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Autore: Xecestel    16/05/2014    0 recensioni
Stava sognando? Sì, doveva essere così, era un sogno. Non poteva scappare, non poteva difendersi, era solo contro persone sconosciute. Sì, era un sogno, senza dubbio.
Chiuse gli occhi.
Una mano gli afferrò il braccio.
Riaprì gli occhi improvvisamente e vide qualcuno sorridere mentre gli teneva un braccio e continuava a ripetergli cose strane.
Non era un sogno.
Era in pericolo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era solo.

Era spaventato. Si sentiva sperduto, senza una guida.

Non era veramente solo, c'erano altre persone attorno a lui, persone rumorose e fastidiose, ma non aveva idea di chi fossero. Si era semplicemente appisolato, e al suo risveglio era circondato da strani individui che parlavano una lingua diversa dalla sua, totalmente incomprensibile.
Si guardava intorno, voleva scappare da quel luogo, ma non aveva la forza di alzarsi. Pronunciò qualche parola, sperando che qualcuno lo comprendesse, ma ottenne solo il risultato meno sperato: attrasse l'attenzione di quelle strane persone, che si voltarono verso di lui con un sorriso quasi diabolico.

Cosa poteva fare? Era circondato, vedeva espressioni sconcertanti stampate sul volto di persone che non conosceva e che gli parlavano nella loro strana lingua accavallandosi l'una all'altra e con un tono di voce sempre più alto, ridendo e arrivando addirittura a mettere le loro mani minacciose su di lui.

Stava sognando? Sì, doveva essere così, era un sogno. Non poteva scappare, non poteva difendersi, era solo contro persone sconosciute. Sì, era un sogno, senza dubbio.
Chiuse gli occhi.
Una mano gli afferrò il braccio.
Riaprì gli occhi improvvisamente e vide qualcuno sorridere mentre gli teneva un braccio e continuava a ripetergli cose strane.
Non era un sogno.
Era in pericolo.

Provo ad allontanare quel braccio con le mani, ma a quanto pareva era troppo debole nei confronti di quell'individuo, che non demordette e continuò a tenerlo saldamente. Non ce la faceva più, era disperato, non aveva possibilità di fuga. Sentì il forte bisogno di piangere e il suo viso si deformò seguendo lo stimolo. A quella vista, la persona misteriosa portò un'altra mano su di lui e continuò a parlargli.
Non riuscì a trattenersi e iniziò a piangere a dirotto dalla paura, invocando la sua Dea. Era l'unica speranza che aveva di salvarsi, che ancora ci fosse Lei al suo fianco, Lei che lo aveva sempre protetto, Lei che gli aveva concesso di nascere, Lei che lo aveva sempre salvato dal pericolo.
Ecco, la Sua voce.

Sentì dei passi andare nella sua direzione, sentì la voce rassicurante della Dea e continuò a chiamare ancora più forte, perché Lei lo vedesse e lo proteggesse da quelle persone minacciose. Prima ancora che potesse accorgersene, la sua Dea era china su di lui, con quel suo sorriso dolce e quella voce soave, capace di farlo addormentare senza difficoltà.
Tese timidamente le mani verso di Lei, che lo raccolse e lo fece ascendere al di sopra di quelle creature, tra le Sue braccia, dove sarebbe stato al sicuro.
Era salvo.

Ella lo rassicurò con delle dolci carezze e gli chiese, con voce tenera:
«Che c'è, amore? Hai fame?».

   
 
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