Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: auroramyth    16/05/2014    2 recensioni
Un'artista squattrinata e una rockstar in cerca di pubblicità. Sarà amore?
[dal capitolo 2]
-Ciao, Alyx. Benvenuta. Accomodati.-
-Mi scuso per il ritardo, le lezioni sono state interminabili oggi.-
-Non preoccuparti. Desideri qualcosa?-
-Sì, che arriviamo subito al dunque. Sapete, ho una certa fretta… gli impegni universitari sono molti.-
-Bene, dunque. Non perdiamo tempo. Bill e io siamo qui per farti una proposta, so che è un po’ inusuale, ma è una emergenza.-
-Sto ascoltando.-
-Vorremmo proporti un accordo.-
-Un accordo?-
E' la mia prima ff... spero che vi piacerà!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
p
Image and video hosting by TinyPic



CAPITOLO 5
 
Il pomeriggio seguente, Alyx prese un autobus in corsa appena uscita dall’aula e dal campus. In mezz’ora raggiunse la villa dei Kaulitz.
Si mise davanti al cancelletto sprangato e suonò ad un campanello senza nome.
La voce di Bill le giunse attraverso il citofono: -Chi è?-
-Sono Alyx!-
-Ciao, Alyx. Ti apro il garage, così parcheggi la macchina dentro.-
-No, non ce l’ho la macchina.-
-Non ce l’hai?! Allora come sei arrivata qui?-
-Con un autobus…-
-Autobus?! Ossignore! Vieni dentro, per l’amor di Dio!-
Il cancelletto scatto e Alyx, dopo averlo aperto e richiuso, si avviò alla villa dei gemelli, un gioiello di architettura moderna, tutto confort e funzionalità.
Bill l’attendeva davanti alla porta d’ingresso.
-Allora?- le domandò lui.
-Allora, cosa?-
-Non ce l’hai una macchina?-
-No, è morta.- gli disse con voce monocorde, aggirandolo per varcare la soglia ed entrare in casa, senza aspettare di essere accolta.
-Come può essere morta una macchina?!- le urlò dietro Bill, mentre la raggiungeva al centro dell’enerme salotto dai toni crema, grigio e bianco.
-Può, se ha quasi cinquant’anni.-
-Cinquanta?!-
-Già…-
-Ho sentito parlare di macchine d’epoca, mi sono sbagliato, forse?- si intromise Tom nella conversazione, che scese le scale in quel preciso momento.
-No, non hai sbagliato.- ribatté Alyx.
-Quindi hai un’auto d’epoca?-
-Sì, ma sfortunatamente ha deciso di andare in pensione. Di nuovo.-
Tom sghignazzò: -Che ragazza capricciosa, la tua macchina! Che modello è?-
-Mustang del ‘67-
-Una Mustang del ‘67?!- disse Tom e nello stesso momento rispose anche Bill:
-1967?!-
-1967, sì!-
-Cazzo!- esclamò Tom.
-Oh, bravo Tom, diglielo anche tu che è un catorcio una macchina così vecchia!- disse Bill al fratello.
-Ma stai zitto, tu, Bill! Non ci capisci un cazzo di macchine! Altro che catorcio! Dio, sono sempre più convinto di aver avuto un’illuminazione divina quando ti ho pensata per mio fratello! Conosci il valore delle auto! Sì, beh, forse saresti stata un po’ più adatta a me, visto che Bill non capisce un cazzo, ma…-
-Ehi!- si lamentò Bill, dando una botta sul coppino del fratello.
-E dimmi: come mai non corre più la tua piccolina?-
-Perché la mia piccolina avrebbe bisogno di un bel po’ di pezzi nuovi, sotto la carrozzeria. Non le bastano più i rattoppi.-
-Capisco. Mi permetterai di vederla prima o poi? Mi piacciono le Mustang, soprattutto quelle d’epoca…-
Alyx alzò le spalle in un gesto noncurante: -Quando vuoi, tanto dal garage non scappa di sicuro.-
-E se te la rubassero?- le domandò Tom, mascherando l’orrore all’idea di un tale furto dietro un’espressione di preoccupazione.
-Non si avvia neanche più. Avrebbero bisogno del carro attrezzi per portarla via e quindi darebbero nell’occhio.-
Tom alzò un sopracciglio, dubbioso.
-Che carini! Alzate tutti e due lo stesso sopracciglio e allo stesso modo! Teneri!- li prese in giro lei, con voce falsamente mielosa.
Entrambi ignorarono la provocazione, limitandosi a fissarla per qualche istante, in silenzio.
-Lasciamo perdere… Vieni, ti mostro la tua postazione.-
Bill la condusse al piano ammezzato della villa che ospitava il loro studio di registrazione.
La fece fermare nella hall e le disse: -Ecco, questo spazio è tuo, sentiti libera di personalizzarlo come vuoi, basta che lasci uno spazio alle nostre cose.-
Le indicò sulla parete le tre mensole colme di trofei e le cornici con le foto personali dei gemelli Kaulitz.
-D’accordo…- gli disse lei un po’ in soggezione, ritrovatasi in un luogo del genere, così bello e personale.
Si sentiva come se fosse sconfinata in un luogo proibito, nella vita privata dei due gemelli, per lei due persone ancora pressoché sconosciute.
-Bene, quel tavolo laggiù è la tua scrivania, l’ho liberato dalla nostra roba, così puoi metterti a studiare lì, o sulla cassapanca sotto la finestra, c’è una bella vista sul giardino da lì.-
Alyx gettò un’occhiata alla sua scrivania, un elegantissimo ed enorme tavolo in ebano nerissimo, con sopra un computer portatile Apple di ultima generazione collegato ad un router di internet e un telefono fisso ultratecnologico, con segreteria e display touch computerizzato.
-Dio, mi ci vorrà una vita a capire come funziona quel coso!- si lamentò additando il telefono.
-Io so solo che se si alza la cornetta si risponde alla chiamata in arrivo e se se schiaccia cancelletto si ascoltano i messaggi in segreteria, non so altro.-
-Fantastico, se non lo sai usare tu che è tuo, non mi immagino neanche il casino che farò io…-
-Te la caverai alla grande, ne sono sicuro… Se mi cerchi, non urlare, tanto le pareti sono insonorizzate e non ti sentirà nessuno, ma premi Nr. e poi 1, partirà una chiamata direttamente sul mio telefono personale, ok?-
Detto questo, Bill se ne andò.
Alyx andò ad accomodarsi dietro la scrivania e prelevò dalla sua tracolla il libro dell’ultima lezione avuta quel giorno e lo aprì sul tavolo.
Letto il primo paragrafo si rese conto di non ricordarne nemmeno una parola. Si sentiva come osservata da tutti quegli occhi penetranti che dalle fotografie appese alle pareti sembravano scrutarla.
Vagò con lo sguardo per quei quadri e il suo occhio venne attirato da una foto di Bill. Era così sexy e così appassionato in quella foto come non lo aveva visto mai.
D’impulso prese il suo diario dalla borsa, si spostò a sedere più vicina alla foto, per avere una prospettiva migliore, e si mise a disegnare una sua versione di quella foto, immaginandosi quello stesso sguardo in un Bill più sciupato e scarmigliato, come se fosse reduce da una maratona estenuante di sesso appagante.
Lo disegnò con la canottiera nera che nascondeva appena i suoi tatuaggi al torace e la giacca di finta pelle borchiata allentata su di una spalla, con una mano che la teneva su da quell’altra.
Tutto attorno a lui non c’era il nulla, ma un enorme foulard svolazzante che si arricciava attorno alla sua persona.
I capelli corti ai lati e tirati su al centro come lo aveva sempre visto e come era anche in quella foto.
Sulla giacca disegnò un teschio e al collo le stesse collane che gli vedeva sempre, quelle che non cambiavano mai: una piastrina nera e un ciondolo con l’iniziale del nome del fratello. Le indossava in quella foto, le indossava, insieme ad altre, nel giorno che si erano conosciuti, le indossava quello stesso giorno, nell’intimità della sua stessa casa. Reputò che dovessero avere un valore emotivo per lui.
Infine giunse il momento dei tatuaggi. Fece in tempo a completare quello al centro del petto, una raffigurazione astratta del destino e della fortuna, aiutandosi anche con altre foto nelle quali era più visibile.
Stava per cominciare il cuore palpitante che aveva inciso sulla pelle quando la porta si spalancò e Bill fece di nuovo il suo ingresso in sala di registrazione.
-Ehi, che stai facendo?- le domandò incuriosito.
-Pensavo a come personalizzare la mia area e intanto disegnavo…- gli disse mettendo la matita tra le pagine e chiudendo il suo diario.
-Posso vedere il tuo disegno?-
-No.- gli rispose categorica.
-Perché no?- gli domandò lui, sentendosi un po’ offeso dal suo rifiuto.
-Beh, perché è uno schizzo, non è ancora finito e non significa nulla, davvero!-
Con che coraggio sarebbe stata in grado di mostrargli il ritratto che aveva fatto in quel momento, quando il soggetto era proprio lui? Semplice, non ci sarebbe riuscita.
-Insisto, ti prego… Vorrei vedere come disegni…-
Lei si rassegnò ad aprire il diario e allungarlo a Bill, che lo prese delicatamente, quasi avesse paura di sciupare una cosa che non gli apparteneva. Questa gentilezza le fece accelerare i battiti del cuore.
-Dio, ma sono io! È magnifico! È davvero stupefacente!- esclamò incredulo.
Lei alzò un sopracciglio.
-Cioè, non è bello perché il soggetto sono io, è bello perché è disegnato benissimo… insomma, è vero che sono un po’ egocentrico, ma non così tanto, eh!-
Lei ridacchiò: -L’avevo capito che parlavi del disegno!-
-Allora perché hai fatto quella faccia scettica?-
-Perché tu eri così sorpreso che fossi riuscita a fare un disegno decente che mi sono leggermente incazzata… ma cosa credi che non sappia disegnare?! Se non fossi abbastanza brava con la matita e i colori non mi avrebbero mai ammessa all’università!-
-Giusto, non ci avevo pensato… Scusa, non intendevo essere scortese.- le disse ridandole il diario.
-Non fa niente…-
-Sai, tu andresti d’accordo con mia madre… anche lei è un’artista…- le disse di getto, senza pensarci, e quasi si pentì per quella confessione. Chissà cosa pensava lei della sua lingua lunga! Non era un mistero che spesso la sua parlantina lo avesse portato a fare delle magre figure.
-Gli artisti sono i migliori…- gli disse lei con un mezzo sorriso sulle labbra, sapendo che Bill avrebbe capito che non si riferiva solo a se stessa e a sua madre ma anche a lui.
Bill le sorrise con una luce di condivisione e comprensione negli occhi poi si voltò, recuperò una scatola dal mobile dietro la scrivania e, con una strizzata d’occhio, se ne andò.


My Space: ed ecco il nuovo capitolo di questa storia!!!!! Che mi dite? Vi ispira? Ve lo immaginate il disegno di Bill che fa la protagonista... io devo ammettere di aver preso spunto per immaginarmelo da alcuni che circolano in rete, in particolare su facebook, realizzati dalle fans... Alcune di loro sono DAVVERO brave!!!!!!
Inutile che sia io a dilungarmi... preferisco lo facciate voi nei vostri commenti... quindi passo subito ai ringraziamenti.
Grazie a _Vesper_, Ginny_Anastasia e Alice Varn per aver commentato il precedente capitolo, grazie a Luxy_95 per aver aggiunto la storia alle preferite e a Layla7, boscoiattolo e Sonne_schwarz alle seguite... infine grazie anche a tutti i numerosi lettori silenziosi (ho fatto la rima, ahah!)...
Un bacio e alla prossima!
Ricordo la mia pagina facebook, per informazioni, news e biografie (mia e di _Vesper_ con cui cogestisco la pagina...): Dark Blue Horizon
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: auroramyth