Era solo.
Era spaventato. Si sentiva sperduto, senza una guida.
Non
era veramente solo, c'erano altre persone attorno a lui, persone
rumorose e fastidiose, ma non aveva idea di chi fossero. Si era
semplicemente appisolato, e al suo risveglio era circondato da strani
individui che parlavano una lingua diversa dalla sua, totalmente
incomprensibile.
Si
guardava intorno, voleva scappare da quel luogo, ma non aveva la
forza di alzarsi. Pronunciò qualche parola, sperando che qualcuno lo
comprendesse, ma ottenne solo il risultato meno sperato: attrasse
l'attenzione di quelle strane persone, che si voltarono verso di lui
con un sorriso quasi diabolico.
Cosa poteva fare? Era circondato, vedeva espressioni sconcertanti stampate sul volto di persone che non conosceva e che gli parlavano nella loro strana lingua accavallandosi l'una all'altra e con un tono di voce sempre più alto, ridendo e arrivando addirittura a mettere le loro mani minacciose su di lui.
Stava
sognando? Sì, doveva essere così, era un sogno. Non poteva
scappare, non poteva difendersi, era solo contro persone sconosciute.
Sì, era un sogno, senza dubbio.
Chiuse gli occhi.
Una mano gli
afferrò il braccio.
Riaprì gli occhi improvvisamente e vide
qualcuno sorridere mentre gli teneva un braccio e continuava a
ripetergli cose strane.
Non era un sogno.
Era in pericolo.
Provo
ad allontanare quel braccio con le mani, ma a quanto pareva era
troppo debole nei confronti di quell'individuo, che non demordette e
continuò a tenerlo saldamente. Non ce la faceva più, era disperato,
non aveva possibilità di fuga. Sentì il forte bisogno di piangere e
il suo viso si deformò seguendo lo stimolo. A quella vista, la
persona misteriosa portò un'altra mano su di lui e continuò a
parlargli.
Non riuscì a trattenersi e iniziò a piangere a
dirotto dalla paura, invocando la sua Dea. Era l'unica speranza che
aveva di salvarsi, che ancora ci fosse Lei al suo fianco, Lei che lo
aveva sempre protetto, Lei che gli aveva concesso di nascere, Lei che
lo aveva sempre salvato dal pericolo.
Ecco, la Sua voce.
Sentì
dei passi andare nella sua direzione, sentì la voce rassicurante
della Dea e continuò a chiamare ancora più forte, perché Lei lo
vedesse e lo proteggesse da quelle persone minacciose. Prima ancora
che potesse accorgersene, la sua Dea era china su di lui, con quel
suo sorriso dolce e quella voce soave, capace di farlo addormentare
senza difficoltà.
Tese timidamente le mani verso di Lei, che lo
raccolse e lo fece ascendere al di sopra di quelle creature, tra le
Sue braccia, dove sarebbe stato al sicuro.
Era salvo.
Ella
lo rassicurò con delle dolci carezze e gli chiese, con voce
tenera:
«Che c'è, amore? Hai fame?».