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Autore: Sarah_00    15/05/2014    8 recensioni
Perché non poteva amarmi? Perché non poteva provare quello che provavo io quando stavo con lui?
Perrie non lo avrebbe mai amato come lo amavo io. Non era mai stata interessata a lui, non c’era mai stata quando lui soffriva per i litigi dei suoi genitori, quando aveva bisogno di ripetizioni di spagnolo o quando rischiava di perdere l’anno oppure quando da piccolo si sentiva solo e senza amici. Chi c’era stata quando lui ne aveva bisogno? Io. Non Perrie, io.
Io lo avevo aiutato con la scuola.
Io lo avevo aiutato quando soffriva per la sua famiglia.
Io ero stata con lui quando si sentiva solo.
E sempre io ero quella da cui correva quando aveva bisogno di un consiglio o di un aiuto.
Ero sempre stata al suo fianco, lo avevo sempre appoggiato e confortato e in cambio avevo avuto solo una delusione amorosa.
Restai tutto il giorno a letto immaginando come tra due giorni lui l’avrebbe stretta tra le sue braccia mentre ballavano un lento.
Già immaginavo i suoi profondi occhi castani illuminarsi nella vista di quelli azzurri di lei.
Finalmente avrebbe avverato il suo sogno mentre io dovevo soffrire in silenzio.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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More than this.

 
Continuavo a passarmi le dita tra i capelli mentre lui parlava vivamente gesticolando e ridendo di tanto in tanto. Ogni volta che sentivo quella risata era come se aprisse il mio petto e mi rubasse il cuore. Il modo in cui camminava, il mordersi il labbro quando era nervoso e quel infilare la lingua tra i denti quando sorrideva mi mandavano letteralmente in ecstasy.
Erano tre maledettissimi anni che ero pazza di lui. Il mio migliore amico, il mio confidente, la mia ancora di salvezza.
Non facevo altro che pensare a lui dalla mattina alla sera e il fatto che abitassimo vicino non migliorava le cose.

«Ehi, Nora, mi stai ascoltando?».

Scossi la testa tornando alla realtà e lo guardai annuendo.

«C-certo.» risposi. Che cavolo stava dicendo?

«Ti rendi conto? Andrò al ballo di fine anno con Perrie! Finalmente la mia occasione e tutto grazie a quel Greg e alla sua febbre improvvisa! Pazzesco!» affermò al settimo cielo. Sentii il cuore frantumarsi a quelle parole. Zayn aveva una cotta per questa Perrie da settembre e non faceva altro che parlarmi di lei e del come fosse fantastica. Il fatto che sia il contrario di me, poi, non migliorava le cose. Lei aveva gli occhi azzurri come il cielo, i capelli biondi e un fisico mozza fiato. Era uno schianto. Io invece…beh, occhi castani, capelli scuri e mossi e un fisico non proprio fantastico.
La cosa che mi fece più male era che Zayn sarebbe dovuto andare con me a quel ballo. Avevo già preparato il vestito e le scarpe ed ero al settimo cielo perché avevo deciso di rivelargli i miei sentimenti quella sera. Speravo in un finale da film con tanto di bacio e invece mi aveva dato buca.

«Pensavo ci andassi con me.» riuscii a dire cercando di trattenere la delusione.
Mi guardò e mi prese una mano.

«Lo so, Nora, ma…a te non dispiace se ci vado con lei? Poi passerò il giorno dopo solo e soltanto con te, te lo prometto.» mi sorrise. Quel sorriso mi metteva sempre di buon umore, ma quella volta era diverso. Mi aveva distrutta. Mi aveva spezzato il cuore e non potevo continuare a stare lì.

«Okay, fai come ti pare.» risposi con freddezza staccandomi dalla sua presa. Dalla fretta di andarmene gli diedi una spallata e mi allontanai con passo veloce e deciso.

«Nora!» mi chiamò supplichevolmente. Aveva capito che ci ero rimasta male, ma non sapeva il motivo preciso.

«D-devo andare a casa, ci sentiamo.» dissi ad un tono abbastanza alto in modo che mi potesse sentire e cercando di non far trasparire il mio dolore. Appena arrivai a casa sprofondai nel mio letto e affondai la testa del cuscino lasciandomi ad un pianto liberatorio.
Perché non poteva amarmi? Perché non poteva provare quello che provavo io quando stavo con lui?
Perrie non lo avrebbe mai amato come lo amavo io. Non era mai stata interessata a lui, non c’era mai stata quando lui soffriva per i litigi dei suoi genitori, quando aveva bisogno di ripetizioni di spagnolo o quando rischiava di perdere l’anno oppure quando da piccolo si sentiva solo e senza amici. Chi c’era stata quando lui ne aveva bisogno? Io. Non Perrie, io.
Io lo avevo aiutato con la scuola.
Io lo avevo aiutato quando soffriva per la sua famiglia.
Io ero stata con lui quando si sentiva solo.
E sempre io ero quella da cui correva quando aveva bisogno di un consiglio o di un aiuto.
Ero sempre stata al suo fianco, lo avevo sempre appoggiato e confortato e in cambio avevo avuto solo una delusione amorosa.
Restai tutto il giorno a letto immaginando come tra due giorni lui l’avrebbe stretta tra le sue braccia mentre ballavano un lento.
Già immaginavo i suoi profondi occhi castani illuminarsi nella vista di quelli azzurri di lei.
Finalmente avrebbe avverato il suo sogno mentre io dovevo soffrire in silenzio.
Verso sera il mio telefono vibrò. Lo cercai a tastoni sul comodino e poi lo trovai. Lo avvicinai al viso e lessi quello che mi avevano scritto.

“Sei ancora arrabbiata a morte con me? –Z”
 
Mi si bloccò il cuore per un secondo, poi mi decisi a rispondere. Non dovevo farmi vedere debole e soprattutto far capire che mi aveva ferita.

“Non sono arrabbiata con te. Puoi fare quello che vuoi.”

Lo rilessi e poi con un sospiro mi decisi ad inviarlo.
 
“Okay, ho capito, sei arrabbiata ancora. E se mi facessi perdonare? –Z”

Mi morsi il labbro e risposi.
 
“Non vedo come.”

Passarono più di cinque minuti e ancora non si decideva a rispondere. Sbuffai. Forse si era già arreso. Quando sentii la vibrazione del mio telefonino balzai seduta.
 
“Aprimi la finestra, sono da te. –Z”

Sorrisi e lanciai il telefono sul letto per poi precipitarmi alla finestra e alzarla. Si affacciò sorridente e con l’affanno e gli feci spazio per farlo entrare. Scavalcò la finestra ed entrò in camera mia. Con ancora un sorriso sulle labbra abbassai il vetro e mi girai verso di lui che stava cacciando varie confezioni da una busta di plastica che aveva con sé.

«Che stai facendo?» chiesi confusa e curiosa allo stesso tempo.

«Pizza, patatine, un super barattolo di nutella, gelato e…» elencò tutto per poi rinfilare la mano della busta.

«Tutta la serie di Skins.» terminò cacciando i dvd. Gli sorrisi e lui ricambiò.
Il mio cuore stava battendo all’impazzata. Quello significava che ci teneva un po’ a me e che era dispiaciuto di quello che era successo, ma non di certo riusciva a capire quello che provavo per lui.

«Allora, sono perdonato?» mi chiese facendomi gli occhi dolci. Mi misi a ridere e annuii quasi impercettibilmente. In fondo non era colpa sua, come poteva sapere che mi stava spezzando il cuore?

«Augh, lo sapevo che non mi avresti abbandonato.» mi disse con voce studiata abbracciandomi forte. Scoppiai in una risatina e ricambiai l’abbraccio ispirando il suo profumo fantastico e godendomi quei pochi istanti di felicità assoluta.

Passammo tutta la notte insieme. Vedemmo tutta la serie di Skins e divorammo tutto quello che aveva portato.
Poi mi feci prendere dalla stanchezza e crollai durante i titoli di coda.
Di sicuro la notte più bella della mia vita.
Un rumore fastidioso mi svegliò dal mio letargo. Sbadigliai stiracchiandomi e mi guardai intorno. Avevo praticamente occupato tutto il letto e quando vidi la figura di Zayn barcollante alla fine del letto tra il materasso e il vuoto sorrisi amorevolmente. Cazzo, quanto era perfetto.
Guardai la sveglia che segnava le…oh cazzarola! Erano già le 9:00! Forse ieri per sbaglio avevo regolato la sveglia in modo errato e adesso era troppo tardi per rimediare.

«Zayn! Muoviti!» urlai facendolo spaventare e cadere a terra. Mi trattenni dal ridere e mi affacciai verso di lui.

«Tutto okay?» chiesi. Si stropicciò gli occhi e si massaggiò la testa.

«Adesso avrò un livido gigantesco sul sedere per colpa tua!» si lamentò toccandosi il fondoschiena.

«Zay, sono già le 9:00!» spalancò gli occhi e balzò in piedi.

«Com’è possibile?» farfugliò.

«La sveglia è suonata in ritardo!» spiegai correndo verso l’armadio e cercando qualcosa da mettere.
Presi una canotta, degli shorts e le converse. Mi spogliai non curante della presenza del moro e mi cambiai.
Quando mi voltai verso di lui aveva gli occhi spalmati sul mio corpo.
Arrossii di botto. Forse non avrei dovuto farlo. Ma ci conoscevamo da una vita, mi aveva già vista in intimo o in costume da bagno, qual era il problema? Non mi aveva mai guardata così.

«Forza, possiamo ancora entrare alla seconda ora.» dissi smuovendolo e trascinandolo fuori casa.

Lo guardai mentre saliva sulla sua moto nera e si infilava il casco.

«Tieni.» mi porse un altro casco che accettai titubante per poi sistemarmelo in testa.

Non amavo andare con lui in moto. Era un vero pazzo alla guida e non volevo morire prima dei 18 anni.
Ma, d’altronde, ero in ritardo e non potevo farcela a piedi. Sospirai posizionandomi dietro di lui e mi strinsi forte al suo busto preparandomi ad una corsa pazzesca.

«Due minuti e siamo lì.» mi confortò per poi sfrecciare lungo la strada per arrivare al nostro istituto. Una volta davanti alla nostra meta, scesi contenta di essere sana e salva.

«Forza.» mi intimò prendendomi per mano e trascinandomi via. Quando le sue dita si intrecciarono alle mie sentii una scossa invadermi il corpo. Non mi prendeva per mano da quando avevamo sette anni. Era strano risentirlo così vicino. Ma quella sensazione mi piaceva da pazzi.
 
«Così ha passato la notte a casa tua?» chiese al quanto stupefatta. Sorrisi ricordandomi di ieri notte e chiusi l’armadietto dove avevo appena posato il libro di biologia.

«Sì, Allie. Ma non è una novità, lo faceva spesso quando eravamo un po’ più piccoli.» risposi mentre inconsciamente cercavo con lo sguardo nella folla il moro.

«Certo, ma non dopo quello che era successo! Ti ha piantata in asso e poi si scusa presentandosi alla tua finestra con tutti gli elementi adatti ad una serata perfetta. Qua gatta ci cova. Credo che tu, mia cara Giulietta, abbia trovato il tuo Romeo.» disse la bionda con fare di chi la sa lunga. Continuai a camminare con lei al mio fianco mentre con lo sguardo ero da tutt’altra parte. Zayn sembrava scomparso.

«Mi accompagni al parcheggio?» chiesi mentre già mi incamminavo verso quella meta.

«Devi cercare il tuo grande amore?» mi prese in giro mentre uscivamo dalla scuola.

«Voglio solo vedere se mi può dare un passaggio. E poi ce ne andiamo sempre insieme alla fine delle lezioni.» dissi cercando di autoconvincermi che fosse una cosa normale.

Finalmente trovai la sua moto nera, però il mio entusiasmo fu smorzato alla vista di Perrie. Parlava con Zayn e sembravano molto presi l’uno dall’altro. Lei gli si avvicinò e poggiò le labbra sull’angolo della sua bocca e in quel momento sarei voluta morire. Lui le sorrise ammaliante e poi ricominciarono a parlare e lei salì insieme a lui sulla moto per poi sfrecciare via. Avvinghiata alla sua schiena.
Presi un grosso respiro mentre sentivo il mio cuore spezzarsi di nuovo. Allie appoggiò una mano sulla mia spalla dimostrandomi il suo dispiacere, ma io ero troppo arrabbiata. Sì, arrabbiata con il destino.
Perché lui voleva lei e non me?
Io potevo amarlo molto di più.
Io l’amavo molto di più.
Perrie non lo amava, era solo interessata al suo fascino e al suo aspetto misterioso.
Ma ero io quella che lo amava davvero. Quella che conosceva ogni parte di lui, ogni segreto, ogni emozione e ogni paura. Io ero l’unica che meritava di averlo ma che lui non voleva. Non ero mai stata tanto sicura quanto in quel momento.
Sapevo che io potevo amarlo molto più di lei.
Sapevo che avrei potuto essere io quella ragazza fortunata se solo lui per una volta non mi avesse considerata solo come un’amica.
Forse quello che faceva male era proprio il suo modo di trattarmi; sentigli dire che mi voleva bene ma che non poteva amarmi.
Mi morsi il labbro cercando di frenarmi dal piangere. Ci mancava solo quello.

«Nora, credo ti sia arrivato un messaggio.» affermò la mia amica sentendo il suono di un telefono.
Lo presi con le mani tremanti e leggendo il suo nome la fitta al cuore aumentò.

“Ehi, ho accompagnato Perrie a casa. Se mi aspetti al parcheggio ti vengo a prendere. Non puoi immaginare quanto sia enorme e costosa la sua casa! Poi ti racconto tutto! ;) –Z”

Presi un altro respiro cercando di calmarmi. Almeno non si era dimenticato di me. Sinceramente, però, non sapevo se potevo farcela a stare con lui dopo quello che stavo provando. Avevo paura che capisse quello che mi stava succedendo.

«Col cazzo che lo aspetti! Gli è piaciuto la bionda e ora se la tiene! Tu ora vieni con me. Ti accompagna Louis con la macchina. Non lo pensare.» mi disse Allie trascinandomi via. Ero troppo distrutta per smorzare il suo entusiasmo e quindi decisi di farmi accompagnare dal suo ragazzo.
Quando passammo davanti casa di Zayn mi vennero i crampi allo stomaco. Perché doveva essere tutto così difficile?

«Ciao tesoro, e tieni la finestra ben chiusa oggi.» mi disse Allie. Sforzai un sorriso e ringraziai per il passaggio.
Quando entrai in casa mia madre mi chiese cosa fosse successo e chi mi avesse accompagnato a casa.
Risposi restando sul vago e poi mi rintanai in camera. Non avevo voglia di parlare, di mangiare, di fare niente. Non ce la facevo neanche a piangere.
Sentii il telefono squillarmi e pensai subito che fosse Zayn, forse preoccupato del fatto che non fossi al parcheggio. Decisi di rispondere, giusto per non farlo venire a casa a controllare che tutto andasse bene.

«Sì?» risposi con poco entusiasmo.

«Nora, che fine hai fatto?! Ti ho inviato anche un centinaio di messaggi e questa è la terza volta che ti chiamo! Ma dove sei? Ti avevo detto di aspettarmi! Sono fuori scuola.» mi disse. Non pensavo che mi avesse chiamata così tante volte.

«Scusa, non ho sentito il telefono. Comunque mi ha accompagnata Allie con Louis.» spiegai torturandomi il labbro.

«Perché non mi hai avvisato?» domandò mentre sentivo i suoi passi sull’asfalto.

«Non mi sentivo tanto bene e mi è passato di mente.» mentii sperando la smettesse con quelle domande. Non ce la facevo più a fingere una conversazione normale quando avrei voluto urlargli che lo amavo con tutta me stessa.

«Non stai bene? Cosa hai? Vuoi che venga a casa?» mi chiese amorevolmente. Avrei voluto tanto che lo dicesse perché ci teneva a me di più di come poteva tenere ad un amica, ma non era così. Io ero solo e soltanto un’amica.

«Non ti preoccupare, sto meglio. Ci vediamo domani.» dissi cercando di chiudere quella chiamata.

«Okay…allora…ci vediamo. Ma sei sicura che vada tutto bene? Sei strana ultimamente.» insisté.

«Zay, davvero, è tutto okay. Ora devo staccare, ciao.» risposi con un tono forse troppo duro.

«…Ciao.» disse semplicemente con un tono un po’ dispiaciuto. Staccai la chiamata e mi ributtai sul letto.
Perché non capiva che lo amavo con tutta me stessa? Era così difficile capire che ero pazza di lui? O era solo lui a non capirlo e a fingere di non capire?

 


Camminai con passo svelto verso il mio armadietto cercando di non imbattermi in Zayn. Avevo deciso di andare a scuola da sola, non per ferirlo, ma solo per non soffrire di più vedendo i suoi occhi castani.
Io non ce la facevo a far ancora finta di niente, quindi decisi di vederlo il meno possibile facilitando le cose ad entrambi.
Fortunatamente per tutta la giornata non lo vidi, quindi mi incamminai verso casa con i libri in più contro il petto. Allie e Louis avevano un appuntamento e quindi me ne stavo andando da sola a piedi.
Quando sentii il rombare di una moto alla mia sinistra capii che il mio piano stava fallendo.

«Nora.» mi chiamò facendomi fermare di colpo. Presi un grosso respiro e mi girai verso di lui.

«Ehi…» risposi fingendo un sorriso.

«Che fine hai fatto? Oggi sono passato a prenderti e tua mamma mi ha detto che eri già scesa.» sentii una vena di delusione nelle sue parole, ma cercai di non farci caso.

«Allie è venuta a prendermi…doveva dirmi una cosa importante e…non si abbandonano le migliore amiche, no?» risposi cercando di alleggerire il discorso.

«Neanche gli amici, ma ultimamente non fai altro che evitarmi. C’è qualcosa che non va? È ancora per la storia del ballo? Vedi che io non volevo…» strizzai gli occhi e allungai la mano facendogli segno di smetterla di parlare.

«Ho solo bisogno di stare un po’ per conto mio, Zayn. Non è per il ballo, tanto non ci andrò neanche stasera. E poi pensavo di facilitarti le cose con Perrie. Non dovresti farti vedere sempre con me.» cercai di convincerlo senza molti risultati, però. Si vedeva dal suo sguardo.
Scese dalla moto e si tolse il casco.

«Tu conti molto per me, Nora. Sei come un’altra sorella, non voglio allontanarti per Perrie.» quelle parole mi fecero ancora più male. Per lui ero solo una ‘sorella’, mi vedeva come una di famiglia, non come una probabile fidanzata. Non aveva alcuna intenzione di provare a stare con me. Per lui esisteva solo Perrie. Solo Perrie.

«Va bene, ti credo e non cambierà niente tra di noi, okay? Però adesso devo proprio andare.» dissi cercando di allontanarmi prima di scoppiare a piangere.
Mi bloccò per il polso e mi voltai.

«Ti do un passaggio.» mi sorrise dolcemente. Come poteva non capire ancora? Ormai stavo per scoppiare.

«No, vado a piedi, grazie.» risposi per poi ricominciare a camminare e cercando di ignorarlo il più possibile. Ripensai alle sue parole e una lacrima cadde sulla mia guancia. Prontamente l’asciugai per evitare che lui mi vedesse. Chiusi gli occhi e presi un altro respiro. Volevo solo che tutto quello finisse una volta per tutte.
 



Avevo passato anche quel giorno a piangere in camera facendo preoccupare mia madre. La verità era che anche lei aveva capito tutto. Tutti lo avevano capito, perfino mio padre, ma lui no.
Come faceva a non vedere come ero distrutta a causa sua?

«Nora! C’è Allie al telefono!» mi urlò mia madre. Goffamente raggiusi il cordless sulla scrivania e risposi dicendo a mia madre di attaccare.

«Ehi, tesoro! Come va? Sei pronta per il ballo? Io e Louis ti veniamo a prendere tra un’oretta».

«Allie, io non ci vengo.» affermai senza neanche cercare di nascondere la voce distrutta dai pianti incessanti, «Non andrò a vedere il ragazzo che amo stare con un’altra.» continuai per poi tirare su col naso.

«Nora, se ti fai vedere così abbattuta lui continuerà a non vederti più che come un’ amica. Se invece andrai al ballo si renderà conto di come sei fantastica e cosa sta perdendo! Altro che Perrie Edwards, pft.» disse con un tono fin troppo alto di voce.

«Grazie, Allie, ma io non ce la faccio».

«Sì invece che ce la fai! Ti vengo a prendere tra un’ora, fatti trovare pronta altrimenti ti ci porto in pigiama!» staccò il telefono e sbuffai. Sapevo che sarebbe stata capace di farlo, quindi mi preparai.
Infilai il mio vestitino bianco con la scollatura a cuore e il tulle morbido sui fianchi che terminava appena sopra il ginocchio e poi le décolleté nere e i vari accessori. Un po’ di eyeliner, mascara, lucidalabbra e un velo di blush.
Mi guardai allo specchio e presi un grosso respiro. Quando Allie arrivò la raggiusi in macchina.

«Wow! Ecco ciò che intendevo! Deve sbavare appena ti vedrà così! Sei fantastica, Nora.» mi disse la bionda facendomi sorridere.

«Grazie.» sussurrai appena.

Louis dopo poco parcheggiò e ci trovammo davanti alla nostra scuola. Entrammo nella palestra improvvisata come pista da ballo e il mio sguardo cadde subito su Perrie e Zayn.
Lei era vestita tutta di nero. Un vestitino corto e stretto il vita da una cintura e scarpe altissime. I suoi capelli biondi spiccavano sulle sue spalle.
Zayn era a dir poco fantastico. Aveva uno smoking nero con camicia bianca e cravatta dello stesso colore del completo. Era davvero magnifico.
Appena incontrò il mio sguardo sentii una scossa lungo il corpo. Mi sorrise mi fece cenno con la mano. Ricambia e poi mi girai cercando di far finta di niente.
Presi da bere e mi resi conto di come fossi sola senza Zayn.
Era tutto l’anno che aspettavo questo ballo per poter stare solo con lui e poter passare la serata più bella della mia vita, e invece mi trovavo da sola a bere punch in un angolo desolato della palestra mentre tutti erano accompagnati da qualcuno e si godevano una serata perfetta.
Continuavo a guardare Perrie e Zayn e non potei fare a meno di notare di come a lei non  importasse minimamente delle attenzioni che lui le riservava.
Diamine, io sarei stata al settimo cielo.
Io lo avrei amato più di così.
Perché non poteva amarmi anche lui?

«Ragazzi, prendete le vostre signore e invitatele a ballare questo lento! Il primo lento della serata, forza, so che non vedete l’ora di appiccicarvi come sardine!» disse il DJ. Mi si gelò il sangue nelle vene a vedere Zayn offrire la mano a Perrie e poi condurla in pista.
Erano abbracciati. La testa di lei sulla sua spalla, le mani intorno il suo collo, mentre veniva stretta per il bacino dalle braccia forti di Zayn.
Li guardai con il cuore in gola e la mano tremante che cercava di tenere il bicchiere.
Tutto quello non era giusto.
Lei non voleva neanche la metà di come volevo io essere tra le sue braccia.
Avrei pagato milioni per poter stare almeno un minuto così.
Con il suo respiro sulla mia pelle e il petto contro il mio.
Anche se provavo a fargli capire ciò che provavo, non trovavo mai le parole.
Allora provavo con i gesti, ma lui continuava a non capire.
Come dovevo fare per farmi sentire da lui?
Per farmi notare e per essere salvata da questo inferno?
Mi cadde una lacrima sulla guancia e proprio in quel momento il suo sguardo incontrò il mio. Mi guardò perplesso e decisi di scappare via di lì prima che potesse dirmi niente.
Ormai ero stanca di tutto quello.
Uscii dalla palestra e iniziai a camminare il più velocemente possibile. Volevo tornare a casa.

«Nora!» mi chiamò una voce. Quella voce.
Feci finta di niente e continuai il mio cammino, fino a quando non mi prese per il braccio e fui costretta a voltarmi.

«C-che succede? Perché piangi?» chiese, lo sguardo confuso e accigliato.
Mi staccia violentemente dalla sua presa e le lacrime iniziarono a scorrere più velocemente.

«Che succede? Succede che non capisci un cazzo, Zayn! Eppure dovresti conoscermi meglio di qualsiasi altro! Come fai a non capire ciò che sta succedendo tra di noi? Quello che sta succedendo a me!» urlai gesticolando.
Continuava a guardarmi perplesso e a non capire ciò che intendevo. Scossi la testa ormai stanca di tutto quello. Lo spinsi con tutta la forza che avevo.

«Sei un coglione, Zayn!» urlai con tutto il risentimento che avevo accumulato in questi ultimi tre anni, «Io ti amo, capisci? Adesso capisci che cosa mi succede? Io ti amo, Zayn! Da tra fottutissimi anni che sono pazza di te e che tu continui a non capirci un cazzo! Tre anni! Sono stufa di aspettare che tu ci arrivi da solo! Ora ti rendi conto di quanto mi ha fatto male sapere che mi scaricavi per Perrie? Una che neanche sa il tuo colore preferito, la tua fissazione per i capelli, il gusto di gelato che preferisci e del tuo tatuaggio segreto che hai fatto quando avevi 15 anni! Lei non sa niente di te, lei non ti ama e mai ti amerà quanto potrei amarti io se solo mi permettessi di avere una chance! Una soltanto, Zay. Solo questo ti chiedevo, e tu l’hai buttata nel cesso per stare con Perrie! Sai che ti dico? Stai con lei, vedi quanto ti può amare, vedi se saprà mai quello che so io e se ti darà l’amore che meriteresti. Vedi e poi pensa che io avrei potuto fare ed essere tutto quello che lei non potrà mai.» ormai le lacrime avevano bagnato tutto il mio viso e la rabbia era fuoriuscita da tutte le mie parole e tutti i miei gesti.

Finalmente mi sentivo libera. Libera da quel peso che stavo portando da troppo tempo.
Improvvisamente sentii le sue mani afferrarmi e due caldi labbra stamparsi sulle mie. Una miriade di emozioni si liberarono nel mio stomaco e tutto l’odio che avevo provato fino a quel momento sparì.
Mi lasciai trasportare dalle sue labbra esperte lasciando spazio alla sua lingua di insinuarsi nella mia bocca. Presa dal momento mi spinsi di più verso di lui e affondai le mani nei suoi capelli non curante di quanto lui ci tenesse a tenerli in ordine. Le sue mani erano ben salde sui miei fianchi e in quel momento sembrava stessi volando.
La sensazione più bella della mia vita.
Quando si staccò non potei fare a meno di godermi il suo respiro sulla mia pelle e dei suoi occhi incastonati nei miei.

«E adesso tu capisci quanto io abbia aspettato questo momento?» sussurrò. Il cuore a mille, la respirazione affannosa e un sorriso stampato sulle labbra.

«Perché mi hai dato buca? Perché stavi con lei?» chiesi. Poggiò una mano sulla mia guancia e l’asciugò teneramente.

«Pensavo di volere lei, ma più passava il tempo e più mi rendevo conto che tutto quello che volevo era già con me.» rispose per poi darmi un bacio a stampo.

«Q-quindi mi ami?» balbettai, troppo confusa e sorpresa dalle circostanze.

«Ti amo con tutto me stesso.» mi sussurrò sfiorando il mio naso con il suo.

Sorrisi mentre le farfalle nel mio stomaco continuavano a svolazzare. Premetti le labbra sulle sue e mi abbandonai ad un altro tenero e lungo bacio.
Finalmente tutto andava nel verso giusto. Finalmente potevo affermare che la mia vita era perfetta.
Io Zayn lo amavo davvero.
Lo amavo più di qualunque essere vivente.
E la nostra storia era forte come la quercia.
Adesso potevo io bearmi delle sue braccia e delle sue labbra, e non avevo trovato cosa più giusta di quella.               
 
   
 
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