttavia continuo ad osservare il suo corpo perché non voglio guardarlo troppo a lungo negli occhi.

Ho commesso un errore quando ho alzato il volto verso il suo, perché per qualche momento sono rimasta imprigionata in quelle iridi d’acciaio come se fossi caduta in una rete di fil di ferro.

Hanno lo stesso colore del cielo durante un temporale, grigio fumo, con alcune pagliuzze d’argento all’interno.
Magnetiche come i lampi che sfrecciano tra le nuvole e, probabilmente, altrettanto mortali.

Mi rendo vagamente conto che ci stiamo fissando, immobili, a pochi centimetri di distanza, da parecchi secondi.

Le persone attorno a noi sono diventate solo delle ombre indefinite, perché nel mio campo visivo non vedo altro che il suo sguardo di ghiaccio.
In questi pochi istanti non ho quasi battuto le palpebre, ma, sotto la sua nuova occhiata che sembra voler mandare a fuoco le mie retine, mi affretto ad abbassare il capo.

Lui vuole farmi paura - l’ho capito subito - e, contro ogni previsione da parte mia, ci sta riuscendo perfettamente.
Però è un timore strano, dettato da un groviglio di sensazioni che non hanno niente a che fare col terrore che quel ragazzo fa di tutto per incutere...

Andiamo, Zelda! Sarà anche carino, ma in questo momento faresti meglio a restare lucida! Non puoi permetterti distrazioni!

Lo schiaffo mentale inviatomi dal mio insetto guida è tale da riportarmi bruscamente alla realtà.
Lascio perdere le emozioni che Mister Sguardo-di-pietra è riuscito a suscitare nella mia mente già parecchio scossa e porgo una mano a Leslie.

- Tu sei forte, l’ho visto – sussurro a mezza voce, con un sorriso appena accennato. - Dimostra a tutti che non sei debole come credono, ma che dentro di te c’è una vera combattente -.

Lei è senza fiato, posso solo immaginare il conflitto interiore che la sta attanagliando, come se il dolore fisico di per sé non fosse già difficile da sopportare.

Dopo una frazione di secondo che mi appare lunga quanto un intero secolo, vedo i suoi occhi verdi accendersi all’improvviso, come se glieli stessi illuminando da dentro con una torcia.

È questo che intendevo quando parlavo della sua forza nascosta.
Leslie sarà anche una Pacifica, ma ha del potenziale insospettabile, forse addirittura all’altezza di quello di un vero Intrepido.

Afferra la mano che le sto porgendo come se fosse la sua sola speranza di salvezza e si tira su, seppur a fatica.

Ci giriamo entrambe per fronteggiare l’Intrepido dagli occhi grigi, che nel frattempo è rimasto ad osservare le nostre mosse con un cipiglio tra l’ironico e l’esasperato.

Sarà anche carino, ma quando ricomincia a parlare mi fa venire voglia di staccargli a forza i piercing con un bel paio di tenaglie.

– Sono felice che vi siate finalmente degnate di prestarmi attenzione, vi ringrazio – esclama, con un tono talmente tagliente, e allo stesso tempo sarcastico, da riuscire a scuotere le mie terminazioni nervose tutte in una volta.

Ho le braccia percorse da spasmi, segno che manca poco al termine del mio livello di sopportazione.

Il tizio in nero ci lancia un’altra lunga occhiata e poi inclina il capo. – Stavo giusto per dare inizio alla vostra iniziazione, perciò fatevi avanti! – aggiunge, e avverto una sfumatura beffarda nella sua voce, come se stesse ridendo alle nostre spalle di una battuta che non possiamo capire.

Gli altri Intrepidi si scansano per farlo passare e lui si avvicina al cornicione opposto a quello dove siamo atterrati noi iniziati.
Ci salta sopra con un rapido balzo e comincia a camminare su e giù come se niente fosse. Di certo non ha paura dell’altezza.

Con un dito ci fa cenno di raggiungerlo. – Andiamo, ragazze, non ho tutto il giorno a disposizione. Sbrigatevi a saltare e facciamola finita -.

Io e Leslie avanziamo a piccoli passi perché lei si sta tenendo a me come farebbe con una stampella.
Quando arriviamo al cornicione appoggiamo entrambe le mani sul cemento e guardiamo giù.

Sotto di noi si estende un’ampia voragine dall’aspetto poco rassicurante.
Non riesco a capire quanto sia profonda, perché tutto ciò che i miei occhi decifrano è densa oscurità.
Una corrente d’aria soffia verso l’alto, segno che quel grosso buco non è un vicolo cieco.
Deduco sia quella l’entrata per la residenza della mia nuova fazione.

Come mai la cosa non mi sorprende?

Solo gli Intrepidi potrebbero voler correre il rischio di ammazzarsi anche solo per entrare in casa propria.

Il ragazzo tatuato alla mia sinistra, che rimane in equilibrio perfetto a un millimetro dal baratro, fa una smorfia con le labbra che identifico come un sorriso.
– Gli iniziati hanno il privilegio di saltare per primi – esclama, e vedo gli altri Intrepidi sogghignare.
Xavier e Felix si coprono la bocca con una mano per trattenere le risate.

Torno a fissare il vuoto che si estende ai piedi dell’edificio, come una bocca spalancata, pronta a inghiottirmi tutta intera.

Sono certa che non può trattarsi di una prova mortale.

Sei sicura o stai solo cercando di autoconvincerti?

Sono più propensa per la seconda ipotesi suggeritami dal mio fidato amico consigliere.

Ma in fin dei conti quali opzioni rimangono?
Abbandonare tutto, rifiutandomi di saltare, per diventare un’Esclusa?

Le mie dita stringono convulsamente il cemento del cornicione fino a far sbiancare le nocche.

Preferisco buttarmi nel vuoto, magari finire dritta in una vasca piena di squali – cosa che non mi stupirebbe visti i gusti contorti di questa fazione – piuttosto che vivere il resto della mia vita come una nullità, una fallita.

Gli altri trasfazione che sono scesi prima di me dal treno – Oliver e i due Candidi di cui non conosco i nomi – si sporgono verso il basso seguendo il nostro esempio, ma poi spalancano gli occhi e fanno qualche rapido passo indietro.

L’Intrepido dagli occhi grigi scoppia in una fredda risata gutturale che però si spegne quasi subito.
– Cosa state aspettando? Che vi accompagni per mano? Muovetevi! – tuona, facendomi sussultare.

Osservo Leslie.
È bianca come un lenzuolo, ma le sue iridi continuano a brillare, spiccando sul volto magro come due pietre preziose.
Quando incrocia il mio sguardo, tra noi scorre un messaggio silenzioso.

Facciamogli vedere di cosa siamo capaci noi donne.

Senza degnare di una sola occhiata l’Intrepido, mi arrampico sul cornicione.
Una folata di vento minaccia di farmi perdere l’equilibrio, ma tengo le piante dei piedi ben salde.

Sento quello sguardo di ghiaccio perforarmi la nuca, ma la mia attenzione è interamente rivolta al vuoto davanti a me.

Prendo un respiro, getto indietro i capelli e sbottono la camicetta blu fino in fondo.
È troppo stretta, meglio avere libertà di movimento. Chissà cosa mi aspetta.

Faccio l’occhiolino a Leslie e alla fine mi azzardo a lanciare un’occhiata al ragazzo.
Ha le braccia incrociate, ma ha perso quel sorrisetto condiscendente con il quale ci fissava poco fa.

- Prima le signore – mormoro quasi tra me e me.

Ho la soddisfazione di vedere i suoi occhi grigi spalancarsi, anche se di poco.

Non so cosa mi spinga a farlo – forse l’adrenalina, o l’eccitazione del momento – ma gli rivolgo con un sorriso luminoso, appena prima di gettarmi nel baratro a braccia spalancate.






 
 
- - - - - - - - - - - - -
Eccomi di nuovo con un altro capitolooo ;) da quando ho cominciato a tradurre in parole il film mentale che mi ero fatta su Eric, sono diventata una specie di macchina da guerra e non mi fermo più ;) mi piace un sacco scrivere, specialmente dal punto di visto del nostro Capofazione (della serie, Modalità Perfidia ON) ;)
dopo molte revisioni, questa è la descrizione del primo incontro tra Eric e Zelda…spero di aver reso bene le loro emozioni! Vi è piaciuto? Fatemi sapere che ne pensate!
Riuscirà lei a far breccia nel suo cuore di pietra? Ne vedremo delle belle, fidatevi di me ;)
continuate a seguire e a scrivermi!!
In particolare ci tengo a ringraziare di nuovo tutte le persone che hanno recensito la storia, quelle che la seguono e chi l’ha messa tra le preferite: vi adoro <3

Alla prossima,

Lizz
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: L S Blackrose